Brescia, rosso da 5,2 milioni


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D'Annunzio: il rosso è di 5,2 milioni

(red.) Mercoledì gli azionisti della D’Annunzio spa, la società che gestisce l’aeroporto di Montichiari, hanno approvato i conti del bilancio 2008, che mostrano una perdita di 5.245.170 euro (l’anno precedente il rosso era stato di 5,119 milioni) su un giro d’affari di 7.844.841. La D'Annunzio è controllata dai veronesi della Catullo spa, tra i soci vi sono anche la Provincia e la Camera di commercio di Brescia
Il motivo dell’ennesimo disastro economico? Tenta di spiegarlo la nota di accompagnamento: "Gli elementi che maggiormente hanno caratterizzato l’anno passato sono stati la grave crisi economica mondiale e la crescita incontrollata del prezzo del petrolio. Gli effetti si sono fatti sentire in modo particolarmente pesante sull’andamento del settore cargo, core business del D’Annunzio, con il fallimento di Ocean Airlines, vettore cargo di riferimento". Insomma, è stata principalmente la crisi economica mondiale a determinare il disastro gestionale dello scalo.
Invece il movimento delle merci effettuato su Montichiari dalle Poste Italiane è cresciuto, passando da 22.350 a 30.341 tonnellate (+38,5%).
Anche i passeggeri sono aumentati, sia pure con cifre in assoluto insignificanti: 239.764 transiti (+37%). Purtoppo la compagnia di linea che aveva fatto dello scalo bresciano la propria base, cioè AirBee, ha cessato i voli in ottobre.
C’è tuttavia un certo ottimismo perché Montichiari "potrà contare su un incremento a doppia cifra del traffico passeggeri grazie al recente avvio dell’attività di Italiatour Airlines con i collegamenti per Roma e Crotone, e alle nuove destinazioni Ryanair per la Sardegna".
Poiché è in corso la complessa trattativa tra i bresciani (istituzioni e imprenditori finalmente uniti: leggi qui) e i veronesi per il passaggio di mano della gestione dell'aeroporto, il rinnovo delle cariche sociali della D’Annunzio è stato rimandato all’assemblea convocata per giovedì 14 maggio.
Vedremo se per quella data sarà stato trovato un accordo. Non sarà facile mediare tra l’elevata richiesta della Catullo (che secondo indiscrezioni è partita da 40 milioni di euro) e l’offerta dei bresciani, di molto inferiore sia per il disastroso andamento dei conti sia per la necessità di effettuare forti investimenti sullo scalo.
Sono state intanto rese pubbliche le motivazioni della sentenza con la quale il Tar ha dato ragione ad Abm e torto all’Enac (l’ente che governa l'aviazione civile italiana), annullando la convenzione del 30 aprile 2008 che di fatto dava via libera a un rinnovo per 40 anni della concessione di Montichiari alla Catullo (leggi la notizia).
Secondo i giudici Giuseppe Petruzzelli, Mario Mosconi e Francesco Gambato Spisani, la convenzione era da invalidare perché lesiva del Codice della navigazione in quanto "impedisce la gara pubblica" per l’assegnazione dello scalo bresciano e quindi non rispettosa dei principi della libera concorrenza.
La convenzione tentava di legittimare, ma senza che ve ne fossero i presupposti, la concessione ai veronesi. Rappresentava quindi, secondo i giudici, "un improprio strumento per definire implicitamente innominati rapporti pregressi di mero fatto".
La stessa domanda di una concessione quarantennale avanzata nel 2005, peraltro, è inaccettabile poiché "in ragione della allora qualificazione militare del demanio aeroportuale non si sarebbero potute adottare convenzioni di lungo periodo".

quibrescia.it

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