Comiso, il pasticcio dell´aeroporto fantasma


goafan

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Comiso, il pasticcio dell´aeroporto fantasma
Costato 36 milioni e inutilizzato da quattro anni: nessuno vuole pagare i controllori di volo


Lo scalo realizzato nell´ex base Nato è del Comune e lo Stato non vuole tirare fuori un euro
A Ragusa, in vista dell´apertura, sono stati distaccati 60 vigili del fuoco in più. Che fanno altro

ANTONIO FRASCHILLA
COMISO - Il primo aereo ad atterrare nell´aeroporto nuovo di zecca è stato un Airbus 319 della Presidenza del Consiglio, con a bordo l´allora vice premier Massimo D´Alema. Era l´aprile del 2007 e il numero due del governo Prodi arrivava a Comiso per intitolare l´aerostazione a Pio La Torre. Ad accoglierlo il sindaco diessino, Giuseppe Digiacomo. Da allora però nessun altro aereo è mai più atterrato nello scalo costato 36 milioni di euro di fondi Cipe ed europei. Soldi sprecati, visto che a quattro anni di distanza qui crescono solo erbacce. Una cattedrale nel deserto, con tanto di torre di controllo, apparecchiature radar e perfino 60 vigili del fuoco distaccati in più nella sede di Ragusa per servire lo scalo che non c´è.
Ma perché qui non si è visto più un aereo? Sulla carta, perché questo è l´unico aeroporto di proprietà di un Comune, Comiso, e lo Stato non vuole pagare i controllori di volo: che costano, secondo l´Enav, poco più di 2 milioni di euro all´anno. Scontro tutto politico, perché basterebbe una firma del ministro Giulio Tremonti per garantire almeno 10 milioni di euro per lo start-up. La verità è che qui si è costruito uno scalo senza sapere nemmeno chi avrebbe finanziato i servizi.
Tutto inizia alla fine degli anni Novanta, quando il sindaco Digiacomo riceve la telefonata dell´allora vicepremier D´Alema che gli chiede aiuto per ospitare 6 mila profughi kossovari nell´ex base Nato di Comiso. Il sindaco accetta, ma in cambio chiede una corsia preferenziale per poter realizzare lì un aeroporto civile. Nel ‘99 a Roma c´è D´Alema e a Palermo un altro diessino, l´allora governatore Angelo Capodicasa. Si parte. Nel 2001 si firma un accordo tra Stato, Regione e Comune: a Comiso arrivano 47 milioni di euro tra fondi europei e Cipe (ne verranno spesi 36) e si bandiscono le gare per la realizzazione della struttura. Poco importa che ancora non si sappia nemmeno di chi sia il terreno, visto che in teoria sarebbe del ministero della Difesa. Il Comune va avanti facendo finta che sia già suo (in realtà solo qualche mese fa lo Stato ha trasferito l´area) e pensa a chi dovrebbe gestire lo scalo: sulla carta, dovrebbero cederlo tutto a privati oppure affidarlo all´Enac. Ma a Comiso si pensa in grande e si decide di mantenerne la gestione, dando con gara ai privati il 51 per cento della società di scopo, la So.a.co.
Ad aiutare il sindaco come consulente in questi anni è un suo compagno di liceo, Gianni Scapellato, direttore dello scalo Sea di Malpensa. I due calcolano un potenziale traffico di 500 mila passeggeri all´anno: e su questa base indicono la gara che parte da un valore di 8 milioni di euro. Alla selezione partecipa la stessa Sea, che offre 12 milioni. A vincerla con un offerta di 18 milioni di euro è però la Intersac, composta dalla Sac che gestisce lo scalo di Catania e dal gruppo Ciancio-Sanfilippo. La Intersac versa nel 2007 nelle casse del Comune il canone per l´occupazione del suolo per i prossimi 40 anni: 3,2 milioni di euro, più altri 4,8 milioni per un aumento di capitale nella società di gestione oggi partecipata così al 65 per cento. Questi sono gli unici soldi spesi concretamente dalla Intersac, il resto è congelato nel capitale sociale.
Lo scalo viene dunque ultimato e arriva D´Alema a scoprire la targa che intitola l´aeroporto a La Torre. Da allora nulla: l´unica cosa cambiata è il nome, perché il nuovo sindaco del Pdl, Giuseppe Alfano, ha voluto intitolare la struttura al generale Magliocco, ucciso nel ´36 nella folle guerra di Mussolini in Etiopia: «Ho ripristinato il vecchio nome, a Comiso la mafia non è mai stata pervasiva come a Palermo e non aveva senso intitolare la struttura a La Torre», dice. Guerre sul nome dell´aeroporto fantasma, piazzato nel cuore delle campagne del ragusano al posto della base militare dove gli americani negli anni Ottanta avevano installato una ventina di missili a testata nucleare. Peccato però che nel frattempo i vigili del fuoco abbiano mandato altre 60 persone a lavorare nella caserma di Ragusa come assistenza allo scalo. E se la Windjet si lamenta perché i posti per gli aeromobili sono pochi, un colosso come la Ryanair si è detta pronta ad attivare linee da Comiso per tutta l´Europa.
Ad oggi l´aeroporto però non solo non è stato collaudato dal Comune ma non è nemmeno certificato dall´Enac. «Se non si presentano con il collaudo e con il contratto con l´Enav per i controllori di volo non possiamo dare alcuna certificazione», dice il presidente dell´Enac, Vito Riggio. Ma chi dovrebbe pagare all´Enav i controllori di volo? Lo Stato non ha obblighi, perché un parere dell´avvocatura dice che Comiso è comparabile a «un aeroporto privato». Quindi dovrebbero pagarli i privati: ma la Intersac, che non ha messo un solo euro per la realizzazione della struttura, non ha intenzione di spendere soldi per uno scalo che potrebbe fargli pure concorrenza a Catania: «Nella migliore delle ipotesi la Intersac punta a gestire un gioiellino, senza metterci un euro», dicono a Comiso. Il sindaco attuale, Alfano, adesso bussa alle porte di tutti i suoi referenti politici del Pdl: dal ministro Angelino Alfano a Ignazio La Russa: «Tramite amicizie comuni sono riuscito a contattare pure Gianni Letta», dice. Ma Tremonti non ha dato nulla. E lo scalo rimane fantasma.

La Repubblica

CIAO
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...Ad oggi l´aeroporto però non solo non è stato collaudato dal Comune ma non è nemmeno certificato dall´Enac. «Se non si presentano con il collaudo e con il contratto con l´Enav per i controllori di volo non possiamo dare alcuna certificazione», dice il presidente dell´Enac, Vito Riggio. Ma chi dovrebbe pagare all´Enav i controllori di volo? Lo Stato non ha obblighi, perché un parere dell´avvocatura dice che Comiso è comparabile a «un aeroporto privato». Quindi dovrebbero pagarli i privati: ma la Intersac, che non ha messo un solo euro per la realizzazione della struttura, non ha intenzione di spendere soldi per uno scalo che potrebbe fargli pure concorrenza a Catania...


Il succo della storia sta tutto in queste 4 righe qua su...

A parte le dichiarazioni ridicole del sindaco attuale Alfano ed il fatto che l'aeroporto non e' pieno di erbacce ma anzi non e' mai stato cosi' pulito...
Ottimo articolo che in poche righe riassume i fatti ed il punto della situazione. Cioe', mancano collaudi e 1,5m all'anno per i servizi.
 
inutile spreco di danaro pubblico assolutamente bipartisan.
ma tanto ormai...

dipende da quanto e'stato speso. e dai risultati che la spesa dara'.
se non dovesse mai partire... lo spreco sarebbe matematicamente infinito.
 
Oltre alla spesa la cosa allucinante è che si tratta di aeroporto pienamente equipaggiato con pista di 2700m, sentiero d'avvicinamento,ils e vor. In torre ci sono SOLO 3 telefoni quindi per un'installazione da parte dell'enav(se dovesse esserci), passeranno almeno altri 6-7 mesi.
 
dipende da quanto e'stato speso. e dai risultati che la spesa dara'.

La spesa e' stata irrisoria, sopratutto se paragonata a quanto si e' speso e si continua a spendere per altri aeroporti.

Il potenziale di questo aeroporto si rispecchia nell'aumento dell'offerta fatta dalla Sac ....+125%, non serve aggiungere altro.
Ma al contrario di qualcun'altro, non credo in questa gestione e non prevedo risultati positivi visti i conflitti d'interesse del gestore.

se non dovesse mai partire... lo spreco sarebbe matematicamente infinito.

Certo, spreco infinito ed occasione persa per il territorio ma fallimento che non si potrebbe accolpare all'aeroporto per limiti tecnici
ma semplicemente alla politica, alle istituzioni ed enti interessati che non hanno saputo fare il loro lavoro/dovere e vedere oltre i propri limiti ed orticelli.
 
se c'e' del potenziale si potrebbe vedere subito senza vettori affamati di contributi pubblici come tipo ryan.
se davvero comiso fosse preoduttivo aziende locali come windjet potrebbero farne la differenza
al momento ne dubito fortemente ma quella dell'enac sembra piu' un pretesto ...
 
se c'e' del potenziale si potrebbe vedere subito senza vettori affamati di contributi pubblici come tipo ryan.
se davvero comiso fosse preoduttivo aziende locali come windjet potrebbero farne la differenza
al momento ne dubito fortemente ma quella dell'enac sembra piu' un pretesto ...

dipende dal tipo di potenziale. come "concorrente" di CTA, Comiso non ha alcun potenziale, esattamente come avviene a TPS nei confronti di PMO.
quindi difficilmente un vettore tradizionale puo' operarvi qualcosa che vada aldila dei collegamento con Roma e Milano
con FR a Comiso si potrebbe benissimo ripetere quello che di positivo con FR si e'fatto altrove. TPS ne e' un esempio.

possibilmente evitando le "esagerazioni" che si sono viste altrove.
 
si ma ryan viene se gli danno soldi direttamente come contributi o indirettamente sui volumi..., e non mi pare il caso...
 
se c'e' del potenziale si potrebbe vedere subito senza vettori affamati di contributi pubblici come tipo ryan.
se davvero comiso fosse preoduttivo aziende locali come windjet potrebbero farne la differenza
al momento ne dubito fortemente ma quella dell'enac sembra piu' un pretesto ...

Anche se sono d'accordo sul fatto che l'Enac stia cercando solo pretesti,
devo dire che non vedo come la Windjet possa avere interessi a far lavorare un altro aeroporto a 85km dalla sua base
quando IV, ditta catanese, ha tutti gli interessi a CTA e non ha certo bisogno di spese aggiunte "non necessarie".

Per il resto, se escludiamo IV, nel triste panorama dell'aviazione italiana non esiste un'altra "azienda locale" che possa fare la differenza. Come ha detto vincenzo florio, gli altri vettori potrebbero operarvi collegamenti con Roma e Milano che producono un traffico non indifferente a cui si potrebbe aggiungere qualche charter. Per il resto, cioe' l'internazionale, si e' costretti ad andare a cercare all'estero.

si ma ryan viene se gli danno soldi direttamente come contributi o indirettamente sui volumi..., e non mi pare il caso...

Se un "investimento" su FR porta risultati, specialmente laddove le altre "aziende locali" si sono dimostrate "incapaci" di operare,
e TPS ne e' la prova, mi sembra decisamente il caso.

Purtroppo speedbird437 ha ragione, con questa gestione a Comiso per il momento FR non arrivera'.
(dico purtroppo perche' in Sicilia orientale non e' che manca FR, ma manca il low-cost)
 
dipende dal tipo di potenziale. come "concorrente" di CTA, Comiso non ha alcun potenziale, esattamente come avviene a TPS nei confronti di PMO.
.....

Comiso non potrebbe "competere" con CTA, ma piu' che essere un "concorrente" avrebbe potuto creare una situazione in cui la Sac e le "aziende locali" si sarebbero trovate in un "libero mercato" e non nella situazione odierna dove hanno il loro "piccolo regno" che possono gestire come vogliono.

Anche se milioni di miliardi di forumers sostengono e sosterranno che occorre una gestione unita tra PMO-TPS o CTA-CIY (come VCE-TSF), ci si dimentica che l'aeroporto di Comiso si trova in Sicilia (non in Veneto). Se si guarda a quello successo in Sicilia occidentale ci si rende conto che una gestione separata, in questo caso, tanto malvagia non e' per il semplice motivo che le compagnie non possono speculare sulle rotte e debbono mantenere i prezzi entro certi livelli ...oltre ad aver portato una nuova compagnia.

Purtroppo la Sac ha vinto la gara per aggiudicarsi la gestione ("controllo") di CIY e si e' perso l'occasione per eliminare il monopolio di CTA.
 
se c'e' del potenziale si potrebbe vedere subito senza vettori affamati di contributi pubblici come tipo ryan.
se davvero comiso fosse preoduttivo aziende locali come windjet potrebbero farne la differenza

Sea era pronta a metterci 12 milioni di euro per far volare aerei.
Intersac ne ha messi 18 (anche se forse per non far volare).

In ogni caso è evidente che del potenziale c'è, a meno che le due citate società non facciano beneficenza.