3 compagnie aeree negano imbarco a una pax obesa, muore pochi giorni dopo


DusCgn

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9 Novembre 2005
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Morta perché «Troppo grassa per volare». Il marito ottiene risarcimento di 6 milioni

Una donna obesa non riesce a tornare negli Stati Uniti perché le compagnie aeree rifiutano di imbarcarla perché troppo grassa: lei muore e il marito vince una causa da 6 milioni di dollari.


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Tre diverse compagnie non accettarono di farla salire a bordo per riportarla negli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto curarsi. E lei morì pochi giorni dopo.

Dopo una battaglia legale durata quasi due anni, suo marito ha ottenuto il risarcimento milionario. La sfortunata protagonista della storia, Vilma Soltesz, 56 anni, era afflitta da obesità, 191 chili di peso, e da una grave forma di diabete che l'aveva costretta all'amputazione di una gamba.

Nel 2012, dopo un viaggio nella natia Ungheria la donna non riuscì più a tornare nel suo paese d'adozione. Il primo volo venne prenotato con la compagnia Klm. Vilma chiese per lei due posti. Alla vigilia della partenza, però le venne detto che gli schienali non sarebbero stati in grado di sostenerla e quindi la coppia venne dirottata sull'americana Delta. Il volo partiva da Praga e Vilma e il marito Janos si fecero cinque ore di viaggio in auto per raggiungere la Repubblica Ceca. Ma una volta arrivati ecco un'altra brutta sorpresa: non era disponibile nessuna sedia a rotelle in grado di portare la donna fino al velivolo.

Terzo tentativo, con la tedesca Lufthansa. In questo caso la donna, le cui condizioni di salute nel frattempo erano peggiorate, non riuscì a giungere in aeroporto con il necessario anticipo. Il comandante del volo avrebbe rifiutato di aspettare il suo arrivo, troppo lento e macchinoso, optando per la partenza per non far tardare gli altri passeggeri. Rimasta in Ungheria, Vilma si aggravò. Pochi giorni dopo, la morte. Il marito però fece causa a tutte e tre le compagnie, chiedendo 6 milioni di euro. Ora, ha finalmente ottenuto giustizia.

http://www.ilmessaggero.it/societa/...a_ungheria_vilma_soltesz/notizie/885218.shtml
 
Mah.. non capisco,il viaggio d'andata in Ungheria come lo ha fatto???
 
giusta osservazione...
però leggendo l'articolo sembra una concomitanza di cause che l'ha bloccata in ungheria
 
Ritengo che il rimpatrio sarebbe dovuto avvenire con un apposito aereo per l'evacuazione medica: il rimpatrio sanitario d'urgenza è generalmente coperto dalle polizze assicurative di viaggio. L'Ungheria, peraltro, non è il Sud Sudan: le strutture sanitarie sono tutto sommato all'altezza, e trovo difficile imputare la morte di una persona al fatto di non poter rientrare negli Stati Uniti. Vicenda molto strana.
 
E soprattutto visto che la poverina è deceduta pochi giorni dopo il tentativo di rimpatrio, mi chiedo se fosse nelle condizioni di salute idonee per sopportare 8 ore di volo senza adeguata assistenza medica.
 
Qui ci sono maggiori dettagli: http://www.nydailynews.com/news/nat...th-bronx-woman-fat-fly-home-article-1.1931576
Innanzi tutto non si e' trattato di una sententenza, ma di un "settlement", un accordo tra le parti. Le compagnie hanno deciso di accettare di pagare senza aspettare la decisione del giudice, quindi probabilmente le compagnie non avevano la coscienza cosi' pulta.
Inoltre, cotrariamente all'articolo italiano, sembra che Lufthansa abbia fatto sbarcare la passeggera, non che non l'abbia aspettata.