Sacbo intenzionata a stringere con la Catullo, ma SAVE in pole position


Catullo, Save al lavoro ma il fondo F2i studia il rientro in partita

Nel caso dell'operazione tra Save e Catutto, che prevede l'ingresso della società che gestisce l'aeroporto di Venezia in quella che si occupa degli scali di Verona e Brescia, qualcuno potrebbe aver cantato vittoria prima del tempo. Di questo almeno sono convinti alcuni operatori del mercato, che controllano da vicino il dossier e che scommettono sul fatto che il fondo F2i guidato da Vito Gamberale non rimarrà a guardare la partita degli aeroporti del nordest da lontano e, anzi, sarebbe seriamente intenzionato a rimettersi in gioco. Al momento non è chiaro con quali modalità, ma è possibile che qualche novità possa emergere già prima della fine della settimana. Nei mesi scorsi c'erano già stati contatti tra F2i e i vertici del Catullo, dai quali però non erano emerse proposte concrete anche perché dal punto di vista industriale tra le richieste più o meno esplicite del fondo infrastrutturale c'era la sostanziale chiusura di Brescia, opzione considerata inaccettabile dai soci dell'aeroporto veronese. L'ipotesi che F2i ora torni in partita è suggestiva ma resta da capire con quali modalità questo potrebbe avvenire. Al momento infatti è in corso una due diligence tra Save e Catullo, che stanno lavorando ai dettagli di un accordo approvato nelle sue linee guida dall'assemblea della società scaligera. Le variabili che potrebbero sparigliare le carte in tavola riguardano l'equilibrio trai soci di Save (che qualcuno giudica potenzialmente instabile) unito alla possibilità che in fase di due diligence le condizioni (e soprattutto il prezzo) pattuite all'inizio della trattativa possano cambiare riaprendo i giochi. Infine esiste la possibilità che Catullo non proceda attraverso una trattativa privata-ma cerchi il partner attraverso una gara aperta a più contendenti. Chiaramente in questo frangente c'è anche chi cerca di confondere le acque, visto che è chiaro che
dal punto di vista industriale l'eventuale accordo tra Save e Catullo darebbe vita al cosiddetto polo del nord-est, complicando la vita degli altri soggetti del settore nel nord (tra cui proprio F2i). Il fondo guidato da Vito Gamberale e presieduto da Giuliano Asperti può contare su potenza di fuoco finanziaria e relazioni e proprio per questo c'è chi scommette che punterà a rientrare in qualche modo nel riassetto aeroportuale. Va detto che il Catullo non è alla ricerca dì una semplice iniezione di liquidità ma sta cercando un socio industriale che appunto potrebbe essere l'aeroporto di Venezia, mentre non è chiaro quali potrebbero essere le ambizioni industriali degli altri soggetti potenzialmente interessati. MF
 
Aeroporti/I. Scema l'interesse di F2i che concentra le attenzioni su Cagliari Venezia resta sola in pista per Verona Sara Monaci


In attesa che l'Enac si pronunci, proseguono le trattative per l'ingresso nell'azionariato
dell'aeroporto di Verona, per cui la società Save, che gestisce lo scalo di Venezia, ha avanzato una manifestazione d'interesse. Ufficiosamente, dovrebbe trattarsi dell'acquisizione del 35% per 25
milioni, realizzato parzialmente con scambio di azioni tra la Catullo, che guida Verona, e la Save e parzialmente con immissione di liquidità nelle casse dell'aeroporto veronese. Un passaggio fondamentale è proprio quello di domani, quando l'ente nazionale competente, l'Enac, si pronuncerà sulla fattibilità di una trattativa privata tra la Catullo e la Save, via preferita rispetto ad una gara pubblica, pur trattandosi di due società a parziale partecipazione di enti locali pubblici. La Save aveva già manifestato tranquillità su questo punto, sottolineando che uno scambio di azioni senza gara era già avvenuto quando lo scalo veneziano acquisì l'aeroporto di Treviso. Anche la Sacbo, che gestisce lo scalo di Bergamo, stava ipotizzando qualche controfferta per Verona, ma per ora non ci sono novità. Anzi, sembra che il dossier stia sfumando. Se, infatti, per la Sea - che a Milano gestisce Linate e Malpensa e che detiene il 30% di Sacbo - la partita veronese sarebbe ancora interessante, per F2i - secondo azionista di Sea (col 44%) - il dossier starebbe invece perdendo appeal. Anzi, per il fondo di investimento ci sarebbero prima altre priorità: prima di tutto lo scalo di Cagliari, dove soprattutto il segmento del turismo potrebbe garantire un business in crescita. Insomma, è possibile che alla fine per la Catullo di Verona rimanga in pista concretamente solo la Save di Venezia. Per F2i intanto si starebbe 25milioni L'offerta di Save per Verona La società che gestisce Venezia è interessata a una quota del 30% aprendo una possibilità molto più concreta su un altro fronte, quello autostradale. Entro fine mese il fondo guidato da Vito Gamberale riprenderà in mano il dossier su Serravalle, la società stradale controllata dalla Provincia di Milano, rimasta invenduta dopo due bandi per la cessione dell'82 percento. Ora probabilmente la Provincia valuterà di mettere in gara solo il suo 52%, senza la quota del 18,6% del Comune di Milano, e con un ribasso d'asta. In più ci potrebbe essere anche la valutazione di un aumento di capitale e non solo di una cessione di azioni. Questo renderebbe appetibile il dossier per F2i, che per questa partita starebbe cercando alleati. Primo fra tutti il gruppo Gavio.
 
Catullo, più vicino l'accordo con la Save




Catullo-Save, accordo sem- pre più vicino. È stata, infatti, depositata la relazione dei tecnici sull'offerta di Save. Ieri mattina, al trentesimo giorno, come stabilito dall'assemblea dei soci dello scalo veronese, i tecnici nominati dal consiglio d'amministrazione della Catullo Spa hanno consegnato nelle
mani del presidente Paolo Arena la loro relazione sull'offerta presentata dalla veneziana Save, che gestisce gli scali Marco Polo di Venezia e l'Antonio Canova di Treviso. L'unica vera proposta arrivata fino ad oggi a Verona e che prevede un impegno finanziario da 25 milioni di euro per rilevare il 35% delle quota di partecipazione del Catullo ed un piano strategico per creare un sistema veneto di aeroporti, specializzando gli scali di Venezia, Verona, Treviso e Brescia (Montichiari è del Catullo). Un'operazione che valuta il 100% dell'aeroporto Catullo di Verona 71 milioni di euro Il documento, che ha visto impegnata una commissione formata tra gli altri dal professor Andrea Di Porto della Sapienza di Roma, dall'avvocato Giovanni Maccagnani per il Comune di Verona e da Raffaele De Col, dirigente generale del Dipartimento lavori pubblici, nominato nell'organo tecnico dalla Provincia di Trento, verrà esaminato nei prossimi giorni dal consiglio d'amministrazione del Catullo che lo sottoporrà all'assemblea dei soci convocata per il 10 ottobre. A questi ultimi, infatti, aspetta la decisione finale. I tecnici, infatti, erano chiamati a dare una risposta su due questioni chiare: se giuridicamente la trattativa "privata" con Save fosse corretta e se la proposta avanzata fosse "congrua". Il fatto che la relazione sia arrivata nei termini previsti, senza la richiesta di proroghe come sembrava, fa pensare ad unità di intenti e vedute dei tecnici. Ma anche al fatto che la proposta di Save abbia basi solide.
 
Aeroporti, ora Brescia vira
«Noi stiamo con Bergamo»


La partita degli aeroporti del lombardo-veneto infiamma la politica, ma non in terra orobica, bensì sui banchi dei cugini bresciani del Broletto, sede dell'amministrazione provinciale della città della Leonessa.

Martedì infatti i toni si sono fatti accesi durante l'audizione del presidente della Camera di commercio locale Franco Bettoni, che insieme all'assessore Corrado Ghirardelli ha fatto il punto della situazione, e ha parlato piuttosto chiaro: «Sono 15 anni che Verona tiene bloccato Montichiari, dei veronesi non mi fido più – ha detto Bettoni –. La nostra prospettiva deve essere un'altra, il sistema aeroportuale lombardo. Costruire un asse con Bergamo ci consentirebbe di portare subito voli e lavoro a Montichiari».

Già, ma come? Costituendo una newco tra Sacbo e Abem, la società di industriali bresciani che con Orio ha già condiviso un piano industriale mai andato in porto su Montichiari, passato poi ai veronesi. Tecnicamente si tratterebbe di una cessione del ramo d'azienda del D'Annunzio, un'operazione da 25-30 milioni di euro. Il Carroccio è accusato di appiattirsi sulla scelta di Verona.
 
Milano, 28 ott - Preso atto delle risultanze del lavoro del tavolo tecnico sull'entrata di un partner privato con una quota di minoranza in Catullo Spa, societa' con azionariato prevalentemente pubblico, l'Assemblea dei Soci di Catullo Spa, riunitasi oggi, ha confermato di valutare positivamente l'ingresso nella compagine sociale di Save Spa quale socio minoritario e partner strategico. L'Assemblea ha dato quindi mandato al Consiglio d'Amministrazione di approfondire con Save Spa tutte le tematiche e gli aspetti procedurali inerenti la trattativa.


sacbo può dire addio a montichiari?
 
Orio all’attacco del Tar di Brescia

«Serve una gara per Montichiari»

La sentenza è attesa tra una quarantina di giorni, e la posta in gioco al Tar di Brescia è di quelle pesanti: la concessione affidata alla veronese Catullo dell’aeroporto di Montichiari per i prossimi 40 anni.


A fare ricorso sono stati sia Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Orio al Serio, che la bresciana Abem, espressione del mondo economico produttivo locale. E da tempo impegnata in fitti conciliaboli (tra alti e bassi) con Sacbo stessa in merito a Montichiari. Ieri c’è stata l’ultima udienza davanti ai giudici amministrativi bresciani.


Nel marzo scorso, dopo anni di tira e molla e un’attesa pluridecennale, i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture del governo Monti hanno assegnato la concessione di Montichiari alla veronese Catullo, che gestiva l’aeroporto bresciano dal 1998, in seguito ad un’assegnazione provvisoria (via via reiterata) per il rifacimento della pista scaligera. Una decisione contestata da Sacbo ed Abem, che qualche settimana prima avevano bussato insieme alle porte del ministero perorando a loro volta l’assegnazione in tandem, forti di un preciso Piano economico-finanziario

http://www.ecodibergamo.it/stories/...per-montichiari_1040429_11/?src=box_provincia
 
Montichiari, assegnazione irregolare
Il Tar di Brescia dà ragione alla Sacbo


Scalo di Montichiari , tutto da rifare. Il Tribunale amministrativo regionale di Brescia ha di fatto annullato il decreto ministeriale che aveva affidato la gestione dell’aeroporto di Montichiari (Brescia) alla Catullo di Verona, la società che ha ingestione l’aeroporto scaligero. Il Tar infatti ha deciso che una simile assegnazione può essere fatta solo attraverso una gara pubblica, ordinandone di aprirne una secondo le regole comunitario-nazionali.

Il Tar si è pronunciato su un ricorso presentato dalla Sacbo, la società di gestione dello scalo bergamasco, peraltro focalizzato sul fatto che la Catullo non potesse avere la titolarità per beneficiare di quella assegnazione. Il Tribunale amministrativo regionale è però andato oltre sancendo che per simili assegnazioni è necessaria una gara pubblica secnod regole ben precise.

I giochi per Montichiari, dunque, si riaprono, in attesa dell’apertura di un’asta attraverso cui si assegni la gestione dello scalo bresciano. Quanto tempo passerà, è difficile dirlo: bisognerà infatti attendere se verrà presentato o meno un ricorso al Consiglio di Stato.
 
Trattare con Venezia
Orio parte dal podio


Mentre c’è chi temeva (o sperava…) che gli abboccamenti di Ryanair e Dhl con Malpensa fossero propedeutici ad un trasferimento armi, voli e bagagli nel demihub della brughiera, Sacbo ha piazzato due colpi in serie, prolungando la permanenza dell’uno e dell’altro vettore in quel di Orio al Serio.

È il mercato, bellezza, verrebbe da dire a chi vaticinava spostamenti di qua e di là, sulla scorta di operazioni slegate da un contesto più ampio e comunque attese da tempo: che lo sviluppo di Orio soprattutto sul versante merci fosse giunto al limite sostenibile era cosa ben nota, così come l’intenzione da parte di realtà come Dhl di differenziare la propria presenza sul territorio, mantenendo però lo scalo bergamasco come base e punto fermo.


O meglio, il sistema che gli ruota intorno, in via di progressiva ridefinizione verso Est. E qui arriviamo alla vera partita, ben più complessa e decisiva per il futuro del territorio del rapporto con una Milano che deve ancora decidere cosa fare da grande: anzi, cosa fare di Linate e Malpensa, con il rischio di finire come l’asino di Buridano, quello che indeciso tra biada e acqua alla fine muore di fame e di sete. I dati più freschi relativi ai passeggeri sono quelli di febbraio, che vedono Malpensa registrare un timido 0,67% in più e Linate un 3,35%. Percentuali decisamente più basse di Orio che con un più 18,1% (a febbraio, mese notoriamente e statisticamente tra i meno propizi…) si conferma terzo scalo italiano, dietro Fiumicino e Malpensa e davanti a Linate.


E dietro, occhio, a Venezia che cresce del 4%. Male, malissimo, invece Verona che perde il 14% dei passeggeri. Per le merci, Malpensa beneficia delle novità e cresce del 12% confermandosi primo scalo italiano, Orio per contro perde il 9,3%, mentre Venezia sale di quasi il 10. In sostanza, Orio si presenta al tavolo delle trattative con Venezia (Verona ha un ruolo ormai di secondo piano) partendo dal podio: terzo scalo per i passeggeri, dove nel primo bimestre ha registrato un incredibile più 19,6%, e secondo per le merci, comparto dove nel medesimo tempo ha perso il 5,96. Ed in queste percentuali c’è scritto il futuro dello scalo bergamasco: più persone e meno merci. Ma con in tasca due contratti rinnovati (o ridefiniti nei dettagli nel caso di Ryanair) di fresco con player di prim’ordine.

E sono cose che in una trattativa hanno il loro peso, perché contribuiscono non poco a definire l’orizzonte: moneta sonante in questo complesso do ut des. Bergamo e Venezia sono comunque sempre più vicine, pur nelle difficoltà che comporta una trattativa del genere e con l’incognita di Brescia che non ha ancora deciso cosa vorrebbe fare da grande. O meglio, a chi farlo fare e come, considerato che qualsivoglia tentativo nel corso degli anni di far sedere in modo costruttivo i cugini sul tavolo di Montichiari è andato a frantumarsi contro il tanto decantato sistema bresciano che in questa partita non è mai (mai…) riuscito a dimostrarsi tale.

Ora, dall’altro lato dell’Oglio, vorrebbero entrare nella newco che guiderà Montichiari: quella dove Sacbo, come da mandato dei soci, non intende scendere sotto il 50%. E il perché è abbastanza ovvio: se solo Brescia avesse un 2%, con Venezia e Bergamo su quote paritetiche, diventerebbe un pericolosissimo ago della bilancia capace di spostare la maggioranza di qua e di là secondo le convenienze. E nessuno, in Sacbo e in Save, vuole correre questo rischio. Meno pericoloso fare entrare Brescia in Sacbo, per esempio, riducendo magari le quote di quella milanese Sea che non vedrebbe particolari mutamenti nello scendere dall’attuale 30,98% a livelli inferiori. Anche perché i tempi nei quali con il suo 49,98% poteva davvero condizionare Sacbo sono passati da un po’: la partita ora si gioca sul mercato e non nelle segrete stanze o sulle colonne dei giornali, come le vicende Dhl e Ryanair hanno ben dimostrato.

Prima dell’estate è attesa la chiusura dell’accordo tra Venezia e Bergamo, che ridisegnerà in modo importante il sistema degli scali ad Est, forse meglio di quel Piano nazionale degli aeroporti che pecca un filo di dirigismo centralista: ad Orio i passeggeri, a Montichiari merci e qualche volo passeggeri per cominciare, Verona e Venezia (con Treviso low cost) confermeranno invece le loro attuali vocazioni. Il primo embrione di qualcosa che potrebbe poi saldarsi con l’asse Milano-Torino, forte anche della presenza Sea in Sacbo: in sostanza qualcosa in grado di giocare su un piano europeo, o almeno di resistere in modo più strutturato a possibili contraccolpi di un mercato vivace anche sul versante delle società di gestione. Come conferma l’arrivo dei francesi di Ardian e Credit Agricole che hanno portato a casa il 49% di F2i aeroporti che a sua volta è presente in Sea, e quindi indirettamente in Sacbo. Ma anche nella torinese Sagat (e da qui nella bolognese Sab) e nella napoletana Gesac. Un Risiko ben più grande di quello degli aeroporti del Nord, dove qualche contratto pesante può fare la differenza.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Spigoli/trattare-con-veneziaorio-parte-dal-podio_1111581_11/
 
Bellissima la parte " Anche perché i tempi nei quali con il suo 49,98% poteva davvero condizionare Sacbo sono passati da un po’"....
Sea era dormiente prima e dormiente (o meglio tenta di essere rivale ..) adesso.
Buona e reale l'idea ; a mio personale giudizio però Bergamo dovrebbe tentare di diversificare la propria Clientela perché con il 70% e spacca dei ricavi provenienti da un solo Cliente forse varrebbe la pena investire di più in promozioni commerciali ai Clienti che in dividendi...
 
Catullo e Save:
"Interrompiamo trattativa
con Sacbo per Brescia"


Catullo e Save (rispettivamente le società che gestiscono gli aeroporti di Venezia e di Verona) annunciano di aver interrotto ogni trattativa con Sacbo (società che gestisce lo scalo di Orio al Serio) in merito all’aeroporto di Brescia a causa del mancato rispetto degli accordi finora assunti.

Con riferimento alla notizia riportata in questi giorni da alcuni quotidiani relativa ad un accordo tra Sacbo e un operatore leader nel settore della logistica e delle spedizioni, Catullo e Save si dichiarano profondamente sorprese e amareggiate per il comportamento della Società di gestione dell’aeroporto di Bergamo in contrasto con tutto quanto finora discusso.

Infatti, dopo la costituzione del polo aeroportuale del Nord Est, lo scorso mese di novembre Catullo e Save avevano avviato un tavolo tecnico finalizzato ad individuare le condizioni per la gestione congiunta dell'aeroporto di Brescia, con l 'obiettivo di sviluppare lo scalo e il territorio monteclarense.

Attraverso la costituzione del tavolo tecnico si creavano le condizioni per superare le querelle legali che hanno impedito per decenni lo sviluppo di Montichiari.

"Abbiamo invece appreso con sorpresa dell’accordo tra Sacbo e l’operatore della logistica, parallelo al tavolo tecnico, di cui Sacbo ha tenuto all'oscuro Catullo e Save, nonostante una lettera d’intenti condivisa tra le parti finalizzata alla costituzione di una joint venture per la gestione congiunta dell’aeroporto di Brescia - si legge nella nota diramata dalle sue società venete -. L’ultimo incontro negoziale tra le società aeroportuali si era tenuto lunedì 16 marzo, vale a dire solo due giorni prima della notizia dell’accordo tra l’aeroporto di Bergamo e l'operatore della logistica e delle spedizioni. E' pertanto evidente come i tempi relativi alla trattativa tra Sacbo e l'operatore si siano sovrapposti a quelli degli accordi preliminari in corso con Catullo e Save. Per tale motivo Catullo e Save, che da parte loro hanno intessuto le relazioni con Sacbo sulla base di un comportamento sempre leale e trasparente, ritengono il comportamento di Sacbo del tutto censurabile e al di fuori di ogni regola etica, imponendo l'interruzione di qualsiasi ulteriore trattativa con un interlocutore che si è dimostrato inaffidabile, nonostante gli intenti di apertura di Catullo e Save, riservandosi quindi ogni iniziativa in proposito".

http://www.bergamonews.it/economia/catullo-e-save-interrompiamo-trattativa-con-sacbo-brescia-202507
 
ma cosa si bevono e fumano in Veneto?
http://www.giornaledibrescia.it/in-...iari-catullo-save-rottura-con-sacbo-1.1979267
dai, cominciate pure con i soliti commenti: che Brescia va chiusa, che Brescia non funziona, che Brescia spreca i soldi pubblici, che Brescia non ha bacino, che Brescia è ridicola, che Brescia è inutile ecc ecc...
via la politica dalle società di gestione degli aeroporti italiani (un sogno)!
 
Guerra dei cieli, Save contro Sacbo:
ricorso al Tar inappropriato e pericoloso


La società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio aveva presentato ricorso al Tar contro l’affidamento da parte dell’Enac del controllo dello scalo di Brescia Montichiari alla Catullo di Verona, di cui Save detiene oggi una quota del 40%

«Mi auguro che i bergamaschi prendano coscienza della realtà e alla fine recedano da questa azione del tutto incomprensibile - aggiunge Marchi - perché poi, alla fine, se viene tolta la concessione alla Catullo questa viene messa in gara e vincono Francoforte o Parigi».

«Si tratta di fare gli interessi nazionali – conclude – e cercare di tenere in Italia le nostre realtà infrastrutturali».

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/guerra-dei-cieli-save-contro-sacboricorso-al-tar-inappropriato-e-pericoloso_1144607_11/
 
Guerra dei cieli, Save contro Sacbo:
ricorso al Tar inappropriato e pericoloso


La società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio aveva presentato ricorso al Tar contro l’affidamento da parte dell’Enac del controllo dello scalo di Brescia Montichiari alla Catullo di Verona, di cui Save detiene oggi una quota del 40%

«Mi auguro che i bergamaschi prendano coscienza della realtà e alla fine recedano da questa azione del tutto incomprensibile - aggiunge Marchi - perché poi, alla fine, se viene tolta la concessione alla Catullo questa viene messa in gara e vincono Francoforte o Parigi».

«Si tratta di fare gli interessi nazionali – conclude – e cercare di tenere in Italia le nostre realtà infrastrutturali».

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/guerra-dei-cieli-save-contro-sacboricorso-al-tar-inappropriato-e-pericoloso_1144607_11/

Marchi che è preoccupato per l'Italia? Quindi si sta sacrificando per gli interessi nazionali? :roll::roll:
 
Acquisizione del Catullo da parte di Save: ONLIT presenta un esposto all'Antitrust

L'Osservatorio Nazionale delle Liberalizzazioni nelle Infrastrutture e nei Trasporti avrebbe rilevato "una violazione delle normative nella cessione delle quote dell’aeroporto veronese Valerio Catullo effettuata senza espletare procedure di gara"

Arrivano nuovi guai per l'aeroporto Catullo: un esposto infatti è stato presentato dall'Osservatorio Nazionale delle Liberalizzazioni nelle Infrastrutture e nei Trasporti sull'acquisizione dello scalo aeroportuale scaligero da parte di Save. ONLIT inoltre lamenta il fatto che il polo unico del nordest, e la conseguente mancanza di concorrenza, penalizzerebbe Verona.

Il Presidente dell’ONLIT Dario Balotta ha preso carta e penna ed ha scritto un esposto alla Commissione Antitrust italiana, all’Autorità Nazionale anticorruzione e alla Unione Europea.
Nell’esposto l’Osservatorio rileva una violazione delle normative nella cessione delle quote dell’aeroporto veronese Valerio Catullo effettuata senza espletare procedure di gara. La gara avrebbe potuto alzare il valore della quota venduta (40%) valorizzando al meglio l’asset aeroportuale controllato dagli Enti pubblici e si dovevano seguire procedure trasparenti, come la gara, suggerita anche dall’autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone.Balotta punta il dito anche sulla costituzione di una posizione dominante sul mercato aeroportuale del nord-est che ha ottenuto la Save (Venezia) con l’acquisizione del Catullo, che a sua volta controlla lo scalo di Brescia. La Save ora controlla gli scali di Venezia, Treviso, Verona e Brescia. Tale costituzione oltre che avere effetti negativi su passeggeri e compagnie aeree data la riduzione della concorrenza è in contrasto con il piano nazionale degli aeroporti che prevede 10 bacini di traffico ma non gestioni aziendali unitarie e comunque Verona e Brescia sono escluse da quello del nord-est. Il controllo di un unico gestore sta già penalizzando Verona che avrebbe avuto bisogno di nuovi investitori per rilanciare il territorio del Garda ed invece viene ridimensionato in favore di Venezia. Un gara europea avrebbe portato gli investimenti necessari per superare la grave crisi che sta attraversando lo scalo scaligero.

http://www.veronasera.it/economia/a...onlit-esposto-antitrust-15-dicembre-2015.html
 
Torna d'attualita' il risiko aerportuale fra Bergamo e Verona.



L'INTERVISTA: Marchi, riavviati contatti Sacbo-Catullo Spa per alleanza


MILANO (MF-DJ)--Catullo Spa (gestore degli scali di Brescia e Verona) ha ripreso i dialoghi con Sacbo (Bergamo Orio Al Serio) per vagliare la possibilita' di creare un'alleanza tra i due scali e dare vita a un sistema aeroportuale del Nord Est. E' quanto ha spiegato in una intervista a Mf-Dowjones, Enrico Marchi, presidente di Save (principale azionista di Catullo insieme ad Aerogest) sottolineando come l'ingresso di Save nel capitale sociale di Catullo - - avvenuto tre anni fa- ha permesso all'aeroporto veronese di fare un vero e proprio salto di qualita'. Aumento del traffico, aumento delle rotte e indicatori finanziari in crescita: quest'anno lo scalo chiudera' per il suo secondo anno consecutivo in utile e il piano di investimenti al 2030 e' di 150 mln euro.

Se la scommessa del Catullo sembra ormai vinta, molto resta da fare per lo scalo di Brescia Montichiari. L'obiettivo di Save e' quello di rilanciare lo scalo bresciano,; non solo sul cargo dove sono gia' attivi dei voli per il trasporto merci, ma anche sui passeggeri. Sono in corso dei colloqui con una compagnia aerea inglese e, se si arrivera' al closing, i primi voli passeggeri potrebbero partire gia' dalla prossima primavera.

"Abbiamo ripreso il dialogo con Bergamo", ha detto Marchi. "Siamo ancora in una fase del tutto preliminare ma mettere in rete gli aeroporti aiuterebbe l'intera filiera. Mettere insieme i tre aeroporti, Brescia, Bergamo e Verona, sarebbe una cosa bella. Fare una partnership con Bergamo sarebbe interessante; e' una strada che stiamo battendo". I dialoghi tra Brescia e Verona erano stati avviati due anni fa ma poi avevano subito una brusca battuta d'arresto, tant'e' che il gestore bergamasco aveva siglato un memorandum d'intesa con Sea (Linte e Malpensa) per procedere a un'aggregazione. La lettera di intenti e' scaduta il 31 ottobre del 2016 e sul dossier e' calato il silenzio, nonostante Sea continui a sostenere l'operazione.

"Abbiamo parlato" con il management di Bergamo " e ci sono relazioni positive", ha aggiunto Marchi. "Allo stato attuale sono contatti preliminari". Il presidente ha sottolineato che qualora l'alleanza andasse in porto "ogni scalo rimarrebbe con la sua identita'". Inoltre sotto il profilo azionario "gli azionisti bergamaschi rimarrebbero in Sacbo, noi rimarremmo in Verona e metteremmo insieme Brescia". Nello scalo di Montichiari "abbiamo cominciato con il servizio cargo e penso che ci siano ottime potenzialita'. Abbiamo fatto un accordo con la Cina che opera voli da Hong Kong. La cosa importante e' che questi voli trasportano un tipo di merce che ci fa ben sperare per il futuro. Si tratta delle merci di Amazon e Alibaba. Da Brescia il 20% della merce viene smistata nel magazzino di Piacenza di Amazon e l'80% in tutta Europa. Per questo volo eravamo in concorrenza con Praga e abbiamo vinto noi. Il prossimo anno speriamo di poter aggiungere altre destinazioni oltre a quella di Hong Kong Il nostro obiettivo e' focalizzarci sulla Cina".

Il rilancio di Brescia passa anche dal trasporto dei passeggeri. "L'ipotesi non e' tramontata", ha detto Marchi. "Stiamo ragionando per portare i passeggeri a Brescia, abbiamo dei contatti con una compagnia che sta pensando di fare un volo tra Brescia e l'Inghilterra e poi tra l'Inghilterra e l'India basato su una forte presenza etnica di indiani nell'area di Brescia. Se va in porto l'accordo" il traffico passeggeri "potrebbe partire per la primavera".

Due anni fa Save e' entrato nel capitale di Catullo con una quota del 40%. L'obiettivo era quello di replicare lo stesso modello adottato per lo scalo di Treviso: entrare con una quota di minoranza e piano piano crescere nell'azionariato. "Siamo entrati con una quota di minoranza avendo pero' la gestione della societa' e con l'obiettivo di dimostrare quello che siamo in grado di fare. Se facciamo bene allora si procede con il secondo passo, sposandoci. Questo significa salire all'80-90% del capitale e spero di poterlo fare il prossimo anno". "La logica con cui Save vuole operare e' quella di creare un vero e proprio sistema aeroportuale del Nord Est e sviluppare per ogni bacino di traffico un network", ha proseguito Marchi.

"Con orgoglio sottolineo che questo e' una operazione che fa bene al Paese. Tutti parlano di fare sistema ma l'unico settore che si sta muovendo concretamente e' quello aeroportuale. L'auspicio e' che ci sia in futuro anche l'ingresso di qualche socio veronese nel capitale di Save ed essere tutti insieme in una cabina di regia unica per crescere. Se poi qualche socio pubblico di Catullo vuole restare per un periodo e la Camera di Commercio volesse rimanere con un investimento diretto, benissimo. Il tema e' operare in una logica di sistema del Nord Est".

L'ingresso di Save ha permesso allo scalo veronese di crescere significativamente. "Abbiamo preso una azienda che era tecnicamente fallita e abbiamo fatto un turnaround a una velocita' supersonica. Nei quattro anni precedenti il nostro ingresso la societa' aveva accumulato 60 mln di perdite. In due anni l'abbiamo riportata in utile", ha detto Marchi. "Come abbiamo fatto? Abbiamo chiuso le controversie con Ryanair, riportando la compagnia a Verona a condizioni economicamente utili; abbiamo portato nuove compagnie come Volotea che ha messo una base nello scalo; abbiamo ridotto i costi e razionalizzato le procedure". A fronte di cio' "quest'anno l'utile sara' superiore rispetto allo scorso anno, quando era di circa 400 mila euro", ha detto il presidente ricordando che "questo risultato e' la somma algebrica di uno scalo - quello di Brescia - che e' ancora in perdita con uno - Verona - che sta facendo buoni risultati. Brescia e' una startup, Verona e' un turnaround".

"Quest'anno raggiungeremo i 3 mln di passeggeri" con un incremento del 10% a/a, ha detto ancora. "Abbiamo avuto l'approvazione del master plan e abbiamo ricevuto la conformazione urbanistica" dello scalo. "Siamo fiduciosi che entro settembre ottobre del prossimo anno partira' con il cantiere per l'ampliamento della nuova aerostazione". Sul fronte degli investimenti "abbiamo un piano al 2030 di 150 mln per Catullo, di cui circa 60 mln nei prossimi tre anni. Sono investimenti per il progetto Romeo, che prevede il completo rifacimento del terminal passeggeri; per la riqualificazione e l'ampliamento dell'aerostazione, i lavori sulle piste e una serie di adeguamenti tecnici".

Infine per quanto riguarda le nuove rotte, "per il 2018 avremo 4 nuove compagnie con nuove destinazioni. Neos Air mettera' un 787 su destinazioni intercontinentali ; questo vuol dire che ci sara' un 787 di lungo raggio basato Neos. C'e' Volotea", la compagnia aerea low cost basata al Catullo "che colleghera' Verona con Atene, Zanzibar, Pantelleria. Aeroflot operera' il collegamento con Mosca; Aegean Airlines colleghera' Atene e Cyprus Airways Cipro. Importante anche il potenziamento di Lufthansa che operera' il terzo volo giornaliero con Francoforte. Oggi complessivamente a Verona ci sono 40 compagnie aeree che operano su circa 80 destinazioni", ha concluso Marchi. lab laura.bonadies@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

https://www.milanofinanza.it/news/l...o-catullo-spa-per-alleanza-201712071608001663
 
Quali sarebbero le 4 nuove compagnie, visto che Sono solo conferme di rotte gia esistenti dall’estate scorsa?