Fassino pronto a cedere a Gamberale le quote del Comune di Torino in Sagat

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Michele-TRN

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Fassino ha bisogno di soldi, per ripianare le disastrate casse del Comune di Torino, e pensa a cedere il 20% delle quote in possesso del Comune di Torino in Sagat.

Si tratta con Gamberale, pronto a rilevare sia le quote messe in vendita da Fassino, sia parte delle quote in mano ai privati, per arrivare ad un 44% del pacchetto azionario di Sagat-TRN.

Pare che il progetto di Gamberale sia realizzare una holding aeroportuale che abbracci gli scali da TRN a VRN, passando per GOA, SEA e SACBO.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=91&ID_articolo=2345
 
Hanno dimenticato di scrivere che già possiede GESAC (Napoli), primo investimento di F2i nel campo dell'aviazione
 
[TRN] Aeroporto in vendita?

Tratto da La Stampa.

Il Comune pronto a cedere il 20% dello scalo - Gamberale (F2i) sta trattando anche la quota di Benetton, che pare disposto a cedere - Il nuovo padrone al 44%? - Rischi di uno scalo dipendente da Milano.


La notizia è uscita, confermando alcuni rumor, nemmeno tanto sottili, che aleggiavano per la Sala Rossa. Fassino ha bisogno di soldi e vuole vendere Caselle, o almeno una quota pari al 20% dello scalo. E c'è anche un acquirente belle che pronto: è Gamberale, con la sua F2i , che non sta trattando solo sul tavolo di Fassino ma anche su quello dei Benetton. Gamberale vuole Caselle poerchè intende inserirlo in una holding aeroportuale che comprenderebbe Genova (domani apertura delle buste), Milano Linate, Milano Malpensa (qui Gamberale detiene circa il 30% di Sea), Bergamo e pare presto anche Verona. Con il controllo di Sagat aggiungerebbe anche Firenze ed un pezzetto di Bologna.In altre parole, quello che non è riuscito a fare Beneetton con Aeroporti Holding ecco che verrebbe messo in pratica da Gamberale. Con conseguenze per Torino probabilmente poco belle. E' difficile infatti pensare che F2i voglia spingere il Pertini avendo interessi milanesi così importanti. Ma è ovviamente tutto da vedere. Anche perchè non va dimenticato che chi compra, di solito lo fa per far fruttare il denaro che investe, E quindi un qualche sviluppo di Caselle potrebbe anche strarci. Nei giochi interni stanno crollando le azioni di Palombelli (che è uomo Benetton, quindi molto lontano al momento da Gamberale) e tengono a fatica quelle di Montagnese (che rappresenterebbe un Comune di Torino più dimesso ma che potrebbe trovare sostegno da Intesasanpaolo).


Gamberale è stato manager in Eni, Imi e Tim. Ex AD di Autostrade, nel 2007 venne allontanato dai Benetton (con una buonuscita di quasi 12 milioni di euro......). Presidente del fondo F2i della Cassa Depositi e Prestiti (70% Stato e 30% fondazioni bancarie), che vi partecipa con il 14,3% (150 milioni), oltre a Unicredit e Intesa, Merry Lynch e Lehman Brothers, fondazioni bancarie come Cariplo e Montepaschi, CRT e Compagnia di Sanpaolo e casse professionali.
Il suo obiettivo è investire in società non quotate. Gli strumenti della CDP mirano a dare impulso al sistema delle infrastrutture in Italia. Si tratta di un fondo chiuso con 2mld euro di patrimonio, il terzo al mondo nel campo delle infrastrutture, il primo in Italia. Ha una capacità di leva di 15-20 miliardi.
Ad oggi (gennaio 2012) F2i ha investito complessivamente in infrastrutture 1,7 miliardi di euro rispetto ai 1,85 raccolti. Si apre ora una seconda fase per raccogliere fondi per 1-1,2 miliardi di euro per ulteriori investimenti in infrastrutture. Gamberale stima che vi siano investimenti potenziali per almeno 7 miliardi soprattutto nelle infrastrutture partecipate dagli enti locali. F2i conferisce ai propri soci rendimenti del 5% circa l'anno e nel 2024 dovrebbero portare a casa il 12% con le plusvalenze. Ma il fondo potrebbe anche sbarcare in borsa, allungandosi la vita di 30 anni.

SEA: Il bilancio di previsione del Comune di Milano segna un rosso di 580 milioni di euro.
Il Comune vorrebbe far scendere la sua quota in Sea (attualmente al 54,18%, per un valore di 700 milioni) sotto il 51% (cedendo un altro 10% ed incassando circa 100 milioni). Sia Bonomi che Podestà hanno chiarito che i patti parasociali consentono al Comune di Milano di mantenere il controllo di Sea anche con una quota inferiore al 50%. Gamberale ha ammesso che "il 100% è il traguardo che ciascuno vuole raggiungere".

SACBO: il rapporto tra Sea e Sacbo è da sempre delicato. La discesa di Sea al 30,98% nell'azionariato di Sacbo era volta a garantire a Bergamo una certa indipendenza. Dal 2010 si parla di sistema degli aeroporti del Nord, che si poteva concretizzare anche attraverso gli uomini della Lega in Sea, Verona, Brescia e Bergamo, interrotto con l'arrivo di Pisapia.
Ma tra Sea e Sacbo spesso c'è concorrenza, come nei casi DHL (base a Orio contesa da Malpensa) ed il corteggiamento milanese a Ryanair (con i quali gli irlandesi potrebbero mettere all'angolo Bergamo). Ma ora F2i, con il 30% di Sea, ha un piede anche in Sacbo. Inoltre, il vicepresidente Sea scelto da F2i è Renato Ravasio, fino a maggio 2011 consigliere a Bergamo. Il prossimo obiettivo di F2i potrebbe dunque essere Sacbo attraverso le quote di Sea , oppure attendendo le mosse delle banche (Ubi ha il 18% e Creberg il 7% della società che gestisce l'Aeroporto di Bergamo) .

VERONA: il bilancio 2011 si chiude con un pesante deficit causato da Ryanair (16/17 euro a passeggero) e molto probabilmente sarà necessario un nuovo aumento di capitale. Brescia perde costantemente 8 milioni di euro l'anno.

GENOVA: il bando di gara offre le quote del 60% dell'Autorità portuale di Genova ed il 15% di Adr. Il termine scade il 15 febbraio 2012. si tratta di 9mila azioni per una base d'asta di 30 milioni e l'impegno ad investire 43 milioni per autofinanziare il piano di ammodernamento previsto da Enav .


Link alla notizia:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=91&ID_articolo=2345

Spero non si inneschino discussioni non costruttive.... ( l'aeroporto X è meglio di Y, mentre Z deve chiudere, etc... ) :)
 
F2i punta a diventare la AENA italiana ? Tra l'altro non mi spiego come, in tempo in cui si discute tanto di aeroporti e sprechi dello stato, un ente praticamente statale (70%) stia facendo shopping nelle società di gestione.
 
Posto qui per non aprire un altro topic su TRN
Da La Stampa
VERTICE A PALAZZO CIVICO NON C’E’ INTESA SULLA BASE RYANAIR A CASELLE
Lite a tre sul futuro dei trasporti
Respinta la richiesta
di Cota di contribuire
all’intesa con
la società low cost


Nemmeno i giudici sono riusciti là dove la politica ha fallito. E nonostante due sentenze del Tar i trasporti continuano a essere materia di lite feroce tra Regione, Provincia e Comune, che ieri se le sono di nuovo suonate di santa ragione. Clima teso, a Palazzo Civico, dove si ragionava di aeroporti, ma poi si è finito per accapigliarsi su tram e bus. L’oggetto del contendere? Sempre lo stesso: i tagli decisi dalla Regione per il 2012, meno quindici per cento sul trasporto locale. Dopo due pronunciamenti del Tar, che hanno dato ragione a Comune, Provincia e Gtt, Fassino e Saitta sono tornati a chiedere a Cota un’inversione di rotta.
Il Governatore ha chiuso la porta: «Non è possibile far viaggiare pullman con sette o otto passeggeri. I rami secchi vanno tagliati». Muro contro muro e considerazioni pessimistiche di Saitta: «Se la Regione non cambia idea i due terzi dei comuni della Provincia resteranno scoperti».

Momenti di tensione
Epilogo di un vertice dai toni a tratti accesi, che ha coinvolto anche Sagat e la Camera di commercio, chiamate a discutere del futuro di Caselle e degli accordi con la compagnia low cost Ryanair. Anche qui poche intese e molti conflitti. A cominciare dall’accordo per il 2012 firmato di recente tra Regione e Sagat da un lato e la società irlandese dall’altro. Per garantire le rotte Ryanair Sagat sborserà 1,5 milioni e altrettanto farà la Regione: 600 mila euro per la stagione invernale, 900 mila per quella estiva. Su quest’ultima tranche Cota ha chiesto l’intervento degli altri enti: «La Regione investe più di tutti sull’aeroporto, ma gli altri incassano dividendi ben superiori sugli utili di Sagat, avendo partecipazioni più alte». Il suo appello, però, è caduto nel vuoto: la Regione ha firmato l’intesa senza consultarci, perché mai ora dovremmo farci carico dei costi?, è stata la risposta all’unisono di Comune, Provincia e Camera di commercio.

La base a Caselle
Secondo round: la base low cost. Se ne discuterà nelle prossime settimane con la compagnia irlandese, ma l’intenzione degli enti locali è cercare un’intesa e portare avanti il percorso iniziato. Anche in questo caso, però, il problema sono le risorse. L’accordo potrebbe costare 40-50 milioni di euro spalmati su cinque anni. Metà sarà di competenza di Sagat, l’altra metà spetterà agli enti locali. Almeno quattro milioni l’anno, cifra su cui Cota ha già messo le mani avanti - non possiamo pagare tutto noi, è uno sforzo che va distribuito - incassando in questo caso una disponibilità di massima, pur nel quadro di risorse a dir poco difficili e della necessità di rispettare i vincoli del patto di stabilità.
Terzo round: il governatore ha chiesto di coinvolgere nella partita Caselle lo scalo di Levaldigi, ma anche stavolta gli altri interlocutori hanno alzato le barricate.
Sul tavolo resta poi la questione dei patti parasociali. A giugno scadono, a quel punto il Comune di Torino metterà a gara una parte delle sue quote. I contatti sono già avviati, con il fondo F2i, secondo la logica di creare un distretto aeroportuale del Nord con Linate, Malpensa, Verona e forse Genova. Anche la Provincia cederà il suo cinque per cento.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/443947/