Aeroporto di Pisa: Finatan diventa 1° azionista


DANYFI80

Bannato
9 Novembre 2005
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Firenze, Toscana.
Sat: Nuti diventa 1°azionista (MF)



MILANO (MF-DJ)--Sat Pisa ha un nuovo azionista di riferimento, il conciatore di pelli Ivo Nuti. Il quale, rilevando il 6% dalla Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno (gruppo B.Popolare), sale al 23,15% e sorpassa di slancio la Regione Toscana (17%), finora primo socio della societa' di gestione dello scalo aeroportuale.
La mossa si inquadra in un progetto strategico dell'imprenditore pisano, che, come si legge in un articolo di MF, attraverso la holding di famiglia Finatan da mesi sta rastrellando piccoli pacchetti azionari di Sat per rafforzare la propria posizione nel capitale, affiancando gli enti pubblici riuniti nel patto di sindacato che controlla il 55,32% dell'azienda guidata dall'a.d. Gina Giani. "L'obiettivo di Nuti e' quello di investire nello sviluppo di Sat perche' ritenuta una societa' dalle grandi prospettive di crescita nel panorama aeroportuale nazionale", riferisce una fonte vicina alla famiglia Nuti. Ô pero' plausibile che l'acquisto della partecipazione in mano indirettamente al B.Popolare abbia anche un'altra finalita'.
Fusione alla quale da tempo lavora, sotto traccia, la Regione Toscana, azionista solo dello scalo pisano, che punta alla creazione di un grande polo aeroportuale, mettendo in comune le potenzialita' di Pisa e Firenze, il cui socio di riferimento con il 31% e' Aeroporti Holding, partecipata dalla famiglia Benetton. L'operazione, che coinvolgerebbe tutti gli enti locali delle due citta', troverebbe ostacoli di natura piu' politica che industriale. Se non altro perche', a Piazza Affari, le due societa' viaggiano appaiate: Sat capitalizza 104 mln, AdF 108. red/lab
 
Come mai? C'è qualche notizia che ancora non è stata divulgata?

Girano molte voci ... in effetti il prezzo è un po' strano ....
e soprattutto la cosa che desta ipotesi particolari è che il socio privato aumenti la sua quota e parallelamente un gruppo bancario (ricordiamoci che il controllo della CR Pisa non è più in città) diminuisce la propria.
Si ipotizza in certi ambienti che tale operazione sia una fase di transizione e che ci sia qualche altro gruppo bancario (ovviamente fuori dell'orbita del gruppo bancario che ha venduto) che si appresta a fare da traghettatore!
Verso cosa non è dato saperlo, ma lo si può immaginare.
 
Non conosco la cosa.... aiutami ad immaginare...;)

L'aeroporto di Pisa ha una "governance" - se si può semplificare in questo modo - di carattere pubblico.
L'aeroporto di Firenze invece di tipo privato.

Per "integrare" i due aeroporti, ambedue quotati, non si possono fare manovre azzardate nè passaggi di pacchetti azionari in modo troppo disinvolto. Ci sono leggi da rispettare e rapporti di forza (economici - politici) da preservare.
Allora, premesso questo, premesso che la Regione Toscana vuole l'integrazione, premesso che nessuno vuole rimetterci soldi, considerato che molti vogliono mantenere quote di potere e fatto non indifferente considerato che la Regione non può gestire direttamente una struttura (sarebbe fuori dalle logiche di mercato) ma nello stesso tempo vuole contare ... allora occorre costruire un "patto" tra azionisti. In tale logica la Regione salva la faccia e le poltrone ...!, il privato (benedetto dalla Politica) si assume il rischio ed il profitto. e qui entrano in campo le banche e un Fondo (!!!) che potrebbe entrare in campo.
 
Mi attacco a questo thread per commentare questo articolo che è passato un po' sotto silenzio:

'Tremonti rischia di strangolare il Galilei'
«TREMONTI rischia di strangolare l' aeroporto di Pisa», accusa l'ad dello scalo, Gina Giani. «Ormai qui passa tutto dal ministero dell' economia e la ricetta è solo quella di tagliare», dice Giani che spiega come il ministro dell' economia abbia «ingiustificatamente» avocato a sé e bloccato gli investimenti per le torri di controllo degli scali militari. Come è appunto l' aeroporto pisano dove convivono le attività di volo della 46° Brigata aerea e quelle del Galilei, che si occupa di voli civili con il proposito, spiega Giani , di arrivare a sei milioni di passeggeri nei prossimi anni. Solo che, con i tagli di Tremonti, vengono a mancare uomini e mezzi per la torre di controllo che fino a pochi anni fa guidava anche gli aerei sul Vespucci di Firenze e che ora si occupa dell' intero aeroporto di Pisa, militare e civile. O meglio, rischiano di mancare in un prossimo futuro. «Con grande spirito di collaborazione la 46° brigata e la Sat, la società del Galilei, si sono date da fare e sono riuscite a assicurare il servizio, in perfetto stato, fino a tutto il 2012. Gli slot alle compagnie aeree sono stati tutti confermati, fino a quel punto lì non ci sono problemi». Ma poi? «Poi se Tremonti insistesse sarebbe un vero problema, anche se siamo decisi a dare battaglia dura e abbiamo dalla nostra parte il ministero dei trasporti e lo Stato maggiore della difesa che si occupava della questione prima che venisse assunta da Tremonti», dice Giani che ricorda come la Sat stia investendo 18 milioni per migliorare le piste. «Sarebbe un controsenso se noi investissimo tanto sulle le piste per aumentare e rendere ambientalmente più sostenibile il traffico aereo e il governo insistesse nel togliere fondi alla torre di controllo - continua - Oltretutto senza ragione, perchè i controllori della torre a Pisa fanno guadagnare circa 800 mila euro l' anno, pagati dalle compagnie aeree come diritti di volo. Ma questi soldi non arrivano alla 46° Brigata aerea». Se quei finanziamenti tornassero invece nella disponibilità dell' aeronautica, spiega Giani, potrebbero essere investiti nella «formazione del personale e nell' ammodernamento delle apparecchiature». (www.repubblica.it)


Il problema non è di poco conto, e non riguarda ovviamnete solo Pisa, ma tutti gli scali militari aperti al traffico civile.
In pratica si rischia che in un futiro non tanto lontano la capacità di certi scali sia limitata per motivi ATC a causa di mancanza di personale.
 
Il problema non è di poco conto, e non riguarda ovviamnete solo Pisa, ma tutti gli scali militari aperti al traffico civile.
In pratica si rischia che in un futiro non tanto lontano la capacità di certi scali sia limitata per motivi ATC a causa di mancanza di personale.

vuoi dargli torto?
 
L'aeroporto di Pisa ha una "governance" - se si può semplificare in questo modo - di carattere pubblico.
L'aeroporto di Firenze invece di tipo privato.

Per "integrare" i due aeroporti, ambedue quotati, non si possono fare manovre azzardate nè passaggi di pacchetti azionari in modo troppo disinvolto. Ci sono leggi da rispettare e rapporti di forza (economici - politici) da preservare.
Allora, premesso questo, premesso che la Regione Toscana vuole l'integrazione, premesso che nessuno vuole rimetterci soldi, considerato che molti vogliono mantenere quote di potere e fatto non indifferente considerato che la Regione non può gestire direttamente una struttura (sarebbe fuori dalle logiche di mercato) ma nello stesso tempo vuole contare ... allora occorre costruire un "patto" tra azionisti. In tale logica la Regione salva la faccia e le poltrone ...!, il privato (benedetto dalla Politica) si assume il rischio ed il profitto. e qui entrano in campo le banche e un Fondo (!!!) che potrebbe entrare in campo.

OK, chiaro. Fondo=?
Mi interessa molto capire quale entità economica sostituirà la CR LU-PI-LI...
 
Assolutamente no...
Già adesso fanno i salti mortali...

Un pò come Villafranca. Prima hanno limitato il VFR nello spazio aereo del CTR di Garda per mancanza di personale e poi hanno smilitarizzato. Certo la situazione è molto differente dato che Villafranca era gestito dai militari ma non c'era traffico militare ma solo civile, mentre Pisa ha molta attività militare. Se all'Aeronautica danno sempre meno soldi è ovvio che vanno a chiudere servizi che non sono redditizi o che non sono pertinenti con l'attività militare.
 
Gruppo S.Paolo??

Il gioco potrebbe essere questo ... alla luce delle recenti mosse e di quelle già avvenute:
1) Il gruppo B. Popolare ha venduto ed incassa un po' di soldi (e ne aveva bisogno), tanto le Casse di PI - LU - LI ormai non hanno più la "testa" in Toscana;
2) tempo fa aveva aumentato la quota la Fondazione CR Pisa (che è invece ancora legata alla Città di Pisa e rappresenta anche gli interessi dell'Ente Pubblico);
3) la FINATAN si può considerare vicina al gruppo MPS Montepaschi di Siena (per vari motivi che evito di spiegare ma che sono conosciuti nel settore, ma ha stretti legami e poi ci sono incroci di incarichi).
Risultato:
Si rafforza il ruolo di MontePaschi (che ha già quote) e della parte "pubblica".
A questo punto servono soldi per gli investimenti ed entra in gioco un "Fondo di investimento" amico degli Enti e della MPS, Fondo che rileverebbe quote e porta denaro fresco.
Tale Fondo è molto ben visto da alcune parti politiche (ma non da tutte e qui sta il problema ... ma gli affari sono affari).

Per Firenze il gioco è più difficile, ci sono di mezzo ancora dei soggetti di disturbo e qualcuno che deve rientrare dai soldi investiti e persi, ma la Regione attraverso vari meccanismi aumenta il suo peso, così gli altri Enti locali, la Banca che si presta potrebbe essere il Gruppo S.Paolo (CR Firenze) in accordo con MPS ????? e poi il medesimo Fondo di investimento porta denaro.

Poi un bel patto e gli interessi sono serviti.

Ipotesi plausibile?