Trasporto aereo mediorientale: è già operativa la quarta alleanza
di Antonio Bordoni
Il mega-ordine piazzato da Emirates in occasione del recente salone aeronautico di Farnborough ci fornisce lo spunto per analizzare lo scenario del trasporto aereo nell’area del Medio Oriente. A Farnborough la Emirates (Dubai) ha ordinato altri 30 velivoli tipo Boeing 777, per un valore nominale di nove miliardi di dollari. L’annuncio segue di poco più di un mese quello per 32 Airbus A380 siglato a Berlino, pari ad altri 11,5 mld ma soprattutto portando i propri ordini complessivi per questa macchina a 90 unità per un totale di oltre venti miliardi di dollari. La prima domanda è "quante compagnie aeree oggi potrebbero piazzare ordini di siffatta portata?".
La seconda, ancora più interessante, riguarda il perché di questi enormi ordini. Entro il 2017 Emirates sarà in grado di offrire alla sua clientela più posti sui settori intercontinentali di quanti British Airways e Air France ne possano mettere in vendita insieme. Anche se queste cifre si commentano da sole, bisogna ricordare anche che Etihad (Abu Dhabi) ha ordinato dieci A380 con opzioni per altre cinque macchine e che Qatar Airways (Doha) ha ordinato cinque macchine con opzioni per due.
Quindi queste tre compagnie hanno ordinato complessivamente 105 Airbus 380 con opzioni per altre sette macchine, mentre in Europa la Lufthansa, l’Air France e la British Airways ne hanno ordinate complessivamente 39 unità (rispettivamente 15, 12 e 12) con opzioni per altre 20 (10, 3 e 7)
Questa fotografia sugli ordini di quella che è la macchina-icona del lungo raggio la dice lunga su come si sta configurando la geografia del trasporto aereo sui settori intercontinentali.
Ci sentiamo di affermare che se in Europa si sono venute costruendo le tre basi delle tre alleanze che monopolizzano il traffico aereo mondiale (ampiamente criticate fra l’altro da Tim Clark, a.d. di Emirates, che vede in esse uno scandaloso esempio di consolidamento del trasporto aereo, che tradisce l’essenza stessa della deregulation) è indubbio che in Medio Oriente si vada costruendo il quarto polo che si contrapporrà a Star Alliance, Oneworld e SkyTeam.
E apparentemente questo quarto polo sembra che non abbia affatto bisogno di appellarsi "alleanza" per poter svolgere il suo compito.
Già oggi chi volesse analizzare le frequenze che dalle principali città europee si dipartono quotidianamente per Dubai, Doha e Abu Dhabi troverebbe che esse sono talmente numerose da non essere giustificate dal solo traffico punto-a-punto esistente fra le capitali europee e questi hub del medio oriente. La verità è che questi scali del golfo già fungono da punto di transito fra l’Europa e varie destinazioni dell’Asia, dell’Estremo Oriente e dell’Australia sottraendo traffico alle tre alleanze che invece convogliano il traffico dai vari punti europei ai loro hub continentali e da qui li trasportano sulle destinazioni a lungo raggio.
Verosimilmente questa quarta alleanza non ha bisogno di chiamare a sé altri vettori e di mischiare le carte in tavola con code-sharing o altre dubbie trovate come quella ad esempio di trasformare un volo sugli schermi degli aeroporti in tre-quattro altri voli ognuno avente un suo differente numero identificativo. Una alchimia commerciale che oltre a diluire lo yield dei singoli vettori crea non pochi grattacapi a passeggeri e operatori della biglietteria aerea.
Se il 2010 andrà bene per l’industria aerea commerciale ciò sarà dovuto in via primaria al sostegno che la regione mediorientale è in grado di dare alla asfittica industria del trasporto aereo che altrove ha raggiunto punti di evidente saturazione.
Il numero passeggeri-km prodotti nell’area del Medio Oriente sarà quella che crescerà più delle altre fornendo un decisivo input per annullare il segno negativo davanti al risultato complessivo che l’industria aerea mondiale prevede per il 2010 e il 2011.
Crescita dei passeggeri/km (%)
2009 2010 2011
AFRICA -3,3 9,8 8,5
ASIA/PACIFICO -0,2 10,8 7,5
EUROPA -3,9 3,5 2,5
MEDIO ORIENTE 9,1 15,5 12,0
NORD AMERICA -3,9 2,8 2,2
SUD/CENTRO AM. 0,9 9,8 5,5
TOTALE -2,0 6,4 4,7
Fonte: ICAO
Se si analizza il numero passeggeri trasportati si scoprirà che i vettori del medio oriente non si pongono ancora ai vertici delle graduatorie mondiali. Nell’anno 2009 considerando i soli passeggeri internazionali la Lufthansa ad esempio ha trasportato 41.515.000 unità, l’Air France 31.256.000 e la British Airways 27.844.00 contro i 25.921.000 di Emirates, i 14 milioni di Qatar Airways e i 7,5 di Etihad, purtuttavia ciò che andrebbe analizzato è il rateo di crescita che chiaramente mostra i limiti delle majors europee e le potenzialità ancora da sfruttare che hanno queste aerolinee. Prendendo ad esempio i primi tre vettori europei per passeggeri internazionali (esclusa Ryanair, prima per passeggeri internazionali ma limitata all’ambito europeo), il rateo di incremento relativo all’ultimo quinquennio è questo:
Passeggeri internazionali trasportati
2005 2009 variazione
LUFTHANSA 35.740.000 41.515.000 +16%
BRITISH A. 28.922.000 27.844.000 - 4%
AIR FRANCE 28.898.000 31.256.000 + 8%
EMIRATES 13.976.000 25.921.000 + 85%
E ancora ciò che colpisce di questi vettori è la capillarità della loro rete internazionale
che vede la Emirates volare su 108 destinazioni, la Qatar Airways su 85 e la Etihad su 65. Se si considera che in questi paesi il traffico domestico è molto limitato, ben si comprende la copertura mondiale della rete sociale di questi vettori e la possibilità che essi hanno di interfacciare le capitali europee con la capillarità del loro network.
Qualche osservatore di fronte al nuovo Al Maktoum Airport di Dubai capace di movimentare fino a 120 milioni di passeggeri all’anno ipotizza che gli EAU si stiano preparando per diventare nel giro di pochi anni un centro mondiale dell’aviazione civile che in un certo qual modo rimpiazzi l’immagine classica finora prevalente di capitale del petrolio, ed è un dato di fatto che una importante società governativa quale Mubadala Development stia stringendo accordi con socioetà aerospaziali quali la Rolls-Royce, Sikorsky e Finmeccanica.
Forse la migliore previsione in campo aeronautico sul futuro di questa regione sta ancora nelle parole di Tim Clark allorché commentando il suo mega-ordine, che aveva provocato tanto scalpore, ha pure aggiunto: «da parte nostra ne avremmo acquistati anche di più, se non fosse per i ben noti problemi di capacità aeroportuali e del traffico aereo…».
http://www.dedalonews.it/it/index.p...orientale-e-gia-operativa-la-quarta-alleanza/
di Antonio Bordoni
Il mega-ordine piazzato da Emirates in occasione del recente salone aeronautico di Farnborough ci fornisce lo spunto per analizzare lo scenario del trasporto aereo nell’area del Medio Oriente. A Farnborough la Emirates (Dubai) ha ordinato altri 30 velivoli tipo Boeing 777, per un valore nominale di nove miliardi di dollari. L’annuncio segue di poco più di un mese quello per 32 Airbus A380 siglato a Berlino, pari ad altri 11,5 mld ma soprattutto portando i propri ordini complessivi per questa macchina a 90 unità per un totale di oltre venti miliardi di dollari. La prima domanda è "quante compagnie aeree oggi potrebbero piazzare ordini di siffatta portata?".
La seconda, ancora più interessante, riguarda il perché di questi enormi ordini. Entro il 2017 Emirates sarà in grado di offrire alla sua clientela più posti sui settori intercontinentali di quanti British Airways e Air France ne possano mettere in vendita insieme. Anche se queste cifre si commentano da sole, bisogna ricordare anche che Etihad (Abu Dhabi) ha ordinato dieci A380 con opzioni per altre cinque macchine e che Qatar Airways (Doha) ha ordinato cinque macchine con opzioni per due.
Quindi queste tre compagnie hanno ordinato complessivamente 105 Airbus 380 con opzioni per altre sette macchine, mentre in Europa la Lufthansa, l’Air France e la British Airways ne hanno ordinate complessivamente 39 unità (rispettivamente 15, 12 e 12) con opzioni per altre 20 (10, 3 e 7)
Questa fotografia sugli ordini di quella che è la macchina-icona del lungo raggio la dice lunga su come si sta configurando la geografia del trasporto aereo sui settori intercontinentali.
Ci sentiamo di affermare che se in Europa si sono venute costruendo le tre basi delle tre alleanze che monopolizzano il traffico aereo mondiale (ampiamente criticate fra l’altro da Tim Clark, a.d. di Emirates, che vede in esse uno scandaloso esempio di consolidamento del trasporto aereo, che tradisce l’essenza stessa della deregulation) è indubbio che in Medio Oriente si vada costruendo il quarto polo che si contrapporrà a Star Alliance, Oneworld e SkyTeam.
E apparentemente questo quarto polo sembra che non abbia affatto bisogno di appellarsi "alleanza" per poter svolgere il suo compito.
Già oggi chi volesse analizzare le frequenze che dalle principali città europee si dipartono quotidianamente per Dubai, Doha e Abu Dhabi troverebbe che esse sono talmente numerose da non essere giustificate dal solo traffico punto-a-punto esistente fra le capitali europee e questi hub del medio oriente. La verità è che questi scali del golfo già fungono da punto di transito fra l’Europa e varie destinazioni dell’Asia, dell’Estremo Oriente e dell’Australia sottraendo traffico alle tre alleanze che invece convogliano il traffico dai vari punti europei ai loro hub continentali e da qui li trasportano sulle destinazioni a lungo raggio.
Verosimilmente questa quarta alleanza non ha bisogno di chiamare a sé altri vettori e di mischiare le carte in tavola con code-sharing o altre dubbie trovate come quella ad esempio di trasformare un volo sugli schermi degli aeroporti in tre-quattro altri voli ognuno avente un suo differente numero identificativo. Una alchimia commerciale che oltre a diluire lo yield dei singoli vettori crea non pochi grattacapi a passeggeri e operatori della biglietteria aerea.
Se il 2010 andrà bene per l’industria aerea commerciale ciò sarà dovuto in via primaria al sostegno che la regione mediorientale è in grado di dare alla asfittica industria del trasporto aereo che altrove ha raggiunto punti di evidente saturazione.
Il numero passeggeri-km prodotti nell’area del Medio Oriente sarà quella che crescerà più delle altre fornendo un decisivo input per annullare il segno negativo davanti al risultato complessivo che l’industria aerea mondiale prevede per il 2010 e il 2011.
Crescita dei passeggeri/km (%)
2009 2010 2011
AFRICA -3,3 9,8 8,5
ASIA/PACIFICO -0,2 10,8 7,5
EUROPA -3,9 3,5 2,5
MEDIO ORIENTE 9,1 15,5 12,0
NORD AMERICA -3,9 2,8 2,2
SUD/CENTRO AM. 0,9 9,8 5,5
TOTALE -2,0 6,4 4,7
Fonte: ICAO
Se si analizza il numero passeggeri trasportati si scoprirà che i vettori del medio oriente non si pongono ancora ai vertici delle graduatorie mondiali. Nell’anno 2009 considerando i soli passeggeri internazionali la Lufthansa ad esempio ha trasportato 41.515.000 unità, l’Air France 31.256.000 e la British Airways 27.844.00 contro i 25.921.000 di Emirates, i 14 milioni di Qatar Airways e i 7,5 di Etihad, purtuttavia ciò che andrebbe analizzato è il rateo di crescita che chiaramente mostra i limiti delle majors europee e le potenzialità ancora da sfruttare che hanno queste aerolinee. Prendendo ad esempio i primi tre vettori europei per passeggeri internazionali (esclusa Ryanair, prima per passeggeri internazionali ma limitata all’ambito europeo), il rateo di incremento relativo all’ultimo quinquennio è questo:
Passeggeri internazionali trasportati
2005 2009 variazione
LUFTHANSA 35.740.000 41.515.000 +16%
BRITISH A. 28.922.000 27.844.000 - 4%
AIR FRANCE 28.898.000 31.256.000 + 8%
EMIRATES 13.976.000 25.921.000 + 85%
E ancora ciò che colpisce di questi vettori è la capillarità della loro rete internazionale
che vede la Emirates volare su 108 destinazioni, la Qatar Airways su 85 e la Etihad su 65. Se si considera che in questi paesi il traffico domestico è molto limitato, ben si comprende la copertura mondiale della rete sociale di questi vettori e la possibilità che essi hanno di interfacciare le capitali europee con la capillarità del loro network.
Qualche osservatore di fronte al nuovo Al Maktoum Airport di Dubai capace di movimentare fino a 120 milioni di passeggeri all’anno ipotizza che gli EAU si stiano preparando per diventare nel giro di pochi anni un centro mondiale dell’aviazione civile che in un certo qual modo rimpiazzi l’immagine classica finora prevalente di capitale del petrolio, ed è un dato di fatto che una importante società governativa quale Mubadala Development stia stringendo accordi con socioetà aerospaziali quali la Rolls-Royce, Sikorsky e Finmeccanica.
Forse la migliore previsione in campo aeronautico sul futuro di questa regione sta ancora nelle parole di Tim Clark allorché commentando il suo mega-ordine, che aveva provocato tanto scalpore, ha pure aggiunto: «da parte nostra ne avremmo acquistati anche di più, se non fosse per i ben noti problemi di capacità aeroportuali e del traffico aereo…».
http://www.dedalonews.it/it/index.p...orientale-e-gia-operativa-la-quarta-alleanza/