Dal 7 al 9 maggio si sata svolgendo a Piacenza il festival dell'Energia 2010 (Facciamo luce sull'Energia: il Futuro è adesso). In quest'ambito ieri si sono confrontati Colaninno e Moretti. In attesa che sia on line il video, metterò se interessa il link, allego il resoconto dell'incontro.
(Libertà - quotidiano di Piacenza 9.5.2010)
Colaninno-Moretti, sfida in viaggio
Frizzante match sulla convenienza dei trasporti aerei o ferroviari
Meglio treno o aereo per muoversi in Italia? Uno scontro che ha generato l'inedito battibecco fra due big, Roberto Colaninno e Mario Moretti, al festival dell'energia.
Di certo, per ora vince l'auto. Ma non sarà Phylla a ripulire l'aria. La freschissima, piccola auto sperimentale (molto glamour) che trae il suo nome dal greco "foglia", ha motore elettrico e cellule solari per la climatizzazione.
Il prototipo Fiat presentato alla "tre giorni" sull'energia dal ricercatore Gianfranco Burzio è bello ma scomodo per l'alimentazione elettrica che non fa proseliti, idem per lo scooter Piaggio a tre ruote: abbatte della metà l'anidride prodotta, ma non si vende per la poca attitudine ad alimentarlo.
Per tagliare robuste razioni di CO2 nell'aria la sfida si sposta necessariamente sulle grandi infrastrutture: treno e aereo. E ieri il convegno piacentino a Piacenza Expo ha calato due assi sul tavolo dei relatori: Colaninno, presidente di Alitalia e di Piaggio e Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato.
I due hanno dato vita ad un match frizzante sulla convenienza di prendere il treno o di imbarcarsi sull'aereo per spostarsi lungo il Bel Paese. Colaninno è convinto che occorre semplificare la caotica proliferazione di strutture, Moretti è preoccupato di descrivere le (vituperate) ferrovie come il meglio che si può ottenere con la scarsa moneta disponibile, racconta anche di un treno super avanzato allo studio che dovrebbe viaggiare a 340 chilometri all'ora, ma soprattutto di una rete merci penalizzata («l'Italia è l'unico Paese al mondo dove non si prende sussidio per le merci»). Altra penalità: «Qui realizzare le stazioni richiede oneri di urbanizzazione, non così i caselli autostradali». Difficile combattere lo strapotere (inquinante) della gomma, anche per la proliferazione di capannoni ovunque, il che rende impossibile attivare una seria e più sana intermodalità a servizio dell'industria. Non si possono portare le ferrovie dentro ogni capannone - avverte Moretti - peraltro senza prevedere nessuna compartecipazione del privato che se vende il magazzino ha un guadagno solo suo. Per Colaninno il tema è quello anzitutto di una razionalizzazione del movimento: "Se tutti gli aerei viaggiassero pieni avremmo meno spreco energetico". Così non è, e la concorrenza dell'Alta Velocità non giova. «Se aereo e treno agissero insieme in modo ottimale si risparmierebbe». E perché non mettere terminali ferroviari vicino agli aeroporti, chiede? Storico il tema di collegare meglio Linate a Malpensa. Ci sono città ormai legate fra loro, come Mantova e Verona, ma hanno doppi ospedali, doppio tutto, la ferrovia è lontana e scomoda, mentre sarebbe ideale un metrò di superficie veloce ed efficiente per connetterle, suggerisce Colaninno. E almeno su questo punto Moretti è d'accordo: troppe le strutture inefficaci, e intanto si hanno costi umani e sociali altissimi per gli incidenti su gomma, per esempio nella Valpadana, oggi sottostimati.
Colaninno insiste sulla quantità di infrastrutture «molto ridondante» anche in campo aereo, si prenda l'area Nord, ci sono gli aeroporti di Torino, Venezia, Linate, Malpensa, Bergamo Brescia, Verona, Treviso e Trieste, meglio semplificare: «avremmo una gestione più efficiente porterebbe a costi inferiori per la comunità e ad una riduzione dell'inquinamento e soprattutto ad un'offerta di servizio migliore». L'alta velocità? «Noi in fondo siamo stimolati dalle ferrovie e da quando hanno fatto la tratta Milano Roma abbiamo risposto con tecnologie e un servizio competitivo per qualità».
Sull'attualità, Colaninno parla di un'Alitalia che ha iniziato bene il 2010, ma alla quale la nube del vulcano ha inflitto - e ora incombe di nuovo -perdite di decine di migliaia di viaggiatori: «Capisco la necessità di prudenza rispetto ad un fenomeno nuovo, ma serviva maggior coordinamento a livello europeo per allarmare di meno e con decisioni meno drastiche».
(Libertà - quotidiano di Piacenza 9.5.2010)
Colaninno-Moretti, sfida in viaggio
Frizzante match sulla convenienza dei trasporti aerei o ferroviari
Meglio treno o aereo per muoversi in Italia? Uno scontro che ha generato l'inedito battibecco fra due big, Roberto Colaninno e Mario Moretti, al festival dell'energia.
Di certo, per ora vince l'auto. Ma non sarà Phylla a ripulire l'aria. La freschissima, piccola auto sperimentale (molto glamour) che trae il suo nome dal greco "foglia", ha motore elettrico e cellule solari per la climatizzazione.
Il prototipo Fiat presentato alla "tre giorni" sull'energia dal ricercatore Gianfranco Burzio è bello ma scomodo per l'alimentazione elettrica che non fa proseliti, idem per lo scooter Piaggio a tre ruote: abbatte della metà l'anidride prodotta, ma non si vende per la poca attitudine ad alimentarlo.
Per tagliare robuste razioni di CO2 nell'aria la sfida si sposta necessariamente sulle grandi infrastrutture: treno e aereo. E ieri il convegno piacentino a Piacenza Expo ha calato due assi sul tavolo dei relatori: Colaninno, presidente di Alitalia e di Piaggio e Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato.
I due hanno dato vita ad un match frizzante sulla convenienza di prendere il treno o di imbarcarsi sull'aereo per spostarsi lungo il Bel Paese. Colaninno è convinto che occorre semplificare la caotica proliferazione di strutture, Moretti è preoccupato di descrivere le (vituperate) ferrovie come il meglio che si può ottenere con la scarsa moneta disponibile, racconta anche di un treno super avanzato allo studio che dovrebbe viaggiare a 340 chilometri all'ora, ma soprattutto di una rete merci penalizzata («l'Italia è l'unico Paese al mondo dove non si prende sussidio per le merci»). Altra penalità: «Qui realizzare le stazioni richiede oneri di urbanizzazione, non così i caselli autostradali». Difficile combattere lo strapotere (inquinante) della gomma, anche per la proliferazione di capannoni ovunque, il che rende impossibile attivare una seria e più sana intermodalità a servizio dell'industria. Non si possono portare le ferrovie dentro ogni capannone - avverte Moretti - peraltro senza prevedere nessuna compartecipazione del privato che se vende il magazzino ha un guadagno solo suo. Per Colaninno il tema è quello anzitutto di una razionalizzazione del movimento: "Se tutti gli aerei viaggiassero pieni avremmo meno spreco energetico". Così non è, e la concorrenza dell'Alta Velocità non giova. «Se aereo e treno agissero insieme in modo ottimale si risparmierebbe». E perché non mettere terminali ferroviari vicino agli aeroporti, chiede? Storico il tema di collegare meglio Linate a Malpensa. Ci sono città ormai legate fra loro, come Mantova e Verona, ma hanno doppi ospedali, doppio tutto, la ferrovia è lontana e scomoda, mentre sarebbe ideale un metrò di superficie veloce ed efficiente per connetterle, suggerisce Colaninno. E almeno su questo punto Moretti è d'accordo: troppe le strutture inefficaci, e intanto si hanno costi umani e sociali altissimi per gli incidenti su gomma, per esempio nella Valpadana, oggi sottostimati.
Colaninno insiste sulla quantità di infrastrutture «molto ridondante» anche in campo aereo, si prenda l'area Nord, ci sono gli aeroporti di Torino, Venezia, Linate, Malpensa, Bergamo Brescia, Verona, Treviso e Trieste, meglio semplificare: «avremmo una gestione più efficiente porterebbe a costi inferiori per la comunità e ad una riduzione dell'inquinamento e soprattutto ad un'offerta di servizio migliore». L'alta velocità? «Noi in fondo siamo stimolati dalle ferrovie e da quando hanno fatto la tratta Milano Roma abbiamo risposto con tecnologie e un servizio competitivo per qualità».
Sull'attualità, Colaninno parla di un'Alitalia che ha iniziato bene il 2010, ma alla quale la nube del vulcano ha inflitto - e ora incombe di nuovo -perdite di decine di migliaia di viaggiatori: «Capisco la necessità di prudenza rispetto ad un fenomeno nuovo, ma serviva maggior coordinamento a livello europeo per allarmare di meno e con decisioni meno drastiche».
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