A parte il fatto che spero che sul forum non ci si "attacchi", ma si scambino opinioni in modo civile, mi sembra che la differenza sia nella definizione di "conti che vanno bene".
Parliamo di un'azienda che probabilmente perde tra il mezzo milione ed il milione di euro al giorno (probabilmente, perché la cifra vera non viene comunicata) mentre la grande maggioranza delle aziende del settore produce utili; che opera grazie ad un prestito su cui è stata aperta un'istruttoria per verificare se si tratta di un aiuto di Stato illegittimo; che trasporta una percentuale del tutto minoritaria dei passeggeri italiani (e irrilevante dei passeggeri di altri paesi), e non opera nessuna rotta strategica (a meno che sia strategico andare con volo diretto in Giappone o in vacanza alle Mauritius), e che comunque verrebbe rimpiazzata su una rotta interessante in un batter d'occhio; che in un anno non ha ricevuto alcuna proposta seria d'acquisto nelle condizioni in cui si trova, poiché le parti potenzialmente interessate sono restie ad iniziare una seria ristrutturazione vista la fine del precedente partner / investitore.
In queste condizioni, come si può parlare di "conti che vanno bene"? A me pare che non vadano bene né i conti, né l'azienda, se non a limitati fini di evitare problemi politico-sindacali nel breve periodo.