non vorrei dire castronerie, ma credo di avere ragionevole certezza che in campo medico si definiscano alcuni "ritmi" cardiaci raggruppati in 12 tipi.
Uno di questi è la fibrillazione ventricolare che è l'unico caso in cui è possibile utilizzare il defibrillatore.
Per qualsiasi altro ritmo non c'è scossa elettrica che tenga.
Ciò che voglio dire (aspetto di essere confermato e/o smentito da qualcuno esperto in materia) è che quando si va in arresto cardiaco l'unica manovra da fare è la rianimazione, il defibrillatore a cuore fermo non serve a nulla.
Un pensiero alla povera signora, ma non è affatto detto che il defibrillatore avrebbe potuto salvarle la vita.
Solo per precisare, i "ritmi" shockabili sono 2. La citata FV e la TV (Tachicardia Ventricolare).
Confermo che in caso di arresto cardiaco, di cui si puo' avere conferma controllando l'assenza di polso arterioso, si procede subito alla rianimazione cardio-polmonare.
In caso di presenza di un "defibrillatore manuale", quindi munito di schermo che permettere di leggere il ritmo (e non l'AED che non ha schermo), se il malcapitato si trova in FV o TV il personale medico puo' usare il "pugno precordiale" (un singolo tentativo) prima di eventualmente shockare il paziente (il PP e' un'operazione che e' da lasciare agli esperti).
Tornando alla sostanza, come capirete e' tutto una questione di tempo,
se l'AED viene applicato nei primi minuti in cui il paziente si trova in FV o VT puo' fare la differenza ...mi sembra ovvio.
Se con la defibrillazione si riesce a riconvertire il ritmo (FV o TV) in un ritmo che da un "battito" (cosa che non signifca che si torna alla normalita del "ritmo sinusale") si avra' comunque anche una migliore perfusione nel resto dei tessuti/organi del corpo (es: il cervello).