Thread Alitalia - Gennaio 2018


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Alcuni considerazioni su EI-WLA (posterò le foto appena le scarico dal telefono).
La J è identica a quella dei 772: 22 posti nella prima parte, 8 nella seconda. IFE touch screen, ma telecomando non nuovo (nel senso che non è uguale a quello dei riconfigurati). La cabina mi sembra leggermente più spaziosa ma non so se è solo una mia impressione. La Y+ mi sembra più stretta rispetto a quella dei 772, soprattutto le prime due file laterali. La Y mi sembra un prodotto decente: non ho avuto modo di sedermi essendo quasi completamente piena.
Qualche curiosità e commento sul volo: 382 prenotati (compresi gli infant), 4 posti liberi in J (erano 6 ma sono stati fatti due upgrade a bordo dalla Y+). Credo siano stati pagati 880 euro l' uno, che mi sembra un prezzo molto alto. 2-3 posti liberi in Y+, 1 in Y (diventati un paio dopo qualche upgrade in Y+).
J piena di bambini (compreso mio figlio), un paio di russi, uno svizzero in transito a ZHR. Servizio molto buono, cibo pessimo (menù Puglia): pasta scotta, cotoletta pugliese di basso livello.
Volo in anticipo nonostante i tanti passeggeri presenti.
Più che discreta la lounge "Villa GRU": usata anche da EK e QR. La uso spesso e devo dire molto meglio di quella precedente ai Mondiali.
 
Bazzico spesso la tratta FCO-BRU e viceversa. Mi sono trovato spesso (almeno 5 o 6 volte) accanto ad un pilota - sempre lo stesso - in uniforme Alitalia che da Bruxelles andava a Roma in servizio o rientrava a Bruxelles.
È normale che un dipendente che risiede all'estero faccia il pendolare su Roma?
 
Articolo del sole 24 ore che riprende le indiscrezioni di handelsblatt


Per Handelsblatt il vettore è pronto a offrire 300 milioni dopo il passo indietro su Niki
Lufthansa stringe su Alitalia ma chiede garanzie al governo
paletti: i tedeschi non vogliono gestire la ristrutturazione della compagnia

Lufthansa sarebbe pronta a offrire 300 milioni per chiudere la partita su Alitalia, ma vuole precise garanzie e, soprattutto, non sarebbe disposta ad accollarsi la ristrutturazione dell’ex compagnia di bandiera. L’indiscrezione è arrivata ieri da Handelsblatt che ha interpellato fonti interne al vettore. Quest’ultimo non ha voluto commentare i contenuti dell’articolo. Secondo la ricostruzione fornita dal quotidiano tedesco, dopo il fallimento della trattativa per rilevare Nikki - la controllata austriaca di Air Berlin fondata e poi ceduta dall’ex pilota di Formula 1, Niki Lauda -, il big dei cieli guidato da Carsten Spohr sarebbe intenzionato a proseguire la propria strategia di espansione nel Vecchio Continente e avrebbe individuato in Alitalia un importante obiettivo strategico: «Lufthansa può offrire un prezzo di acquisto di circa 300 milioni per Alitalia. Il governo confida in un’entrata di 500 milioni». Lo stesso Spohr in più occasioni non ha fatto mistero del suo interesse. «Per noi l’Italia è il secondo mercato più importante dopo gli Usa - aveva spiegato qualche mese fa -. Non può essere dominio delle low cost, serve qualcuno che la colleghi con il resto del mondo». I tedeschi sarebbero quindi intenzionati a stringere, ma gli ostacoli «sono enormi», scrive il quotidiano, «perché una cosa è chiara negli ambienti della compagnia: la ristrutturazione di Alitalia non sarà gestita da Lufthansa, ma dovrà essere assunta dagli interessati in Italia e prima dell’acquisizione. E ci vorranno minimo 18 mesi». Tra i nodi da sciogliere, spiega Handelsblatt, ci sarebbero poi alcuni «privilegi» del personale, a cominciare dal diritto dello staff di vivere a Roma, anche se la sede di lavoro è Milano, e il tempo di viaggio tra le due città calcolato come parte integrante dell’orario di lavoro. «Finché nessuno in Italia si adopererà per abolire questi privilegi, la vendita di Alitalia è quasi impossibile», è il ragionamento che circola all’interno della compagnia secondo il giornale tedesco. Che sottolinea poi come anche il prestito ponte «potrebbe essere un problema. La domanda - si chiede il quotidiano - è se debba essere rimborsato da un investitore». Come noto, il governo ha incrementato ulteriormente, attraverso una norma ad hoc nel decreto fiscale (articolo 12, lo stesso con cui è stato peraltro allungato al 30 aprile l’iter della procedura di cessione), la dotazione finanziaria portando a 900 milioni l’ammontare complessivo del prestito e prorogandone la durata: altri 300 milioni, da erogare nel 2018, anche mediante anticipazioni di tesoreria, e da restituire «entro il termine dell’esercizio». Quanto al resto, il provvedimento stabilisce che «tale ultima proroga determina, nel 2017, il venir meno del rimborso» dei primi 600 milioni «e il suo posticipo al 2018», quando, come detto, dovrà essere restituita anche la nuova tranche. Liquidità che la compagnia ha usato solo in piccola parte. Come hanno infatti chiarito nelle scorse settimane i tre commissari straordinari, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, nel corso di un’audizione in Senato, a fine novembre Alitalia aveva in cassa 836 milioni (rispetto agli 845 milioni di ottobre). Altro tema da risolvere sarebbe poi il numero dei dipendenti del piano dei tedeschi. In ballo, secondo i rumors rilanciati anche da Handelsblatt, ci sarebbero mille occupati che il governo vorrebbe includere nel pacchetto. Di certo, per ora, c’è che Lufthansa, puntando solo alla parte aviation (attività di trasporto aereo, manutenzione inclusa), non rileverebbe i circa 3100 dipendenti dell’handling, finito nel mirino di altri operatori (tra gli interessati, figurerebbe Airport Handling, partecipata da Dnata-Emirates). I nodi da sciogliere sono diversi, dunque, e i colloqui proseguono con tutti i soggetti interessati. La deadline è stata spostata ad aprile e il cerchio dovrebbe chiudersi dopo il voto anche se il governo nelle scorse settimane, per bocca di alcuni ministri (Delrio e Calenda), aveva ventilato una possibile finalizzazione già prima delle elezioni.
 
Bazzico spesso la tratta FCO-BRU e viceversa. Mi sono trovato spesso (almeno 5 o 6 volte) accanto ad un pilota - sempre lo stesso - in uniforme Alitalia che da Bruxelles andava a Roma in servizio o rientrava a Bruxelles.
È normale che un dipendente che risiede all'estero faccia il pendolare su Roma?

Si.
 
Bazzico spesso la tratta FCO-BRU e viceversa. Mi sono trovato spesso (almeno 5 o 6 volte) accanto ad un pilota - sempre lo stesso - in uniforme Alitalia che da Bruxelles andava a Roma in servizio o rientrava a Bruxelles.
È normale che un dipendente che risiede all'estero faccia il pendolare su Roma?

Conosco AV di BA che vivono a Roma che vanno Londra per lavorare e AV di Swiss che vivono a Milano e vanno a Zurigo a prendere servizio..credo sia una cosa abbastanza comune per le compagnie aeree
 
Bazzico spesso la tratta FCO-BRU e viceversa. Mi sono trovato spesso (almeno 5 o 6 volte) accanto ad un pilota - sempre lo stesso - in uniforme Alitalia che da Bruxelles andava a Roma in servizio o rientrava a Bruxelles.
È normale che un dipendente che risiede all'estero faccia il pendolare su Roma?

Obbligo di comunicare un domicilio (non la residenza) entro 100 km dalla sede di lavoro.
 
Obbligo di comunicare un domicilio (non la residenza) entro 100 km dalla sede di lavoro.

Dipende. In BA l'obbligo è di risiedere a 120 minuti di distanza, specialmente quando si fa home standby, però conosco un sacco di gente che vive a più di 120 minuti, o in altri paesi. Semplicemente vanno in hotel, hanno un pied-à-terre, o fanno avanti e indietro. C'è chi fa pendolarismo anche da fuori Europa. Alla fine se sei part-time non è un problema.
 
Anche In easy o ryanair la strangrande maggioranza dei piloti e molti av pendola da altri stati, e hanno una casa d'appoggio o b&b dove sono basati. Prima di prendere servizio e dopo, tornano a casa dove spendono il loro tempo libero. Non vedo il problema. Ah, non pagano il biglietto, visto che alla compagnia non costa nulla. Parliamo di lowcost eh. Non capisco onestamente il problema.
 
In easyjet il biglietto lo pagano eccome (stafftravel if available), solo se il volo è sold out si ha il diritto di salire come commuter traveller su strapuntino se il cpt del volo lo accetta.
 
Pagano tra i 20 e i 25 euro, e nel 99% dei casi i biglietti staff non ci sono e usano la commuter letter, per cui non pagano nemmeno quelli. Prova a prendere un qualunque MXP/AMS e vedrai quanti ce ne sono.
 
Facciamo chiarezza. Il personale navigante DEVE avere un DOMICILIO, sia esso hotel, casa in affitto, b&b, casa di proprietà, entro tot km e minuti dalla base. La residenza, famiglia e altro anche alle Fiji se crede. Non si è obbligati a risiedere vicino all'aeroporto, anche perché il mercato prevede per la quasi totalità contratti stagionali e ci manca solo che uno ogni sei mesi debba fare scartoffie varie per cambiare residenza. Se poi uno il viaggio lo faccia in treno, macchina, aereo o come crede, sono fatti suoi ed eventualmente fatti della compagnia che può permettere o meno di offrire voli scontati.
 
In Lufthansa non vi è obbligo di domicilio entro X km ma obbligo di reperibilità entro 80km dall’aeroporto nei periodo di duty e stby. Biglietti gratis o possibilità di viaggiare gratis sul jump seat non esistono. Tutti i dipendenti pagano i voli stby. Io per pendolare con Roma pago circa 75 euro andata e ritorno eco stby.
 
Pagano tra i 20 e i 25 euro, e nel 99% dei casi i biglietti staff non ci sono e usano la commuter letter, per cui non pagano nemmeno quelli. Prova a prendere un qualunque MXP/AMS e vedrai quanti ce ne sono.

Ottimo esempio. Mi sembra che il network U2 non si limiti a mxp ams...
 
Ho citato quella perchè la più eclatante, ma di pendolari ce ne sono una vagonata, per UK, spagna, olanda, danimarca, etc, e non ho le statistiche con me, ma essendo buona norma presentarsi in cockpit tra colleghi, per esperienza almeno l'80% delle volte usano commuting letter perchè i biglietti staff non sono disponibili. Quanti sono, due per volo?
In Ryanair tra l'altro non devono nemmeno avere il biglietto, basta che siano in divisa e salgono a bordo, passando dai varchi crew, e infatti molte autorità stanno sollevando obiezioni in merito, non essendo in servizio.
 
Il problema della distanza credo sia giustamente legato alla reperibilità almeno secondo la legge italiana il datore di lavoro ha diritto a far verificare lo stato di morbosità del dipendente che non lo abilita a prestare servizio. Ora è chiaro che se io sono a Bruxelles e mi metto in malattia noi è possibile fare il controllo
 
ciao lh243una info ma nel caso di malattia come funziona ? Cioè fate la malattia in hotel o potete farla in un altra nazione ? O forse non esistono controlli ed eventuali certificati medici ?
 
Stato
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