Thread Alitalia - Maggio 2018


Stato
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Ho sentito voci che riportano di una quantità importante di dimissioni da parte del personale di condotta (principalmente FO a320) che hanno portato Alitalia a contattare Parc Aviation per trovare personale per la stagione estiva per poter riuscire a coprire i voli programmati. Cavolate di radio galley oppure fondo di verità?

Significa che non hanno piú personale con qualifiche corrispondenti in Cassa Integrazione?
Non dovrebbero restituire quel personale al servizio attivo fino a svuotamento delle liste prima di cercarne ulteriore sul mercato?
 
Alitalia sta subendo un'emorragia di piloti. Nell'ultimo anno se ne sono andati tra i 150 e i 200 (su un totale oggi di circa 1.400) e l'esodo continua. Marco Veneziani, fondatore dell'Associazione nazionale piloti, segnala «che si stanno perdendo professionalità importanti, con 15-18mila ore di volo. Sono in corso delle selezioni per nuove assunzioni a tempo determinato, ma molti candidati vengono ritenuti non idonei. Per l'estate risulta anche che siano stati chiesti in prestito dei primi ufficiali all'Aeronautica militare. Stiamo sfiorando l'emergenza dice Veneziani e i commissari dovrebbero prenderne atto e intervenire». Sul piano economico andarsene è un vantaggio: «Chi paga di più, come Qatar, Emirates o i cinesi, può far lievitare uno stipendio anche del 50%. Ma quanto guadagna un pilota di Alitalia? «Un pilota, secondo anzianità ed esperienza, va dai 1.200 ai 4mila euro netti al mese, un comandante è tra i 5 e i 9mila», spiega Veneziani. «Metà dell'indennità di volo non è tassata e non è soggetta a contributi. Questo comporta nell'immediato una busta paga più pesante, ma sul lungo periodo una pensione più leggera», aggiunge.

Intanto, la commissione speciale del Senato potrebbe avviare un'indagine conoscitiva su Alitalia con un ciclo di audizioni formali. Lo ha chiesto il Cinquestelle Mario Turco, relatore del decreto legge che proroga il termine della procedura di cessione della compagnia e del rimborso del prestito ponte.

Il Giornale
 
Le ultime da Yahoo!
Alitalia, gli sprechi non finiscono mai: 2 milioni di euro di divise da buttare
I conti di Alitalia sono sempre in rosso. E come se non bastasse, in attesa di un compratore, gli sprechi aumentano. “Un totale di circa 2,2 milioni di euro in divise probabilmente finiranno nella pattumiera”, commenta Valerio Fumagalli, amministratore delegato della Egv1.
Sprechi in pieno commissariamento

Alitalia è in pieno commissariamento, con i lavoratori in cassa integrazione straordinaria e un prestito statale da 900 milioni. Nel novembre 2017, a soli 18 mesi del precedente e già allora discusso restyling, l’azienda ha deciso di cambiare ancora le divise per i suoi 7mila dipendenti.
Total look nuovo di zecca

Non piccole modifiche, ma un total look nuovo di zecca, disegnato da Alberta Ferretti, per un costo che si aggira attorno ai 6-7 milioni di euro. Il tutto gettando dalla finestra il contratto sottoscritto con Egv1, che ora si trova 1 milione di euro di investimenti andati in fumo e 15 dipendenti che rischiano di perdere il lavoro.
Egv1 rischia grosso

L’azienda a pochi passi dall’aeroporto di Malpensa, con un fatturato da 7-8 milioni, da vent’anni confeziona divise per le aziende. Uffici e sale riunioni sono affollate di prototipi di uniformi di hostess e steward e divise sportive. La commessa di Alitalia arriva a febbraio 2016. Valore totale: 15 milioni di euro per circa 220mila capi. La condizione è che l’azienda tenga sempre in magazzino almeno 1 milione di euro di capi pronti per essere sostituiti. Questa giacenza adesso rischia di restare inutilizzata.
Soldi buttati

Le divise attuali non sono mai piaciute ai dipendenti Alitalia. “Ma bastava anche solo sistemare qualcosa e alleggerire i tessuti”, precisa Fumagalli. E invece un’azienda fallimentare sceglie di spendere altri 6,5 milioni di euro per una nuova divisa, dopo neanche due anni dall’introduzione dell’ultima.
 
Significa che non hanno piú personale con qualifiche corrispondenti in Cassa Integrazione?
Non dovrebbero restituire quel personale al servizio attivo fino a svuotamento delle liste prima di cercarne ulteriore sul mercato?

Non ci sono mai stati piloti in cassa integrazione. I naviganti (esclusi i primi ufficiali) fanno cassa a rotazione comunque. Non sono a casa, ma ogni mese hanno due o tre giorni in cui non lavorano.
 
Il suo voto sarà decisivo per il futuro dell’azienda per cui lavora. Fra qualche giorno interrogherà i suoi «padroni», non escludendo di chiedere la loro rimozione. Giulia Lupo è una assistente di volo Alitalia eletta senatrice per il M5s. Prima di entrare in parlamento era delegata Usb, sindacato che continua a chiedere a gran voce la nazionalizzazione della nostra ex compagnia di bandiera.

Senatrice Lupo, ci racconta la sua storia di lavoratrice Alitalia?
Sono stata assunta nel 2009, prima lavoravo in AirOne. Sono assistente di volo con base su Linate per il medio raggio e Fiumicino anche lungo raggio. L’ultimo volo l’ho fatto a febbraio, poi ho preso le ferie per fare la campagna elettorale, mentre aspetto ancora gli stipendi da cassa integrata dell’estate scorsa. Ho vissuto tutte le ristrutturazioni, diventando delegata Usb. Abbiamo vinto il referendum sul No al piano Etihad quando Cramer Ball, l’ultimo dei 7 amministratori delegati cambiati in 10 anni, fu salvato dal linciaggio mentre si aggirava per i terminal scusandosi con i turisti e ci dava degli infantili e viziati perché scioperavamo. Poi ho deciso di candidarmi.

Ora è in commissione speciale al Senato dove da ieri state esaminando il decreto Calenda di proroga a dicembre del prestito ponte da 900 milioni e di posticipo della decisione sulla vendita. Voi del M5s avete 9 commissari su 27 e il relatore, Mario Turco. Senza il vostro voto il decreto non viene di certo convertito.
Non approvarlo sarebbe irresponsabile perché produrrebbe il fallimento dell’azienda. Il nostro obiettivo è dare valore a questa proroga usando il tempo a disposizione per ottenere trasparenza puntando sul rilancio: il settore aereo è mediamente in crescita del 7-8 per cento mentre Alitalia arranca. Noi vogliamo che cresca allo stesso ritmo perché ne ha tutte le potenzialità: il mercato italiano è il terzo in Europa e il sesto nel mondo – anche se Enac non vigila su RyanAir sul co-marketing e i soldi pubblici – un costo del lavoro fra i più bassi e una produttività fra le più alte.

Lei ha proposto di ascoltare i tre commissari straordinari Laghi, Paleari e Gubitosi. Cosa chiederà ai suoi attuali datori di lavoro?
Sappiamo molto poco sulla condotta dei commissari. Se è vero che ancora non è pubblico il bilancio 2016, i commissari parlano già di extra costi per l’aumento del prezzo del petrolio. Ma quando il petrolio calava non ci sono stati risparmi. Cosa hanno fatto sui contratti derivati delle banche? Sugli accordi capestro che favoriscono AirFrance? Faremo tutte queste domande.

Se le risposte fossero non soddisfacenti siete pronti a chiederne la rimozione?
Se dovessimo riscontrare responsabilità dirette, certamente valuteremo la loro sostituzione. Dobbiamo tutelare i lavoratori e i contribuenti, visto che i 900 milioni di prestito sono soldi pubblici.

Finora hanno sempre riferito al solo ministro Calenda che li ha nominati…
Il ministro ha tanto da fare, forse è meglio che riferiscano al parlamento. Penso che proporremo loro audizioni ogni 45 giorni, proprio per garantire trasparenza e controllo.

Passiamo al capitolo vendita. Finora entrambe le offerte – Lufthansa e la cordata guidata da EasyJet – mettono come precondizione una ristrutturazione fatta dal governo stesso con migliaia di esuberi.
È inaccettabile parlare di «migliaia di esuberi» come fossero caramelle, dietro ci sono famiglie intere. Veniamo da 10 anni di ristrutturazioni che hanno solamente peggiorato la situazione e i conti dell’azienda. Non si può vendere Alitalia a chi dice di ridurre voli e personale, per rilanciare bisogna investire. Il nostro modello deve essere Klm che si è rilanciata potenziando il lungo raggio e i voli no stop smettendola di portare passeggeri negli scali internazionali per le altre compagnie.

Il suo sindacato – l’Usb – è per la nazionalizzazione. Lei?
Non è certo un tabù per noi. Col prestito ponte siamo già ad una semi-nazionalizzazione, anche se dobbiamo attendere l’indagine Ue sull’aiuto di stato. Moltissime compagnie europee sono compartecipate dallo stato e Alitalia in pratica è l’ultimo asset industriale del paese che non è in mani straniere.

Il Manifesto.

A leggere questo articolo sembra il destino di AZ sia già segnato:

È iniziata ieri la discussione per la conversione del decreto legge Alitalia. Una conversione che si annuncia complicata e piena di modifiche e figlia di un’indagine parlamentare veloce ma approfondita. E nella quale le posizioni favorevoli all’intervento pubblico non transitorio e contrarie ad una «svendita» appaiono nettamente in maggioranza. Il decreto, firmato dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, prevede la proroga fino al 31 ottobre il termine per la vendita e fino al 15 dicembre 2018 quello per il rimborso del prestito statale da 900 milioni. È stato incardinato in Commissione speciale al Senato. Il relatore Mario Turco (M5s) ha spiegato che martedì prossimo si terrà un Ufficio di presidenza «che andrà ad individuare i contenuti delle audizioni e le parti da chiamare». Turco ha specificato di aver chiesto audizioni formali e di aver fatto una «richiesta ampia» per quanto riguarda le parti da sentire, ossia i tre commissari straordinari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, i tre ministeri coinvolti (Padoan, Delrio e Calenda) e i sindacati.
«Accettare la proroga sui termini delle procedure di cessione di Alitalia non significa che il M5S spinga per una cessione della compagnia di bandiera: si tratta di un atto di responsabilità nei confronti dell’azienda e di chi ci lavora, soprattutto alla luce dello stallo politico che viviamo», hanno commentato i senatori M5S. A favore di un intervento pubblico duraturo sono anche la Lega e Leu. Per l’economista della Lega Claudio Borghi, membro della commissione speciale di Montecitorio, ad Alitalia serve «un rilancio da fare prevedendo l’intervento statale, pensando in grande nell’ottica di una vera compagnia di bandiera».
«Già nella scorsa legislatura avevamo proposto l’ingresso di Cassa depositi e prestini», dichiara Stefano Fassina (Leu). «Serve il tempo necessario per una scelta di un partner industriale che tuteli gli interessi italiani evitando che Alitalia diventi una compagnia regionale di un altro vettore europeo».

Il manifesto.

Ma veramente esiste ancora Il Manifesto?
E se sì, perché mai è stato venduto dai marxisti ai terrapiattisti??
 
Stiamo sfiorando l'emergenza dice Veneziani e i commissari dovrebbero prenderne atto e intervenire». Sul piano economico andarsene è un vantaggio: «Chi paga di più, come Qatar, Emirates o i cinesi, può far lievitare uno stipendio anche del 50%.

Ma come Veneziani? Nel thread sopra si parla di piloti che fuggono da EK saltando dalla finestra del cesso dell'albergo in sosta...

Perlomeno mettetevi d'accordo.
 
Il suo voto sarà decisivo per il futuro dell’azienda per cui lavora. Fra qualche giorno interrogherà i suoi «padroni», non escludendo di chiedere la loro rimozione. Giulia Lupo è una assistente di volo Alitalia eletta senatrice per il M5s. Prima di entrare in parlamento era delegata Usb, sindacato che continua a chiedere a gran voce la nazionalizzazione della nostra ex compagnia di bandiera.

Senatrice Lupo, ci racconta la sua storia di lavoratrice Alitalia?
Sono stata assunta nel 2009, prima lavoravo in AirOne. Sono assistente di volo con base su Linate per il medio raggio e Fiumicino anche lungo raggio. L’ultimo volo l’ho fatto a febbraio, poi ho preso le ferie per fare la campagna elettorale, mentre aspetto ancora gli stipendi da cassa integrata dell’estate scorsa. Ho vissuto tutte le ristrutturazioni, diventando delegata Usb. Abbiamo vinto il referendum sul No al piano Etihad quando Cramer Ball, l’ultimo dei 7 amministratori delegati cambiati in 10 anni, fu salvato dal linciaggio mentre si aggirava per i terminal scusandosi con i turisti e ci dava degli infantili e viziati perché scioperavamo. Poi ho deciso di candidarmi.

Ora è in commissione speciale al Senato dove da ieri state esaminando il decreto Calenda di proroga a dicembre del prestito ponte da 900 milioni e di posticipo della decisione sulla vendita. Voi del M5s avete 9 commissari su 27 e il relatore, Mario Turco. Senza il vostro voto il decreto non viene di certo convertito.
Non approvarlo sarebbe irresponsabile perché produrrebbe il fallimento dell’azienda. Il nostro obiettivo è dare valore a questa proroga usando il tempo a disposizione per ottenere trasparenza puntando sul rilancio: il settore aereo è mediamente in crescita del 7-8 per cento mentre Alitalia arranca. Noi vogliamo che cresca allo stesso ritmo perché ne ha tutte le potenzialità: il mercato italiano è il terzo in Europa e il sesto nel mondo – anche se Enac non vigila su RyanAir sul co-marketing e i soldi pubblici – un costo del lavoro fra i più bassi e una produttività fra le più alte.

Lei ha proposto di ascoltare i tre commissari straordinari Laghi, Paleari e Gubitosi. Cosa chiederà ai suoi attuali datori di lavoro?
Sappiamo molto poco sulla condotta dei commissari. Se è vero che ancora non è pubblico il bilancio 2016, i commissari parlano già di extra costi per l’aumento del prezzo del petrolio. Ma quando il petrolio calava non ci sono stati risparmi. Cosa hanno fatto sui contratti derivati delle banche? Sugli accordi capestro che favoriscono AirFrance? Faremo tutte queste domande.

Se le risposte fossero non soddisfacenti siete pronti a chiederne la rimozione?
Se dovessimo riscontrare responsabilità dirette, certamente valuteremo la loro sostituzione. Dobbiamo tutelare i lavoratori e i contribuenti, visto che i 900 milioni di prestito sono soldi pubblici.

Finora hanno sempre riferito al solo ministro Calenda che li ha nominati…
Il ministro ha tanto da fare, forse è meglio che riferiscano al parlamento. Penso che proporremo loro audizioni ogni 45 giorni, proprio per garantire trasparenza e controllo.

Passiamo al capitolo vendita. Finora entrambe le offerte – Lufthansa e la cordata guidata da EasyJet – mettono come precondizione una ristrutturazione fatta dal governo stesso con migliaia di esuberi.
È inaccettabile parlare di «migliaia di esuberi» come fossero caramelle, dietro ci sono famiglie intere. Veniamo da 10 anni di ristrutturazioni che hanno solamente peggiorato la situazione e i conti dell’azienda. Non si può vendere Alitalia a chi dice di ridurre voli e personale, per rilanciare bisogna investire. Il nostro modello deve essere Klm che si è rilanciata potenziando il lungo raggio e i voli no stop smettendola di portare passeggeri negli scali internazionali per le altre compagnie.

Il suo sindacato – l’Usb – è per la nazionalizzazione. Lei?
Non è certo un tabù per noi. Col prestito ponte siamo già ad una semi-nazionalizzazione, anche se dobbiamo attendere l’indagine Ue sull’aiuto di stato. Moltissime compagnie europee sono compartecipate dallo stato e Alitalia in pratica è l’ultimo asset industriale del paese che non è in mani straniere.

Il Manifesto.

Era ora che il Senato venisse svecchiato un attimo. Fuori Rita Levi Montalcini e dentro Giulia Lupo! Ho qualche speranza in più per il paese.
 
Era ora che il Senato venisse svecchiato un attimo. Fuori Rita Levi Montalcini e dentro Giulia Lupo! Ho qualche speranza in più per il paese.
In passato ex AZ diventati politici ci hanno dato grandi soddisfazioni....

Comunque con Lega e 5 stelle che controllano il parlamento direi che non si scappa dalla nazionalizzazione ed eventuale scontro con l'UE.
 
Sciopero Martedi 8 maggio? Mi hanno appena cancellato 2 voli domestici in quello stesso giorno..
Qualcuno ne sa qualcosa? Immagino personale di terra perchè io ho trovato solo questo http://scioperi.mit.gov.it/mit2/public/scioperi nessuno avviso in bacheca del sito AZ..probabilmente in attesa della solita circolare interna per rimborsi o autorizzazioni a cambio voli.

No dai, non scherziamo.
 
Non ci sono mai stati piloti in cassa integrazione. I naviganti (esclusi i primi ufficiali) fanno cassa a rotazione comunque. Non sono a casa, ma ogni mese hanno due o tre giorni in cui non lavorano.

il senso del discorso non cambia.
Prima di poter assumere, deve cessare anche la cassa part-time o a rotazione.
 
il senso del discorso non cambia.
Prima di poter assumere, deve cessare anche la cassa part-time o a rotazione.
Probabilmente si può fare come Ryaniar utilizzare un intermediario che fornisce personale navigante a tempo Determinato o con partita Iva.

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