Beh, se umanamente questo significa dover rinunciare a “un colpevole”, giuridicamente è giusto.
In molti paesi, Italia compresa, fallire non è un crimine, ma una circostanza possibile della vita di un’impresa.
È un crimine la bancarotta, ossia il ritardare surrettiziamente la dichiarazione di fallimento, quando oramai si sa che non c’è nulla da fare, danneggiando così altri creditori, ma che un imprenditore preda la partita è possibile e, se al posto dell’imprenditore ci sono degli amministratori, non è giusto che questi siano garanti del rischio d’impresa verso gli azionisti, i quali in fondo “scommettono” sull’andamento di una società…
Swissair è fallita in un momento di rara gravità, e in quegli stessi anni sono molte le compagnie che hanno portato i libri in tribunale… non da noi magari, ma solo perché la cultura del carrozzone da queste parti attraversa tutta la classe politica, e perché nessuno, né cinque anni fa né oggi, poteva e può permettersi di dire “signori, game over”.