Confermo lo scandalo. E non è un caso che non lo facciano con Lufthansa o con altre compagnie, ma con Ryanair, che così raccatta qualche prenotazione in più. Quanto a Google, il comportamento è deprecabile. E proprio in questi giorni è sotto attacco per usi impropri dei risultati del motore di ricerca, che sembrerebbe favorire chi fa pubblicità su Google, e sfavorire chi non la fa.
Confermo che usi il termine scandalo in modo superficiale.
Dichiarazione preliminare di conflitto d'interesse: ho iniziato la mia carriera nel mondo del marketing digitale nel 2004 lavorando proprio sul motore di ricerca di Google.
Dichiarazione preliminare numero due (per stabilire che non parlo per sentito dire o per letto sul Messaggero). Dopo aver lasciato quell'impiego per Google ho gestito per conto di altre aziende inserzioni pubblicitarie su Google per un ammontare totale vicino ai cento milioni di dollari: ho gestito inserzioni pubblicitarie in inglese, italiano, portoghese, portoghese do Brazil, spagnolo, giapponese, tedesco, francese, danese, svedese, norvegese, olandese. Di recente sono passato a occuparmi di monetizzazione e strategia del prezzo sempre nel mondo dei prodotti digitali.
Ciò premesso, un po' di considerazioni in ordine sparso:
1- A Ryanair sicuramente NON piacerebbe (qualora sé ne accorgessero) quell'annuncio pubblicitario. Danneggia la loro reputazione e disincentiva con i €50 di costo aggiuntivo gli utenti dal completare l'acquisto. Molti clienti - ritenendo di essere sul sito ufficiale di Ryanair - andranno altrove (non sul sito autentico di RYR) dopo aver visto il prezzo totale dell'acquisto. Un contenzioso legale - se già non c'è - sarà sicuramente avviato presto dal vettore di Dublino contro quel sito di impostori.
2- A Google certamente non interessa rovinarsi la reputazione per qualche migliaio di dollari al mese in inserzioni pubblicitarie di un sito di impostori.
3- Mi sono trovato a dover togliere di mezzo un impostore che voleva soffiare all'azienda per la quale lavoro il primo risultato sponsorizzato, piazzandoci un sito farlocco come quello che si finge Ryanair. E' bastato comporre un messaggio di posta elettronica destinato a uno dei miei contatti in Google e attendere tre ore per veder scomparire il sito in questione.
4- E' probabile (dipende un po' dalle interpretazioni) che quel sito violi le norme pubblicitarie di
Adwords. Se anche non le viola, è sufficiente contattare l'ufficio legale di Google rivendicando una violazione del diritto di autore per ottenere l'eliminazione del sito dai risultati sponsorizzati.
5- La chiave di ricerca [Ryanair] implica una di due cose: o l'utente vuole essere condotto a Ryanair.com, o (meno probabile) l'utente vuole informazioni su Ryanair. Di sicuro l'utente non vuole quel sito truffaldino. L'asta che Google gestisce penalizza fortemente gli inserzionisti che cercano di posizionare un proprio annuncio pubblicitario in risposta a chiavi di ricerca evidentemente motivate dal desiderio dell'utente di raggiungere un sito ufficiale. Quando un nostro concorrente provò a piazzare annunci pubblicitari sopra al nostro per la chiave di ricerca [
nome della mia azienda], è stato sufficiente per noi ridurre a $0,01 la nostra offerta nell'asta di Google per quella parola chiave e il concorrente è sparito. Perché? Perché l'algoritmo di Google impone agli inserzionisti un costo minimo per click (una specie di prezzo di riserva) in modo variabile: varia in funzione della rilevanza dell'inserzionista rispetto alla chiave di ricerca - esempio a caso: per piazzare un annuncio pubblicitario per la chiave di ricerca [Ryanair], Google imporrebbe a Ryanair un costo minimo per click di $0,01, e dichiarerebbe Ryanair vincitore automatico dell'asta in virtù dell'autorevolezza e qualità ineccepibile di quel risultato rispetto a qualsiasi altro. Per Easyjet, il costo minimo per partecipare alla medesima asta sarebbe di almeno $1. Poiché, tuttavia, l'asta di Google è un'asta generalizzata in busta chiusa al secondo prezzo, Easyjet risulterebbe quasi sempre automaticamente esclusa dall'asta non potendo soddisfare la riserva di $1 imposta da Google.
Considerare questo uno scandalo è ridicolo: né Google, né Ryanair hanno interesse a promuovere quel sito di impostori. Devono solo accorgersi del problema per risolverlo.