Alitalia, Air France offre 35 cent, AirOne uno -


Maxfly

Utente Registrato
29 Luglio 2007
111
0
0
.
Alitalia, Air France offre 35 cent, AirOne uno

ROMA/MILANO (Reuters) - di Giselda Vagnoni e Jo Winterbottom

Trentacinque centesimi per azione da Air France-Klm, un centesimo per azione da Air One. Sono questi, secondo una fonte vicina al dossier, i prezzi proposti nelle offerte non vincolanti dalle due compagnie aeree interessate a rilevare dal Tesoro il 49,9% di Alitalia attraverso un'Opa.

Il gruppo italiano dell'imprenditore Carlo Toto, che è sostenuto finanziariamente da Intesa SanPaolo, Nomura, Morgan Stanley e ha come adviser Goldman Sachs, chiede inoltre di avere uno sconto della metà sui bond convertibili emessi dalla compagnia di bandiera nel 2002 con scadenza 2010. Alla fine dello scorso anno il Tesoro ne deteneva circa 1,2 miliardi per un valore di 450 milioni.

L'offerta dei francesi valorizza Alitalia (1.386.697.439 azioni) 485,344 milioni, quella degli italiani 13,867 milioni. Ai prezzi di ieri, la capitalizzazione di Borsa era di 1,2 miliardi.

Nè Air France-Klm, primo vettore al mondo per ricavi, nè Air One, seconda compagnia aerea italiana con 611,5 milioni di fatturato nel 2006, hanno voluto commentare la notizia.

Alitalia ha precisato in una nota che gli elementi di prezzo forniti da Reuters "non risultano completi e pienamente corrispondenti e, comunque, attengono ad offerte non vincolanti, costituendo, pertanto, un mero primo riferimento di valore".

Dopo la pubblicazione dei dettagli delle offerte, il titolo Alitalia, che alle 11.00 era scambiato a 0,862 euro, è stato più volte congelato per eccesso di ribasso e alle 14,30 segna un calo teorico del 25,3% a 0,65 euro.

Le due offerte non vincolanti sono giunte all'adviser Citigroup di Alitalia giovedì 6 dicembre, termine fissato per la loro presentazione. Il governo ha più volte detto di voler privilegiare il piano industriale di rilancio della compagnia alla parte economica.

Mercoledì le due proposte sono state discusse in una riunione governativa ristretta con Romano Prodi, che il giorno prima aveva ricevuto il presidente di Alitalia Maurizio Prato. L'incontro a palazzo Chigi - in cui si sono fronteggiate le ragioni di chi avalla la soluzione italiana nel timore di una colonizzazione francese e della rinuncia del secondo hub di Malpensa, e di chi si sente più garantito da Air France-Klm - è stato interlocutorio.

La mancanza di indicazioni da parte dell'azionista di riferimento ha costretto Prato, favorevole al progetto francese e pronto a dimettersi se sconfessato, a rimandare a martedì 18 dicembre il consiglio di amministrazione per individuare il soggetto con cui condurre le trattative in esclusiva.

La compagnia francese e quella italiana sono partner commerciali dal 2001 e dai primi mesi del 2003 Air France ha una quota del 2% in Alitalia che ha consentito al suo presidente Jean-Cyril Spinetta di sedere nel cda della Magliana fino all'avvio delle procedure di vendita un anno fa.

A favore di AirOne si sono schierati con veemenza il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo e il leader dell'opposizione Silvio Berlusconi. Anche i principali sindacati italiani, ad eccezione di quelli dei piloti, hanno detto di tifare per AirOne. E proprio oggi i rappresentanti dei lavoratori del settore trasporti hanno minacciato sciopero selvaggio nel caso in cui il governo dovesse prendere una decisione senza consultarli.

I maggiori sostenitori di AirOne all'interno del governo sono ritenuti i vice presidenti del Consiglio Francesco Rutelli e Massimo D'Alema, mentre i francesi possono contare sul ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa.

Anche Romano Prodi, che a fine novembre ha avuto a Nizza una bilaterale molto positiva con il presidente Nicolas Sarkozy, è considerato favorevole all'opzione francese.

Una soluzione non sembra ancora a portata di mano e lo stesso Prodi ieri sera ha detto che "non ci sono scadenze legali".

A complicare le cose è arrivata ieri ad Alitalia una lettera, sottoscritta da rappresentanti di Sa Holdings Ltd e girata poi al Tesoro, in cui una cordata formata dal fondo Evergreen Llc affiancato da Thl, entrambi facenti capo a Quantum Group, e Singapore Airlines si dichiarano interessati a fare un'offerta.

La compagnia aerea asiatica Singapore Airlines Limited ha però subito smentito e durante la notte ha precisato in una nota che la società Singapore Airlines Holding non esiste e che se esistesse "non sarebbe autorizzata a prendere impegni per conto della Singapore Airlines Limited in relazione ad Alitalia".

In mattinata, poi, Deutsche Bank e lo studio legale Orrick, indicati dalla stampa come advisor della cordata Evergreen, hanno fatto sapere che "non esistono i presupposti e le condizioni perchè aderiscano alla richiesta di advisory formulata".

La vicenda non è passata inosservata presso la Consob, che ha chiesto chiarimenti e avviato gli accertamenti del caso facendo uso degli strumenti di cui dispone grazie alla legge della market abuse.

Nei mesi scorsi Rutelli ha parlato di un interesse di una compagnia asiatica e il numero uno di Deutsche Bank Italia, Vincenzo De Bustis, è considerato vicino al ministro degli Esteri D'Alema.
 
Offrono più soldi e più garanzie. E il governo rinvia la decisione? A me sembra una scelta facilissima.
 
Piu' che altro AF dovrebbe spiegare ai propri azionisti il perche', in un'azienda normale.
Immaginatevi BA che offre un prezzo gonfiato come quello di AF. Come minimo il titolo perde il 20%.

E' come se io offra 200000 euro per una punto del 1995 con 160000 km. Ovvio che me la vendono subito.

Dovrebbero venderla subito a quel prezzo.
 
infatti non capiscono cosa attendono....

la capitalizzazione in borsa di AZ è 1.2 mld di €...AF offre 1 terzo...considerando i debiti di AZ...venderla a queste condizioni è un affarone per lo stato....