L’allarme di Aeroporti di Puglia: senza Ryanair rischia Brindisi
In Regione si discute il futuro degli scali di Foggia e Grottaglie. Franchini: «Ma ci sono altre priorità»
BARI - «Il sistema aeroportuale pugliese deve poter contare su strumenti operativi in grado di contrastare una situazione di mercato complicata. Bisogna consolidare l’esistente e già da questo momento lavorare per rinnovare l’alleanza con Ryanair. In caso contrario non è a rischio l’eventuale ripartenza degli aeroporti di Foggia e Grottaglie, ma la tenuta stessa di Brindisi». L’allarme arriva da Marco Franchini, direttore generale di Aeroporti di Puglia (società di gestione dei quattro scali regionali), che questa mattina sarà ascoltato dalla V Commissione consiliare, presieduta da Donato Pentassuglia, con l’amministratore unico di Adp, Giuseppe Acierno, e l’assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini. Il ragionamento di Franchini è tutto incentrato sui numeri e sulla «resa» di uno scalo. Aprire al traffico un aeroporto, infatti, significa poter reggere il peso delle spese di gestione. Il limite minimo per poter equiparare ricavi a costi è di circa 2,5 milioni di passeggeri l’anno. Tanto che attualmente Adp riesce a far quadrare i conti grazie alle sinergie tra le varie realtà. Infatti, l’intero sistema pugliese nel 2012 (record storico) ne ha movimentati 5,8 milioni. Da Bari, tra arrivi e partenze, sono transitati 3.765.000 passeggeri, mentre da Brindisi 2.095.319.
L’audizione è stata sollecitata per affrontare il tema di un’eventuale riapertura del «Marcello Arlotta» di Grottaglie al traffico civile (sinora è utilizzato per il traffico merci dovendo servire lo stabilimento Alenia Aermacchi in cui si fabbricano le fusoliere del Boeing 787 «Dreamliner»). L’operazione, per il solo adeguamento della struttura, comporterebbe costi pari a 40 milioni. Senza considerare il personale e l’allocazione in aerostazione degli enti preposti al controllo e alla sicurezza. Inoltre, sia Grottaglie che Foggia, non rientrano nelle priorità statali e non sono previsti trasferimenti di risorse pubbliche ai territori. Ciò vuol dire che ogni iniziativa è attuabile con i soli fondi regionali. D’altro canto anche in presenza di uno scalo, quello di Brindisi, che dista dista circa 50 chilometri da Grottaglie. Dal punto di vista del traffico, quindi, si pone sin da subito il problema del contratto Ryanair che scadrà a ottobre del 2014. In una situazione generalizzata di crollo del mercato dei voli, perdere un vettore che generala gran parte dei 5,8 milioni di passeggeri significherebbe mettere Adp in condizioni di subire un ridimensionamento importante di traffico e redditività. «Abbiamo la necessità — conclude Franchini — di difendere la nostra posizione di mercato che è anche sicurezza occupazionale per i 300 dipendenti diretti e i circa mille dell’indotto. Non possiamo attendere oltre, la programmazione nel settore aeroportuale è decisiva per vincere le sfide del futuro».
Vito Fatiguso
http://corrieredelmezzogiorno.corri...-ryanair-rischia-brindisi-2121144770515.shtml
In Regione si discute il futuro degli scali di Foggia e Grottaglie. Franchini: «Ma ci sono altre priorità»
BARI - «Il sistema aeroportuale pugliese deve poter contare su strumenti operativi in grado di contrastare una situazione di mercato complicata. Bisogna consolidare l’esistente e già da questo momento lavorare per rinnovare l’alleanza con Ryanair. In caso contrario non è a rischio l’eventuale ripartenza degli aeroporti di Foggia e Grottaglie, ma la tenuta stessa di Brindisi». L’allarme arriva da Marco Franchini, direttore generale di Aeroporti di Puglia (società di gestione dei quattro scali regionali), che questa mattina sarà ascoltato dalla V Commissione consiliare, presieduta da Donato Pentassuglia, con l’amministratore unico di Adp, Giuseppe Acierno, e l’assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini. Il ragionamento di Franchini è tutto incentrato sui numeri e sulla «resa» di uno scalo. Aprire al traffico un aeroporto, infatti, significa poter reggere il peso delle spese di gestione. Il limite minimo per poter equiparare ricavi a costi è di circa 2,5 milioni di passeggeri l’anno. Tanto che attualmente Adp riesce a far quadrare i conti grazie alle sinergie tra le varie realtà. Infatti, l’intero sistema pugliese nel 2012 (record storico) ne ha movimentati 5,8 milioni. Da Bari, tra arrivi e partenze, sono transitati 3.765.000 passeggeri, mentre da Brindisi 2.095.319.
L’audizione è stata sollecitata per affrontare il tema di un’eventuale riapertura del «Marcello Arlotta» di Grottaglie al traffico civile (sinora è utilizzato per il traffico merci dovendo servire lo stabilimento Alenia Aermacchi in cui si fabbricano le fusoliere del Boeing 787 «Dreamliner»). L’operazione, per il solo adeguamento della struttura, comporterebbe costi pari a 40 milioni. Senza considerare il personale e l’allocazione in aerostazione degli enti preposti al controllo e alla sicurezza. Inoltre, sia Grottaglie che Foggia, non rientrano nelle priorità statali e non sono previsti trasferimenti di risorse pubbliche ai territori. Ciò vuol dire che ogni iniziativa è attuabile con i soli fondi regionali. D’altro canto anche in presenza di uno scalo, quello di Brindisi, che dista dista circa 50 chilometri da Grottaglie. Dal punto di vista del traffico, quindi, si pone sin da subito il problema del contratto Ryanair che scadrà a ottobre del 2014. In una situazione generalizzata di crollo del mercato dei voli, perdere un vettore che generala gran parte dei 5,8 milioni di passeggeri significherebbe mettere Adp in condizioni di subire un ridimensionamento importante di traffico e redditività. «Abbiamo la necessità — conclude Franchini — di difendere la nostra posizione di mercato che è anche sicurezza occupazionale per i 300 dipendenti diretti e i circa mille dell’indotto. Non possiamo attendere oltre, la programmazione nel settore aeroportuale è decisiva per vincere le sfide del futuro».
Vito Fatiguso
http://corrieredelmezzogiorno.corri...-ryanair-rischia-brindisi-2121144770515.shtml