Cessione quota SEA a Gamberale, indaga la procura : gara pilotata?


DusCgn

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9 Novembre 2005
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Milano, aeroporti sotto inchiesta
di Gianluca Di Feo e Thomas Mackinson

Il Comune ha ceduto una quota di Malpensa e Linate all'asta. Ma c'era un solo concorrente, Vito Gamberale. Che, in un'intercettazione, rideva del bando fatto su misura per lui. E la vicenda è finita in Procura


E' l'inchiesta più delicata in corso a Milano. E forse anche la più imbarazzante. Perché riguarda l'operazione chiave realizzata dalla giunta Pisapia. E perché sembra segnata da una serie di ritardi investigativi della procura che il segreto istruttorio rende finora inspiegabili. Da almeno quattro mesi i pm hanno aperto un'indagine sulla gara per la cessione di una quota della Sea, la società che controlla gli aeroporti di Linate e Malpensa, da parte del Comune. Tutto finora è top secret, con alcuni punti certi che "l'Espresso" è in grado di ricostruire.

Il procedimento non è il solito "atto dovuto", che nasce dopo un esposto politico o una bega tra concorrenti, ma ha una base inquietante: l'intercettazione del protagonista dell'operazione, Vito Gamberale. Gamberale, amministratore e azionista del fondo per le infrastrutture F2i, è stato registrato mentre discute della vendita del 29,75 per cento della Sea e chiede garanzie sul capitolato d'asta. Il nome del suo interlocutore è custodito con la massima riservatezza: si tratterebbe di una figura lontana dalla politica lombarda ma in ottimi rapporti con il vertice nazionale del Pd. Al telefono i due mostrano grande intimità e parlano senza freni. Il patron di F2i fa molte domande su come sta venendo impostato il bando del Comune di Milano e si raccomanda che non ci siano sorprese. L'altro lo tranquillizza e dice che tutto sarà costruito su misura, proprio in base a quanto il fondo desiderava. E insieme ridono della faccenda: una partita da centinaia di milioni di euro, che stava per consegnare a Gamberale una fetta consistente dei due aeroporti milanesi.

Siamo a metà dello scorso ottobre: la gara per la cessione delle azioni Sea è ancora in fase embrionale. E al primo ascolto, il colloquio sembra contenere tutti i presupposti per un'ipotesi di reato: la turbativa d'asta. Per questo i magistrati toscani, che avevano messo sotto controllo i telefoni del misterioso interlocutore per tutt'altra storia, trasmettono immediatamente gli atti ai colleghi lombardi. In quel momento, tutto era ancora in discussione e all'apertura delle buste mancavano quasi due mesi: in linea teorica, c'erano ampi margini per indagare, fare chiarezza su quella conversazione e se ne necessario intervenire. Ma non è accaduto nulla.

Che fine ha fatto il fascicolo con l'intercettazione di Gamberale? Stando a quanto risulta a "l'Espresso", è sicuramente arrivato a fine ottobre sulla scrivania del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Come da prassi, sarebbe stato iscritto a modello 45 ossia senza nessuna ipotesi di reato: il punto di partenza di ogni inchiesta, che in genere è seguito da una rapida definizione delle contestazione. Invece se ne perdono le tracce. Le inchieste sulla pubblica amministrazione spettano al pool coordinato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Che però dichiara a "l'Espresso": "Io non ho mai ricevuto un fascicolo sulla Sea".

Nel frattempo la gara è stata chiusa, con la vittoria di Gamberale: unico concorrente ammesso, che il 16 dicembre si è aggiudicato la quota Sea mettendo sul piatto un solo euro in più della base d'asta. Un risultato che adesso consegna al fondo pubblico-privato delle infrastrutture la pole position per prendere il controllo di tutta la società.

L'affaire Sea oggi è il capitolo più controverso sul tavolo della giunta Pisapia. La vendita non faceva parte del programma elettorale del nuovo sindaco: per gli aeroporti milanesi si ipotizzava la quotazione in Borsa, già decisa dal centrodestra che aveva affidato a Kpmg una perizia per stabilirne il valore di mercato delle azioni. Ma di fronte alla disastrosa situazione dei conti ereditati da Letizia Moratti, la cessione delle azioni Sea è apparsa come l'unica soluzione praticabile. L'assessore Bruno Tabacci ha imposto la scelta alla sua maggioranza di centrosinistra, arrivando a minacciare le dimissioni pur di ottenerla. L'obiettivo era semplice e trasparente: fare cassa entro il 31 dicembre per non sforare i vincoli imposti dal patto di stabilità.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/milano-aeroporti-sotto-inchiesta/2176627
 
Non ho la minima idea se il bando sia stato "confezionato" su misura, tuttavia l'operazione pensata da Tabacci (una prima vendita del 29,75% di SEA a cui, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto seguire la cessione di un'altra quota, facendo venire meno la maggioranza in capo al comune) a mio avviso è stata poco chiara. La vendita della maggioranza di una società come SEA, se questo è ciò a cui si punta, non dovrebbe avvenire in due momenti separati.