DA L'ARENA
Riparte il risiko degli aeroporti del Nord con l'obiettivo di creare un grande network da Torino a Venezia, passando da Milano che potrebbe comprendere anche Brescia e Verona, rivoluzionando quella proposta di piano nazionale degli aeroporti che il ministro Corrado Passera aveva diffuso poco prima che cadesse il governo Monti e che ora il nuovo governo Letta vuole rivedere. Tutto questo mentre è già partito il conto alla rovescia per l'assemblea dei soci della Catullo spa che si terrà venerdì 5 luglio in sede e che all'ordine del giorno vede tre punti molto delicati. Il primo è l'approvazione del bilancio 2012 che accusa una perdita, nel consolidato, di circa 10,8 milioni di euro, in riduzione rispetto a quello precedente, ma grazie a poste straordinarie positive. Nel 2013 comunque dovrebbero sentirsi i benefici delle azioni messe in pratica negli ultimi mesi del 2012, come l'attivazione cargo dello scalo di Montichiari, anche se però il calo dei passeggeri al Catullo si fa sentire e la proiezione a fine 2013 sarebbe sotto i 3 milioni di unità. Legato a questo aspetto di bilancio ci sarà la presentazione del nuovo piano industriale, ricalibrato appunto dopo l'attivazione dei cargo a Montichiari e i contratti firmati con la compagnia del Vietnam per voli regolari: in questo senso l'altro giorno il viceministro degli Esteri, Bruno Archi, ed il viceministro dei Trasporti della Repubblica Socialista del Vietnam, Pham Quy Tieu, hanno firmato alla Farnesina un Accordo sui servizi di trasporto aereo che regolamenterà i servizi di trasporto aereo (passeggeri, merce e posta) tra l'Italia e il Vietnam, delineando il quadro giuridico generale nel cui ambito si svilupperanno le relazioni aeronautiche bilaterali. Sotto il profilo operativo, sarà possibile per i vettori di entrambi i Paesi poter operare fino a 7 voli settimanali tra Italia e Vietnam con la possibilità, per ambo le parti, di poter designare più compagnie aeree sugli scali di Hanoi, Ho Chi Min City e un terzo scalo a scelta in Vietnam, e Roma, Milano ed un terzo scalo a scelta in Italia, che sarà appunto Montichiari. L'altro punto molto delicato all'ordine del giorno sarà la decisione di dare o meno il via libera all'azione di responsabilità civile nei confronti dei precedenti amministratori, dall'ex presidente Fabio Bortolazzi all'ex dg Massimo Soppani fino a tutto il cda, per i presunti danni arrecati al bilancio della società aeroportuale che si è ritrovata con un buco da 20 milioni di euro. La questione è all'attenzione dei soci, che sono appunto coloro che avevano nominato i consiglieri di amministrazione e il presidente, per capire che cosa fare alla luce anche dell'inchiesta della Procura della Repubblica che sta indagando con la Guardia di Finanza sulla presunta malagestione con l'iscrizione nel registro degli indagati di almeno un paio di persone tra cui appunto Bortolazzi. Ieri pomeriggio si è svolta una prima riunione tecnico-informativa tra i rappresentanti della Catullo spa e i rappresentanti dei soci per capire come affrontare la situazione: da un lato si vorrebbe scegliere una linea prudenziale in attesa di capire le mosse della magistratura sul piano penale, in modo che siano accertate e definite le responsabilità dei singoli. È però anche vero che erano stati gli stessi amministratori della precedente gestione ad andare su La7 per rilasciare dichiarazioni nelle quali spiegavano l'esistenza di un «sistema», per esempio sulle assunzioni, poco chiaro. E alla luce di queste dichiarazioni l'inchiesta giudiziaria ha preso nuovo vigore e chi amministra ora lo scalo non può non agire e lasciar correre. Si tratta dunque di passaggi molto delicati che avvengono proprio mentre a livello nazionale, tra le dichiarazioni del ministro Lupi e il cambio della guardia al vertice della Sea ritorna con forza l'ipotesi di un sistema aeroportuale del Nord. Dice infatti il nuovo ministro che «il piano aeroporti del precedente governo è un buon lavoro, ma deve essere rivisto alla luce dei nuovi scenari e con un nuovo modo di interloquire con i soggetti interessati». Il che significa che verrà rivisto: «La Conferenza Stato-Regioni - ha sottolineato Lupi - dovrebbe vidimare un percorso già condiviso: bisogna fare una sintesi prima e poi assumersi le responsabilità». E a proposito di Regioni, il governatore della Lombardia e capo della Lega, Roberto Maroni, in occasione dell'arrivo di Pietro Modiano alla guida di Sea ha sottolineato che «ora serve il riassetto del sistema aeroportuale del Nord Italia», auspicando che il nuovo capo azienda Sea «sia sensibile» a questo tema perchè «bisogna superare il conflitto tra Malpensa e Linate e pensare alla loro integrazione con Bergamo, Brescia, Verona, Torino e anche Venezia». Il progetto del governatore lombardo è condiviso dal Comune di Milano, azionista di Sea con il 54,8% e da F2I, che detiene circa il 44%. «È assolutamente positiva l'idea di creare delle sinergie», commenta il capo di gabinetto del sindaco, Maurizio Baruffi. Sulla stessa linea l'ad di F2I, Vito Gamberale, interessato a collaborare e a confrontarsi sul progetto. «Un progetto di sicuro sfidante e importante per il quale come F2I saremmo molto interessati a confrontarci», ha detto Gamberale riferendosi a Maroni. «È un concetto molto vicino al network che stiamo costruendo - ha spiegato Gamberale -. Noi siamo azionisti di maggioranza degli aeroporti di Torino, azionisti di rilevanza di Sea, che a sua volta è azionista rilevante di Bergamo, abbiamo partecipato alla privatizzazione di Genova e Venezia chiuderebbe l'arco». Con Gamberale però a Verona non risultano nuovi incontri, mentre è confermato che sono in corso dialoghi con Enrico Marchi della Save di Venezia, oltre che con alcuni fondi asiatici d'investimento. M.B.