Alitalia ed Air Berlin : sarà fusione?


Re: Thread Alitalia da gennaio 2016

http://www.ilfoglio.it/economia/201...egia-di-etihad___1-v-138522-rubriche_c226.htm
Quanto lo ritenete possibile?? Qualcuno ha qualche indiscrezione in merito ??
Molto difficile.
Comunque trovo davvero irritante questo porre continuamente l'accento sull'investimento fatto da EY, "dimenticando" quello di ben maggiori dimensioni fatto dai soci italiani (banche in primis).
Come pure sarebbe ora di finirla con il mantra che AZ è senza soldi: tra il valore complessivo del closing con EY (1.758 M€) e i bond emessi successivamente da AZ (375 M€) ed EY (quota parte di AZ pari a 122 M$), siamo di fronte ad una iniezione di liquidità sotto varie forme pari a 2.243 M€.
Deve essere ben chiaro che se per AZ viene preferita una crescita "conservativa", non è per mancanza di liquidi, ma è frutto di una precisa scelta manageriale.

http://corporate.alitalia.it/it/media/comunicati-stampa/08-08-2014a.html
http://corporate.alitalia.it/it/media/comunicati-sai/2015-09-18b.html
 
Re: Thread Alitalia da gennaio 2016

È una delle soluzioni possibili e potrebbe avere una sua logica.
Comunque apprezzo un articolo senza sostanziali strafalcioni

In realtà qualche inesattezza c'è

Etihad controlla il 29 per cento di Air Berlin, lontana dunque dal limite di possesso azionario dell’Unione europea

Se si guarda solo le azioni tra i singoli soggetti, è vero quanto riportati, ma a ben guardare la situazione è un pelo più complicata.
Al 30 settembre 2015, la situazione era la seguente:

The largest shareholders in Air Berlin PLC are Etihad Airways and ESAS Holding A.S. In total, approximately 33,154 shareholders are listed in the Company’s share register

Aktionärsstruktur_EN_300915.png


Shareholder structure by nationality in %
Germany 55.99
United Arab Emirates 29.21
Turkey 12.02
Austria 0.81
Switzerland 0.39
Liechtenstein/Büsingen 0.21
Other EU Member States / EEA 0.78
Other 0.60


Facendo due calcoli, l'attuale situazione societaria non è molto distante dal limite del 49% imposto dalla UE.
 
Articolo de IlFoglio di ieri che riporta alla ribalta una ipotesi di cui AviazioneCivile.it aveva scritto già diversi mesi fa.

Perché Alitalia e AirBerlin si dovranno fondere per sostenere la strategia di Etihad
Fatti, numeri e indiscrezioni sul quello che si spiffera su una possibile fusione tra Alitalia e AirBerlin perché gli emiratini devono rafforzarle entrambe per espandersi in Europa.



Roma. La caduta del prezzo del petrolio sta permettendo al trasporto aereo di macinare record. La IATA, l’associazione che raggruppa la maggior parte delle compagnie aeree mondiale, ha annunciato 33 miliardi di dollari di utile per i vettori nel 2015 e tale cifra potrebbe crescere nel 2016.

Anche i vettori europei, negli ultimi anni in difficoltà a causa della forte concorrenza delle low cost nel corto raggio e dei vettori medio-orientali nel lungo raggio, hanno visto la luce con circa 8 miliardi di utili. Come sempre, il panorama non è così lineare, in particolare in Italia. Mentre Ryanair, il vettore ultra low cost irlandese continua a crescere, Alitalia soffre, mentre Meridiana, entrata nell'orbita del Qatar, è perennemente sull'orlo del baratro.

L’arrivo di Etihad nel 2014, che ha acquistato il 49 per cento delle azioni di Alitalia, ha dato alla compagnia italiana la possibilità di sopravvivere e di fare un piano industriale di sviluppo. Tuttavia, come ha anche dimostrato l’allontanamento dell’amministratore delegato Cassano, la situazione non stava evolvendo nei migliori dei modi. Nonostante l’immissione di oltre mezzo miliardo di euro da parte degli emiri, la forte crescita delle compagnie low cost nel principale aeroporto ed hub di Roma Fiumicino ha quasi ucciso la strategia del vettore italiano.

La scorsa estate sono stati aggiunti oltre 200 voli settimanali da Vueling, Ryanair ed Easyjet e di fatto tale concorrenza ha in parte distrutto il sistema di feederaggio di Alitalia. I voli a lungo raggio, quelli più profittevoli, hanno infatti bisogno di essere alimentati da voli a corto raggio. Un passeggero che va da Torino a New York, infatti, non avrà la possibilità di farlo con un volo diretto, dato che la domanda non è sufficiente, ma dovrà passare attraverso un hub. Questi passeggeri riempiranno sia il volo a corto raggio, Torino – Roma che il volo a lungo raggio Roma – New York.

La concorrenza delle low cost per i voli a corto raggio hanno dunque fatto molto male ad Alitalia e la compagnia ha bisogno di altre risorse per cercare di svilupparsi e sopportare meglio la concorrenza. Perché Etihad non fornisce altre risorse? In realtà vi sono i limiti comunitari che non permettono ad un vettore extra-comunitario il controllo di una compagnia europea. La quota azionaria massima è pari al 49,9 per cento. A questo punto Etihad non può mettere altre risorse in Alitalia a meno che i soci italiani non partecipino anch’essi ad un aumento di capitale. Tuttavia questa è un’opzione molto improbabile.

A fine 2015 Etihad ha trovato un’altra via, legalmente rischiosa, e poco efficace. La compagnia ha emesso un bond sul mercato che poi è stato “distribuito” tra le varie compagnie di cui detiene una quota di minoranza, quali ad esempio Alitalia, Air Serbia o Air Berlin. Ad Alitalia dovrebbero essere arrivati circa 100 milioni di risorse ad un tasso di finanziamento migliore di quanto avrebbe potuto ottenere se fosse andata direttamente sul mercato. Che altre soluzioni sono possibili?

Quella che si sussurra nel mondo aviation da tempo è questa: Etihad controlla il 29 per cento di Air Berlin, lontana dunque dal limite di possesso azionario dell’Unione europea, mentre è al 49 per cento di Alitalia. Per tale motivo la compagnia emiratina potrebbe pensare di spingere verso una fusione tra Alitalia ed AirBerlin per potere poi prendere il 49 per cento di tale nuovo compagnia. In questo modo potrebbe mettere nuove risorse fresche per rilanciarle entrambe.

Un’alleanza italo tedesca nel mondo aereo che fa molta paura a Lufthansa e che allungherebbe l’ombra di Etihad su tutto il continente europeo. Si ricorda che i tre grandi vettori medio-orientali – Emirates, Qatar Airways e Etihad –- sono accusati di ricevere sussidi dai differenti emirati. Tuttavia tale accusa è tutta da dimostrare, dato che il vantaggio competitivo deriva principalmente dalla bassa tassazione presente negli Emirati Arabi Uniti, da una flotta moderna, oltre che dall’integrazione verticale tra operatori aeroportuali e compagnie aeree.

Il rischio maggiore per tale operazione è che possa intervenire la Commissione europea, trovando un controllo de facto dei due vettori da parte di una compagnia extracomunitaria. Tuttavia va ricordato che è stata la stessa Commissione Europea a dichiarare “stupidi” i limiti attuali al controllo azionario. Una mancata liberalizzazione che blocca lo sviluppo di veri gruppi globali nel settore aereo.
 
Tanto per curiosità mi chiedo cosa succederebbe se la UE dovesse accertare un controllo di fatto. A proposito, l'istruttoria sull'operazione az ey non si è ancora conclusa.

Ey dovrà vendere azioni (e quante?)
Dovranno modificare la governance societaria e la composizione del CDA?. E se così fosse, i soci italiani di riferimento, diciamo intesa e Unicredit, quando dovranno nominare il board a chi potranno chiedere consigli? Solo Schisano? (giusto per fare un nome qualsiasi).
 
Sarà interessante capire se si tratta di un'ipotesi di fusione "finanziaria", con la creazione di un gruppo di due compagnie dove ciascuna manterrà la propria indipendenza operativa, o se si punta a qualcosa di più profondo e radicale... con chissà quali conseguenze nei confronti del network.
 
Sarà interessante capire se si tratta di un'ipotesi di fusione "finanziaria", con la creazione di un gruppo di due compagnie dove ciascuna manterrà la propria indipendenza operativa, o se si punta a qualcosa di più profondo e radicale... con chissà quali conseguenze nei confronti del network.
Siamo nel campo delle pure ipotesi (dubito che ci sia qualcosa di concreto). Però a mio parere la cosa sensata sarebbe procedere per gradi, all'inizio accentrando le funzioni di HQ (acquisti, personale, finanza ecc.) ed eventualmente la manutenzione. Già così si dovrebbero ottenere risparmi non indifferenti.
Il coordinamento network invece è una scelta logica che va ad là dell'ipotesi di fusione (e infatti già oggi i CS sono molti e si potrebbe pensare a una specializzazione per area geografica, come sempre escludendo le aree coperte dalle JV)
 
Tanto per curiosità mi chiedo cosa succederebbe se la UE dovesse accertare un controllo di fatto. A proposito, l'istruttoria sull'operazione az ey non si è ancora conclusa.

Ey dovrà vendere azioni (e quante?)
Dovranno modificare la governance societaria e la composizione del CDA?. E se così fosse, i soci italiani di riferimento, diciamo intesa e Unicredit, quando dovranno nominare il board a chi potranno chiedere consigli? Solo Schisano? (giusto per fare un nome qualsiasi).
A livello azionario non ci sono problemi non superando il 50%, a livello gestionale potrebbero chiedere una variazione della governance così come hanno fatto in Svizzera con Darwin.
In realtà la governance non è una cosa esplicita quindi non è che ci siano grossi margini per la commissione UE, diciamo che potrebbero essere dichiarate "illegali" operazioni che palesemente portano un danno ad AZ o AB a favore di EY, danni ovviamente da dimostrare cifre alla mano.
A livello di holding una fusione potrebbe anche avere senso stile IAG, ma a livello di polemiche da parte dei concorrenti aumenterebbero in quanto si andrebbero a frammentare di più la compagine azionaria dei soci europei.
 
Dove era semplice razionalizzare il network è già stato fatto: a VIE AZ non c'è più, i voli su Milano e Roma sono operati da HG (manco AB). Poi ci sono dettagli tipo il fatto che AB ed AZ appartengono ad alleanze diverse, cosa che ad un certo punto bisognerà affrontare.
 
Dove era semplice razionalizzare il network è già stato fatto: a VIE AZ non c'è più, i voli su Milano e Roma sono operati da HG (manco AB). Poi ci sono dettagli tipo il fatto che AB ed AZ appartengono ad alleanze diverse, cosa che ad un certo punto bisognerà affrontare.
A livello poi di acquisti ecc c'è l'ombrello di EY equity partner, come dimostra il bond cumulativo, quindi non serve una fusione per perseguire risparmi in quella direzione.
 
Dove era semplice razionalizzare il network è già stato fatto: a VIE AZ non c'è più, i voli su Milano e Roma sono operati da HG (manco AB). Poi ci sono dettagli tipo il fatto che AB ed AZ appartengono ad alleanze diverse, cosa che ad un certo punto bisognerà affrontare.

Il gioco di alleanze, in realtà, mi pare molto più semplice da affrontare rispetto tanti altri problemi.
Le compagnie continuerebbero a volare nelle proprie alleanze, portando avanti il processo di accentramento delle risorse, libere di scegliere quella delle due che offre più opportunità di sviluppo sul lungo termine.
Stile LATAM.
 
A livello azionario non ci sono problemi non superando il 50%, a livello gestionale potrebbero chiedere una variazione della governance così come hanno fatto in Svizzera con Darwin.
In realtà la governance non è una cosa esplicita quindi non è che ci siano grossi margini per la commissione UE, diciamo che potrebbero essere dichiarate "illegali" operazioni che palesemente portano un danno ad AZ o AB a favore di EY, danni ovviamente da dimostrare cifre alla mano.
A livello di holding una fusione potrebbe anche avere senso stile IAG, ma a livello di polemiche da parte dei concorrenti aumenterebbero in quanto si andrebbero a frammentare di più la compagine azionaria dei soci europei.

Chiarissimo Farfallina.
Diciamo quindi che ey deve solo stare attenta ad evitare che le navette verso AUH con ferro AZ non volino troppo in perdita.
Per il resto, mi pare molto arduo che la nuova gestione possa fare peggio delle precedenti e oltretutto per incorrere in censure UE dovrebbe peggiorare a vantaggio degli emiratini.
 
Chiarissimo Farfallina.
Diciamo quindi che ey deve solo stare attenta ad evitare che le navette verso AUH con ferro AZ non volino troppo in perdita.
Per il resto, mi pare molto arduo che la nuova gestione possa fare peggio delle precedenti e oltretutto per incorrere in censure UE dovrebbe peggiorare a vantaggio degli emiratini.
Rotte verso AUH che immagino porteranno un segno più a bilancio, vedasi il 50% di biglietti acquistati direttamente da EY.
In ogni caso EY non ha interesse a a generare perdite per AZ o altri partner a fronte di propri guadagni (cosa che poteva essere per AF) per il semplice motivo che una AZ o AB da ricapitalizzare diventa un grosso problema per via del 49% massimo a EY. Le partner europee devono sostenersi per non dare problemi.
 
Rotte verso AUH che immagino porteranno un segno più a bilancio, vedasi il 50% di biglietti acquistati direttamente da EY.
In ogni caso EY non ha interesse a a generare perdite per AZ o altri partner a fronte di propri guadagni (cosa che poteva essere per AF) per il semplice motivo che una AZ o AB da ricapitalizzare diventa un grosso problema per via del 49% massimo a EY. Le partner europee devono sostenersi per non dare problemi.


Condivido. E questo dimostra che la norma UE che impone il controllo dei vettori da parte di soggetti UE non ha più senso di esistere, anzi diventa controproducente per gli altri vettori UE.
Se il 50% dei biglietti ita-auh vengono comprati da ey, indirettamente configura un aiuto ad az da parte dello stato emiratino. Questo tipo di aiuto di stato "indiretto" non è però sanzionato da alcuna norma UE.
 
Rotte verso AUH che immagino porteranno un segno più a bilancio, vedasi il 50% di biglietti acquistati direttamente da EY.
In ogni caso EY non ha interesse a a generare perdite per AZ o altri partner a fronte di propri guadagni (cosa che poteva essere per AF) per il semplice motivo che una AZ o AB da ricapitalizzare diventa un grosso problema per via del 49% massimo a EY. Le partner europee devono sostenersi per non dare problemi.

Quoto. In sostanza Ey comprando il 50% dei biglietti dei voli da/per AUH sta finanziando Az sempre rimanendo nel 49% del capitale. Sarebbe interessante sapere quanti biglietti Ey vende di questo 50% che compra. Visti i LF modesti per AUH, Az dei 50% dei posti, quanti ne riesce a vendere?
Come ho piú volte detto Ey e Az devono fare qualcosa perché le tratte per l' Asia offerte da EK sono spesso migliori come orari e come prezzi : lo dico anche per esperienza personale, spesso (o quasi sempre) scelto Ek rispetto a Az/Ey per una scelta di orari migliori (scali piú corti) e prezzi decisamente piú bassi, senza considerare il plus di volare con il 380.
 
Condivido. E questo dimostra che la norma UE che impone il controllo dei vettori da parte di soggetti UE non ha più senso di esistere, anzi diventa controproducente per gli altri vettori UE.
Se il 50% dei biglietti ita-auh vengono comprati da ey, indirettamente configura un aiuto ad az da parte dello stato emiratino. Questo tipo di aiuto di stato "indiretto" non è però sanzionato da alcuna norma UE.

scusatemi una domanda: ma può essere definito aiuto di Stato dalla commissione UE se l'aiuto avviene da uno Stato extra-ue?
A me nei regolamenti europei mi sembra si faccia sempre riferimento al paese UE che abbia autorizzato l'aiuto di Stato.
Anche perchè una procedura di infrazione non vedo chi possa sanzionare visto che l'ipotetico aiuto viene da uno Stato extra UE che ha il 49% di un'azienda dell'UE
 
Il gioco di alleanze, in realtà, mi pare molto più semplice da affrontare rispetto tanti altri problemi.
Le compagnie continuerebbero a volare nelle proprie alleanze, portando avanti il processo di accentramento delle risorse, libere di scegliere quella delle due che offre più opportunità di sviluppo sul lungo termine.
Stile LATAM.

Si può fare ma su eventuali prosecuzioni non è ideale tentare di fidelizzare il cliente su due alleanze. Il c/s di solito funziona solo su metal dell'alleanza.