Compagnie del Golfo: quale sarà la prima a mollare?

  • Autore Discussione Autore Discussione Fox
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migliore magari no, ma è paragonabile.
Cmq tutti dicono che Emirates sia poco costosa etc... ma in realtà ho sempre visto prezzi inferiori su Etihad e Qatar!
900 euro per Dubai è una follia, per me già i 450 euro sono tanti! Con EgyptAir addirittura si trovava facile sui 350

Emirates detta il prezzo sul volo diretto, quindi per andare a DXB costa molto di piu' delle altre compagnie con scalo, ovviamente. Il discorso cambia per altre destinazioni
 
Emirates detta il prezzo sul volo diretto, quindi per andare a DXB costa molto di piu' delle altre compagnie con scalo, ovviamente. Il discorso cambia per altre destinazioni

sarà, ma io facendo varie simulazioni ho trovato spesso prezzi inferiori sulle destinazioni Emirates.
Poi è ovvio che io essendo viaggiatore single, giovane squattrinato ma con possiblità di viaggiare in periodi morti, vivo principalmente di viaggi-offerte per cui posso avere una idea distorta della norma. Credo che, come per ogni cosa, ci siano troppe variabili per dire chi costa di più o di meno.
Ad esempio ho volato con 290 euro in Bahrain con QR, 390 euro a Sydney con EY e con meno di 100 euro su EK tra Auckland e Sydney. Ma tutto è dipeso da tante variabili e offerte varie.
Addirittura quando ero in Oman un ragazzo omanita mi aveva detto di aver prenotato Muscat-Parigi con Oman Air a soli 200 euro.. e Oman Air non mi sembra sia generalmente molto economica.
 
sarebbe interessante anche pensare a cosa succederebbe a airbus e boeing

a cascata RRoyce,general electric,PW...in caso di crollo o stop nella espansione di emirates e etihad..

come son coperti dalle cancellazioni eventuali ?
 
sarebbe interessante anche pensare a cosa succederebbe a airbus e boeing

a cascata RRoyce,general electric,PW...in caso di crollo o stop nella espansione di emirates e etihad..

come son coperti dalle cancellazioni eventuali ?

News su DUBAI:
Dubai: travolto da debiti, chiede moratoria a creditori
DUBAI (awp/ats/ans) - La crisi colpisce l'emirato del Dubai pressato dai debiti. La società statale Dubai World è alle prese con 59 miliardi di dollari di passività e ha chiesto ai creditori una moratoria sul debito.

"Dubai World intende chiedere a tutti i fornitori di finanziamenti a Dubai World e Nakheel una moratoria e di estendere le scadenze almeno fino al 30 maggio 2010", ha detto il governo in una nota. La società sta anche cercando di rinegoziare un bond islamico da 3,52 miliardi della controllata Nakheel, l'operatore immobiliare delle isole a forma di palma, in scadenza il 14 dicembre.

La notizia ha fatto schizzare al rialzo i credit default swaps, i costi per assicurare il debito di Dubai contro il rischio default e ha fatto precipitare i prezzi dei bond.

A Nakheel fa capo anche un debito da circa 980 milioni di dollari in scadenza il 13 maggio 2010, mentre il fondo di Dubai World, Limitless, ha un bond islamico da 1,2 miliardi di dollari in scadenza il prossimo 31 marzo.


Possibili effetti su Emirates? ha legami con "Dubai World"?
 
nella mia visita a Dubai del mese scorso ho appreso da fonti locali degne di credito, sia la notizia appena postata, sia di un prestito di Abu Dhabi ad Emirates, con rimborso al 2012.. in caso contrario, Ethihates...
ho anche sentito dire che il suppurto del vicino Emirato consentirà di portare a termine tutte le opere già iniziate, ma tutti i nuovi progetti sono di fatto bloccati..
quanto sopra ovviamente con beneficio d'inventario
 
nella mia visita a Dubai del mese scorso ho appreso da fonti locali degne di credito, sia la notizia appena postata, sia di un prestito di Abu Dhabi ad Emirates, con rimborso al 2012.. in caso contrario, Ethihates...
ho anche sentito dire che il suppurto del vicino Emirato consentirà di portare a termine tutte le opere già iniziate, ma tutti i nuovi progetti sono di fatto bloccati..
quanto sopra ovviamente con beneficio d'inventario
Suggestiva l'idea di Etihates, ma fino a quando Dubai ed Abi Dhabi avranno aeroporti separati sarà di difficile implementazione.

Aprendo il nuovo mega aeroporto di Jebel Alì e chiudendo sia DXB che ABU, potrebbero venir fuori sinergie interessanti.
Tenete presente che per ora EY fa pure più dumping di EK ed offre un servizio probabilmente migliore. Per ora EK è ufficialmente in attivo quindi non dovrebbe aver difficoltà a restituire in prestito, a meno che il cash flow sia drammaticamente diverso dal risultato di conto economico.
 
da "ilsole24ore.com"

Dubai World, le banche europee
tremano: esposte per 40 miliardi

«Su Dubai il sole non tramonta mai», recita lo slogan di Dubai World, la holding statale che controlla colossi del real state, della logistica, della finanza e dell'energia nel piccolo emirato arabo. Ma più che con il sole, ora Sua altezza lo sceicco Moahmmed bin Rashid Al Maktoum deve fare i conti con lo scoppio della bolla immobiliare. Anzi, meglio dire con l'evaporare del business del real estate su cui il Dubai ha puntato gran parte del suo futuro. E che ora rischia di far tramontare il sole sulle immense ricchezze degli emiri, inguaiando anche gli investitori occidentali.

Dubai World, il cuore finanziario dell'emirato, zavorrata da 59 miliardi di dollari di passività (il 70% dell'intero debito statale) ha chiesto ai creditori una moratoria di sei mesi sul debito e sta cercando di rinegoziare le sue posizioni, compreso un bond islamico da 3,52 miliardi della controllata Nakheel Properties, in scadenza il 14 dicembre.

Una mossa che non poteva restare senza conseguenze. Standard & Poor's è intervenuta sottolineando che una simile ristrutturazione equivale, nei fatti, a un default. Risultato? I Credit default swap sul debito sovrano a cinque anni sono letteralmente entrati in orbita a quota 571: il sintomo che cresce il rischio di insolvenza. In salita anche i Cds a cinque anni del vicino Bahrein.

Sui mercati finanziari è scattato l'allarme, a causa dei timori per il coinvolgimento di grandi banche proprio sulla base di una esposizione al debito dell'emirato. Rispetto a questo tema, è intervenuta di nuovo Standard & Poor's che ha messo sotto Credit Watch negativo (cioè sta valutando la situazione per definire se modificare il merito di credito) alcuni importanti istituti finanziari della zona. La Emirates Bank International, la National Bank of Dubai, la Mashreqbank e la Dubai Islamic bank. «La rating "action" - si legge nella nota di S&P's - è la conseguenza della grande esposizione che queste banche hanno nei confronti di Dubai World e della controllata Nakheel, in particolare con riferimento ai rischi che la proroga del debito» crea agli istituti in questione.

Fin qui le istituzioni finanziarie in Medio Oriente. Ma quale la sitazione nel vecchio Continente? Le prime stime sulle potenziali perdite delle banche più esposte parlano di circa 40 miliardi di dollari. Secondo il Financial Times, Hsbc è tra le banche straniere con maggiori investimenti in Dubai (esposizione per 17 miliardi di dollari). Seguono: Standard Chartered (7,8 miliardi), Barclays (3,6 miliardi), Royal Banck of Scotland (2,2 miliardi), Citi (1,9 miliardi), Bnp Paribas (1,7 miliardi), Lloyds (1,6 miliardi). Quanto ai portafogli crediti immobiliari/residenziali gli analisti di Ncb Stockbrockers hanno calcolato che Standard Chartered è la più esposta con il 7% del suo totale negli Emirati arabi uniti, poi Hsbc con il 2%, il trio Barclays, Rbs e lloyds con meno dell'1 per cento. Ovvio che in questa situazione i Cds sono saliti: quello legato a Hsbc è cresciuto a 57 punti (+3), quelli di Standard Chartered a 74 punti (+9), Barclays a 87 punti (+5).

Molte di queste banche hanno sostenuto, nei primi commenti rilasciati, che le esposizioni reali sono limitate. Certo, se si guarda alla lista di quelle che hanno giocato un ruolo in operazioni di ristrutturazione del debito per conto di Dubai World (la più recente è di giugno 2008, 5,5 miliardi di dollari), ci sono tutti i player più noti, in particolare della City londinese, ma non solo: Hsbc, Rbs, Lloyds, Ing Groep, Calyon (Crédit Agricole), Mitsubishi Ufj, Sumitomo Mitsui, Emirates Bank e Mashreq Bank. C'è anche Deutsche Bank, riporta Dealogic, fra i big continentali coinvolti in bond e finanziamenti a debito nell'area. Secondo gli analisti di Crédit Suisse le banche del vecchio continente potrebbero vedere lievitare del 5% gli accantonamenti per crediti inesigibili nel 2010, pari a 5 miliardi di auro dopo le tasse, se perdessero la metà dell'esposizione stimata.

La notizia shock che fa tremare gli investitori è arrivata mercoledì sera attraverso una nota ufficiale del gruppo, senza che vi fossero commenti, né del presidente Ahmed bin Sulayem né dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, presidente della compagnia aerea Emirates, celebre oltre che per la sua ricchezza anche per i suoi 17 figli e per avere manifestato di recente interesse per l'acquisto di grandi club di calcio (nell'ordine: Liverpool, Roma e, secondo indiscrezioni di stampa, Milan) oltre al già sponsorizzato Arsenal.

Dubai World attraverso Nakheel è il gruppo che sta costruendo la famosa isola artificiale delle tre palme e che con il fondo Limitless, lo scorso anno, è stata vicina ad acquistare da Risanamento l'ex area Falck di Sesto San Giovanni. Il governo dell'emirato sta pagando un prezzo altissimo alla crisi e in particolare a quella del settore immobiliare: aveva già annunciato in passato di avere un debito di 80 miliardi di dollari, di cui 70 miliardi originato dalle aziende pubbliche, in buona parte attive nel settore immobiliare.

Negli ultimi anni, infatti, Dubai essendo un'area quasi priva di petrolio aveva cercato di differenziare i suoi ricavi con il real estate, ma adesso rischia di esserne travolto dopo che i prezzi delle case sono scesi del 47% rispetto allo scorso anno. «Il Dubai financial support fund inizierà a valutare il perimetro della ristrutturazione è necessaria - spiega in una nota il dipartimento finanziario del Dubai - Come primo passo Dubai World intende chiedere a tutti i creditori di Dubai World e Nakheel una moratoria sul debito almeno fino al 30 maggio».

Per tamponare la falla, il governo del Dubai ha annunciato a inizio anno un vasto programma di emissioni obbligazionarie da 20 miliardi, di cui 10 miliardi già effettuate a febbraio. All'interno di questo piano, oggi, l'esecutivo ha annunciato un'emissione da 5 miliardi di dollari che servirà a rimborsare anche i 3,52 miliardi di debiti di Dubai World in scadenza a metà dicembre. L'obbligazione sarà sottoscritta da due banche pubbliche, la National Bank of Abu Dhabi e l'Al Hilal Bank. Inoltre, il dipartimento delle finanze ha nominato Deloitte come advisor per ristrutturare il debito.
 
da "repubblica.it"

2009, fuga da Dubai
La crisi arriva anche in paradiso

L'emirato arabo più aperto agli investimenti stranieri sta vivendo uno dei suoi momenti peggiori: metà dei cantieri chiusi e migliaia di persone senza lavoro che se ne vanno. Lasciando dietro di sé un cimitero di auto abbandonate di MATTEO NUCCI

"Sono almeno duemila le macchine abbandonate all'aeroporto di Dubai, con le chiavi inserite nel quadro. I proprietari sono saliti su un aereo per non tornare mai più. Il deserto comincia la sua avanzata. Macchine abbandonate, ma anche carte di credito buttate nei cestini, vestiti lasciati negli armadi. Migliaia di persone ogni settimana lasciano la città...".

A parlare è un tassista nel romanzo reportage di Sergio Nazzaro, Dubai Confidential (Elliot, pp. 143, euro 16). Una voce diretta su quanto sta accadendo a Dubai da quando la crisi ha messo fine a una lunghissima sbornia: imprese che hanno smesso di costruire, investitori che reclamano i propri soldi e un Paese in cui tutto è emanazione della famiglia reale, improvvisamente indecisa sul ruolo da giocare. Chi deve restituire i soldi agli investitori? I costruttori o il governo, che ha smesso di garantire la realizzazione delle infrastrutture? Risultato, oggi Dubai è invasa di cause legali.

Racconta questi "tempi duri e ambigui", Nazzaro, napoletano di 36 anni, alle prese con un mondo, quello di Dubai, che frequenta ormai da quasi cinque anni come agente immobiliare. Un mondo dove, nel giro di poco tempo, "sono stati raggiunti record d'ogni tipo".
La compagnia aerea più efficiente (Emirates vanta anche un programma di voli eco-efficienti all'avanguardia), la metropolitana automatizzata più estesa (Dubai Metro, completamente sopraelevata e con un design avveniristico, è lunga settanta chilometri), l'isola artificiale più grande (Palm Island Jumeirah), la fontana più costosa (su Dubai Fountain, per dirne una, sono stati piazzati 6600 luci e cinquanta proiettori colorati), il grattacielo più alto (Burj Dubai, con i suoi 780 metri, ha battuto ogni primato).

Protettorato inglese sul finire del secolo, Dubai divenne uno dei sette Emirati Arabi Uniti nel 1971, ma la sua crescita vertiginosa inizia solo una quindicina di anni fa. E nel corso del tempo si lega sempre meno al petrolio, e sempre più al commercio e al turismo. Lo sviluppo immobiliare è frenetico, fondato su opere mirabolanti e anche più piccoli progetti, che, nell'insieme, arrivano a portare qui quasi un quarto di tutte le gru esistenti nel mondo.

Ma, nel corso del 2009, la crisi economica non ha lasciato scampo. I progetti di edilizia residenziale e commerciale, il cui completamento era previsto tra l'anno in corso e il 2012, sono in forse. Oltre il 50 per cento dei cantieri di Dubai ha subìto gravi ritardi (molti hanno chiuso). Persino la realizzazione del Burj Dabai - l'ultima meraviglia dell'emirato - è stata così accidentata, che la data dell'inaugurazione è stata annunciata e disdetta più volte.

Così il 45 per cento del personale impiegato nell'edilizia ha perso il lavoro. Si tratta per lo più di stranieri - provenienti principalmente da India, Pakistan e Bangladesh - da sempre pagati una miseria e confinati in "campi immensi, riservati alle abitazioni degli operai", e ora costretti a tornare nel Paese d'origine, senza alcuna garanzia.

Come racconta anche Nazzaro nel suo libro, a Dubai "non ci sono sindacati, lo sciopero non è ammesso, si lavora sotto il sole bruciante a 40 gradi". E, se ti licenziano, hai solo trenta giorni per trovarti un altro lavoro, altrimenti sei un clandestino e rischi l'arresto: ecco il perché delle auto abbandonate nel parcheggio dell'aeroporto, con tanto di chiavi inserite. Vero, però, che le morti sul lavoro sono meno che da noi: "Il governo è estremamente sensibile alle critiche. Di fronte ai dossier (come quello della ong Human Rights Watch del 2006, che denunciava la semischiavitù dei lavoratori impiegati nell'edilizia), che sono stati pubblicati in Occidente, hanno cominciato a preoccuparsi e a intervenire".

Il libro di Nazzaro racconta anche la Dubai dove "tutto è tenuto sotto controllo e le pene per chi "sgarra" sono aspre". Se guidi e hai bevuto, per esempio, "innanzitutto vieni frustato e, poi, ti fai almeno tre mesi di galera". Se emetti un assegno in bianco, "finisci dentro e ci resti finché non saldi il debito". Per non parlare dell'adulterio, "punito con il carcere". E questo nel Paese in cui la concentrazione di prostitute è la più alta del mondo.

Difficile, per un occidentale, comprendere certi meccanismi. "I primi tempi mi sentivo accerchiato" spiega ancora Nazzaro. "Poi ho scoperto che la parola tolleranza si può declinare in molti modi. E che questo Emirato ha rappresentato una grande speranza per tante persone, l'idea che un "incontro di civiltà" sia possibile. Ora la scommessa è che quella speranza non crolli miseramente a causa della crisi".
 
E pensare che giusto qualche giorno fa Tim Clark parlava di aumentare gli attuali 58 ordini di EK per il 380...
Non mi stupirei se a questo punto arrivasse la necessità di rinviare le consegne di un bel po' di aerei.
 
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"Sono almeno duemila le macchine abbandonate all'aeroporto di Dubai, con le chiavi inserite nel quadro. I proprietari sono saliti su un aereo per non tornare mai più. Il deserto comincia la sua avanzata. Macchine abbandonate, ma anche carte di credito buttate nei cestini, vestiti lasciati negli armadi. Migliaia di persone ogni settimana lasciano la città...".
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Sono cose che si sanno da mesi o anni.
Non è successo niente all'improvviso.
 
Sono cose che si sanno da mesi o anni.
Non è successo niente all'improvviso.

verissimo

ma la versione consolatoria era che la FAMIGLIA avrebbe supportato l`immagine

mettendosi le mani in tasca
qui qualcosa si è inceppato e il messaggio è di tendenza opposta
 
LONDON, Nov 26 (Reuters) - Abu Dhabi is not going to crow publicly over Dubai's troubles. But it will use the opportunity to assert control over its upstart neighbour. The price for Abu Dhabi's help could be prize assets like airline Emirates. Dubai has little choice but to do what it is told.

Dubai is unable to service the $80 billion debt it has amassed during its meteoric rise to wannabe global financial hub. Oil-rich Abu Dhabi holds the political and financial trump cards. Not only is it the capital of the United Arab Emirates, its ruler is head of the UAE's seven desert states -- squeezed between Saudi Arabia and Oman.

Dubai's success threatened the balance of power between the two emirates. Abu Dhabi has developed quickly, but not at the speed of Dubai, where until a year ago new skyscrapers popped out of the desert every few days.

A property market crash and the end of free-flowing credit have taken their toll. Abu Dhabi has already lent Dubai at least $10 billion and another $5 billion indirectly via two of its banks. That won't be the end of it. Dubai has nowhere else to turn, particularly now it has alienated the international capital markets by admitting it can't meet the debts of flagship holding company Dubai World. Abu Dhabi can afford to bail out Dubai, but it has not been immune to losses itself and won't be signing blank cheques.

Abu Dhabi won't want to see its neighbour sink -- after all they belong to the same country. But it will feel Dubai needs to be taught a lesson.

One particularly painful punishment would be to force Dubai to hand over control of its prized Emirates Airline [EMIRA.UL] through a merger with Abu Dhabi carrier Etihad Airways. Global ports operator DP World DPW.DI is another asset Abu Dhabi should think about laying its hands on. Indeed, ownership of such assets may already have changed hands without anyone other than the royal families knowing about it.

Other changes will be more subtle. Dubai has attracted overseas financial services companies with tax breaks and the relative freedom to do business in the way they are used to in Western countries. Curbing some of the excesses which have accompanied this influx of people and money will also be on the agenda.

With the two cities an hour or so apart along the coast of the Persian Gulf, greater cooperation and coordination on development and direction should ultimately be beneficial to them both. Dubai's moment in the sun has passed, now is Abu Dhabi's chance to move out of its shadow.

By Alexander Smith

(Editing by Peter Thal Larsen and David Evans)

((E-mail alex.smith@thomsonreuters.com; Phone +44 207 542 8983; RM: alex.smith@reuters.com@reuters.net))

© Thomson Reuters 2009 All rights reserved
 
nella mia visita a Dubai del mese scorso ho appreso da fonti locali degne di credito, sia la notizia appena postata, sia di un prestito di Abu Dhabi ad Emirates, con rimborso al 2012.. in caso contrario, Ethihates...
ho anche sentito dire che il suppurto del vicino Emirato consentirà di portare a termine tutte le opere già iniziate, ma tutti i nuovi progetti sono di fatto bloccati..
quanto sopra ovviamente con beneficio d'inventario

La cosa non mi risulta affatto... Non dico che non possa essere possibile, ma per la situazione finanziaria in cui si trova EK (Ottima) lo escluderei...
 
Emirates e la crisi di Dubai

Secondo Voi come si colloca la compagnia aerea nei confronti dell'attuale crisi del Dubai? Non è che forse anche la compagnia aerea ha un pò esagerato con gli investimenti ed in realtà manca di sostanza?
 
Emirates non ha mai peccato di prudenza. Al vertice i personaggi sono gli stessi, sia in aviazione che nell' immobiliare. Impossibile che non vi sia alcuna ripercussione, perché Dubai ha un avvenire meno brillante di quanto non sperassero, però si tratta di entità diverse.
 
Emirates non ha mai peccato di prudenza. Al vertice i personaggi sono gli stessi, sia in aviazione che nell' immobiliare. Impossibile che non vi sia alcuna ripercussione, perché Dubai ha un avvenire meno brillante di quanto non sperassero, però si tratta di entità diverse.

giuridicamente verisssimo

resta il fatto che la maggioranza di dubai world e di emirates sono in mano
piu`o meno direttamente alla famiglia al maktoum


e che le agenzie di rating hanno ridotto la valutazione dello "stato"
 
Immagino che per EK diventerà assai più difficile (e costoso...) ottenere crediti per ampliare la flotta.
 
Direi che lo sceicco se non vuole perdere il giocattolino deve rimpicciolirlo, vendendo o gli aerei più vecchi (che hanno comunque max 10 anni) che comunque restano appetibili sul mercato, o girando ad altri i mega ordini di aerei in corso...