Ho scritto alcune cosine, ditemi se secondo coi sono giuste così qualcuno se le legge evita di dire castronerie la prossima volta.
<center>Sistemi Hub and Spokes e compagnie aeree</center>
Il trasporto aereo mondiale degli ultimi cinquanta anni ha basato il suo sviluppo e la sua crescita nei sistemi hub and spokes.
Ma cosa sono mai questi sistemi hub and spokes e come interagiscono con la vita dei passeggeri.
I sistemi hub and spokes, mozzo e raggi in italiano, prevedono un aeroporto principale, o hub, nel quale convergono passeggeri da aeroporti periferici, spokes, per essere poi smistasti su altre destinazioni, spokes o altri hub.
Questo sistema comporta una suddivisione del traffico in ondate, le fasce orarie in cui avvengono gli atterraggi ed i decolli, in cui si concentrano i voli in arrivo e dopo un tempo minimo di 40 minuti, questo nei sistemi complessi ed evoluti come ad esempio Monaco di Baviera o Francoforte, le partenze.
Questa strutturazione del traffico ha la funzione di garantire ,anche per aeroporti piccoli e con poco traffico, voli in connessione per altre destinazioni che non siano supportate da un sufficiente ed economicamente remunerativo traffico diretto o point to point e presenterà delle caratteristiche “somatiche” ben precise.
Una di queste è rappresentata dalle cosiddette “ondate” su cui è strutturato il modello di business di una compagnia aerea, che prevederanno dagli aeroporti periferici, nel caso di un sistema a tre ondate, una partenza al mattino, una al pomeriggio ed una alla sera, nel caso di quattro ondate avremo invece una partenza al mattino presto, una in tarda mattinata, una al pomeriggio ed una alla sera.
Questo sistema, che deve essere economicamente remunerativo per un vettore che struttura i suoi movimenti ed investimenti su questa base, in caso contrario si arriverà alla cancellazione dei servizi di feeder, questo il termine tecnico, che viaggiano vuoti, questo sistema, si diceva porterà per necessità di cose a partenze e arrivi concentrati i momenti ben precisi della giornata.
Diverso concettualmente e dal punto di vista del servizio al passeggero è invece il collegamento point to point, quel collegamento che si preoccupa di collegare direttamente due “aeroporti secondari” senza passare da un hub, l’aeroporto di smistamento.
Questo secondo tipo di collegamento è molto più soggetto ai reali flussi di traffico sulla direttrice non potendo sfruttare o trasportare passeggeri che debbano proseguire per un’altra destinazione.
Questa semplice spiegazione ci fa capire il perché gli aeroporti principali sono vuoti all’alba per riempirsi durante le prime ore della mattina, come un cuore che pompa sangue da vuoto diventa pieno e da pieno vuoto, ed ancora perché tali aeroporti finiscono per svuotarsi completamente in serata.
Gli aerei “dormono” quindi negli aeroporti secondari da cui ripartono al mattino presto e dove fanno ritorno alla sera tardi.
Il concetto del “far dormire l’aereo fuori” è uno dei fronti di riduzione dei costi affrontati dalle compagnie definite low-budget che fanno partire gli aerei dalla loro base al mattino presto e li fanno ritornare alla sera tardi ottimizzando i tempi di utilizzo e non permettendo, se non nel primo pomeriggio poche, scomode e difficili connessioni che vengono comunque affrontate dal passeggero a proprio rischio e pericolo.
Le società complesse, le società in cui ci si muove e si deve poter andare da AAA a ZZZ ma in cui non ci siano un numero di passeggeri tale da giustificare un volo diretto, devono fare ricorso agli hub and spokes, devono quindi sottostare alle regole di funzionamento di tali sistemi.
Altri voli, voli fuori ondata se ci saranno potranno vivere solo ed unicamente del traffico diretto da AAA a BBB (il nostro aeroporto di smistamento) e quindi saranno di difficilissima gestione economica quando altri mezzi di trasporto uniscono comunque bene le due città.