goafan
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Bencini si dimetterà durante il cda di lunedì. Smentito per ora un possibile rientro di Fossa come amministratore delegato
Sea, Forza Italia contro Moratti e Lega
Non piace il candidato Bonomi: è stata una trattativa privata
«Una trattativa privata con la Lega, così non va». Forza Italia contro Letizia Moratti, che ha deciso di dimissionare il presidente della Sea Giuseppe Bencini per sostituirlo con un esponente della Lega (con tutta probabilità Giuseppe Bonomi). La coordinatrice regionale degli Azzurri Mariastella Gelmini spiega di aver chiesto un incontro di chiarimento al sindaco in vista della prossima partita delle nomine: «Va premiata la competenza, ma anche salvaguardato il principio di rappresentanza politica; noi siamo il partito di maggioranza relativa, non il ventre molle della coalizione». Bencini si dimetterà lunedì pomeriggio, il cda sceglierà subito il nuovo presidente e l´amministratore delegato.
«Fulmine a ciel sereno», «inaccettabile trattativa privata tra il sindaco e la Lega», «ennesimo esempio di scarsa considerazione per il nostro partito». Sull´avvicendamento annunciato alla Sea, Forza Italia ha molto da dire. Letizia Moratti, azionista di riferimento della società aeroportuale, ha dimissionato il presidente Giuseppe Bencini. Lunedì pomeriggio il consiglio di amministrazione prenderà atto delle dimissioni e nominerà il successore: con tutta probabilità il leghista Giuseppe Bonomi, che sarà affiancato da un amministratore delegato (Bencini concentrava le due cariche, ma il sindaco vuole sdoppiarle). Gli Azzurri si trovano davanti al fatto compiuto, anche se il patto tra Moratti e il Carroccio sulla presidenza della Sea è stato stretto da tempo. E con la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini lanciano un avvertimento, facendo la voce grossa in vista del rinnovo di altre nomine che interessano Palazzo Marino: «Al sindaco abbiamo già chiesto un incontro per un chiarimento, siamo fiduciosi di chiudere con lei un accordo sulle nomine basato innanzitutto sulla valorizzazione delle competenze, ma vogliamo sia salvaguardato anche un altro principio, quello della rappresentanza politica».
Dunque Forza Italia vuole essere adeguatamente compensata, «perché i candidati competenti ce li abbiamo anche noi, siamo il partito di maggioranza relativa e non vogliamo diventare il ventre molle della coalizione». La linea è stata concordata ieri tra i dirigenti locali forzisti e verrà ribadita al sindaco nel vertice che si terrà tra lunedì e martedì. Ma anche le opposizioni affilano le armi. Il mandato di Bencini scade tra due anni, e secondo indiscrezioni molto insistenti, all´ormai ex presidente della Sea il Comune avrebbe offerto una corposa buona uscita in cambio del licenziamento anticipato. «Di solito - annota la capogruppo dell´Ulivo Marilena Adamo - i presidenti che portano in attivo i bilanci delle loro società non vengono cacciati: questo è il caso di Bencini, e non vorremmo che dietro la sua rimozione ci fosse la stessa logica di spartizione emersa nelle nomine dei dirigenti comunali».
Intervengono anche i sindacati, con il segretario lombardo della Cisl Trasporti, Dario Balotta. Che attacca Bencini: «Le sue dimissioni chiudono il peggiore ciclo gestionale della Sea: nessun investimento innovativo, débâcle estiva dei bagagli, marginalizzazione di Sea Handling». E invoca «il completamento del ricambio manageriale per permettere il rilancio della società». Per Bonomi sarebbe un ritorno, ma resta ancora aperto il nodo dell´amministratore delegato. Nelle scorse settimane il sindaco aveva chiesto «qualche consiglio» (come riferisce un membro del cda) a Giorgio Fossa, ma l´ex presidente «non sembra disponibile ad assumere nuovi incarichi in Sea».
Dall´inaugurazione-flop dello scalo varesino ai vertici Alitalia, tutta la carriera del nuovo presidente
L´ex enfant prodige di Bossi richiamato per difendere Malpensa
Nella "sua" Eurofly c´è chi vede la compagnia di bandiera del Nord evocata da Formigoni
ETTORE LIVINI
Il "boiardo" della Lega torna al vertice della Sea. Giuseppe Bonomi, l´ormai 48enne ex enfant prodige del partito di Umberto Bossi, corona la sua ondivaga carriera ai vertici di aziende pubbliche con un ritorno alle origini. Salvo sorprese, infatti, sarà l´avvocato varesino, ex-assessore ai lavori pubblici di Milano della giunta Formentini, a sostituire Giuseppe Bencini alla cloche degli aeroporti lombardi. La stessa poltrona da cui tra il ´97 e il ´99 – con i galloni di presidente – ha pilotato non senza intoppi il lancio della Grande Malpensa.
La speranza è che il Bonomi-bis cancelli il ricordo non proprio lusinghiero lasciato dalla sua prima gestione. Le cicatrici lasciate da quei due anni di fuoco non sono ancora del tutto rimarginate. Sul fronte finanziario c´è stato il disastroso investimento negli aeroporti argentini. Un´operazione voluta fortissimamente dal pupillo di Bossi, chiusa con la perdita di quasi la metà del capitale e finita senza strascichi legali solo perché il suo erede (Giorgio Fossa) è riuscito a metterci una pezza. La macchia più nera però è stato il flop della cerimonia d´apertura della nuova Malpensa. Un giorno – il 26 ottobre 1998 – che difficilmente Bonomi potrà scordare, la Caporetto sua e del dogma leghista dell´efficienza padana: computer in tilt, bagagli smarriti, 200 voli cancellati, ritardi da 60 a 120 minuti. «Un caos totale», sintetizzò allora il portavoce della British Airways. Un caos durato quattro giorni che non è bastato a frenare la sua carriera di boiardo.
Bossi ha perdonato subito Bonomi. Anzi: nel 2001, quando Pietro Lunardi ha commissariato l´Anas, l´ha promosso pro-console del Carroccio nel cda della società. Roma ha conquistato il sanguigno manager padano. Che nel 2003 si è seduto per conto del partito sulla poltrona di presidente di Alitalia. L´obiettivo politico? Tutelare gli scali milanesi nell´ambito del riassetto della compagnia. Lo stesso compito che gli toccherà adesso in Sea dall´altra parte della barricata. L´esperienza alla Magliana è andata via senza sussulti. Le cronache ricordano le continue frizioni con l´ad Francesco Mengozzi poi il breve ticket al vertice con Marco Zanichelli prima delle dimissioni di maggio 2004.
Oggi Bonomi lavora ancora nel settore. Uscito da Alitalia è diventato presidente di Eurofly, la stessa società cui aveva venduto un certo numero di Md80 dell´aerolinea di bandiera. Carica che con ogni probabilità dovrà abbandonare ora per conflitto d´interessi. Facile però che il suo nuovo impegno in Sea lo possa portare a conciliare proprio gli interessi di nuovi e vecchi amori imprenditoriali. Da gestire c´è il caldissimo dossier del depotenziamento di Malpensa nell´ambito della partita Alitalia. Primo obiettivo, mettersi di traverso difendendo a spada tratta il ruolo di hub internazionale degli scali lombardi. Ma se Roma (e Fiumicino) vinceranno la partita, Bonomi potrebbe rispolverare un suo sogno antico. Evocato negli ultimi giorni anche da Roberto Formigoni: affidare lo sviluppo di Linate e Malpensa a una nuova Alitalia del Nord, nata magari dall´unione di alcune compagnie minori in grado di collegare Milano al resto del mondo senza passare dalle rive del Tevere. Un progetto in cui molti hanno visto nel ruolo di "pivot" proprio la Eurofly.
(La Repubblica - Milano)
CIAO
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Sea, Forza Italia contro Moratti e Lega
Non piace il candidato Bonomi: è stata una trattativa privata
«Una trattativa privata con la Lega, così non va». Forza Italia contro Letizia Moratti, che ha deciso di dimissionare il presidente della Sea Giuseppe Bencini per sostituirlo con un esponente della Lega (con tutta probabilità Giuseppe Bonomi). La coordinatrice regionale degli Azzurri Mariastella Gelmini spiega di aver chiesto un incontro di chiarimento al sindaco in vista della prossima partita delle nomine: «Va premiata la competenza, ma anche salvaguardato il principio di rappresentanza politica; noi siamo il partito di maggioranza relativa, non il ventre molle della coalizione». Bencini si dimetterà lunedì pomeriggio, il cda sceglierà subito il nuovo presidente e l´amministratore delegato.
«Fulmine a ciel sereno», «inaccettabile trattativa privata tra il sindaco e la Lega», «ennesimo esempio di scarsa considerazione per il nostro partito». Sull´avvicendamento annunciato alla Sea, Forza Italia ha molto da dire. Letizia Moratti, azionista di riferimento della società aeroportuale, ha dimissionato il presidente Giuseppe Bencini. Lunedì pomeriggio il consiglio di amministrazione prenderà atto delle dimissioni e nominerà il successore: con tutta probabilità il leghista Giuseppe Bonomi, che sarà affiancato da un amministratore delegato (Bencini concentrava le due cariche, ma il sindaco vuole sdoppiarle). Gli Azzurri si trovano davanti al fatto compiuto, anche se il patto tra Moratti e il Carroccio sulla presidenza della Sea è stato stretto da tempo. E con la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini lanciano un avvertimento, facendo la voce grossa in vista del rinnovo di altre nomine che interessano Palazzo Marino: «Al sindaco abbiamo già chiesto un incontro per un chiarimento, siamo fiduciosi di chiudere con lei un accordo sulle nomine basato innanzitutto sulla valorizzazione delle competenze, ma vogliamo sia salvaguardato anche un altro principio, quello della rappresentanza politica».
Dunque Forza Italia vuole essere adeguatamente compensata, «perché i candidati competenti ce li abbiamo anche noi, siamo il partito di maggioranza relativa e non vogliamo diventare il ventre molle della coalizione». La linea è stata concordata ieri tra i dirigenti locali forzisti e verrà ribadita al sindaco nel vertice che si terrà tra lunedì e martedì. Ma anche le opposizioni affilano le armi. Il mandato di Bencini scade tra due anni, e secondo indiscrezioni molto insistenti, all´ormai ex presidente della Sea il Comune avrebbe offerto una corposa buona uscita in cambio del licenziamento anticipato. «Di solito - annota la capogruppo dell´Ulivo Marilena Adamo - i presidenti che portano in attivo i bilanci delle loro società non vengono cacciati: questo è il caso di Bencini, e non vorremmo che dietro la sua rimozione ci fosse la stessa logica di spartizione emersa nelle nomine dei dirigenti comunali».
Intervengono anche i sindacati, con il segretario lombardo della Cisl Trasporti, Dario Balotta. Che attacca Bencini: «Le sue dimissioni chiudono il peggiore ciclo gestionale della Sea: nessun investimento innovativo, débâcle estiva dei bagagli, marginalizzazione di Sea Handling». E invoca «il completamento del ricambio manageriale per permettere il rilancio della società». Per Bonomi sarebbe un ritorno, ma resta ancora aperto il nodo dell´amministratore delegato. Nelle scorse settimane il sindaco aveva chiesto «qualche consiglio» (come riferisce un membro del cda) a Giorgio Fossa, ma l´ex presidente «non sembra disponibile ad assumere nuovi incarichi in Sea».
Dall´inaugurazione-flop dello scalo varesino ai vertici Alitalia, tutta la carriera del nuovo presidente
L´ex enfant prodige di Bossi richiamato per difendere Malpensa
Nella "sua" Eurofly c´è chi vede la compagnia di bandiera del Nord evocata da Formigoni
ETTORE LIVINI
Il "boiardo" della Lega torna al vertice della Sea. Giuseppe Bonomi, l´ormai 48enne ex enfant prodige del partito di Umberto Bossi, corona la sua ondivaga carriera ai vertici di aziende pubbliche con un ritorno alle origini. Salvo sorprese, infatti, sarà l´avvocato varesino, ex-assessore ai lavori pubblici di Milano della giunta Formentini, a sostituire Giuseppe Bencini alla cloche degli aeroporti lombardi. La stessa poltrona da cui tra il ´97 e il ´99 – con i galloni di presidente – ha pilotato non senza intoppi il lancio della Grande Malpensa.
La speranza è che il Bonomi-bis cancelli il ricordo non proprio lusinghiero lasciato dalla sua prima gestione. Le cicatrici lasciate da quei due anni di fuoco non sono ancora del tutto rimarginate. Sul fronte finanziario c´è stato il disastroso investimento negli aeroporti argentini. Un´operazione voluta fortissimamente dal pupillo di Bossi, chiusa con la perdita di quasi la metà del capitale e finita senza strascichi legali solo perché il suo erede (Giorgio Fossa) è riuscito a metterci una pezza. La macchia più nera però è stato il flop della cerimonia d´apertura della nuova Malpensa. Un giorno – il 26 ottobre 1998 – che difficilmente Bonomi potrà scordare, la Caporetto sua e del dogma leghista dell´efficienza padana: computer in tilt, bagagli smarriti, 200 voli cancellati, ritardi da 60 a 120 minuti. «Un caos totale», sintetizzò allora il portavoce della British Airways. Un caos durato quattro giorni che non è bastato a frenare la sua carriera di boiardo.
Bossi ha perdonato subito Bonomi. Anzi: nel 2001, quando Pietro Lunardi ha commissariato l´Anas, l´ha promosso pro-console del Carroccio nel cda della società. Roma ha conquistato il sanguigno manager padano. Che nel 2003 si è seduto per conto del partito sulla poltrona di presidente di Alitalia. L´obiettivo politico? Tutelare gli scali milanesi nell´ambito del riassetto della compagnia. Lo stesso compito che gli toccherà adesso in Sea dall´altra parte della barricata. L´esperienza alla Magliana è andata via senza sussulti. Le cronache ricordano le continue frizioni con l´ad Francesco Mengozzi poi il breve ticket al vertice con Marco Zanichelli prima delle dimissioni di maggio 2004.
Oggi Bonomi lavora ancora nel settore. Uscito da Alitalia è diventato presidente di Eurofly, la stessa società cui aveva venduto un certo numero di Md80 dell´aerolinea di bandiera. Carica che con ogni probabilità dovrà abbandonare ora per conflitto d´interessi. Facile però che il suo nuovo impegno in Sea lo possa portare a conciliare proprio gli interessi di nuovi e vecchi amori imprenditoriali. Da gestire c´è il caldissimo dossier del depotenziamento di Malpensa nell´ambito della partita Alitalia. Primo obiettivo, mettersi di traverso difendendo a spada tratta il ruolo di hub internazionale degli scali lombardi. Ma se Roma (e Fiumicino) vinceranno la partita, Bonomi potrebbe rispolverare un suo sogno antico. Evocato negli ultimi giorni anche da Roberto Formigoni: affidare lo sviluppo di Linate e Malpensa a una nuova Alitalia del Nord, nata magari dall´unione di alcune compagnie minori in grado di collegare Milano al resto del mondo senza passare dalle rive del Tevere. Un progetto in cui molti hanno visto nel ruolo di "pivot" proprio la Eurofly.
(La Repubblica - Milano)
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