Da Repubblica Firenze
Bologna all’assalto. L’aeroporto Marconi va alla conquista di nuove quote mercato e ci va in Toscana da dove già gli arriva il 6% degli utenti, circa 360 mila passeggeri. Da ieri tra Firenzecentro e l’aeroporto di Bologna, passando per la Piana, viaggia il nuovo bus «Appennino shuttle». Dieci corse al giorno, andata e ritorno, dalle 4,10 alle 22,10 da piazzale di Montelungo (tra la Fortezza e il binario 16 della stazione) a Firenze e dalle 6 alle 23.50 dall’aeroporto Marconi. Con tappa davanti alla Carrefour di Calenzano per conquistare i viaggiatori pratesi. Lo shuttle costa 19 euro a tratta invece dei 25 del treno veloce, il biglietto si compra su www.appenninoshuttle.it, in agenzia o allo scalo bolognese. Si calcola che il bus ci metta un’ora e dieci contro l’ora e mezzo del treno più navetta per l’aeroporto. Il servizio lo fa Stefano Ricci, l’imprenditore senese patron della Ricci Bus che mira al pareggio con 80.000 viaggiatori l’anno.
Lo shuttle lanciato sulla trafficata autostrada a cavallo dell’Appennino di fatto appare meno attraente, anche se più economico, del treno. Ma va diretto e è un’arma in più per l’aeroporto emiliano che, non potendosi espandere verso i più forti scali di Venezia e Milano, punta al limitrofo sud, dove i due aeroporti toscani, Firenze e Pisa, sono divisi e dunque più piccoli e più deboli: circa 2 milioni di passeggeri a Peretola e 4,5 a Pisa contro i 5,5 di Bologna, 100 destinazioni, 60 compagnie low cost e charter. Una pacchia a due passi, anche se tra gli scali di Firenze e Pisa ci sono 20 collegamenti bus a 4 o 5 euro più i treni. Comunque sembra evidente che Bologna si prepara a fare una bella concorrenza agli scali toscani se non lavorassero celermente all’integrazione di cui si parla da secoli e tassativamente richiesta dal presidente Rossi. «Questa è un’ulteriore prova dell’intenzione di Bologna di espandersi. La crisi rende il mercato sempre più duro, gli aeroporti vogliono crescere e Bologna punta alla Toscana. La concorrenza è lecita, ma sta a noi impedire che altri la vincano», commenta l’ad di Pisa, Gina Giani.
Intanto in Adf si annunciano possibili rivolgimenti societari legati alle sorti di Torino dove il Comune vende le quote della società aeroportuale Sagat per le quali oggi devono arrivare le offerte definitive. Dentro Sagat c’è anche Benetton e, visto che Sagat è in Adf, a cascata lo è anche Benetton che però potrebbe lasciare Torino (e allora anche Firenze?) se davvero l’offerta più concreta per Sagat fosse, come pare, quella di Vito Gamberale che ha aggiunto un secondo fondo al suo primo fondo F2i. Nel secondo, guarda caso, c’è anche l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che è già azionista di Adf.
http://firenze.repubblica.it/cronac...no_con_il_nuovo_servizio_di_navette-47656407/
Bologna all’assalto. L’aeroporto Marconi va alla conquista di nuove quote mercato e ci va in Toscana da dove già gli arriva il 6% degli utenti, circa 360 mila passeggeri. Da ieri tra Firenzecentro e l’aeroporto di Bologna, passando per la Piana, viaggia il nuovo bus «Appennino shuttle». Dieci corse al giorno, andata e ritorno, dalle 4,10 alle 22,10 da piazzale di Montelungo (tra la Fortezza e il binario 16 della stazione) a Firenze e dalle 6 alle 23.50 dall’aeroporto Marconi. Con tappa davanti alla Carrefour di Calenzano per conquistare i viaggiatori pratesi. Lo shuttle costa 19 euro a tratta invece dei 25 del treno veloce, il biglietto si compra su www.appenninoshuttle.it, in agenzia o allo scalo bolognese. Si calcola che il bus ci metta un’ora e dieci contro l’ora e mezzo del treno più navetta per l’aeroporto. Il servizio lo fa Stefano Ricci, l’imprenditore senese patron della Ricci Bus che mira al pareggio con 80.000 viaggiatori l’anno.
Lo shuttle lanciato sulla trafficata autostrada a cavallo dell’Appennino di fatto appare meno attraente, anche se più economico, del treno. Ma va diretto e è un’arma in più per l’aeroporto emiliano che, non potendosi espandere verso i più forti scali di Venezia e Milano, punta al limitrofo sud, dove i due aeroporti toscani, Firenze e Pisa, sono divisi e dunque più piccoli e più deboli: circa 2 milioni di passeggeri a Peretola e 4,5 a Pisa contro i 5,5 di Bologna, 100 destinazioni, 60 compagnie low cost e charter. Una pacchia a due passi, anche se tra gli scali di Firenze e Pisa ci sono 20 collegamenti bus a 4 o 5 euro più i treni. Comunque sembra evidente che Bologna si prepara a fare una bella concorrenza agli scali toscani se non lavorassero celermente all’integrazione di cui si parla da secoli e tassativamente richiesta dal presidente Rossi. «Questa è un’ulteriore prova dell’intenzione di Bologna di espandersi. La crisi rende il mercato sempre più duro, gli aeroporti vogliono crescere e Bologna punta alla Toscana. La concorrenza è lecita, ma sta a noi impedire che altri la vincano», commenta l’ad di Pisa, Gina Giani.
Intanto in Adf si annunciano possibili rivolgimenti societari legati alle sorti di Torino dove il Comune vende le quote della società aeroportuale Sagat per le quali oggi devono arrivare le offerte definitive. Dentro Sagat c’è anche Benetton e, visto che Sagat è in Adf, a cascata lo è anche Benetton che però potrebbe lasciare Torino (e allora anche Firenze?) se davvero l’offerta più concreta per Sagat fosse, come pare, quella di Vito Gamberale che ha aggiunto un secondo fondo al suo primo fondo F2i. Nel secondo, guarda caso, c’è anche l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che è già azionista di Adf.
http://firenze.repubblica.it/cronac...no_con_il_nuovo_servizio_di_navette-47656407/