Calderoli: «Alitalia può anche fallire»
«La protesta è selvaggia e fuori dalle regole»
ROMA — Ministro Calderoli, il partito cui appartiene, la Lega, non ha mai risparmiato critiche ad Alitalia. Che idea si è fatto della vertenza riesplosa in questi giorni?
«Purtroppo quella che si sono fatti gli utenti della compagnia: pessima. Ora, mercoledì c'è questo incontro voluto dal governo a palazzo Chigi. Vedremo».
I sindacati chiedono che il governo intervenga per far rispettare al manager gli accordi che tutelano l'unitarietà dell'azienda. Come la vede?
«Penso che sia ora che i sindacati addivengano a più miti consigli e facciano dei sacrifici».
Dicono di averli già fatti: in fondo hanno concesso una riduzione del 30% sul costo del lavoro.
«Quello che vedo sono cittadini che pagano senza ottenere il servizio dovuto. Il problema dei sindacati è la loro "forma mentis": sono abituati a chiedere. E per farlo scioperano».
Scioperare è legittimo. Non crede?
«Sì, ma qui siamo persino in presenza di una protesta selvaggia, fuori dalle regole. Anche l'immagine dell'azienda ne esce a pezzi».
La responsabilità è tutta dei lavoratori, o anche gli attuali vertici, arrivati nel maggio 2004, hanno colpe?
«L'amministratore delegato Giancarlo Cimoli ha avuto un compito difficile da portare a termine e ha fatto abbastanza bene. Non direi che il problema sia cambiare il manager».
Ma come, sulla «Padania», il giornale della Lega, ieri il titolo d'apertura era «Mandiamoli a casa», riferito ai manager di Alitalia e Fs, con tanto di foto...
«Sì, ma quello che vogliamo dire è che in un momento in cui s'impone un certo rigore, le regole devono valere per tutti. Non è più consentito ad Alitalia chiedere aiuto al governo: non possiamo più intervenire».
Quindi cosa intendete fare mercoledì a palazzo Chigi?
«L'unico ruolo che possiamo avere è quello di mediazione».
C'è qualcuno che consiglia al governo di non fare neanche quello e di lasciare fallire Alitalia.
«Farla fallire? Se la situazione è tale per cui ogni volta devono venire a Canossa a chiedere aiuto, allora forse è meglio».
Il Tesoro ci ha appena messo una bella cifra nell'aumento di capitale...
«Sì, ed è l'ultima volta che lo può fare. Poi se la compagnia sta in piedi, bene. Se invece deve bruciare solo risorse, che vada incontro al suo destino».
Il governo avrebbe sbagliato investimento in questo caso. Non crede?
«Che il governo non dovesse metterci altri soldi noi lo abbiamo detto dai tempi del "prestito-ponte". E mi sembra che i fatti ci stiano dando ragione: la compagnia va salvata solo se fa il suo dovere. Che è erogare servizi».
Intanto Alitalia sta comprando Volare.
«Appunto. Sono molto perplesso: Alitalia ha lavoratori in cassintegrazione e acquista un'altra compagnia? E poi che fa, mette in cassintegrazione anche questi altri?».
Ma se eravate voi a sostenere l'integrazione tra Alitalia e Volare.
«Non mi risulta. Noi siamo sempre stati attenti ad assicurare che Volare continuasse a operare. E la soluzione Alitalia non mi pare lo garantisca».
Antonella Baccaro - CdS
«La protesta è selvaggia e fuori dalle regole»
ROMA — Ministro Calderoli, il partito cui appartiene, la Lega, non ha mai risparmiato critiche ad Alitalia. Che idea si è fatto della vertenza riesplosa in questi giorni?
«Purtroppo quella che si sono fatti gli utenti della compagnia: pessima. Ora, mercoledì c'è questo incontro voluto dal governo a palazzo Chigi. Vedremo».
I sindacati chiedono che il governo intervenga per far rispettare al manager gli accordi che tutelano l'unitarietà dell'azienda. Come la vede?
«Penso che sia ora che i sindacati addivengano a più miti consigli e facciano dei sacrifici».
Dicono di averli già fatti: in fondo hanno concesso una riduzione del 30% sul costo del lavoro.
«Quello che vedo sono cittadini che pagano senza ottenere il servizio dovuto. Il problema dei sindacati è la loro "forma mentis": sono abituati a chiedere. E per farlo scioperano».
Scioperare è legittimo. Non crede?
«Sì, ma qui siamo persino in presenza di una protesta selvaggia, fuori dalle regole. Anche l'immagine dell'azienda ne esce a pezzi».
La responsabilità è tutta dei lavoratori, o anche gli attuali vertici, arrivati nel maggio 2004, hanno colpe?
«L'amministratore delegato Giancarlo Cimoli ha avuto un compito difficile da portare a termine e ha fatto abbastanza bene. Non direi che il problema sia cambiare il manager».
Ma come, sulla «Padania», il giornale della Lega, ieri il titolo d'apertura era «Mandiamoli a casa», riferito ai manager di Alitalia e Fs, con tanto di foto...
«Sì, ma quello che vogliamo dire è che in un momento in cui s'impone un certo rigore, le regole devono valere per tutti. Non è più consentito ad Alitalia chiedere aiuto al governo: non possiamo più intervenire».
Quindi cosa intendete fare mercoledì a palazzo Chigi?
«L'unico ruolo che possiamo avere è quello di mediazione».
C'è qualcuno che consiglia al governo di non fare neanche quello e di lasciare fallire Alitalia.
«Farla fallire? Se la situazione è tale per cui ogni volta devono venire a Canossa a chiedere aiuto, allora forse è meglio».
Il Tesoro ci ha appena messo una bella cifra nell'aumento di capitale...
«Sì, ed è l'ultima volta che lo può fare. Poi se la compagnia sta in piedi, bene. Se invece deve bruciare solo risorse, che vada incontro al suo destino».
Il governo avrebbe sbagliato investimento in questo caso. Non crede?
«Che il governo non dovesse metterci altri soldi noi lo abbiamo detto dai tempi del "prestito-ponte". E mi sembra che i fatti ci stiano dando ragione: la compagnia va salvata solo se fa il suo dovere. Che è erogare servizi».
Intanto Alitalia sta comprando Volare.
«Appunto. Sono molto perplesso: Alitalia ha lavoratori in cassintegrazione e acquista un'altra compagnia? E poi che fa, mette in cassintegrazione anche questi altri?».
Ma se eravate voi a sostenere l'integrazione tra Alitalia e Volare.
«Non mi risulta. Noi siamo sempre stati attenti ad assicurare che Volare continuasse a operare. E la soluzione Alitalia non mi pare lo garantisca».
Antonella Baccaro - CdS