Prendo spunto dall’articolo seguente (Nobel per la Pace, il popolo giapponese candidato (per la sua Costituzione)) per evidenziare una situazione che forse non tutti conoscono, riguardante l’aeroporto di Narita.
[…] Oggi c’è ancora un signore, con il suo orto di rape, pomodori e patate che blocca lo sviluppo dell’aereoporto internazionale di Narita. Quando atterrate con l’Alitalia a Tokyo, a metà circa dell’interminabile avvicinamento al “finger”, guardate sulla destra: vedrete delle bandiere rosse strappate dale intemperie e uno striscione scolorito che emerge da fitte, barriere di filo spinato stile anni ’70: “No all’aereoporto”. E’ lì da quarant’anni. Nessuno lo tocca. E nessuno può toccare Shunji Shimamura, il contadino più cocciuto del pianeta. A suo tempo il governo giapponese promise di non espropriare con la forza nessun terreno. E ha mantenuto la promessa, “convincendo” i contadini più riottosi, appoggiati dagli epigoni del movimento studentesco, pian piano, con offerte sempre più alte di denaro. Ma Shimamura non ha ceduto, e con un altro collega, Shohei Horikoshi, all’altra estremità dell’aereoporto, tiene in scacco da quarant’anni l’Impero. Per “colpa” loro, il principale hub internazionale del Giappone ha una sola pista vera e propria e nonostante tutte le promesse e l’impegno profuso dalle autorità non sono riusciti a a sbarazzarsi di questi due testardi in tempo per i mondiali del 2002 e non ci riusciranno, molto probabilmente, nemmeno per le Olimpiadi del 2020. […]
di Pio d'Emilia | 16 aprile 2014 – Il Fatto Quotidiano



Forse è anche per questa situazione che ora si sviluppa Haneda?
[…] Oggi c’è ancora un signore, con il suo orto di rape, pomodori e patate che blocca lo sviluppo dell’aereoporto internazionale di Narita. Quando atterrate con l’Alitalia a Tokyo, a metà circa dell’interminabile avvicinamento al “finger”, guardate sulla destra: vedrete delle bandiere rosse strappate dale intemperie e uno striscione scolorito che emerge da fitte, barriere di filo spinato stile anni ’70: “No all’aereoporto”. E’ lì da quarant’anni. Nessuno lo tocca. E nessuno può toccare Shunji Shimamura, il contadino più cocciuto del pianeta. A suo tempo il governo giapponese promise di non espropriare con la forza nessun terreno. E ha mantenuto la promessa, “convincendo” i contadini più riottosi, appoggiati dagli epigoni del movimento studentesco, pian piano, con offerte sempre più alte di denaro. Ma Shimamura non ha ceduto, e con un altro collega, Shohei Horikoshi, all’altra estremità dell’aereoporto, tiene in scacco da quarant’anni l’Impero. Per “colpa” loro, il principale hub internazionale del Giappone ha una sola pista vera e propria e nonostante tutte le promesse e l’impegno profuso dalle autorità non sono riusciti a a sbarazzarsi di questi due testardi in tempo per i mondiali del 2002 e non ci riusciranno, molto probabilmente, nemmeno per le Olimpiadi del 2020. […]
di Pio d'Emilia | 16 aprile 2014 – Il Fatto Quotidiano



Forse è anche per questa situazione che ora si sviluppa Haneda?

