Aeroporto Genova Colombo, Adr imbocca l’uscita
Genova - Sul palcoscenico del “Cristoforo Colombo” Aeroporti di Roma esce di scena. La decisione è presa, lo confermano fonti della società. I tempi sono ancora da definire ma, secondo indiscrezioni, potrebbero accavallarsi con la privatizzazione dello scalo in corso. Dopo averci pensato più volte in passato, Adr ha dunque deciso di cedere la propria quota del 15% detenuta in Aeroporto di Genova Spa adesso. Pare non sia un caso. Secondo indiscrezioni, infatti, la società controllata da Gemina che gestisce gli scali romani di Fiumicino e Ciampino starebbe valutando le eventuali opportunità, e soprattutto la fattibilità tecnica, di una cessione contestuale alla vendita in corso del pacchetto di controllo (60%) da parte dell’Autorità portuale. Per il momento si tratta solo di un’ipotesi, che però è allo studio e che non si esclude possa prendere corpo.
Al momento la gara per la vendita sul mercato del 60% in mano all’Authority è nel vivo della data room. Cinque dei sei soggetti che avevano manifestato interesse - il fondo di Vito Gamberale F2i, la compagnia turca Limak Yatirim, il francesi di Vinci, gli argentini Eurnekian e un fondo di investimento americano - sono stati ammessi alla consultazione di bilanci e documenti societari. Nell’ambiente circola ottimismo: molti osservatori sono convinti che la quasi totalità delle manifestazioni di interesse si trasformeranno in offerte tecniche vincolanti. Il termine di presentazione delle offerte è stato prorogato al 19 dicembre e questo significa che l’esito della gara, cioè il nome dell’eventuale vincitore, arriverà dopo Natale. In questo contesto, Adr ha deciso di rompere gli indugi e di provare a realizzare un’idea più volte accarezzata in passato. Stavolta i tempi sarebbero maturi.
Insieme alla Camera di commercio di Genova (25%), Adr è uno dei due soci di minoranza con diritto di prelazione che, in qualche modo, rappresentano una minaccia per il futuro nuovo padrone di casa. Ma mentre il presidente della Camera di commercio, Paolo Odone, ha più volte spiegato che l’ente non intende «contrapporsi» all’arrivo di un soggetto industriale qualificato bensì, eventualmente, solo «salvaguardare» la società da pretendenti non qualificati; Adr non si è mai pronunciata sulla prelazione. La ragione ora è chiara. La società presieduta da Fabrizio Palenzona giudica non più strategica la partecipazione su Genova a fronte della privatizzazione e intende liberarsene, ammesso che sia tecnicamente possibile, proprio sfruttando la privatizzazione del 60%. In un contesto economico-finanziario particolarmente difficile, infatti, la rivoluzione in corso al “Colombo” potrebbe aiutare Aeroporti di Roma a piazzare una quota di per sé con scarso appeal. E il primo interessato a un secondo giro di shopping potrebbe essere proprio chi corre per il 60%. Sempre che la Camera di commercio non decida di acquisire 15% di Adr per salire a un 40%, una quota utile a essere meno marginale nel futuro assetto societario.
IL SECOLO XIX
Gilda Ferrari
gilda.ferrari@ilsecoloxix.it
CIAO
_goa
Genova - Sul palcoscenico del “Cristoforo Colombo” Aeroporti di Roma esce di scena. La decisione è presa, lo confermano fonti della società. I tempi sono ancora da definire ma, secondo indiscrezioni, potrebbero accavallarsi con la privatizzazione dello scalo in corso. Dopo averci pensato più volte in passato, Adr ha dunque deciso di cedere la propria quota del 15% detenuta in Aeroporto di Genova Spa adesso. Pare non sia un caso. Secondo indiscrezioni, infatti, la società controllata da Gemina che gestisce gli scali romani di Fiumicino e Ciampino starebbe valutando le eventuali opportunità, e soprattutto la fattibilità tecnica, di una cessione contestuale alla vendita in corso del pacchetto di controllo (60%) da parte dell’Autorità portuale. Per il momento si tratta solo di un’ipotesi, che però è allo studio e che non si esclude possa prendere corpo.
Al momento la gara per la vendita sul mercato del 60% in mano all’Authority è nel vivo della data room. Cinque dei sei soggetti che avevano manifestato interesse - il fondo di Vito Gamberale F2i, la compagnia turca Limak Yatirim, il francesi di Vinci, gli argentini Eurnekian e un fondo di investimento americano - sono stati ammessi alla consultazione di bilanci e documenti societari. Nell’ambiente circola ottimismo: molti osservatori sono convinti che la quasi totalità delle manifestazioni di interesse si trasformeranno in offerte tecniche vincolanti. Il termine di presentazione delle offerte è stato prorogato al 19 dicembre e questo significa che l’esito della gara, cioè il nome dell’eventuale vincitore, arriverà dopo Natale. In questo contesto, Adr ha deciso di rompere gli indugi e di provare a realizzare un’idea più volte accarezzata in passato. Stavolta i tempi sarebbero maturi.
Insieme alla Camera di commercio di Genova (25%), Adr è uno dei due soci di minoranza con diritto di prelazione che, in qualche modo, rappresentano una minaccia per il futuro nuovo padrone di casa. Ma mentre il presidente della Camera di commercio, Paolo Odone, ha più volte spiegato che l’ente non intende «contrapporsi» all’arrivo di un soggetto industriale qualificato bensì, eventualmente, solo «salvaguardare» la società da pretendenti non qualificati; Adr non si è mai pronunciata sulla prelazione. La ragione ora è chiara. La società presieduta da Fabrizio Palenzona giudica non più strategica la partecipazione su Genova a fronte della privatizzazione e intende liberarsene, ammesso che sia tecnicamente possibile, proprio sfruttando la privatizzazione del 60%. In un contesto economico-finanziario particolarmente difficile, infatti, la rivoluzione in corso al “Colombo” potrebbe aiutare Aeroporti di Roma a piazzare una quota di per sé con scarso appeal. E il primo interessato a un secondo giro di shopping potrebbe essere proprio chi corre per il 60%. Sempre che la Camera di commercio non decida di acquisire 15% di Adr per salire a un 40%, una quota utile a essere meno marginale nel futuro assetto societario.
IL SECOLO XIX
Gilda Ferrari
gilda.ferrari@ilsecoloxix.it
CIAO
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