Thread Alitalia - Dicembre 2017


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Se ti riferisci a me (come penso) ti sbagli.
Le rotte "asiatiche" ICN e PEK soffrono da tempo, basta dare un' occhiata ai prezzi e ai riempimenti e non sorprende per nulla. La ICN e già stata ridotta.
HAV e MEX soffrono la bassa stagione rispettiva: infatti HAV diventerà una rotta solo nella Winter, mentre MEX soffre per le limitazioni e per il periodo della Winter dove avevamo visto i riempimenti bassissimi.
La SCL è una rotta che ha bisogno di tempo, spero che la manterranno nonostante genera perdite in questo momento: anche questo sorprende poco, già se ne era parlato a lungo. L' idea era di portarla a daily, questo potrebbe aiutare a migliorare i rendimenti. Tra l' altro mi sembra che non ci siano prosecuzioni sul lato cileno.
Non vedo GIG in questa lista: la rotta stava avendo problemi ma probabilmente si è ripresa insieme alla ripresa del Brasile. La conferma è che sarà daily nella prossima Summer.
A prescindere dai costi di start-up tra poco entrerà anche DEL in questa lista.

Non si può dedurre che una rotta va più o meno bene dalle frequenze, siano esse in aumento o diminuzione. Altrimenti secondo questo ragionamento, qualsiasi volo daily sarebbe in attivo. Ed è chiaro a tutti che non è così. Anche una diminuzione delle frequenze paradossalmente non significa necessariamente che la rotta va male: se c'è un eccesso di offerta, può aiutare ad aumentare i rendimenti, oppure la macchina potrebbe essere usata con maggiore profitto altrove.
In sostanza, senza dati (e intendo sia loads che yields), si possono fare solo congetture.
 
Paolo Gentiloni rimpiange la proposta fatta da Air France un decennio fa. «Se oggi avessimo sul tavolo quell'offerta la prenderemmo al volo, ma proprio al volo». Manda a dire ai tre pretendenti - Lufthansa, EasyJet, Cerberus - che «le offerte sul tavolo possono essere anche migliorate, per certi versi è necessario». Ma poi ammette, durante la conferenza stampa di fine anno, di augurarsi che «si possa arrivare rapidamente a una soluzione». Si, perché se fosse per lui - e al netto di alcune limature sulla flotta di lungo raggio - Gentiloni avrebbe già venduto Alitalia a Lufthansa. Peccato per il premier che siano i tedeschi a frenare: vogliono trattare con il nuovo governo, non hanno alcuna fretta. Anche se i commissari Gubitosi, Langhi e Paleari hanno smentito la cosa, da Palazzo Chigi spiegano che, in pratica, c’è una sola offerta.

FIUMICINO COME QUINTO HUB. Easyjet guarda soltanto a singoli pezzi della compagnia, soprattutto quelli che le permetterebbero di rafforzarsi a Linate. Il fondo Cerberus, che finora non ha neppure presentato una proposta ufficiale, guarda solo a un’operazione finanziaria. E non è detto che abbia già un compratore. Lufthansa, invece, sarebbe pronta a prendersi tutta Alitalia, non soltanto la parte fly come annunciato in un primo momento. Cioè prendendosi in carico personale e debiti. Pur di chiudere il deal su tutto il vettore, e pur di evitare alle finanze pubbliche la terza bad company in meno di 15 anni, Gentiloni avrebbe accettato quasi tutte le condizioni poste dai tedeschi. E lo stesso avrebbero fatto le banche creditrici (azioniste di maggioranza della compagnia) sui debiti pregressi e pronte a sostenere ancora un’Alitalia targata Colonia così come i sindacati confederali sugli esuberi. Nel piano presentato alle parti Lufthansa accetta di fare Fiumicino il suo quinto hub (dopo Monaco, Francoforte, Zurigo e Bruxelles), ma dimezzando l’operatività. A differenza del passato non ha velleità su Malpensa, ma pretende dal governo di aumentare il suo peso a Linate.

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inRead invented by Teads
I tedeschi hanno accettato di comprare Alitalia in toto: la parte fly, dove lavorano oltre 10 mila persone, e quella handling, che ha 3.500 occupati

Sul versante occupazionale, è notizia dell’ultima ora, fa ben sperare governo e sindacati che i tedeschi avrebbero accettato di comprare Alitalia in toto: la parte fly, dove lavorano oltre 10 mila persone, e quella handling, che ha 3.500 occupati. Ma tutto questo ha un prezzo. Intanto i tedeschi pagherebbero una cifra simbolica per le azioni. Quindi avrebbero ottenuto dall’esecutivo di tagliare oltre 2 mila addetti, quasi per la maggioranza assistenti di terra. E al riguardo ci sarebbe anche un via libera di massima dei vertici nazionali di Cgil e Cisl, dopo la promessa di Gentiloni di garantire ammortizzatori sociali più lunghi di quelli previsti dal Jobs Act. Ora si attende una risposta dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Infine Lufthansa avrebbe concordato con Palazzo Chigi di far entrare nuovi partner o di cedere in un secondo momento la parte di azienda che si occuperà di handling.

RESTA IL NODO DEL LUNGO RAGGIO. L’unico nodo ancora aperto riguarderebbe il numero di aeromobili destinati al lungo raggio. Al momento Alitalia ne ha 24 tra Boeing 777 e AirbusA330. Lufthansa vuole puntare sulle tratte extracontinentali (soprattutto verso il Sud America), ma nonostante ciò vuole mettere a terra una decina di questi mezzi. Troppi per il governo e per il potente sindacato Anpac. Ma anche questa questione sarà risolta. Il punto sul quale Gentiloni non riesce a convincere il ceo tedesco Carsten Spohr è la tempestica. Visti gli argomenti sul tavolo (gli ammortizzatori sociali per i lavoratori in esubero, l’operatività sugli scali italiani e le garanzie ai creditori bancari) i vertici di Colonia vogliono trattare con il nuovo governo. Meglio ancora se guidato ancora dallo stesso Gentiloni

http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2017/12/29/lufthansa-alitalia-elezioni/216807/

Perché LH vuole trattare con il prossimo governo (che potrebbe essere M5S) ??

Ma l'handling non era già stato venduto a Swissport ?
 
Sara' un buon anno solo quando ci saremo tolti dalle balle alitalia, il suo tricolore, i suoi debiti e i suoi dipendenti. Dimenticavo, anche i parassiti e i sindacati. Allora potro' finalmente brindare.

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Il fantomatico "interesse nazionale sul trasporto aereo", ad oggi in Italia non l'ha mai elaborato nessuno. Forse negli anni '60 qualcuno in IRI aveva pensato a qualcosa del genere, ma in modo molto generico e sulla spinta del boom economico. Poi il vuoto.
Io sono un forte sostenitore della necessità di definire e sostenere l'interesse nazionale, e, in teoria, anche quello del trasporto aereo. Ma non certo per dare continuità al modello di AZ che abbiamo ed abbiamo avuto, costruito su interessi politici e sindacali e sulla rendita di posizione del personale navigante. Questo non è interesse nazionale, è interesse privato.

Chiaro, limpido, cristallino.
 
Nessuno vorrebbe continuità nell'attuale modello, ci mancherebbe. Sarebbe da masochisti, da pazzi! Quello che cerco di dire da tempo oramai è che il paese non può e non deve uscire dal settore e relegare tutto "al mercato". Il fatto che Az sia fallita n volte non può impedire di trovare un'altra strada, imparando dagli altri, copiando gli altri, rubando manager e modelli . . . e soprattutto investendo soldini.
Oggi, a me pare, che per paura, non si faccia nulla di tutto questo salvo poi intervenire a fallimento avvenuto con prestiti, agevolazioni fiscali, cassaintegrazione, etc.
Per quanto riguarda Az, alla luce di quanto accaduto, non sarebbe stato meglio che lo Stato avesse sostenuto con 900 milioni, un eventuale suo sviluppo e potenziamento anziché assicurare un prestito ponte che non so se verrà mai restituito??

Posso anche arrivare a capire il ragionamento alla base delle tue affermazioni: la necessità di avere una compagnia di riferimento nazionale (una compagnia basata su un Hub Nazionale che, collateralmente, renda più accessibile l'Italia al mondo ed il mondo agli Italiani).
Vorrei pero capire per quale motivo questa compagnia debba obbligatoriamente essere AZ.

Francamente, se si decidesse in nome di un superiore interesse nazionale di dotare lo stato di una compagnia di riferimento di proprieta, da cittadino preferirei che si ripartisse da zero con una compagnia creata ex novo. Totalmente libera da quei vizi che hanno contribuito a portare AZ in questo stato.
 
Sara' un buon anno solo quando ci saremo tolti dalle balle alitalia, il suo tricolore, i suoi debiti e i suoi dipendenti. Dimenticavo, anche i parassiti e i sindacati. Allora potro' finalmente brindare.

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Buon 2018 anche a te e famiglia. Ti auguro le stesse belle cose!
 
Buon 2018 anche a te e famiglia. Ti auguro le stesse belle cose!

Io invece auguro a te ed alla tua azienda caro aa/vv un anno meraviglioso e pieno di soddisfazioni.

Commenti del genere non meriterebbero nemmeno risposta.

La tua è stata invece ironica e piena di stile e buon senso.

Quindi dubito verrà capita...
 
Paolo Gentiloni rimpiange la proposta fatta da Air France un decennio fa. «Se oggi avessimo sul tavolo quell'offerta la prenderemmo al volo, ma proprio al volo». Manda a dire ai tre pretendenti - Lufthansa, EasyJet, Cerberus - che «le offerte sul tavolo possono essere anche migliorate, per certi versi è necessario». Ma poi ammette, durante la conferenza stampa di fine anno, di augurarsi che «si possa arrivare rapidamente a una soluzione». Si, perché se fosse per lui - e al netto di alcune limature sulla flotta di lungo raggio - Gentiloni avrebbe già venduto Alitalia a Lufthansa. Peccato per il premier che siano i tedeschi a frenare: vogliono trattare con il nuovo governo, non hanno alcuna fretta. Anche se i commissari Gubitosi, Langhi e Paleari hanno smentito la cosa, da Palazzo Chigi spiegano che, in pratica, c’è una sola offerta.

FIUMICINO COME QUINTO HUB. Easyjet guarda soltanto a singoli pezzi della compagnia, soprattutto quelli che le permetterebbero di rafforzarsi a Linate. Il fondo Cerberus, che finora non ha neppure presentato una proposta ufficiale, guarda solo a un’operazione finanziaria. E non è detto che abbia già un compratore. Lufthansa, invece, sarebbe pronta a prendersi tutta Alitalia, non soltanto la parte fly come annunciato in un primo momento. Cioè prendendosi in carico personale e debiti. Pur di chiudere il deal su tutto il vettore, e pur di evitare alle finanze pubbliche la terza bad company in meno di 15 anni, Gentiloni avrebbe accettato quasi tutte le condizioni poste dai tedeschi. E lo stesso avrebbero fatto le banche creditrici (azioniste di maggioranza della compagnia) sui debiti pregressi e pronte a sostenere ancora un’Alitalia targata Colonia così come i sindacati confederali sugli esuberi. Nel piano presentato alle parti Lufthansa accetta di fare Fiumicino il suo quinto hub (dopo Monaco, Francoforte, Zurigo e Bruxelles), ma dimezzando l’operatività. A differenza del passato non ha velleità su Malpensa, ma pretende dal governo di aumentare il suo peso a Linate.

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I tedeschi hanno accettato di comprare Alitalia in toto: la parte fly, dove lavorano oltre 10 mila persone, e quella handling, che ha 3.500 occupati

Sul versante occupazionale, è notizia dell’ultima ora, fa ben sperare governo e sindacati che i tedeschi avrebbero accettato di comprare Alitalia in toto: la parte fly, dove lavorano oltre 10 mila persone, e quella handling, che ha 3.500 occupati. Ma tutto questo ha un prezzo. Intanto i tedeschi pagherebbero una cifra simbolica per le azioni. Quindi avrebbero ottenuto dall’esecutivo di tagliare oltre 2 mila addetti, quasi per la maggioranza assistenti di terra. E al riguardo ci sarebbe anche un via libera di massima dei vertici nazionali di Cgil e Cisl, dopo la promessa di Gentiloni di garantire ammortizzatori sociali più lunghi di quelli previsti dal Jobs Act. Ora si attende una risposta dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Infine Lufthansa avrebbe concordato con Palazzo Chigi di far entrare nuovi partner o di cedere in un secondo momento la parte di azienda che si occuperà di handling.

RESTA IL NODO DEL LUNGO RAGGIO. L’unico nodo ancora aperto riguarderebbe il numero di aeromobili destinati al lungo raggio. Al momento Alitalia ne ha 24 tra Boeing 777 e AirbusA330. Lufthansa vuole puntare sulle tratte extracontinentali (soprattutto verso il Sud America), ma nonostante ciò vuole mettere a terra una decina di questi mezzi. Troppi per il governo e per il potente sindacato Anpac. Ma anche questa questione sarà risolta. Il punto sul quale Gentiloni non riesce a convincere il ceo tedesco Carsten Spohr è la tempestica. Visti gli argomenti sul tavolo (gli ammortizzatori sociali per i lavoratori in esubero, l’operatività sugli scali italiani e le garanzie ai creditori bancari) i vertici di Colonia vogliono trattare con il nuovo governo. Meglio ancora se guidato ancora dallo stesso Gentiloni

http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2017/12/29/lufthansa-alitalia-elezioni/216807/

Secondo questo articolo Lufthansa tutelerebbe i creditori mentre farebbe carne da macello dei naviganti. Il corto raggio tutto low cost e Roma dimezzata sul lungo raggio.
Attendiamo con curiosità di caprire se cambia l’attitudine verso la compagnia tedesca da parte di coloro notoriamente vicini ai naviganti.
 
Ultima modifica:
Secondo questo articolo Lufthansa tutelerebbe i creditori mentre farebbe carne da macello dei naviganti. Il corto raggio tutto low cost e Roma dimezzata sul lungo raggio.
Attendiamo con curiosità di caprire se cambia l’attitudine verso la compagnia tedesca da parte di coloro notoriamente vicini ai naviganti.

Quest' articolo vale zero. Dice una serie di cose che si contraddicono tra di loro.
La più grande: come è possibile che mantengano quasi tutto il personale dimezzando l' operatività ?
 
Posso anche arrivare a capire il ragionamento alla base delle tue affermazioni: la necessità di avere una compagnia di riferimento nazionale (una compagnia basata su un Hub Nazionale che, collateralmente, renda più accessibile l'Italia al mondo ed il mondo agli Italiani).
Vorrei pero capire per quale motivo questa compagnia debba obbligatoriamente essere AZ.

Francamente, se si decidesse in nome di un superiore interesse nazionale di dotare lo stato di una compagnia di riferimento di proprieta, da cittadino preferirei che si ripartisse da zero con una compagnia creata ex novo. Totalmente libera da quei vizi che hanno contribuito a portare AZ in questo stato.

Non ho mai detto che questa compagnia debba per forza essere "questa AZ", quella che conosciamo, che ha generato voragini nei bilanci, quella che è fallita tre volte. Certamente una nuova Az, anche ex novo, o una qualsiasi altra compagnia andrebbe bene lo stesso purchè il paese non esca dal settore completamente.
Quello che non mi convince è che il paese, secondo alcuni, possa farne benissimo a meno, perché sarebbe il mercato a sostituirla in breve tempo.
 
Roma, 30 dic. (AdnKronos) – Su Alitalia, “ci prenderemo il tempo che serve. Non vogliamo svendere”. Ad assicurarlo è il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. “Io ritengo – afferma in un’intervista a ‘La Repubblica’ – che una trattativa in esclusiva, se assisteremo ad un’evoluzione positiva del dialogo, sia a portata di mano. Insomma il deal si farà. E può darsi che si aggiungano nel corso delle prossime settimane altre offerte di sostegno a quelle già incassate. Ci sono proposte industriali e altre finanziarie, come quelle dei fondi. L’auspicio è proprio quello di poter affidare la trattativa in esclusiva in tempi brevi”.
“Vogliamo dare – sottolinea Delrio – una prospettiva solida ad Alitalia così come sta accadendo per Meridiana. Alla nostra compagnia serve ambizione e non un ridimensionamento. Ecco perché non serve fare presto ma fare bene tutti i passaggi necessari per farla rinascere privilegiando un serio piano di sviluppo”.
 
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