Colombo, Merlo tira drittoma è scontro Adr-Camera
la privatizzazione dell'aeroporto di genova
L'Authority cerca l'advisor. L'ente camerale si mette di traverso a Roma
Genova. L'Autorità portuale preme sull'acceleratore della privatizzazione del Cristoforo Colombo di Genova, ma all'orizzonte si profila una battaglia tra la Camera di commercio, che detiene il 25% di Aeroporto di Genova Spa, e Aeroporti di Roma (Adr), società controllata da Gemina che dello scalo ligure possiede il 15% delle azioni. Luigi Merlo, presidente dell'Authority che entro giugno 2009 deve mettere sul mercato la sua quota di controllo del 60%, tira dritto per la strada imposta dal combinato disposto dalla legge 84/94 e dalla Finanziaria. «Stiamo lavorando per individuare l'advisor che accompagnerà l'Autorità portuale nel processo di privatizzazione - dice al Secolo XIX - Verificheremo se il percorso potrà essere condiviso dall'ente camerale, quindi procederemo. La cessione della nostra quota è un obbligo di legge, ma anche un'enorme opportunità da cogliere per permettere all'aeroporto di Genova di fare un salto di qualità e di svilupparsi».
Merlo spiega che l'Authority sta lavorando per bandire una «gara internazionale molto aperta, alla quale possanno partecipare tutti i più autorevoli operatori del settore», perché l'obiettivo finale è«trovare un soggetto con professionalità specifiche, non un semplice partner finanziario». In questo contesto il socio Adr, che l'anno scorso ha vissuto l'ingresso del gruppo Benetton nella controllante Gemina, potrebbe avvalersi del diritto di opzione e risultare pertanto avvantaggiato. «Sarà l'advisor a stabilire non solo il valore delle nostre quote, ma anche se l'opzione di prelazione sia un vincolo oppure no», chiarisce a questo proposito Merlo. E mentre l'Autorità portuale si prepara ad affidarsi nelle mani dell'advisor che seguirà la privatizzazione, la Camera di commercio si muove in autonomia per arginare il socio romano. Nella lettera che Paolo Odone ha inviato al vertice e al collegio sindacale di Aeroporto di Genova il presidente dell'ente camerale fa leva sul comma 7 articolo 8 dello Statuto per rivendicare il proprio ruolo e indebolire in qualche modo la posizione di Adr all'interno della Spa genovese.
«Nell'ipotesi di un mutamento del controllo su una delle società socie - recita lo Statuto - spetta il diritto di opzione a favore degli altri soci. Entro 30 giorni dal momento in cui si perfeziona tale mutamento del controllo, ciascun socio potrà esercitare diritto di opzione sulle azioni». In forza di questo, la giunta camerale punta a definire e rafforzare il proprio ruolo all'interno del Colombo. Se si vedesse risconosciuto il diritto d'opzione, l'ente presieduto da Paolo Odone potrebbe scegliere se esercitarlo o no, ma in ogni caso avrebbe raggiunto l'obiettivo che si è prefissato: mettere in discussione la posizione del socio romano e arginare un eventuale percorso surrettizio del gruppo Benetton sulla privatizzazione alle porte a Genova. La partita si è appena aperta e si giocherà a colpi di interpretazioni legali del comma 7 dell'articolo 8 dello Stato di Aeroporti di Genova Spa. Gli avvocati della Camera di commercio sostengono che per «mutamento del controllo» debba intendersi anche quello che avviene all'interno della società di riferimento del socio (Benetton entrata in Gemina, controllante di Adr) e che per «perfezionamento» debba intendersi il momento in cui l'interessato lo comunica agli altri soci (Adr non lo ha fatto). I legali romani potrebbero invece sostenere che mutamento nella compagine di Adr non v'è stato, e che quindi nessuna comunicazione era dovuta.
gilda ferrari
Il Secolo XIX
CIAO
_goa