Alitalia, nasce la Compagnia Aerea Italiana


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Mi sa che non hai capito il mio post, se tu parti dall'idea del dire "no a tutti i costi", "non arretreremo di un millimetro", "niente rinegoziazione", ecco, mi sa che le risate (a denti stretti) le farai tu.

Diverso è dire "discutiamone", "sentiamo cosa ha da dire intesa". Perché credimi, se dite no a Intesa, poi non ci sarà la cordata che salva la cordata...

non niente rinegoziazione,attenzione,ma non svendiamo proprio nulla,ciò che sarà tolto sul piano economico deve avere un ritorno sul piano normativo.
 
..ma quindi non sarà più una compagnia improntata sul hub and spoke?..da quanto ho capito..e il long haul tutto da MXP..o qualcosa anche da FCO..magari anche VCE??...
un'ultima cosa..ma se volgiono fare solo point to point..specie da MXP..come pensano di battere la concorrenza di vettori low cost come easy, ryan,ecc ecc ????
 
* ricorsi in sede europea;

Alitalia: Tajani bene il salvataggio con capitali privati
da borse.it
Questione Alitalia sempre in primo piano, con il commissario Ue per i Trasporti, Antonio Tajani che si è espresso favorevolmente in merito ad un salvataggio di Alitalia tramite capitali privati. Il salvataggio di Alitalia che si va prospettando in queste ore "è un fatto positivo che fa crescere la concorrenza e che rafforza il mercato in Europa. Sarebbe stato un danno per il mercato, e anche per il turismo se una compagnia importante come quella di bandiera fosse fallita". Intanto il governo italiano che si espresso favorevolmente in merito ad una futura collaborazione tra la Nuova Alitalia e Air France-Klm
 
un'ultima cosa..ma se volgiono fare solo point to point..specie da MXP..come pensano di battere la concorrenza di vettori low cost come easy, ryan,ecc ecc ????

quoto.
questo non lo sanno nemmeno loro.
a proposito: chi sarebbe l'esperto di trasporto aereo che ha redatto per Intesa e per il club Apocalisse questo piano?

ora mi aspetto di vedere la risposta del sindacato. lo stesso che ha detto no ad AF.
e soprattutto vorrei sapere cosa pensa aquila selvaggia ora che il cargo è quasi ufficialmente morto. era uno dei motivi di scontento con i francesi. o mi ricordo male io?
 
Alitalia, nuova compagnia blindata fino al 2013
da ilsole24ore.com

Per i 16 azionisti della nuova Alitalia ci sarà un lock-up di cinque anni. Prima del 2013 non potranno vendere le loro azioni e uscire dalla compagnia. È lo statuto della nuova società a stabilirlo. Prima di allora i soci della cordata tricolore contano però di cominciare a fare profitti: se il Progetto Fenice, definito dall'advisor del Governo Intesa Sanpaolo andrà in porto e centrerà tutti i suoi obiettivi, la nuova Alitalia, ripulita di debiti ed esuberi, tornerà all'utile già nel 2011, cioè fra tre anni e punterà a raggiungere un ebit di circa 250 milioni su un fatturato di 5 miliardi di euro nel 2013. Sono due ma non le uniche novità che emergono dall'ultimissima versione del Progetto Fenice.
Ma perché l'intera operazione di salvataggio e di rilancio di Alitalia vada realmente in porto ci sono ancora molte incognite da superare e ci sono diverse condizioni che i nuovi azionisti pongono come tassative per il loro investimento. La prima condizione, e anche la più importante benché non l'unica, ricalca in parte quella già avanzata da Air France nella precedente ipotesi di salvataggio e cioè: senza il preventivo accordo sindacale tutto il progetto decade e non se ne fa più nulla. Proprio la mancanza del consenso sindacale fu la causa principale, ancor prima che scattasse l'offensiva berlusconiana contro il progetto di accordo con Air France immaginato dal Governo Prodi, del fallimento del vecchio piano di salvataggio e questo basta e avanza per segnalare la delicatezza del passaggio sindacale per la fattibilità dell'intero Progetto Fenice.
Essenziale, anche se non è una conditio sine qua non, è anche la definizione di un accordo, che non potrà essere solo commerciale ma industriale e forse azionario, con un partner internazionale come Lufthansa o di nuovo Air France. Ed essenziale è anche la tempistica perché tutta l'operazione ha margini stretti e l'obiettivo è far decollare l'operatività della nuova compagnia dal primo novembre prossimo.
È vero che i tempi e il contesto economico e politico rispetto al progetto del governo Prodi sono cambiati e che, allo stato, l'unica alternativa al Progetto Fenice è il fallimento di Alitalia, ma rispetto alla originarie richieste di Air France ai sindacati c'è ora qualcosa di più e di più circostanziato: non solo il via libera al piano ma il via libera alla riduzione delle attività e del personale dell'Alitalia di oggi e l'adozione di nuovi contratti di lavoro.
Ci sarà tempo per formulare giudizi di merito sul nuovo piano per Alitalia e bisognerà convincersi a distinguere la valutazione industriale da quella politica ma la base di partenza non può essere che l'esatta conoscenza dell'intera operazione. Ecco dunque, in sintesi, i reali contenuti - con non poche novità - del progetto Fenice come escono dalle 300 pagine che lo compongono.
Nuovo campione nazionale
L'obiettivo del Progetto è una soluzione imprenditoriale per Alitalia che porti alla creazione - attraverso «l'integrazione di parte delle attuali attività di Alitalia con Air One» - di un campione nazionale con alleanze strategiche internazionali, che sappia stare sul mercato e che rappresenti una «forte discontinuità con il passato» attraverso l'amministrazione straordinaria, il commissariamento e la divisione in due della vecchia compagnia. Per realizzare questo obiettivo il Progetto suggerisce: un «modello di business sostenibile nel medio-lungo periodo, disegnato e tarato su una congiuntura di mercato difficile»; il completo rinnovamento della flotta, della struttura del personale, della compagine societaria e della cultura aziendale di Alitalia; un'opportunità di investimento ai nuovi azionisti «con ritorni adeguati nel medio e lungo periodo»; la possibilità di contribuire allo sviluppo del Paese e alle esigenze di chi viaggia in, da e per l'Italia.
Discontinuità aziendale
Il progetto proposto ha cinque caratteristiche fondamentali che partono dal presupposto della netta discontinuità da realizzarsi con il commissariamento della vecchia compagnia, che metterebbe i nuovi azionisti al riparo da possibili rivalse di fornitori, creditori, vecchi azionisti e obbligazionisti: a) un nuovo perimetro aziendale composto dall'«aggregazione delle attività valorizzabili di Alitalia e Air One»; b) una rifocalizzazione della strategia mirata al consolidamento sul mercato naturale del breve-medio raggio e alla definizione di «forti accordi di partnership con uno dei tre mega-carrier europei» (Ba, Lufthansa e Air France ma realisticamente orientata agli ultimi due); c) un nuovo modello di network non più basato sugli hub (nè Fiumicino nè Malpensa lo saranno) ma «punto-punto sul breve raggio con quote dominanti nei principali aeroporti serviti mediante un decentramento delle attività su sei basi operative» e l'efficiente copertura del mercato del lungo raggio da e per l'Italia «anche attraverso un accordo forte con un partner internazionale»; d) il rinnovamento del management scelto e provato «nel campo delle ristutturazioni aziendali» come è già avvenuto con Roberto Colaninno e Rocco Sabelli; e) un assetto proprietario nuovo di zecca e «guidato da primari investitori privati italiani» per la nuova compagnia dalla quale lo Stato sarà completamente fuori.

Quattro linee di intervento
Per realizzare il piano industriale della nuova Alitalia il Progetto Fenice individua quattro aree di intervento fondamentali:
e l'integrazione del primo e secondo operatore aereo nazionale (non tutta l'Alitalia di oggi ma solo i suoi asset risanabili più Air One) e la creazione di un modello operativo a basi per raggiungere «una forte leadership sul mercato domestico» attraverso un ribilanciamento dei voli a favore di Milano su Roma e di Malpensa su Linate (dove dovrebbero restare solo i voli per e da Roma);
r un accordo di partnership internazionale con una delle maggiori compagnie europee che dovrà essere industriale e potrà nel tempo essere rafforzato da accordi azionari;
t il drastico snellimento del perimetro aziendale e il netto incremento della produttività in modo da raggiungere una struttura di costo in linea con i principali concorrenti: il che significa, tradotto in cifre, che sul costo del lavoro si punta a risparmiare nel tempo 350 milioni annui sia attraverso una riduzione della attività e del personale che attraverso contratti di lavoro meno onerosi. Da questo dipenderà l'esatto numero degli esuberi (che dovrebbero orientativamente oscillare attorno ai 6mila) che il piano non quantifica perché è una variabile dipendente dagli obiettivi di costo e che richiederanno l'attivazione di tre ammortizzatori sociali già previsti dalla normativa (la Cig, la Cig speciale e la mobilità);
u nuovi contratti di lavoro in funzione di un adeguato modello di relazioni industriali.
Condizioni e incognite
Il decollo della nuova Alitalia è però tassativamente subordinato a quattro condizioni pregiudiziali che sono, anzitutto, l'accordo sindacale sul dimensionamento di attività e organici e sui nuovi contratti di lavoro e, inoltre, il trasferimento alla nuova compagnia del perimetro di attività e di patrimonio previsto dal Progetto, la possibilità di ottenere il Coa (la certificazione dell'ente di sicurezza del volo) e il mantenimento di tutti i diritti di volo di Alitalia, di Air One e di tutte le controllate e la deroga antitrust sul mercato domestico da parte delle autorità nazionali ed europee. Accanto a queste condizioni il Progetto indica però altri requisiti, non tassativi ma essenziali, per il piano: la necessità di definire un forte accordo con un partner europeo, una regolamentazione ad hoc per Linate e un accordo con le società aeroportuali. Le incognite comunque non mancano e il Progetto non ne fa mistero, con l'occhio alla reale possibilità di incrementare la produttività del personale, di rinegoziare gli accordi con i principali fornitori, di ottenere sgravi e contributi alla mobilità per il personale ex AZ Alitalia e naturalmente con l'occhio al peggioramento della congiuntura economica e al difficile trend del trasporto aereo.
Se si farà, questa è la base di partenza della scommessa sulla nuova Alitalia


nella parte in bianco praticamente stanno dando ragione a chi sostiene che Linate è un serio problema per Malpensa,nonchè un serissimo problema (dissanguamento) per una compagnia che abbia intenzione di fare di MXP un hub.
e meno male che per molti quella di Linate era la scusa di Prato...
 
Quindi oltre ai 6000 licenziamenti sarà da considerare anche il dislocamento dei restanti dipendenti sulle 6 basi operative indicate negli articoli!

Alla fine saranno più del previsto quelli che lascieranno Alitalia!
 
Quindi oltre ai 6000 licenziamenti sarà da considerare anche il dislocamento dei restanti dipendenti sulle 6 basi operative indicate negli articoli!

Alla fine saranno più del previsto quelli che lascieranno Alitalia!
non capisco intendi dire che dislocando le persone nelle basi,queste lascerebbero alitalia?

perchè dici più del previsto?
il piano af prevedeva circa glli stessi numeri,considerando sia la parte fly che la parte service,i 2100 di cui molti parlano pensando al pieno francese erano solo quelli della parte fly
 
Scusate ma non ho seguito tanto bene questo nuovo argomento.
Gli stagionali di Airone che fine fanno?
 
Quindi oltre ai 6000 licenziamenti sarà da considerare anche il dislocamento dei restanti dipendenti sulle 6 basi operative indicate negli articoli!

Guarda che l'unica base "nuova" è Catania, le altre 5 sono tutte basi operative di AP o AZ. Le basi della nuova CAI partiranno (credo) dal personale già esistente su ogni base, con gli opportuni tagli.
 
I know, nel post di Bario si faceva il toto rotte sulle fantomatiche 18 rotte che saranno attivate da TRN, VCE e CTA (6 rotte da ciascuna mini-base?);)

Non mi sembra che ci sia scritto che le rotte da ogni base saranno 6,
Quelle erano ipotesi delle totorotte!!

DA VCE io vedrei bene
-BRI
-BDS
-SUF
-REG
-FCO
-NAP
-CTA
-PMO
-CAG

:P :D:D
 
... in attesa dell'evolversi della situazione la cosa che più mi diverte sono i commenti dei principali quotidiani italiani, gli editoriali... leggi qua leggi la e ti accorgi che non sanno più cosa fare, costretti a dover riconoscere che quasi quasi berlusconi oltre a napoli ha pure "imbroccato" alitalia! quanto acido allo stomaco! il corriere della sera che con giavazzi si arrampica sugli specchi (scrivendo pure cose non esatte) e la repubblica con scalfari che "forza le cose" al punto da non nascondere la malafede!

giavazzi scrive che i privati comprano oggi e fra una anno venderanno... oggi si scorpre che è una balla perchè sono costretti a tenersi le quote per 5 anni! scrive, poi, che vendendo le quote faranno soldi per loro! ma va la?! oddio mio! un liberista che vive negli usa che scopre che gl'imprenditori oggi comprano, mettendoci soldini, e domani vendendo proveranno a tirar su un pò di denari! cosa non va in questa logica?... ovviamente per farci soldi l'azienda un pò bene dovrà andare, oggi non va proprio... poi prova a spaventare i capitani coraggiosi (che poi tanto coraggiosi non sono visto che le loro belle garanzie le hanno) dicendo che saranno costretti, in base alla legge sul prestito ponte, ad accollarsi i debiti visto che nella legge era garantita la continuità aziendale. oscar giannino su libero di oggi ci dice che la legge non dice nulla di ciò, si trova solo qualcosa nella relazione di accompagnamento a quella legge che recita che il prestito "... tende a salvaguardare per i prossimi dodici mesi la continuità aziendale..." appunto, tende e non invece garantisce: c'è un pò di differenza. senza dire, poi, che non sta scritto nella legge ma nella relazione di accompagnamento che non è una legge dello stato... insomma domani il cda di az dirà che la continuità non c'è più... punto e basta! non contento prova a rincarare la paura dicendo che finirà come l'alfa romeo; ceduta senza debiti salvo poi l'obbligo imposto da bruxelles di riprendersi i debiti. anche qui giannino ci dice che è una balla perchè bruxelles in quell'operazione intervenne per censurare i prestiti concessi durante l'agonia e non per "condannare" lo scorporo degli stessi...

scalfari su repubblica sfoga il suo odio per berlusconi; in sintesi: "era meglio af, c'erano meno esuberi... quel bischero ha fatto perdere un sacco di tempo" e via con la tiritera che rappresenterà la musichetta di fondo che gl'antiberlusconiani suoneranno per questa operazione (del resto repubblica ha sempre avuto il compito di scrivere le musiche che vanno suonate). tutto vero peccato, e questo scalfari non lo dice, lo omette pur sapendolo, che anche air france avrebbe comunque scaricato sullo stato ma sopratutto si sarebbero preso tutto il mercato; qui almeno, anche nell'ipotesi di più esuberi, il mercato ce lo teniamo. l'ipotesi permette di pulire in casa le nostre schifezze!

poi fa un pò sorridere che prodi si sia fatto condizionare da berlusconi! lui con TPS avrebbero dovuto vendere ai francesi senza perdere tempo, senza fare i verginelli delle procedure! avrebbero dovuto liberarsene fregandosene di tutto e di tutto... se non l'hanno fatto è perchè o non volevano o erano (e sono) dei cacasotto!
 
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