Io avrei un paio di esperienze…
Una è stata la prima volta che sono andato a Sharm.
Quando arrivi, tendi a non accorgertene, il tuo aereo è bello grosso e, probabilmente per questo, o perché ti sei alzato nel cuore della notte e sei un po’ stordito, non ci fai caso.
Ma quella volta decisi di andare a vedere un po’ l’Egitto: il Cairo, le piramidi e altra robetta.
Così, siccome non sopporto i lunghi tragitti in auto o pullman, prenotai senza esitazione l’escursione che prevedeva di lasciare la penisola del Sinai in aereo.
Si trattava di un Tupolev abbastanza recente, con due bei motori Rolls-Royce, il che ti rassicura non poco

, la compagnia mi sembra fosse la Air Cairo…
All’andata non successe nulla, tranne un ricordo un po’ perplesso del loro succo di frutta, ma l’aereo era comodo e l’equipaggio molto simpatico, in particolare un ragazzo che tutti osservavamo perché proprio non sembrava egiziano…
Al ritorno, tra i passeggeri c’era quell’AV del volo dell’andata, che chiacchierava amabilmente con i suoi colleghi in servizio.
Tutto sembrava tranquillo… finché non ci siamo avvicinati a Sharm… e lì ho potuto provare un’esperienza che poi ho replicato in tutte le altre escursioni fatte nelle mie visite successive nel Mar Rosso: atterrando a Sharm si balla violentemente.
All’inizio non ci ho dato importanza, non era la prima volta che l’aereo che mi trasportava incontrava correnti d’aria un po’ violente, poi ho iniziato a infastidirmi… a un certo punto mi giro e vedo l’AV di cui sopra e i suoi colleghi smettere di scherzare tra loro e assumere un’aria preoccupata. Ecco, a quel punto, ho iniziato a preoccuparmi un poco anch’io…
L’altra esperienza è stata a bordo di un volo AP tra Linate e Palermo.
Volo tranquillo, nulla da segnalare, se non fosse che io ero sull’ala, e, non potendo fare altro, ho passato il mio volo contemplando l’ala.
Che a un certo punto ha iniziato a “perdere pezzi”.
A un certo punto ho visto qualcosa muoversi sull’ala: ho inforcato gli occhiali e ho potuto osservare alcune viti che si muovevano allegramente nella loro sede.
Per farla breve, a fine del volo cinque di quelle viti erano avevano abbandonato il posto di lavoro per volare “nel blu dipinto di blu”.
In questo caso paura non ne ho avuta: le viti su ogni pezzo sono così tante che pericoli non ce n’erano, ma non sapevo che fare.
Mi sono detto “
se adesso chiamo una hostess e glielo faccio notare, qui si scatena il panico…” e così sono stato zitto, ho aspettato che fossimo atterrati e, ad aereo vuoto, ho chiamato una hostess e glielo ho fatto notare.
Mi sa che non è una cosa rara, perché mi è successa qualche mese fa di nuovo su un volo AZ…