Segnalo un articolo di Milano Finanza di sabato 8 ottobre intitolato DHL ago della Bilancia, che ipotizza un trasferimento di DLH da Orio a Malpensa, al contrario di quanto vorrebbero Save e Sacbo che la vedrebbero spostarsi da Orio oggi saturo e senza piu' spazio di crescita per li cargo verso Montichiari.
SCENARI Impazza il risiko fra gli aeroporti del Nord. Sea fa ricorso contro Save, che insieme a Catullo tenta l'alleanza con Bergamo Ma se il courier si spostasse a Milano salterebbero molti equilibri Dhl ago della bilancia di Manuel Follis Non vogliono che la si chiami guerra dei cieli, ma è evidente che se non è una vera e propria guerra ci va molto vicino. Protagonisti di questa faida, che spazia dalla politica all'industria, sono i grandi aeroporti del Nordest, da Venezia a Verona passando per Brescia e Bergamo e arrivando fino a Milano. Manovre, movimenti azionari, aumenti di capitale e ricorsi portano verso un obiettivo finale: un maxi polo che unisca lo scalo di Bergamo a quello di Verona, che a sua volta controlla Brescia e nel cui capitale da poco è entrata Save. Possibile però (e sarebbe davvero come fare i conti senza l'oste), che nel calcolare i futuri equilibri di questi aeroporti non si sia tenuto conto di una variabile determinante: DM. Il colosso del trasporto, presente in oltre 220 paesi nel mondo, sta cercando da mesi di capire quale posizionamento tenere in futuro sul territorio e le sue scelte avranno inevitabilmente un impatto sul sistema aeroportuale. Per capire cosa sta succedendo bisogna fare un passo indietro e ripercorrere brevemente la storia degli aeroporti lombardi. Per anni Sea (la società milanese che gestisce Linate e Malpensa) e Sacbo (che gestisce Bergamo-Orio al Serio) hanno lavorato a un accordo di integrazione. Sea possedeva infatti il 49% dello scalo orobico e tutto portava a pensare che quella sarebbe stata l'integrazione perfetta. L'operazione però non andò mai in porto e anzi la società presieduta da Modiano cedette una parte della sua quota (20%), rimanendo azionista di Sacbo con circa il 30%. Nel tempo i rapporti tra le due società sono andati raffreddandosi e oggi lo scalo bergamasco sta cercando una strada alternativa per la sua crescita, che guarda a Brescia. L'aeroporto di Montichiari è da sempre una sorta di pomo della discordia: è controllato dal Catullo (cioè da Verona) ma da sempre gli imprenditori bresciani rivendicano l'autonomia dello scalo. Oggi invece Save-Catullo lavorano con Sacbo proprio per la gestione congiunta dell'aeroporto bresciano. L'operazione è stata discussa nel cda di Orio, ma i consiglieri di Sea hanno lamentato che non siano stati forniti numeri, analisi o un piano industriale che mostrasse la convenienza di un'alleanza Bergamo-BresciaVerona-Venezia. Non solo, ma il possibile ingresso di Sacbo è vincolato al ritiro del ricorso fatto mesi fa da quest'ultima contro l'ingresso di Save nel Catullo. Sea però si è opposta a questa ipotesi e ha presentato un suo ricorso alla Presidenza della Repubblica per valutare la legalità dell'ingresso di Save nella società scaligera. Insomma, clima teso. Va detto che sulla carta nascerebbe un maxi polo del settore aereo (BergamoBrescia-Verona-Venezia), in un periodo in cui sembra che la parola d'ordine sia consolidamento. I presupposti in base ai quali l'alleanza potrebbe decollare passano anche dalle scelte di DM. Non a caso di recente il numero uno di Save (Venezia), Enrico Marchi, parlando proprio dell'eventuale accordo con Sacbo ha detto che sarebbe positivo «accogliere courier che vogliono eventualmente spostarsi su Brescia», come per esempio DM. «Se fosse così, sarebbe l'occasione per far ripartire lo scalo, specializzandolo sul cargo ma pensando per il futuro anche a un po' di voli passeggeri. Mix positivo», ha concluso Marchi. In effetti nelle scorse settimane DM e Brescia sono stati più volte sul punto di firmare un'intesa che avrebbe portato il colosso dei trasporti a lasciare progressivamente Orio per Montichiari. Intesa che però non è mai stata siglata e che rischia di non arrivare mai. Saranno i litigi tra scali o i rapporti fra DM e Sacbo che si sono raffreddati (in ballo sembra ci sia anche una richiesta di indennizzo da parte dell'operatore alla società aeroportuale), ma di fatto non si capisce cosa farà in futuro il courier internazionale. C'è per esempio chi scommette sul fatto che, dopo la prima migrazione obbligatoria a Malpensa causata dalla chiusura della pista di Orio, DM abbia valutato la possibilità di migrare a Milano e potrebbe quindi decidere di puntare stabilmente su Sea (in particolare sull'aeroporto di Varese) come nuova base operativa. Se davvero, come sembra, DM dovesse lasciare Bergamo e anche Brescia per Milano, il contraccolpo si farebbe sentire. In primo luogo sarebbe da verificare la sostenibilità dei numeri di Montichiari. Il piano di rilancio dell'aeroporto bresciano elaborato mesi fa dal Catullo (a firma del dg Carmine Bassetti) era realistico e attuabile, ma prevedeva lo spostamento di Dhl. Questo senza contare che il courier garantisce un apporto di ricavi anche a Orio. E così, mentre alleanze e ricorsi si susseguono, le mosse del gruppo di trasporto potrebbero alterare gli equilibri in campo.