Handling aeroportuale in crisi da Milano a Palermo


Mobius

Utente Registrato
7 Novembre 2013
1,364
0
0
Orogene Ercinico Italiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/201...lermo-troppe-aziende-poco-efficienti/1063751/

La chiusura del caso Alitalia-Etihad riporta un po’ di tregua nei cieli della Penisola, ma non nei suoi aeroporti come dimostra il caso del caos bagagli di Fiumicino che tocca uno dei tarli del sistema. Resta infatti sempre aperta la ferita dei servizi a terra, il cosiddetto handling. Che da tempo sta vivendo una crisi profonda. “L’uscita delle società di gestione degli aeroporti da questo settore ne ha determinato una frammentazione, con tante aziende di assistenza a terra che tendono a seguire poche compagnie aeree”, spiega a ilfattoquotidiano.it Oliviero Baccelli, docente di Economia e politica dei trasporti all’università Bocconi di Milano. “Una situazione, d’altronde, tipica di tutto il settore della movimentazione merci”. Ma aggravata, nel comparto dell’assistenza aeroportuale, da un calo dei volumi causato da due fattori specifici. “Da una parte la scelta delle compagnie low cost di incentivare l’utilizzo del bagaglio a mano, dall’altra il calo dei movimenti a terra. Che deriva a sua volta dalla tendenza a programmare meno voli e usare aerei in grado di trasportare più passeggeri”. E le scelte di alcuni vettori non hanno aiutato: “Malpensa, con il trasferimento di buona parte dei voli Alitalia a Fiumicino nel 2008, ha perso circa 6 milioni di passeggeri in transito”, ricorda Baccelli. Cambiamenti ai quali “non tutti gli handler hanno saputo adeguarsi”, spiega Andrea Giuricin, Docente di mobility management all’Università Milano Bicocca.

Gli aiuti di Stato a Linate e Malpensa - Gli esempi non mancano. A partire da quello di Sea Handling, controllata della società di gestione degli aeroporti milanesi Sea, che ha chiuso i battenti il 30 giugno. “Non riusciva a stare sul mercato”, è il giudizio di Giuricin. Per questo tra il 2002 e il 2010 la capogruppo, società mista pubblico-privata con il comune di Milano come socio di maggioranza oggi al 54,8% e il fondo F2i di Vito Gamberale come primo azionista privato, ha dovuto garantirle aumenti di capitale per un totale di 360 milioni. Attirando l’attenzione della Commissione Ue, che li ha giudicati aiuti di Stato e ne ha imposto di conseguenza la restituzione con gli interessi. “Il problema di Sea Handling è stato che si è cercato di risolvere un tema di rilevanza sociale con strategie politiche anziché economiche”, commenta Baccelli. Con pessimi risultati: per cercare di salvare i 2.200 posti di lavoro e dribblare le decisioni di Bruxelles, a fine giugno Sea ha deciso di rottamare Sea Handling e di trasferire i dipendenti in una società nuova di zecca, Airport handling. Peccato che nel “pacchetto” siano compresi 25 milioni di euro con cui acquisire formalmente i mezzi necessari per svolgere le attività di terra e pagare i primi mesi di stipendi. La Commissione Ue non ha mancato di notare l’acrobazia. E, pochi giorni prima della firma dell’accordo tra Sea e i sindacati, ha aperto una nuova indagine per valutare se tra le due società ci sia “genuina discontinuità” e se i 25 milioni siano un ulteriore sussidio illecito.

A Roma 14 handler per due scali - Anche nella Capitale i nodi da risolvere sono tanti. A partire dal numero stesso degli handler: sei a Fiumicino e otto a Ciampino. “Di per sé non è un fatto negativo, è sana concorrenza”, chiarisce Giuricin. Il problema è che non tutti sono lavorano in condizioni di efficienza. Motivo per cui, spiega Baccelli, sarebbe opportuno agire a monte, “limitando il numero di certificazioni Enac”. E concedendole solo a chi offre sufficienti garanzie sulla qualità del servizio e il livello dei prezzi.

I due fallimenti di Groundcare – Il caso più eclatante, a oggi, è quello della Groundcare, già Flightcare. Al centro di un’intricata vicenda che l’ha vista passare di mano in mano, con il miraggio di un salvataggio che lo scorso 29 maggio si è però schiantato contro la realtà del fallimento. La storia dell’azienda è iniziata sotto il segno di Aeroporti di Roma, la società che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino, controllata dalla famiglia Benetton. Nel 1999 il gruppo ha scorporato le attività di assistenza a terra trasferendole nel “contenitore” Aeroporti di Roma Handling. Un chiaro preludio alla cessione, che è arrivata nel 2006: a comprare sono stati gli iberici di Flight Care. Ma nel 2012 la svizzera Swissport si è fatta avanti per rilevare la parte spagnola e belga del gruppo, proposta che escludeva la filiale italiana, in rosso per 13 milioni. Che è così passata di mano separatamente per la cifra simbolica di 1 euro oltre ai suoi 15 milioni di debiti. A comprare la Groundcare holding di Roberto Sartori, Roberto D’Andrea e Domenico Cempella, quest’ultimo ex dg di Aeroporti di Roma ed ex ad di Autostrade e di Alitalia. Groundcare, però, inizia a perdere uno dopo l’altro i principali vettori clienti e nell’agosto 2013 vede fallire il braccio lombardo Groundcare Milano, che operava a Linate e Malpensa. Nonostante tutto la proprietà continua a moltiplicare le attività e mettere a segno acquisizioni, tra cui quella della genovese Adiuva compagnia generale aeronautica, e a moltiplicare le attività. I bilanci scricchiolano sempre di più e a marzo 2014 viene decisa la liquidazione. Il che, per gli 850 lavoratori, significa niente stipendio da maggio (eccezion fatta per un anticipo su una mensilità) e il rischio di non vedere la fine dei contenziosi aperti con l’azienda per mobbing, licenziamenti illegittimi e retribuzioni non riconosciute nell’ordine di decine di migliaia di euro.

Gh Italia, ovvero il nuovo che avanza da Brindisi a Venezia - Resta la speranza di un cavaliere bianco che rilevi e rilanci la società. Il curatore fallimentare ha ricevuto diverse offerte ed entro il 30 agosto, termine di scadenza dell’esercizio provvisorio dell’azienda, dovrà valutarle e decidere su quale puntare. Fonti sindacali riportano che tra i pretendenti figura Gh Italia, società di handling di stanza a Fiumicino che opera in nove aeroporti italiani, da Venezia a Brindisi, ma anche a Heathrow attraverso Azzurra Ground handling services. A dire il vero l’azienda aveva già avanzato un’offerta per Groundcare prima del fallimento. Proposta però scartata perché prevedeva la riassunzione di soli 600 lavoratori e un taglio degli stipendi intorno al 30 per cento. Dietro Gh Italia c’è il gruppo napoletano Alisud, che fa capo per l’86%, attraverso Italhandling, alla famiglia Zincone, e per il 14% al vicepresidente Floriano Frangipani. La holding campana, stando all’ultimo bilancio disponibile (2012), ha dimensioni non certo da big: 1 milione di capitale sociale, 2,5 milioni di ricavi e un utile di 54mila euro. Eppure nell’ultimo decennio ha messo in campo una sontuosa campagna acquisti. Nel 2005 ha preso il 100% di Gesac handling, società di gestione dei servizi di assistenza a terra a Napoli e operativa anche allo scalo di Venezia attraverso Eagles services. Nel 2012, poi, è stata la volta della Marconi handling di Bologna, di cui quattro anni prima aveva già comprato da Sab il 15 per cento. In pancia c’è poi anche il 45% di Katane handling, la società dei servizi di terra di Fontanarossa. E proprio in questi giorni sono in corso trattative per rilevare da Sac, gestore dello scalo, anche il rimanente 55 per cento.

A Palermo tira e molla tra Gh e la Gesap – Più complessa la situazione a Palermo: nel 2005 Gh Italia attraverso Gesac handling si è aggiudicata il 49% della società dei servizi di terra, ribattezzata Gh Palermo. Con l’obiettivo di acquisire poi anche il 51% ancora in mano alla Gesap, la società pubblica che gestisce l’aeroporto Falcone Borsellino. Nel 2009, quando la nuova Alitalia Cai ha deciso di cedere le proprie attività di handling, Gh Palermo si è presa in casa anche quel ramo di azienda operativo nello scalo siciliano e i suoi 102 dipendenti. Ma nel 2011, cambiati i vertici, Gesap ha fatto marcia indietro sulla cessione ritirando il bando di vendita delle proprie quote azionarie emesso l’anno prima. A quel punto, sfumata l’ipotesi di conquistare il controllo, Gh ha esercitato l’opzione prevista dal contratto di sei anni prima e ha restituito la propria quota. Un pasticcio che non è ancora arrivato a conclusione, visto che Comune, Provincia e Camera di Commercio, principali soci pubblici, lo scorso anno con una nuova inversione di rotta hanno deciso di privatizzare la maggioranza di Gesap e l’80% di Gh Palermo. E, stando a indiscrezioni riportate dalla stampa locale, l’unica manifestazione di interesse sarebbe quella di Marconi handling. Altra controllata di Alisud.

Si tratta di un ottimo articolo, cosa rara in questo settore. La mia "obiezione" principale riguarda uno dei perché della crisi: non è tanto l'indurre i passeggeri a viaggiare col solo bagaglio a mano quanto il deviare il flusso stesso dei passeggeri direttamente verso i gate, riducendo al minimo le attività al frontline. La "colpa", dunque, mi sa che è dei check-in online obbligatori.

GT-I9300 - Tapatalk
 
Mi sembra azzeccato il paragone con l'autotrasporto: mentre all'estero la concorrenza si fa fra grandi gruppi efficienti, da noi fioriscono e falliscono aziende che si fanno concorrenza soprattutto sul non rispetto delle regole.
 
"A Roma 14 handler per due scali - Anche nella Capitale i nodi da risolvere sono tanti. A partire dal numero stesso degli handler: sei a Fiumicino e otto a Ciampino."

8 Handler a Ciampino ?
 
"A Roma 14 handler per due scali - Anche nella Capitale i nodi da risolvere sono tanti. A partire dal numero stesso degli handler: sei a Fiumicino e otto a Ciampino."

8 Handler a Ciampino ?

Penso considerino anche quelli di Aviazione Generale. Se fosse così, potrebbe essere un numero realistico (a VCE ce ne sono 4 solo per AG, di cui però solo 2 operano "effettivamente").
Comunque, concordo che sia un buon articolo, ma anch'io dissento sulle cause, che secondo me sono principalmente da ricercarsi in una concorrenza davvero esasperata, con continui ribassi sulle tariffe praticate per strappare i vettori alle aziende concorrenti, con risultati alla lunga non sostenibili (a meno che non si abbiano le spalle veramente grosse).
 
Rispolvero il thread. La notizia parla di VCE, ma in realta' riguarda la vendita di Ata, con le inevitabili conseguenze non solo a Venezia ma anche a Roma, Milano e Catania.


Aeroporto Marco Polo, 43 lavoratori rischiano il posto


La mobilità riguarda 134 sui 570 che operano in tutta Italia, la messa in mobilità è confermata. I sindacati devono decidere come muoversi

I sindacati sono già pronti a far scattare la mobilitazione, all’aeroporto di Venezia ben 43 lavoratori rischiano seriamente di perdere il proprio posto. Ata ha infatti comunicato la vendita della società e l’impossibilità di annullare la messa in mobilità di 134 lavoratori sui 570 che operano in tutto il territorio nazionale. Come riporta Il Gazzettino, a Tessera sono 43 su 125 quelli destinati a perdere la propria occupazione nel giro di pochi mesi.

Tremano anche i lavoratori di Fiumicino, Milano Linate e Milano Malpensa, mentre a Catania è già stato siglato un accordo per licenziare ben 29 persone su 39. I sindacati si riuniranno i prossimi giorni per decidere come muoversi, di sicuro il clima è parecchio teso. Ata è in grande difficoltà e due mesi fa, non avendo più possibilità di ottenere proroghe della cassa integrazione, aveva attivato la procedura di mobilità

E’ calda anche la questione legata agli handler, i soggetti privati che garantiscono i servizi a terra (bagagli e check-in) per i passeggeri. I rappresentanti dei lavoratori hanno anche minacciato di indire uno sciopero generale se Save, la società che gestisce l’aeroporto Marco Polo, non interverrà sulla guerra dei prezzi sconsiderata che porta a condizioni di lavoro sempre più precarie ma anche a disagi per le stesse compagnie servite e per i passeggeri.

http://www.veneziatoday.it/cronaca/aeroporto-marco-polo-43-lavoratori-posto-rischio.html

 
Un'altra vittima e' la ATA, con la WFS che vende le sue attivita' ad una new entry appena creata - Inceptus Spa che rilevera' tutto il personale attualmente impiegato sui vari scali.

WFS SELLS GROUND HANDLING BUSINESS IN ITALY

Worldwide Flight Services (WFS) has sold its ground handling business in Italy to Inceptus SpA.
Since June 2015, WFS has operated the ATA business, a ground handler in Italy, through its fully owned subsidiary WFS Ground Italy. On 19 May 2017, WFS completed the sale of WFS GI to Inceptus SpA, and WFS is no longer involved in ground handling activities in Italy.
Worldwide Flight Services will continue to own and operate its growing cargo handling business in Milan.
John Batten, EVP Cargo Europe Middle East & Asia and acting EVP Europe Ground Handling at WFS, said: “We believe this development is in the best interests of all parties, and especially the ground handling customers and employees of WFS Ground Italy and ATA. Inceptus plans to continue the operations of both companies in all existing airports and for all existing customers. It has also convinced us of its intention to provide great service and grow its ground handling business in Italy with the help of the existing management team. We will provide all of the necessary support to ensure a seamless transition to the new owners.”

Under the terms of the agreement, Inceptus SpA will continue to utilise the WFS Ground Italy name until the end of August 2017.
(hyperlink nel titolo)