Oggi l´assemblea degli azionisti con il rientro nei ranghi di Odone. Probabile l´incarico ad un advisor per cercare un socio
Merlo mette in vendita l´aeroporto
Intesa con la Camera di commercio, escluso lo sbarco in Borsa
Ci aveva già provato Novi, ma sugli argentini l´operazione era tramontata
I soci puntano anche a ottenere dall´Enac l´allungamento della concessione
MASSIMO MINELLA
Questa volta l´aeroporto prova a volare davvero verso la privatizzazione. Non è il primo tentativo, ma il presidente dell´authority Luigi Merlo si augura di cuore che sia l´ultimo. Stamattina gli azionisti del "Colombo" si riuniscono per mettere a punto un percorso con un traguardo già chiaro: la privatizzazione del capitale. Il punto di partenza è la ritrovata sintonia fra i primi due azionisti pubblici, l´autorità portuale, titolare del sessanta per cento del capitale, e la Camera di commercio, che ha il venticinque per cento delle quote (il rimanente quindici è nelle mani degli Aeroporti di Roma). Come si ricorderà, la Camera era clamorosamente uscita dal consiglio di amministrazione, lo scorso anno, per la netta divergenza sulle strategie dell´aeroporto, quando l´allora presidente dell´authority Giovanni Novi propose di aprire il capitale ai soci argentini. Odone non ci pensò due volte e al primo giro di nomine si chiamò fuori. Seguirono mesi di freddezza e di incomprensioni. Oggi si ricomincia e il disgelo fra il presidente della Camera di commercio e l´authority si registrerà con l´assemblea dei soci. Può essere che la stessa Camera, come segnale di disponibilità a riaprire la riflessione sulle strategie future, chieda anche l´azzeramento dell´attuale consiglio di amministrazione, quasi interamente rappresentato da membri indicati dall´authority. A dire il vero, uno se n´è già andato, è l´ex sindaco Giuseppe Pericu. Anche il presidente in carica, l´avvocato Marco Arato, ha comunicato al neopresidente dell´authority Merlo la sua disponibilità a fare un passo indietro, essendo stato nominato dal suo predecessore. E lo stesso ha fatto anche il consigliere di amministrazione Tirreno Bianchi, console della "Pietro Chiesa". In teoria, quindi, già oggi sarebbe disponibile per la Camera il primo dei due posti che le spettano in consiglio (contro i 5 dell´authority e l´1 degli Aeroporti di Roma). Ma non è sulle poltrone che si gioca la vera partita, visto che l´obiettivo dichiarato di Merlo è l´uscita dal capitale dell´aeroporto. Così, infatti, chiede la legge 84-94 e così ribadisce l´ultima Finanziaria: dismissione di tutte le quote azionarie delle società pubbliche ritenute non strategiche. E un porto che deve massimamente concentrarsi sullo sviluppo dei suoi traffici, forse non deve avere fra le sue priorità il potenziamento dei voli in arrivo e in partenza dalla pista aeroportuale. Indietro, comunque, non si torna più, secondo le intenzioni dell´authority. Ma se l´obiettivo è chiaro, resta invece ancora da individuare la strada che dovrà essere seguita. Se la scelta, infatti, è quella di privatizzare, come si pensa di arrivare a rivoluzionare gli assetti interni al capitale? Alcuni aeroporti regionali, negli anni passati, hanno cavalcato la strada della Borsa. Ma l´ipotesi, in tempi così scivolosi dell´economia internazionale e del listino italiano, non piace a Merlo. Molto meglio per il rilancio l´individuazione di un "socio di mestiere", sul modello di Napoli Capodichino che si affidò agli inglesi e che oggi ancora benedice quella decisione. Al socio di mestiere si potrebbe arrivare gradualmente, affidando a un advisor la selezione delle migliori offerte e all´assemblea dei soci la scelta definitiva. In questo modo si potrebbe anche prevedere una discesa "pro quota" degli attuali azionisti fino al 51 per cento e l´ingresso di un privato con una quota di minoranza, ma robuste deleghe gestionali. A dare forza alla compagine azionaria potrebbe anche arrivare il Comune di Genova, ma l´obiettivo finale non cambierebbe: la cessione. Tutto sta a capire se per traghettare l´aeroporto verso i suoi nuovi lidi gli attuali azionisti intendano affidarsi al consiglio di amministrazione in carica (con qualche cambiamento per ridare spazio alla Camera di commercio). Oppure se si intenda procedere da subito con nuovi consiglieri indicati dalla nuova Authority, dalla rientrante Camera e dagli Aeroporti di Roma. In parallelo al nuovo corso del Colombo, intanto, i soci puntano a ottenere dall´Enac l´allungamento della concessione. Elemento fondamentale per dare valore aggiunto alla società e raccogliere così interessi ancora maggiori. (La Repubblica - Genova)
CIAO
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Merlo mette in vendita l´aeroporto
Intesa con la Camera di commercio, escluso lo sbarco in Borsa
Ci aveva già provato Novi, ma sugli argentini l´operazione era tramontata
I soci puntano anche a ottenere dall´Enac l´allungamento della concessione
MASSIMO MINELLA
Questa volta l´aeroporto prova a volare davvero verso la privatizzazione. Non è il primo tentativo, ma il presidente dell´authority Luigi Merlo si augura di cuore che sia l´ultimo. Stamattina gli azionisti del "Colombo" si riuniscono per mettere a punto un percorso con un traguardo già chiaro: la privatizzazione del capitale. Il punto di partenza è la ritrovata sintonia fra i primi due azionisti pubblici, l´autorità portuale, titolare del sessanta per cento del capitale, e la Camera di commercio, che ha il venticinque per cento delle quote (il rimanente quindici è nelle mani degli Aeroporti di Roma). Come si ricorderà, la Camera era clamorosamente uscita dal consiglio di amministrazione, lo scorso anno, per la netta divergenza sulle strategie dell´aeroporto, quando l´allora presidente dell´authority Giovanni Novi propose di aprire il capitale ai soci argentini. Odone non ci pensò due volte e al primo giro di nomine si chiamò fuori. Seguirono mesi di freddezza e di incomprensioni. Oggi si ricomincia e il disgelo fra il presidente della Camera di commercio e l´authority si registrerà con l´assemblea dei soci. Può essere che la stessa Camera, come segnale di disponibilità a riaprire la riflessione sulle strategie future, chieda anche l´azzeramento dell´attuale consiglio di amministrazione, quasi interamente rappresentato da membri indicati dall´authority. A dire il vero, uno se n´è già andato, è l´ex sindaco Giuseppe Pericu. Anche il presidente in carica, l´avvocato Marco Arato, ha comunicato al neopresidente dell´authority Merlo la sua disponibilità a fare un passo indietro, essendo stato nominato dal suo predecessore. E lo stesso ha fatto anche il consigliere di amministrazione Tirreno Bianchi, console della "Pietro Chiesa". In teoria, quindi, già oggi sarebbe disponibile per la Camera il primo dei due posti che le spettano in consiglio (contro i 5 dell´authority e l´1 degli Aeroporti di Roma). Ma non è sulle poltrone che si gioca la vera partita, visto che l´obiettivo dichiarato di Merlo è l´uscita dal capitale dell´aeroporto. Così, infatti, chiede la legge 84-94 e così ribadisce l´ultima Finanziaria: dismissione di tutte le quote azionarie delle società pubbliche ritenute non strategiche. E un porto che deve massimamente concentrarsi sullo sviluppo dei suoi traffici, forse non deve avere fra le sue priorità il potenziamento dei voli in arrivo e in partenza dalla pista aeroportuale. Indietro, comunque, non si torna più, secondo le intenzioni dell´authority. Ma se l´obiettivo è chiaro, resta invece ancora da individuare la strada che dovrà essere seguita. Se la scelta, infatti, è quella di privatizzare, come si pensa di arrivare a rivoluzionare gli assetti interni al capitale? Alcuni aeroporti regionali, negli anni passati, hanno cavalcato la strada della Borsa. Ma l´ipotesi, in tempi così scivolosi dell´economia internazionale e del listino italiano, non piace a Merlo. Molto meglio per il rilancio l´individuazione di un "socio di mestiere", sul modello di Napoli Capodichino che si affidò agli inglesi e che oggi ancora benedice quella decisione. Al socio di mestiere si potrebbe arrivare gradualmente, affidando a un advisor la selezione delle migliori offerte e all´assemblea dei soci la scelta definitiva. In questo modo si potrebbe anche prevedere una discesa "pro quota" degli attuali azionisti fino al 51 per cento e l´ingresso di un privato con una quota di minoranza, ma robuste deleghe gestionali. A dare forza alla compagine azionaria potrebbe anche arrivare il Comune di Genova, ma l´obiettivo finale non cambierebbe: la cessione. Tutto sta a capire se per traghettare l´aeroporto verso i suoi nuovi lidi gli attuali azionisti intendano affidarsi al consiglio di amministrazione in carica (con qualche cambiamento per ridare spazio alla Camera di commercio). Oppure se si intenda procedere da subito con nuovi consiglieri indicati dalla nuova Authority, dalla rientrante Camera e dagli Aeroporti di Roma. In parallelo al nuovo corso del Colombo, intanto, i soci puntano a ottenere dall´Enac l´allungamento della concessione. Elemento fondamentale per dare valore aggiunto alla società e raccogliere così interessi ancora maggiori. (La Repubblica - Genova)
CIAO
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