Segmento business travel - Analisi di McK


Seaking

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1 Febbraio 2012
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Roma
Molti di voi sapranno che McKinsey negli ultimi 20 anni ha perso buona parte di quella allure che l'aveva caratterizzata nel millennio scorso, ma questo non significa che i suoi articoli e podcast non offrano comunque contenuti degni di nota.

Questo qui sotto, relativo alle prospettive dei viaggi di lavoro, per me è infatti spunto per riflessioni interessanti.


In particolare il World Travel & Tourism Council ci dice che nel 2024 il segmento del business travel vale 1,5T USD, vale a dire il 6% in più rispetto all'epoca pre-covid.

A me questo dato sorprende perché appartengo alla cerchia di coloro i quali pensano che Teams/Skype/Zoom, ecc... siano oramai divenuti la tomba degli incontri di persona a vantaggio delle call, di cui tutti siamo oramai più o meno schiavi. E invece no, o quantomeno così pare!

Nei soli USA, ad esempio, il segmento vale ora 472B USD, vale a dire un +13,4% rispetto al 2019. Percentuale non indifferente, tocca ammetterlo.

Interessanti anche le altre considerazioni su ciò che viene chiamato "unmanaged travels", ovvero viaggi di lavoro per i quali il dipendente si organizza da solo (per poi presentare a rimborso), così come l'uso dell'AI per i "managed travels" gestiti invece centralmente.

Insomma, sui viaggi di lavoro i miei timori erano infondati. Ben contento di essermi sbagliato.
 
Ultima modifica:
"We should note that these numbers have not been adjusted for inflation, which has been significant" (aggiungo io: circa il 20% https://www.usinflationcalculator.com/inflation/current-inflation-rates/ e da quello che ne so i prezzi delle tariffe aeree sono aumentati più del resto dei generi di consumo).

Poi, certo, non c'è stato un crollo post-COVID ma, anche se quello che tiene insieme la baracca - ovviamente - sono i soldi, forse il calcolo andrebbe fatto sul numero dei passeggeri di tipo "business".
 
Molti di voi sapranno che McKinsey negli ultimi 20 anni ha perso buona parte di quella allure che l'aveva caratterizzata nel millennio scorso, ma questo non significa che i suoi articoli e podcast non offrano comunque contenuti degni di nota.

Questo qui sotto, relativo alle prospettive dei viaggi di lavoro, per me è infatti spunto per riflessioni interessanti.


In particolare il World Travel & Tourism Council ci dice che nel 2024 il segmento del business travel vale 1,5T USD, vale a dire il 6% in più rispetto all'epoca pre-covid.

A me questo dato sorprende perché appartengo alla cerchia di coloro i quali pensano che Teams/Skype/Zoom, ecc... siano oramai divenuti la tomba degli incontri di persona a vantaggio delle call, di cui tutti siamo oramai più o meno schiavi. E invece no, o quantomeno così pare!

Nei soli USA, ad esempio, il segmento vale ora 472B USD, vale a dire un +13,4% rispetto al 2019. Percentuale non indifferente, tocca ammetterlo.

Interessanti anche le altre considerazioni su ciò che viene chiamato "unmanaged travels", ovvero viaggi di lavoro per i quali il dipendente si organizza da solo (per poi presentare a rimborso), così come l'uso dell'AI per i "managed travels" gestiti invece centralmente.

Insomma, sui viaggi di lavoro i miei timori erano infondati. Ben contento di essermi sbagliato.

Pensare che zoom e simili potessero sostituire il business travel e' wishful thinking.
Possono farlo in certi casi e certe industrie e stop.

I nodi stanno venendo al pettine.
 
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Reactions: East End Ave
Ho avuto a che fare con consulenti di Oliver Wyman, Seabury (prima che finisse sotto Accenture), Moorhouse, BCG, Porsche e altre piccole consulenze ma se dovessero dirmi di lavorare di nuovo con quelli di McKinsey mi unisco all'ELZN del subcomandante Marcos e comincio la lotta armata.
 
Aerei, l’esercito dei 117 milioni che volano in Prima classe e in Business: l’Europa guida la classifica

I numeri della Iata mostrano come abbiamo volato nel 2024: in Medio Oriente la quota più alta di passeggeri altospendenti. Sempre più vettori stanno sostituendo i sedili di Economy con quelli di Business e Premium

Quasi 117 milioni di persone l’anno passato si sono sedute su poltrone-letto comode e tecnologiche, hanno visto film e serie tv su maxischermi ad alta definizione e si sono fatti coccolare dai servizi a cinque stelle delle compagnie aeree, pagando anche 20 mila euro per un volo. E quello che più sorprende, dei dati forniti dal bollettino statistico della Iata (l’associazione internazionale delle aviolinee), è che le prenotazioni nelle due classi «premium» sui viaggi internazionali sono cresciute dell’11,8% rispetto al 2023 a livello globale, superando l’incremento dei volumi in Economy (+11,5%).

Dopo la pandemia
Il primo segno di questo trend c’è stato a cavallo tra il 2022 e il 2023, con la fine della pandemia. Ma allora i capi dei vettori avevano considerato la voglia dei passeggeri di spendere migliaia di euro per volare in modo prestigioso come voglia di (ri)scoprire il mondo dopo essere stati rinchiusi per settimane e mesi in casa. Poi però quelle prenotazioni premium non sono calate, anzi sono ulteriormente aumentate.

I piani industriali
Non è un caso se per i prossimi anni i piani di sviluppo dei vettori — soprattutto quelli con una rete di collegamenti intercontinentali — prevedono una riduzione del peso specifico dei sedili di Economy e un aumento di quelli, lussuosi, di Prima e Business. Se poi si calcola anche il segmento Premium economy — situata tra l’Economy e la Business e che la Iata non calcola nella sua analisi —, allora l’impatto risulterà ancora maggiore. Nonostante le incertezze macroeconomiche, gli investimenti — anche in Europa, si pensi a Lufthansa, Air France e Iberia — non si fermano.

Le nuove configurazioni
I prossimi Boeing 787-9 di United Airlines, per esempio, avranno 222 posti a sedere in totale di cui poco meno della metà saranno «premium»: 8 suite, 59 poltrone di Business «base», 35 di Premium Plus e 123 sedili di Economy. Emirates, altro vettore che registra ricavi significativi su questo segmento, sta rimuovendo più di 10 mila sedili di Economy per sostituirli con 8 mila di Premium economy in 200 velivoli. L’australiana Qantas installerà sui nuovi Airbus A350-1000 98 poltrone e solo 140 sedili di Economy.

«Le persone vogliono più spazio»

«Durante la pandemia le persone hanno voluto più spazio e maggiore separazione, per tutte le ragioni evidenti, e le persone si sono rese conto che questa condizione poteva proseguire anche dopo», ha raccontato Andrew Nocella, chief commercial officer di United Airlines, a margine della presentazione della nuova configurazione di cabina dei prossimi jet del vettore. «Questa tendenza continua ancora oggi ed è, di fatto, in accelerazione». Nei primi sei mesi di quest’anno Delta Air Lines ha registrato 10,6 miliardi di dollari di ricavi dalle prenotazioni dei sedili premium (+6% rispetto all’anno prima) su un totale di 25 miliardi di fatturato.

I prezzi

Un viaggio andata/ritorno Milano-Singapore sulla Business class di Singapore Airlines, a settembre, costa 6.376 euro. Un Roma-San Francisco con United, sempre in Business, vede una tariffa di 8.277 euro. Per volare da Dubai a Sydney (e viceversa), in Prima con Emirates bisogna sborsare per il prossimo mese 12.182 euro, mentre per viaggiare tra Sydney e Los Angeles il costo è di 13.244 euro con Qantas (in First) o 5.809 euro (in Business).

Oltre 400 milioni di poltrone
In media il 3% dei passeggeri nel mondo vola nelle classi «premium» e questi generano il 15% dei ricavi totali. Se si restringe il campo ai soli voli internazionali — escludendo quelli nazionali — ecco che la quota sale al 6% nel 2024, secondo la Iata, pari a 116,9 milioni di viaggiatori fortunati. Nel 2025, secondo i dati forniti dalla piattaforma specializzata Cirium, le poltrone ad alto valore sono aumentate di quasi il 2% quest’anno rispetto a quello precedente, sfondando i 400 milioni di posti in vendita.

L’Europa è il più grande mercato
Tra le macro-aree, l’Asia-Pacifico ha registrato la maggiore crescita percentuale di passeggeri premium nel 2024, secondo la Iata, con un balzo annuo del 22,8%. Ma l’Europa è il più grande mercato per i viaggi internazionali in Prima classe e Business, con 39,3 milioni di passeggeri, mentre la percentuale più alta di viaggiatori «altospendenti» sul totale si registra in Medio Oriente, con il 14,7%. Grazie al fatto che, in questo mercato, si muovono vettori come Emirates, Qatar Airways, Etihad, Saudia, Oman Air.

lberberi@corriere.it


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Ho avuto a che fare con consulenti di Oliver Wyman, Seabury (prima che finisse sotto Accenture), Moorhouse, BCG, Porsche e altre piccole consulenze ma se dovessero dirmi di lavorare di nuovo con quelli di McKinsey mi unisco all'ELZN del subcomandante Marcos e comincio la lotta armata.
addirittura peggio di Accenture? non pensavo si potesse tanto :unsure:
 
Pensare che zoom e simili potessero sostituire il business travel e' wishful thinking.
Possono farlo in certi casi e certe industrie e stop.

I nodi stanno venendo al pettine.

Ci sono lavori come il mio dove quando si viaggia lo si fa per visitare cantieri, scegliere finiture, soluzioni tecniche ecc.. Che da remoto sono praticamente impossibili, ed è comunque un lavoro di concetto e non fisico.
 
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Reactions: lezgotolondon
Ho avuto a che fare con consulenti di Oliver Wyman, Seabury (prima che finisse sotto Accenture), Moorhouse, BCG, Porsche e altre piccole consulenze ma se dovessero dirmi di lavorare di nuovo con quelli di McKinsey mi unisco all'ELZN del subcomandante Marcos e comincio la lotta armata.

Per il prossimo carnevale, sai cosa fare.

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