Barbieri: "Il rilancio di Caselle passa
dalla concorrenza con Milano Malpensa"
Il manager al timone di Sagat da 50 giorni "Ogni anno 700mila passeggeri che gravitano sulla nostra area s'imbarcano in Lombardia"
di DIEGO LONGHIN
Lo leggo dopo
Barbieri: "Il rilancio di Caselle passa dalla concorrenza con Milano Malpensa"Roberto Barbieri
"NON è solo una crisi congiunturale, ma strutturale. Per questo serve agire con più azioni per centrare l'obiettivo: recuperare passeggeri e posizioni nella classifica degli aeroporti". Parola di Roberto Barbieri, da luglio nuovo ad di Sagat, nominato dal socio privato F2i dopo la meteora Winteler. Barbieri non nasconde le difficoltà di Caselle, scivolato al quattordicesimo posto, ma crede che ci siano possibilità di recupero, anche se il 2013 si chiuderà con un calo di traffico.
Dottor Barbieri, quali sono i problemi strutturali di Caselle?
"Il Sandro Pertini sconta la presenza di Malpensa a distanza ravvicinata, scalo che attua una concorrenza legittima e con cui Torino si deve misurare. Ogni anno, dai calcoli che abbiamo fatto, tenendo fuori dalla statistica zone come il Novarese e il Verbano, 600-700 mila passeggeri che gravitano sull'area di Caselle, si imbarcano a Malpensa. C'è poi un altro aspetto con cui Caselle deve fare i conti. Ed è Cuneo".
Anche questo fa parte della concorrenza, non trova?
"Sì, ma al contrario di Malpensa, in questo caso, mi sento di dire che Cuneo attua una concorrenza illegittima. Cuneo attrae 300 mila passeggeri dall'area di Caselle applicando condizioni di mercato incredibili e fuori misura. Condizioni che vengono poi assorbite dagli enti territoriali che periodicamente ripianano i conti della società che gestisce lo scalo".
In Italia, più o meno in ogni provincia, c'è uno scalo. Non è una novità, non crede?
"Si, ma questo crea problemi di sistema. E spero che il ministro Lupi con il nuovo piano del sistema aeroportuale ponga rimedio. La Francia, che ha più del doppio della nostra superficie, ha un terzo dei nostri scali. Non mi sembra che i francesi abbiano un deficit sulla mobilità. Noi nel Nord, da Ovest a Est, contiamo 24 aeroporti. Non aggiungo altro".
Se le proponessero di prendere in gestione lo scalo di Cuneo accetterebbe?
"Non c'è preclusione: potremmo pensare di gestirlo, ma senza accollarci i debiti. Si integrerebbe con Caselle, una sorta di seconda pista, con funzioni specifiche, ma dando priorità al Pertini".
Altro problema è Alitalia. La compagnia di bandiera sembrava voler dire addio a Caselle, poi è stata recuperata in zona Cesarini grazie a un accordo con Sagat. Di quanto è stato l'aiuto economico?
"Legittimo e minimo. Un accordo più strategico che economico".
Cifre?
"Riservate, trattandosi di un accordo tra privati".
C'è chi ha sostenuto durante la querelle che sarebbe stato meglio utilizzare i fondi per fare una gara tra i vettori per nuove rotte piuttosto che inseguire Alitalia. Cosa ne pensa?
"Che sarebbe stata una politica miope da parte di Caselle. Analizziamo i dati di traffico. Torino fa 3 milioni e 200 mila, 3 milioni e 300mila passeggeri all'anno. E chiuderemo l'anno leggermente in negativo rispetto al 2012, ma su questo trend. Di questi circa 1 milione e 200 mila passeggeri volano con Alitalia. E noi potevamo rinunciare a questo traffico per tentare la strada di una gara? No, si è fatta un'intesa, Alitalia ha deciso dimantenere praticamente intatto il numero di voli da Torino. Questo non ha messo a rischio i livelli occupazionali di Caselle".
Così, però, si vivacchia e si scende nella classifica nazionale degli aeroporti. L'obiettivo è galleggiare?
"No, ma per crescere non possiamo permetterci di perdere Alitalia. Semmai dobbiamo puntare ad un altro accordo solido con un vettore low cost. Con un'intesa del genere riusciremo a recuperare da Malpensa parte di quei 600-700 mila passeggeri che vanno a Milano".
Scusi, ma quella della base low cost non le sembra ormai una favola a Torino?
"Non ho parlato di base. Non nell'immediato. Abbiamo ben presente qual è la situazione del mercato. E poi tutti gli accordi, diciamo i matrimoni, che prevedono una base sono stati già fatti, non sono infiniti però. A Torino mancaun accordo stabile ed ampio con un vettore low cost e su questo ci stiamo muovendo. Solo così Caselle si può garantire una fetta di passeggeri che crescerà nel tempo. Ci sono tutte le capacità, umane, tecniche ed infrastrutturali per raggiungere l'obiettivo, attraendo i vettori con incentivazioni legittime. Un accordo che nel medio lungo periodo potrebbe portare alla nascita di una base su Torino".
Sempre RyanAir?
"Parliamo con tutti, anche con Ryan Air con cui ci sono stati contatti e c'è una disponibilità seria a trattare".
Ma l'obiettivo nell'immediato qual è?
"Un pacchetto ampio e stabile di destinazioni che attragga passeggeri. Non più un ragionamento su singole rotte. Oggi il mercato è cambiato, una fetta amplia di persone non decide prima dove andare, va sul sito della compagnia è sceglie la meta sulla base della disponibilità e del prezzo. Così vogliamo riportare a casa una parte di quei 700 mila passeggeri che volano da Malpensa".
Scusi, Malpensa e Torino hanno lo stesso azionista privato. E' sicuro che F2i sia d'accordo?
"Io e il mio azionista di riferimento siamo pronti a fare la nostra parte mettendo sul piatto le risorse, incentivando un progetto di medio-lungo periodo".
Se Caselle mette la sua parte vuol dire che qualcuno deve intervenire: chi?
"L'incentivazione passerà anche dal processo di riposizionamento di Torino, in atto da tempo. Si possono catalizzare risorse intelligenti in aiuto al supporto tecnico ed economico di Caselle. E poi i cosiddetti stakeholder di Torino e del Piemonte vorranno partecipare a questo progetto".
Cosa intende per risorse intelligenti?
"Un esempio? Destinare parte delle risorse europee per la crescita sullo sviluppo dello scalo che porta ricchezza sul territorio. Caselle non è solo una porta d'ingresso di passeggeri, ma di reddito che viene distribuito".
A parole gli stakeholder sono sempre disponibili, meno quando c'è da mettere mano al portafoglio. Come li convincerà?
"A
fine gennaio al Teatro Regio ci sarà un incontro pubblico in collaborazione con il Comune. Parteciperanno compagnie, tour operator, rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, rettori di tutti gli atenei piemontesi e la filiera enogastronomica. Il tutto per rendere evidenti trasformazioni e potenzialità di Torino e del Piemonte. Perché è importante che da Torino si parta, ma è anche fondamentale che gli aerei atterrino pieni".
http://torino.repubblica.it/cronaca...nza_milano_malpensa_diego_longhin_r-69732007/