Concordo. Nella storia rimarrà una AZ che si poteva salvare con l'ultimo piano miracoloso dei soci, ma il rifiuto dei dipendenti l'ha affossata.
Mi sembra di percepire dell'ironia...
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Concordo. Nella storia rimarrà una AZ che si poteva salvare con l'ultimo piano miracoloso dei soci, ma il rifiuto dei dipendenti l'ha affossata.
...A meno che QR non veda in tutto ciò una ghiotta opportunità
Questo piano non era affatto credibile...tra 6 mesi saremmo stati nella stessa situazione.. o grande manger o il piano lo avevi fatto tu?Dice l'imprenditore....
Faccina che rotola ridendo
Aggiungo che secondo me tutti i sindacati favorevoli al si, sotto sotto stanno facendo il tifo per la liquidazione. Unica scappatoia che permetterebbe loro di sostenere di aver ottenuto il massimo possibile in fase di trattativa. Perchè se AZ dovesse venir salvata con condizioni per i dipendenti migliori di quelle previste dall'accordo, questi signori sarebbero finiti, in quanto visti come inutili (se non dannosi) per gli interessi dei lavoratori.Concordo. Nella storia rimarrà una AZ che si poteva salvare con l'ultimo piano miracoloso dei soci, ma il rifiuto dei dipendenti l'ha affossata.
Al Tg3, è il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda a delineare gli scenari futuri di Alitalia. "La cosa più plausibile, viste le dichiarazioni del Cda, è che si vada verso un breve periodo di amministrazione straordinaria che si potrà concludere nel giro di sei mesi o con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione. Se ci saranno aziende interessate a rilevarla è tutto da vedere, è prematuro a dirsi". Sei mesi, aggiunge Calenda, anche perché l'Unione europea può dare l'ok a un aiuto pubblico per Alitalia "per un periodo di tempo limitato", appunto "un orizzonte di sei mesi, a condizioni molto precise che vanno negoziate e che negozieremo sotto forma di prestito". Si tratterà solo di un "ponte finanziario transitorio" e non di "una nazionalizzazione né di 5 anni di amministrazione straordinaria o di miliardi di euro di perdite". Quanto ai lavoratori, "dipenderà molto dagli sbocchi che si troveranno nel corso dell'amministrazione straordinaria". Ora non si può parlare di esuberi, spiega Calenda, ricordando che dopo la vittoria del 'no' al piano industriale nel referendum indetto dai sindacati "tutto è in discussione" e "si vedrà nei prossimi mesi".
http://www.repubblica.it/economia/2017/04/25/news/alitalia_verso_il_commissariamento_laghi_e_gubitosi_in_pole_position-163846126/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T2
Nella storia rimarrà una AZ che si poteva salvare con l'ultimo piano miracoloso dei soci
se si va ad analizzare i grandi gruppi in amministrazione straordinaria si vede che sono durate ben oltre 6 mesi (vedi rosso) quindi i conti i sindacalisti li hanno esposti bene, per la vecchia alitalia 3 anni.
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Anzi, guarda, ti faccio leggere che idee ha quell'insieme di lestofanti che ti ha convinto ancora una volta a rischiare il tuo sedere (non il loro, sia chiaro, come nel caso del nostro stimatissimo Piccione). Studiati bene i comanda
http://sollevazione.blogspot.it/2017/04/alitalia-dopo-la-vittoria-campale.html
ALITALIA: DOPO LA VITTORIA CAMPALE
[ 25 aprile ]
Ore 00:20
Un autentico terremoto, non solo sindacale, politico.
La Vittoria dei NO è non solo rotonda, è schiacciante, ben oltre il 50% di cui stanno cianciando le agenzie in questi minuti.
A Milano 700 NO contro circa 150 SI.
A Malpensa 278 NO e 39 SI.
A Linate 698 NO e 153 SI.
A Napoli la vittoria è anche lì clamorosa.
Solo a Torino i SI hanno vinto per due voti in più.
Su Roma non ci sono ancora i dati definitivi ma i NO hanno stravinto, anche tra il personale di terra (solo nel seggio degli impiegati di Fiumicino il SI ha avuto il sopravvento). Vittoria piena del No anche al call center della Magliana. Mancano i risultati del personale di pista di Fiumicino e degli scali periferici (malgrado il rischio sempre presente di brogli). Ma poco possono cambiare oramai.
Secondo i nostri calcoli il No è complessivamente attorno al 70%.
Un risultato che non lascia adito a dubbi. Già nel pomeriggio, quando evidentemente i confederali sapevano quale sarebbe stato l'andazzo, Gentiloni riuniva d'urgenza i ministri Poletti, Del Rio e Calenda i quali portano sulle loro spalle, assieme ai sindacati confederali, la principale responsabilità di un accordo vergognoso che scaricava sui lavoratori le conseguenze di una gestione catastrofica della compagnia.
Con che faccia ora i confederali, brutalmente delegittimati, chiedono di riaprire la trattativa?
Con che faccia i ministri Qui Quo Qua (alias: Poletti, Del Rio e Calenda) pretendono di restare al loro posto dopo che un giorno sì e l'altro pure han detto che non c'era alternativa alla loro porcheria?
Se avessero un barlume di dignità dovrebbe dimettersi, invece, con sfrontata protervia, lasciano trapelare che avalleranno la decisione dell'azienda di portare i libri in tribunale e avviare la procedura liquidatoria, contestualmente alla cessione 'spezzatino' degli asset della compagnia e migliaia di licenziamenti. Il loro bluff va smascherato!
I lavoratori dopo questo splendido scatto di orgoglio, dopo che con coraggio han votato NO malgrado le intimidazioni, le minacce ed il vero e proprio clima di terrore, non possono tuttavia dormire sonni tranquilli. E' vero che nonostante le prime scomposte reazioni di azienda e governo questi sono entrambi più deboli, e che le condizioni per portare a casa un grande risultato sono migliori, ma proprio ora la battaglia diventa più dura.
Più dura, non più complicata.
Quattro sono ora i principali comandamenti:
Primo: nessun libro in tribunale oppure si bloccheranno a oltranza Fiumicino e tutto il trasporto aereo nazionale.
Secondo: si riapra la trattativa, ma al tavolo niente confederali ma delegazioni democraticamente elette dai lavoratori.
Terzo: nazionalizzare e rilanciare ALITALIA, o comunque l'ingresso dello Stato come socio principale della compagnia.
Quarto: nessun licenziamento, nessun esubero e reintegro dei precari che ne hanno diritto, visto che solo con loro Alitalia può essere salvata e rilanciata.
Aggiungo che secondo me tutti i sindacati favorevoli al si, sotto sotto stanno facendo il tifo per la liquidazione. Unica scappatoia che permetterebbe loro di sostenere di aver ottenuto il massimo possibile in fase di trattativa. Perchè se AZ dovesse venir salvata con condizioni per i dipendenti migliori di quelle previste dall'accordo, questi signori sarebbero finiti, in quanto visti come inutili (se non dannosi) per gli interessi dei lavoratori.
nessuno ricorda qua dentro come era ridotta AZ a fine 2014, tra aerei sporchi, vecchi arredi, divise anni 90, sito internet precolombiano
A meno che QR non veda in tutto ciò una ghiotta opportunità
Salve a tutti. Seguo spesso il forum ma di rado scrivo.
Una domanda.
AZ, serve, veramente all'Italia? Qualche collegamento con l'alta velocità c'è, compagnie low cost, ci sono, per l'Europa e il lungo raggio la scelta non manca...
Non fa una grinza, ma nel conto vanno messi anche politica e sindacato storici, che hanno dato prova di essere talmente lerci da far desiderare a tanti qualsiasi alternativa. Senza ricordarsi che al peggio non c'è fine.I sindacati tradizionali sono ormai finiti. CGIL, CISL e UIL spariranno a breve, senza rimpianto di nessuno, lasciando solo enormi casseforti con enormi patrimoni su cui prima litigheranno un po', pian piano lasciando cadere nell'oblio la questione di dove debbano finire i soldi. Un po' la storia del PCI, della DC, del MSI e tanti altri ancora.
Il loro posto sarà preso da quelli come il CUB, l'USB, ecc., figli del populismo e della mediocrazia, che infatti oggi vanno a braccetto con il M5S. Di chi è la colpa? Loro. E chi siamo noi? Le vittime? E qual è la soluzione? La rivoluzione! Perchè combattiamo? Per la dignità! E via di grasse risate nel dietro le quinte.
Ma loro ci credono. E' arrivato qualcuno che gli lava la coscienza gratis e li porta a sognare, come potrebbero non aderire?
Effettivamente leggendo i commenti sui giornali fatti dai lavoratori AZ, spesso c'è l'impressione che davvero vivano in una realtà parallela. Va detto che la storia fino ad oggi ha dato loro ragione, ma a questo giro la giostra rischia seriamente di fermarsi.La crisi di Alitalia del 2017 non credo verrà ricordata per come si sarebbe potuta salvare, quanto piuttosto come la prima strage in diretta televisiva del criminale concetto della democrazia diretta. Il lavoratore ha votato esattamente quello che desiderava chi voleva sganciarsi da questo carrozzone ambulante, e gli hanno fatto anche credere di aver "alzato la testa", di aver dato un duro colpo al sistema, ai poteri forti e al "padrone". Il suicidio assistito, dove scegli tu come farlo, premendo solo il pulsante.
Avro posa il bicchiere ....è un ordine !!!
se si va a vedere sul sito dello sviluppo economico c'è una lista di aziende commissariate
un'ecatombe..
Non a caso li ho citati per primi. Loro sono quelli cui va addebitato il costo sociale della crisi economica del paese. I sindacati sono stati un cancro, questo è bene tenerlo a mente nella storiografia della Repubblica.Non fa una grinza, ma nel conto vanno messi anche politica e sindacato storici, che hanno dato prova di essere talmente lerci da far desiderare a tanti qualsiasi alternativa.
In ogni epoca è pieno di gente che ha creduto al mago, alla fattucchiera, all'oroscopo, a Piccione330 e ad Amoroso. Aspetta qualche settimana, però, e poi leggi commenti.Effettivamente leggendo i commenti sui giornali fatti dai lavoratori AZ, spesso c'è l'impressione che davvero vivano in una realtà parallela. Va detto che la storia fino ad oggi ha dato loro ragione, ma a questo giro la giostra rischia seriamente di fermarsi.