Il racconto dei passeggeri appena sbarcati a ElmasTerrore ad alta quota
«Hostess in lacrime,
c'era fumo e puzza»Sabato 06 agosto 2011
Vedi le altre foto C 'è chi si è messo a pregare, chi a piangere, chi ha alzato il volume dell'Ipod chiudendo gli occhi sino all'atterraggio. Marisa invece, una giovane turista varesina diretta a Sant'Antioco per le vacanze, è svenuta come un sacco vuoto. «Soffre di attacchi di panico», spiega Monica mentre insieme ai volontari del 118 accompagna l'amica seduta su una carrozzina nel pronto soccorso della Croce Rossa presente nello scalo cagliaritano. «La tensione è stata troppo forte, non solo per lei ma per tutti. Una delle hostess piangeva, si vedeva che aveva molta paura, si immagini cosa potevamo pensare noi passeggeri vedendo una scena del genere».
TERRORE A BORDO Il racconto di quei venti minuti di terrore sull'Airbus A319 di EasyJet in volo da Milano a Cagliari pare tratto da uno dei tanti film catastrofisti sugli incidenti aerei. «È stato bruttissimo - spiega Cristina Poletti, di Garbagnate Milanese, che era seduta nella prima fila dell'Airbus insieme alla figlia di otto mesi -, non ci dicevano nulla e abbiamo temuto il peggio. Si è visto questo fumo uscire e poi l'acre puzza di bruciato. Abbiamo notato che le hostess hanno indossato delle strane maschere antigas. I respiratori sopra i sedili? No, non sono scattati, forse hanno ritenuto che non ce ne fosse bisogno. Io ho pianto, non sapevo cosa fare».
BATTESIMO CON BRIVIDO Piersandro Prato, sessantenne di Alessandria, era invece al suo primo volo in aereo. Un battesimo dell'aria da brivido. «Mancava mezz'ora all'atterraggio - racconta mentre abbraccia il figlio che lo aspettava a Elmas per poi portarlo a Villasimius - ad un certo punto si è sentita la puzza di bruciato, ma molto forte. Poi è uscito del fumo. Che cinque minuti prima dell'atterraggio si è diradato, sino a quasi scomparire. Paura? Paura è dir poco, al mio primo viaggio in aereo mi è capitata questa avventura, fortuna che è andata bene».
SORRISI DI PAURA Sorridono quasi tutti i passeggeri dell'Airbus EasyJet. Abbracciano i loro familiari che li attendono al “gate” degli arrivi e ridono. Ma sono risate strane, è un'euforia nervosa e ancora carica di tensione, tipica di chi ha appena scampato un brutto pericolo. Marco Angelini è di Milano e mai avrebbe pensato di iniziare la sua vacanza sarda - destinazione Calasetta - con una botta di adrenalina simile. «È stato terribile - dice - prima si è sentito uno scricchiolio, poi la cabina si è riempita di fumo e in un attimo abbiamo sentito la puzza di bruciato. Sembrava che stesse andando a fuoco qualcosa. L'aereo a quel punto ha perso rapidamente quota, ha fatto quasi una picchiata sino all'atterraggio. Sembrava che i piloti avessero difficoltà a tenerlo, oscillava, tanto che io ho pensato che stesse atterrando con un motore solo e che l'altro fosse in fiamme»
HOSTESS IN LACRIME Fulvia Viganò, varesina, è tra gli ultimi passeggeri del volo EasyJet a uscire dall'area per il ritiro bagagli. In testa ha un grande cappello di paglia, la faccia sembra distesa. «Ma non si faccia ingannare - sono le sue parole -, mi sono spaventata tantissimo anche io. Il fumo l'abbiamo visto tutti, così come abbiamo sentito la puzza di bruciato. Poi c'è stato quell'atterraggio vertiginoso. Le hostess? Una è stata molto professionale, sicura di sé, cercava di tranquillizzarci tutti, l'altra invece, poverina, piangeva, aveva tutto il trucco che le colava sul viso. Comunque nessuno a bordo si è messo ad urlare, paura sì, ma non c'è stata isteria. Tanto che alla fine il comandante ci ha pure fatto i complimenti per la compostezza che abbiamo tenuto. Ora? Mi godo la vacanza in Sardegna, me la merito».
M. Le.
http://edicola.unionesarda.it/Corrente/Articolo.aspx?Data=20110806&Categ=1&Voce=1&IdArticolo=2609300