Aeroporto di Lamezia, troppi ricorsi per i lavori

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30 Dicembre 2005
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LAMEZIA TERME. Il Consiglio di Stato ha esaminato e respinto il ricorso presentato dalla ditta Restuccia, che era stata esclusa dalla gara per l’allungamento della pista dell’aeroporto di Lamezia Terme e la cui domanda di sospensiva dell’aggiudicazione era già stata respinta dal Tar lo scorso 10 gennaio 2008. Lo riferisce un comunicato di Sacal. “Il Consiglio di Stato - è scritto nel comunicato - ha dato nuovamente ragione a Sacal, sancendo dunque ulteriormente la legittimità dell’operato della Società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme e di tutti gli atti di gara. Va ricordato che il Tar di Catanzaro, nei giorni scorsi, ha respinto l’istanza di sospensiva dell’aggiudicazione dei lavori proposta dall’Ati con capogruppo impresa Rossi Costruzioni nei confronti della Sacal in relazione all’appalto già aggiudicato alla ditta Seas di Umbertide (Perugia) per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di prolungamento della pista di volo. “È opportuno sottolineare - afferma il presidente di Sacal, Eugenio Ripepe - che il prolungamento della pista costituisce opera infrastrutturale di grande importanza strategica, perché ne consentirà l’utilizzo, oggi inibito, anche ad aerei a pieno carico di grandi dimensioni per il trasporto di passeggeri e merci su scala internazionale ed intercontinentale. Ed è altrettanto chiaro, che trattandosi di opera strategica, i suoi tempi di realizzazione siano altrettanto importanti e decisivi per i piani di sviluppo complessivo dello scalo. In meno di tre mesi, però, anche se i fatti hanno dato piena ragione a Sacal, ecco i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Tutto questo, devo aggiungere, una volta che, dopo oltre 10 anni di iter, Sacal è riuscita finalmente ad avviare la fase esecutiva dei lavori”. “Che dire? - si domanda Ripepe - Che si tratta solo di un’infelice combinazione? E che pensare? Che ricorrere in giudizio appena possibile, per ogni minima cosa, sia diventato un malvezzo costante quanto inestirpabile? Il fatto è che questa prassi, diffusissima dalle nostre parti, ad opera di aziende con uffici legali attivi e operosi come e meglio di quelli tecnici, risulta effettivamente esiziale, determinando oneri aggiuntivi sia temporali che economici di notevole portata”. “La Calabria - sostiene ancora il presidente di Sacal - lo sappiamo, soffre il ritardo nello sviluppo. Soffre il gap nelle infrastrutture. Ma soffre pure il disagio e le conseguenze di un clima rissoso e irriguardoso che, aggrovigliandosi sul cavillo, alla fine inficia il lavoro di tutti, disincentiva la stessa partecipazione e allontana investimenti e investitori”.
Fonte: Giornaledicalabria.it