Guerra dei cieli: Save nel Catullo, Sea si rivolge a Napolitano
Marchi a muso duro: «Milano dimostra debolezza, così ricorre a mezzucci»
BERGAMO «Guerra dei cieli? No. Come termine non mi piace». Però. «Se qualcuno la guerra me la dichiara, io non mi tiro indietro...». Enrico Marchi, presidente di Save ovvero il nuovo socio forte del Catullo (35%), non è certo il tipo che si intimorisce. La notizia è quella dell’inusuale ricorso alla presidenza della Repubblica da parte di Sea, gestore di Linate e Malpensa e azionista di Sacbo al 31%, contro l’ingresso della stessa Save nella compagine societaria dell’aeroporto veronese. Un ricorso alternativo a quello del Tar, ma che in sostanza ne ricalca le caratteristiche: la richiesta è quella di annullare la delibera di vendita del 2% del Comune di Villafranca, l’ente che ha consentito al gruppo veneziano di mettere il primo piede nella spa veronese.
Commenta Marchi: «È inaspettato che una grande società come Sea si abbassi a presentare un ricorso contro di noi, in fretta e furia. Il gesto dimostra due cose. Primo: il rilievo, anche nazionale, dell’operazione che stiamo attuando con Bergamo per la possibile gestione comune dell’aeroporto di Montichiari. Secondo: la grande debolezza di Sea che non è capace di affrontare le proprie difficoltà guardandosi all’interno e cerca un nemico esterno, una volta era il ministero, poi Alitalia, adesso è la Save...». La storia è questa: Save e Catullo trattano con Sacbo, che gestisce lo scalo di Orio al Serio, per condividere il business sull’aeroporto bresciano di Montichiari, che da Verona è controllato. Sea non ci sta: teme pesanti contraccolpi su Malpensa soprattutto per quanto riguarda il traffico cargo, che proprio a Montichiari potrebbe trovare un punto di sviluppo importante. Di qui l’azione di «disturbo» sull’operazione propedeutica al matrimonio Venezia-Verona. Sea possiede un terzo di Sacbo «ma nella società - sottolinea Marchi - esiste un’altra maggioranza. Lavorando insieme anziché litigare potrà nascere un grande sistema che rafforza i territori, crea sviluppo, occupazione. Il fatto che Sea usi ora certi mezzucci — ma non otterrà nulla — dimostra che il piano è importantissimo. Certo, gli esponenti di Sea nel cda di Sacbo ora hanno un bel problema di conflitto d’interessi. Sea, così, sta attaccando Bergamo».
Il presidente di Save non dà molti particolari sulle trattative per Brescia ma conferma l’accelerazione: «Va firmata un’intesa, per poi dar corso a un piano industriale comune e, questo è l’auspicio, arrivare alla gestione comune di Montichiari. Le tempistiche? Veloci, per la nostra parte. Noi abbiamo l’infrastruttura, ora si tratta di farvi entrare Sacbo e poi gestirla secondo un criterio che ottimizzi la domanda di trasporto aereo nell’area considerata. E attenzione: non sono gli scali a decidere dove vanno i passeggeri, ma i passeggeri a decidere dove andare. Il nostro compito è capire al meglio qual è la richiesta. Interessante sarebbe accogliere courier che vogliono eventualmente spostarsi su Brescia». Per esempio, Dhl. «Se fosse così, sarebbe occasione per far ripartire lo scalo, specializzandolo sul cargo ma pensando per il futuro anche a un po’ di voli passeggeri. Mix positivo». Quanta valga Montichiari, «è funzione del piano industriale. Vanno condivise le stime con Sacbo. Non anticipo nulla. Posto che l’aeroporto bresciano non vale zero, direi che l’apporto di capitali da parte di Sacbo è immaginabile. Si ragionerà. In un’ottica costruttiva e non distruttiva. Montichiari offre sbocchi al traffico, magari cargo e notturno, che a Orio crea disagi ai quartieri e blocca nuove rotte. Quindi Bergamo ha interesse in un accordo e in un impegno».
C’è una sentenza del Consiglio di Stato pendente sulla concessione di Montichiari - eredità di una contesa che era tra Verona e Sacbo stessa fino a qualche mese fa - «ma stiamo ragioniamo con Bergamo. Io, come Arena, penso che la cosa migliore sia chiedere un rinvio all’udienza di fine novembre». Sull’iniziativa di Sea contro Catullo-Save ha qualcosa da dire anche il sindaco di Villafranca, Mario Faccioli: «Considero questa iniziativa tecnicamente debole. Tutte le regole sono state rispettate, a cominciare da quelle fissate dall’Enac». E sul piano politico, «è scellerata: abbiamo bisogno di sinergie interregionali, se non nazionali. Non di guerre legali in casa altrui. E il Catullo, non so se mi spiego, è casa nostra».
http://corrieredelveneto.corriere.i...-sea-si-rivolge-napolitano-230477265318.shtml
Marchi a muso duro: «Milano dimostra debolezza, così ricorre a mezzucci»
BERGAMO «Guerra dei cieli? No. Come termine non mi piace». Però. «Se qualcuno la guerra me la dichiara, io non mi tiro indietro...». Enrico Marchi, presidente di Save ovvero il nuovo socio forte del Catullo (35%), non è certo il tipo che si intimorisce. La notizia è quella dell’inusuale ricorso alla presidenza della Repubblica da parte di Sea, gestore di Linate e Malpensa e azionista di Sacbo al 31%, contro l’ingresso della stessa Save nella compagine societaria dell’aeroporto veronese. Un ricorso alternativo a quello del Tar, ma che in sostanza ne ricalca le caratteristiche: la richiesta è quella di annullare la delibera di vendita del 2% del Comune di Villafranca, l’ente che ha consentito al gruppo veneziano di mettere il primo piede nella spa veronese.
Commenta Marchi: «È inaspettato che una grande società come Sea si abbassi a presentare un ricorso contro di noi, in fretta e furia. Il gesto dimostra due cose. Primo: il rilievo, anche nazionale, dell’operazione che stiamo attuando con Bergamo per la possibile gestione comune dell’aeroporto di Montichiari. Secondo: la grande debolezza di Sea che non è capace di affrontare le proprie difficoltà guardandosi all’interno e cerca un nemico esterno, una volta era il ministero, poi Alitalia, adesso è la Save...». La storia è questa: Save e Catullo trattano con Sacbo, che gestisce lo scalo di Orio al Serio, per condividere il business sull’aeroporto bresciano di Montichiari, che da Verona è controllato. Sea non ci sta: teme pesanti contraccolpi su Malpensa soprattutto per quanto riguarda il traffico cargo, che proprio a Montichiari potrebbe trovare un punto di sviluppo importante. Di qui l’azione di «disturbo» sull’operazione propedeutica al matrimonio Venezia-Verona. Sea possiede un terzo di Sacbo «ma nella società - sottolinea Marchi - esiste un’altra maggioranza. Lavorando insieme anziché litigare potrà nascere un grande sistema che rafforza i territori, crea sviluppo, occupazione. Il fatto che Sea usi ora certi mezzucci — ma non otterrà nulla — dimostra che il piano è importantissimo. Certo, gli esponenti di Sea nel cda di Sacbo ora hanno un bel problema di conflitto d’interessi. Sea, così, sta attaccando Bergamo».
Il presidente di Save non dà molti particolari sulle trattative per Brescia ma conferma l’accelerazione: «Va firmata un’intesa, per poi dar corso a un piano industriale comune e, questo è l’auspicio, arrivare alla gestione comune di Montichiari. Le tempistiche? Veloci, per la nostra parte. Noi abbiamo l’infrastruttura, ora si tratta di farvi entrare Sacbo e poi gestirla secondo un criterio che ottimizzi la domanda di trasporto aereo nell’area considerata. E attenzione: non sono gli scali a decidere dove vanno i passeggeri, ma i passeggeri a decidere dove andare. Il nostro compito è capire al meglio qual è la richiesta. Interessante sarebbe accogliere courier che vogliono eventualmente spostarsi su Brescia». Per esempio, Dhl. «Se fosse così, sarebbe occasione per far ripartire lo scalo, specializzandolo sul cargo ma pensando per il futuro anche a un po’ di voli passeggeri. Mix positivo». Quanta valga Montichiari, «è funzione del piano industriale. Vanno condivise le stime con Sacbo. Non anticipo nulla. Posto che l’aeroporto bresciano non vale zero, direi che l’apporto di capitali da parte di Sacbo è immaginabile. Si ragionerà. In un’ottica costruttiva e non distruttiva. Montichiari offre sbocchi al traffico, magari cargo e notturno, che a Orio crea disagi ai quartieri e blocca nuove rotte. Quindi Bergamo ha interesse in un accordo e in un impegno».
C’è una sentenza del Consiglio di Stato pendente sulla concessione di Montichiari - eredità di una contesa che era tra Verona e Sacbo stessa fino a qualche mese fa - «ma stiamo ragioniamo con Bergamo. Io, come Arena, penso che la cosa migliore sia chiedere un rinvio all’udienza di fine novembre». Sull’iniziativa di Sea contro Catullo-Save ha qualcosa da dire anche il sindaco di Villafranca, Mario Faccioli: «Considero questa iniziativa tecnicamente debole. Tutte le regole sono state rispettate, a cominciare da quelle fissate dall’Enac». E sul piano politico, «è scellerata: abbiamo bisogno di sinergie interregionali, se non nazionali. Non di guerre legali in casa altrui. E il Catullo, non so se mi spiego, è casa nostra».
http://corrieredelveneto.corriere.i...-sea-si-rivolge-napolitano-230477265318.shtml