[Foto] Shanghai, Pechino e...


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28 Settembre 2008
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Come in ogni report che si rispetti, cominciamo dalla fine. Questa.

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Mi spiego. Questo, nelle intenzioni iniziali, doveva essere un trip report intitolato qualcosa del tipo “Tre voli, tre aeroporti e le tre majors cinesi”.
Il mio itinerario prevedeva prima un volo Shanghai – Pechino, poi Pechino – Nanning, infine Nanning – Shanghai. Le tre tratte effettuate, rispettivamente, da China Eastern, Air China e China Southern, che – come è noto – sono le più grandi compagnie cinesi (tutte di proprietà statale) e le uniche (ad eccezione di Hainan Airlines, che però è sensibilmente più piccola delle prime tre) ad fare voli LR.
La consistenza delle flotte è la seguente (dati da planespotters.net): Air China, 244 macchine (66 WB); China Eastern, 235 macchine (43 WB), China Southern, 306 macchine (32 WB e 5 A380 in ordine). Per la cronaca, Hainan Airlines ha 92 macchine, di cui 9 WB.
Torniamo al problema iniziale. Cos’è successo? E’ successo che mi sono fatto prendere la mano, ho fatto troppe foto all’inizio (spessissimo da buttare) e la batteria della macchina fotografica, eppure caricata prima di partire, si è ben presto esaurita.
Comunque i voli li ho fatti, senza nessun problema di sorta. Non avevo, però, materiale per fare un TR equilibrato sulle tre parti. Perciò il progetto, da trip report, è stato declassato a semplice collezione di foto, con molte foto di Shanghai, alcune di Pechino e nessuna di Nanning.
Mi scuso per questo e per la scarsa qualità tecnica delle immagini.
Cominciamo.

Il volo Shanghai – Pechino di China Eastern decolla dall’aeroporto di Hongqiao. Questo è dedicato prevalentemente ai voli nazionali, con l’aggiunta di destinazioni giapponesi e coreane.
Da Hongqiao, China Eastern ha pianificato un servizio denominato Beijing – Shanghai Express, con voli cadenzati ogni ora, tutti effettuati con A333. Il tempo limite del check in è fissato a soli 20 minuti prima dell’orario di partenza e se si perde un volo, è data la possibilità di prendere quello successivo (disponibilità permettendo). Questo servizio prevede (daily) 14 voli per tratta e un’offerta complessiva di posti stimata in 8.400 (di cui un migliaio in business/first: la configurazione del 333 dovrebbe essere 38C / 262Y).

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Comunque, il volo è di sabato, a metà giornata ed è pieno.
Volare con un WB su tratte brevi mi dà un gusto particolare, e comporta anche vantaggi oggettivi (cappelliere più grandi, schermi migliori – non c’erano pvt, però – pitch spesso – anche se non sempre – maggiori).

Qualcuno ha scritto su questo forum che la situazione aeroportuale di Shanghai ricorda quella di Milano: Hongqiao sta a Linate come Pudong sta a Malpensa. Strutturalmente il paragone ci può anche stare, ma ci sono alcune differenze di notevole rilievo: A) Pudong (opinione mia) non ha poi così tanto bisogno di funzionare come hub, visto che Shanghai regge benissimo p2p da tutto il mondo; B) entrambi gli aeroporti (Pudong, 28 milioni di pax, Hongqiao quasi 23) crescono, soprattutto in termini di infrastrutture; C) a Hongqiao non ci sono limitazioni di sorta e si vedono soprattutto WB; D) da Hongqiao i passeggeri non prendono il volo per altri hub; E) non ci sono litanie, polemiche e prese di posizione.
Faccio una doverosa precisazione. So benissimo che in Cina c’è un regime politico ben diverso dal nostro e non voglio dare l’idea di fare l’apologia della dittatura e dei regimi che limitano la libertà in nome dell’efficienza del sistema. La libertà di espressione è e resta un bene preziosissimo, ma allo stesso tempo non riesco a sopportare che la libertà di parola sia scambiata per libertà di dire sciocchezze, soprattutto da parte di un amministratore pubblico. Chiusa la parentesi.

Hongqiao, come aerostazione, non è poi granché.

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In compenso, offre ottimi soggetti aeronautici.

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Tuttavia, sullo sfondo, si vede abbastanza chiaramente che presto ci sarà una nuova aerostazione che, ad occhio, è grande almeno il doppio se non il triplo della attuale. Ignoro se si tratterà di una sostituzione o se la nuova si andrà ad aggiungere alla vecchia.
L’ala che si vede nelle tre foto precedenti appartiene a questa signora qua.

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A Hongqiao, China Eastern la fa da padrona. La compagnia ha, infatti, la sua base a Shanghai. Allo stesso modo, Air China e China Southern hanno le loro basi principali, rispettivamente, a Pechino e a Canton.

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Notare i “tacchi”.

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Una cosa curiosa che capita quando un aereo di China Eastern lascia il piazzale è quello che fanno i rampisti: salutano uno per uno tutti i passeggeri. Non ci credete? Guardate voi stessi.

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Finché l’aereo non è sfilato tutto, non smettono di salutare. Controprova.

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Con aerei di altre compagnie non ho visto fare altrettanto.
Altre compagnie

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L’organizzazione negli aeroporti cinesi è piuttosto lontana dall’essere perfetta. Anzi, è decisamente carente, come scarso è il livello medio di conoscenza dell’inglese, finanche negli aeroporti principali.
Un esempio di disorganizzazione è questo.

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Non è possibile – mi dicevo – che imbarchino due voli a dieci minuti l’uno dall’altro. In particolare, il primo, quello delle 13.50 è diretto a Xiamen. Quello delle 14.00 è il mio volo per Pechino.
Provo a chiedere informazioni. L’addetto mi ingiunge “Boarding pass!”, scrive a penna sul medesimo “1.30” (intendendo che l’imbarco avverrà a quell’ora) e non aggiunge altro. Ben prima dell’1.30 cominciano le operazioni, ma non si capisce per quale volo. La gente, ovviamente, si accalca a chiedere.

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Ad un certo punto fanno un annuncio (solo in cinese) e una parte della folla cambia gate. Da una scritta in inglese su uno schermo apprendo che il volo per Xiamen è spostato al cancello A9. Quindi, qui all’A8 resta il mio. Dirlo prima (magari anche in una lingua comprensibile al resto dell’umanità) pareva brutto, vero?
Un’altra scritta annuncia che si starebbe procedendo all’imbarco delle ultime file, ma nessuno ne tiene conto, nemmeno gli addetti.
Le procedure in Cina – si sa – a volte sono complesse. A Hongqiao di più. La trafila è la seguente:
- addetto numero 1 (prima del controllo sicurezza): controllo della carta di imbarco e del passaporto e timbro sulla carta di imbarco
- addetto numero 2 (al gate): lettura ottica del codice a barre
- addetto numero 3 (sempre al gate): apposizione di un misterioso tratto di penna sulla carta
- addetto numero 4 (all’ingresso del finger): distacco del talloncino della carta di imbarco (è questo, quello piccolo, che viene inusualmente trattenuto)
- addetto numero 5 (alla porta dell’aereo): secondo misterioso tratto di penna
Va detto che in altri aeroporti le procedure sono più semplici di queste. Gli elementi che restano costanti in più o meno tutti gli aeroporti cinesi sono il check dei documenti prima dei varchi sicurezza, del tutto simile a un controllo doganale, con tanto di foto fatta al momento da una webcam (ma poi, in compenso, al gate non è necessario esibire il passaporto), e lo xié xié (grazie) preregistrato che risuona 2 o 300 volte ad ogni carta di imbarco esibita al gate.
Si parte (e si arriverà) in orario.
Pushback

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Saluto

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Taxiing

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Avvicinamento a PEK

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Caratteristici tetti blu

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Il terminal 2 appare piuttosto vuoto.

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Parcheggiamo in un’area remota e l’addetto alla scaletta mostra tutto il suo impegno. O la sua preoccupazione.

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Lascio scendere tutti, tanto c’è l’autobus.

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Dettagli

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Squadra pulizie pronta, Signore!

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Una caratteristica tipicamente cinese è l’essere a volte eccessivamente didascalici. Le indicazioni superflue si sprecano. A Hong Kong, sulle scale mobili, ti avvertono che la scala sta per finire. Questo è un altro esempio, preso a PEK.

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Provate, in un ristorante, ad aggirarvi in cerca della toilette. Immediatamente, solerti addetti si materializzeranno dal nulla a indicarvi la strada con ampi gesti. Se volete un po’ di discrezione, scordatevela: tutta la sala saprà che state cercando il bagno. Ma questo è un problema di noi occidentali.
Se poi, alla fine della cena, avete il bisogno o il desiderio di ritornarci, gli stessi solerti addetti torneranno a materializzarsi e con gli stessi ampi gesti vi indicheranno lo stesso bagno che voi oramai già conoscete. La sala non commenta.
Per tornare in tema aeronautico, un’indicazione superflua era pure la seguente: l’autobus che ci sta portando al terminal (2) dopo lo sbarco dall’aereo, si arresta. Una voce preregistrata spiega che siamo fermi perché un aereo è in taxiing e per ragioni di sicurezza dobbiamo dargli la precedenza. “Ma va? E io che pensavo che fossimo fermi perché c’era la fila al casello”. Un minuto dopo la voce ci informa che stiamo arrivando al terminal. “Grazie. Io scendo qua”.

L’aeroporto di Pechino (particolarmente il terminal 3) è grande e bello come un aeroporto grande. Ricorda abbastanza quello di Hong Kong, il che è comprensibile, visto che il progettista è lo stesso. Sommessamente, dico che preferisco l’originale, anche per il traffico che colà si può vedere.

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Questo è il trenino che collega le due parti (staccate) del terminal 3, quella dedicata ai voli internazionali e la parte dei voli interni (la parte centrale non è operativa). Vedasi plastico.

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Quello che non ho capito è come il T3 si collega ai due terminal più vecchi. Per andare al T3, venendo da Pechino, si deve prendere un raccordo autostradale distante alcuni chilometri dall’uscita che porta al terminal 2 (il T1 è collegato a questo da un passaggio interno).

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Nel particolare del plastico, T2 e T1 sono in alto a destra.
Non voglio credere che, per andare dal T3 al T2 si debba fare questo lungo giro esterno all’aeroporto, ma mi riesce ugualmente difficile pensare che ci possa essere un trasferimento intercampo, visto che fra i due terminal c’è una pista. E allora?
Torniamo agli aerei.

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Oggi, al terminal 2, molti più aerei. Visti anche un Continental, uno Sri Lankan e (mi pare, comincio a perdere colpi con la memoria) un Emirates. Non tutto il LR arriva al T3.

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When holding, siamo circondati da 757.

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738 Air China pieno.

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Le procedure di servizio delle diverse compagnie cinesi sono abbastanza simili fra loro. Anche gli annunci si somigliano molto. Ad esempio, su tutte e tre i voli hanno dato la distanza chilometrica fra le città di partenza e di arrivo. E la voce in inglese di alcuni annunci preregistrati era la stessa sui diversi aerei, con inflessione pesantemente americana.
Un’altra nota comune è la pressoché generalizzata assenza di comunicazioni dal cockpit.
Tuttavia, si avvertono rilevanti differenze nei livelli qualitativi fra le tre compagnie. La mia personale preferenza va all’Air China, mentre la China Southern si è mostrata largamente insufficiente.
Questo è dipeso essenzialmente dal fatto che, nel volo fra Nanning e Shanghai, hanno trasmesso un film (un pezzo, neanche tutto. E, aggiungo, per fortuna!). L’audio del film, però, era diffuso dagli altoparlanti, mentre di cuffie non vi era traccia alcuna. E quello che è peggio è che si trattava di un film di guerra: spari, esplosioni, grida, carri, cavalli… Alla seconda carica di cavalleria sono stato sfiorato da una freccia nemica. Alla terza carica ho chiesto ad un’AV se ci fosse modo di evitare questo sottofondo (eufemismo). L’AV mi dice “Ah, ok ”. E non si fa più vedere.
Aggiungo a questo episodio un paio di annunci recitati solo in cinese e la safety demonstration con audio in cinese e solo sottotitoli (piccoli) in inglese.
Air China, mi è sembrata una compagnia di buon livello per qualità del servizio, molto attento e cortese. Verso la fine del volo, tutte le AA.VV. si sono schierate nel corridoio e con un inchino hanno ringraziato i passeggeri per la loro collaborazione. Carino. Queste cose le vedi solo in Asia.
Unica pecca di Air China: la polpetta avvolta nella carta di alluminio (calda) (la carta) (e pure la polpetta) non si poteva proprio vedere. O, almeno, datemi un tovagliolino di carta, per favore.
China Eastern, buona.

In volo solo nuvole.

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Per dovere di informazione, riferisco che Nanning è la capitale della provincia meridionale del Guangxi, verso il confine con il Vietnam, caldo umido sfiancante e bastardissime zanzare. La città, negli ultimi tempi, ha avuto un notevole sviluppo, interi quartieri sono sorti in pochissimo tempo.
È uno di quei posti che merita di essere visto per avere una misura della crescita della Cina, ma anche per avere il segno della distanza crescente fra città e campagna. Dal punto di vista meramente turistico, però, Nanning è zero.
L’aeroporto è piccolo e bruttino e non penso che faccia più di 3 milioni di passeggeri per anno.
Oddio, piccolo… Certo, è piccolo per gli standard cinesi, ma è sicuramente più grande di un Capodichino, tanto per dire.
Fino a qualche anno fa non c’era una taxiway. Avevo letto su A.net che avrebbero costruito una nuova pista e usato la vecchia come taxiway. A giudicare dalla larghezza di questa, credo proprio che l’abbiano fatto.

Ben prima dell’atterraggio a Nanning, la macchina fotografica, esausta, scende in sciopero e la mia carriera di reporter viene, così, bruscamente interrotta.
La prossima volta, però, attrezzati!