Domenica pomeriggio, metà ottobre, noia a mille. Sto cazzeggiando davanti al computer e mi arriva una notifica di Whatsapp. Il nonno dalle mille error fare lancia un avviso urbi et orbi per un contorto CDG-WAW-NRT-WAW-IST con LOT ad un prezzo ridicolo. Non ci penso due volte (cioè, ci penso il tempo per avvisare le colleghe che a febbraio non ci sarò per una settimana
) e prenoto al volo su Expedia, prima che, come puntualmente avviene meno di un'ora dopo, la compagnia si accorga dell'errore e corregga la tariffa.
Il volo viene confermato con etix meno di 24 ore dopo, aspetto comunque una settimana e mezza prima di completare l'itinerario con un LIN-CDG di AF e ritorno WAW-ATH-MXP con A3, saltando l'ultima tratta del biglietto originale. L'avrei anche fatta, ma non c'era verso di tornare a Milano senza fare una notte a Istanbul, cosa che volevo assolutamente evitare.
Fast forward a febbraio 2016. Una settimana prima del volo mi arriva una email di LOT con l'offerta di scommettere su un upgrade della cabina di viaggio: si può scegliere tra la Y+ (range delle offerte da 115 a 530€) o J (dai 450€ a oltre 1000€). Per gioco provo a scommettere due cifre molto basse per la Y+, 150 in andata e il minimo in ritorno. Tre giorni prima del volo mi confermano che hanno accettato l'offerta per il volo di andata. Yuuuuh
C'è da dire che cadevo in piedi, in quanto in automatico il sistema mi aveva pre-assegnato i posti 20A e 20J rispettivamente in andata e ritorno, ovvero i "finestrini" sulle uscite di emergenza: legroom in abbondanza. La cosa che mi ha stupito è che LOT permette la scelta del posto solo a pagamento prima del volo (è gratuita solo durante il c-in online sui voli europei, e assegnato d'ufficio per gli intercont), quindi la perdita di revenue nel pre-assegnare i posti "comfort" è particolarmente difficile da capire.
Ma andiamo con ordine.
Tratta: LIN-CDG
Volo: AF 1513
Aereo: Airbus 318-111
MSN: 2317
Reg: F-GUGG
Primo volo: 07/10/2004
Consegnato: 29/10/2004
Età: 11.4 anni
Posto: 14A
Gate: A12
Sched/Actual: 7.40-9.10 / 7.34-8.39
Durata volo: 1h 05'
La sveglia suona intorno alle 5.30; il tempo di fare una doccia veloce e una mini colazione e scendere ad aspettare il taxi prenotato per le 6:15, che arriva con qualche minuto di ritardo. 30 € per fare i 9,8km che separano casa mia dal terminal partenze, tutti tangenziale in pratica, con tanto di errore iniziale e retromarcia su strada a senso unico, e dopo aver sbagliato a mollarmi nell'area banchi ex Airone invece che quella AZ, cioè tutto il terminal più in là (dopo avermi chiesto con quale compagnia volassi, peraltro) mi paiono francamente un po' troppi. Comunque sono in vacanza e non è il caso di innervosirsi di prima mattina, tanto più che un rutilante e rarissimo 318 Air France è già lì pronto ad aspettarmi (cioè, credo: Linate è l'aeroporto più ermetico d'Europa).
Entro nel bellissimo terminal del sitieirport, come fai a non adorarlo: gente sospetta che si aggira tra i banchi del c-in, terminal buio e con arredi che erano fuori moda già nel 1985, qualche piccione infreddolito e facce da uè-feeega con in mano cornetto e cappuccino A-Cafè per un'esperienza da first class business solution della Milano da bere. Non manca la coppietta lei-lui di cinquantanni che inesorabilmente litiga prima ancora dei controlli di sicurezza, con il terminal raccogliticcio e domestico che amplifica le sensazioni (e le urla incazzate di lei perché lui si è dimenticato qualcosa nel bagaglio imbarcato). Questo aeroporto ha la tristezza nel cuore, nelle fondamenta, nei (cinque) jetbridge. Tritolo subito.

001 by davide skaccomatto, on Flickr
Mi faccio il terminal a ritroso, vado verso la zona banchi AZ, dove c'è anche AF, con i suoi due banchi aperti (uno di J/Skypriority, uno di Y), più un terzo di supporto. Supporto per i dipendenti, credo: sono lì in quattro donzelle, tutte dedite a farfugliare e inveire contro qualche entità soprannaturale che credo sia il loro caposcalo, o comunque qualcuno che odiano con notevole ferocia. Fatto sta che inizia a formarsi, dietro di me, un po' di coda, e allora le solerti decidono che è il caso di aprire la postazione e magari accettare qualche pax, rimandando di qualche minuto il meeting sindacale. Squilla il telefono, due si guardano, quella che mi accetta dice ad alta voce: "Ecco, vedi che è lui, col cavolo che adesso rispondo, sennò qua non lavoriamo più ehhh - Mi scusi (rivolto a me) - Lascialo suonare (rivolto a una delle altre)". Una customer experience quasi libidinosa, che manco sui pali di Olbia è così. La cosa sarà prontamente segnalata nel questionario che AF mi ha mandato dopo il volo.
Accettato (peraltro dovevo solo lasciare il bagaglio, dato che il c-in è avvenuto in automatico 30 ore prima del volo, e la carta l'avevo già sul telefonino), devo però portare lo zaino ai banchi fuori misura (anche qui, due addetti mi accolgono con un tedio degno del purgatorio), a fianco al controllo di sicurezza, dove mi reco poco dopo. Nel solito spazio miserrimo in cui hanno ricavato quattro/cinque varchi, le scene di umanità si sprecano, tra cardigan due bottoni e risvoltini quasi al ginocchio (Londra, sicuro con BA), tamarri con scarpe in PVC bianco e suola alta ventisei centimetri (BCN al massimo, in anticipo sul volo di sole quattro ore), una doppia dozzina di ragazzi in viaggio scolastico verso Madrid (auguri agli insegnanti) e bizniz man in giacca e cravatta verde il sabato mattina (Fiumicino, 100% parlamentare della Lega in evidente ribrezzo e rimborso spesa gonfiato con due notti in albergo).
Passo senza suonare, non che sembra fregare qualcosa a qualcuno dei tre addetti ad archetto, più operatore x-ray, e mi reco nell'unico posto che vale la pena di vedere a Linate. Il Victoria's Secret, ovviamente! Ed è subito hub.

002 by davide skaccomatto, on Flickr
Vado in quello scantinato più triste e più buio di tutto il resto del terminal che sono i gate A per i remoti, che Meridiana ha ben pensato di tappezzare nel suo color rosso sangue tanto per donare un'atmosfera ancora più chic e per nascondere gli eventuali suicidi di chi ha predicato e millantato per anni la chiusura di 'sto aborto di aviostazione.

003 by davide skaccomatto, on Flickr
L'attesa per l'apertura del gate non è lunga, deo gratias, anche perché in tale beltà c'è da rischiare di diventare ciechi; saliamo in pochi sparuti sul bus che ci porterà, dopo un breve tragitto, sull'apron nord dove il babybus ha dormito tutta notte. Il volo sarà mezzo vuoto, ma ovviamente il posto al mio fianco sarà occupato.

004 by davide skaccomatto, on Flickr
Alla porta, due cortesi e avvenenti hostess francesi offrono un caloroso benvenuto. Sono così ammaliato che decido pure di rispondere al saluto nel mio miglior francese, contravvenendo alla regola numero uno da tenere nei confronti dei cugini: mai dargli la soddisfazione di parlare la loro lingua (o di farlo così male, da fargli preferire non sentirla affatto, cosa che peraltro posso dire di riuscire a fare alla perfezione
).
Prendo posto al mio finestrino al 14A, circa sull'ala e quindi praticamente in coda, mi accomodo e allaccio la cintura. L'imbarco viene completato in un unico giro di cobus e quindi, in clamoroso anticipo, siamo pronti a sbloccare e mettere in moto.
Prima il dovere: legroom shot. Il sedile è una variazione sul tema superslim; comodo fino a un paio d'ore di volo, esteticamente più bello delle Recaro di Lufthansa ma non così bello come quelli custom di British Airways. Legroom comunque generoso per la mia statura (bassa).

005 by davide skaccomatto, on Flickr
Poi il piacere, ovvero guardare fuori dal finestrino. Deve ancora albeggiare, fuori c'è quasi il 120% di umidità, quindi si vede quel che si vede. Proviamo uno scatto artistico:

006 by davide skaccomatto, on Flickr
Il famoso hangar Armani. Nel frattempo si leva un rossore dall'orizzonte

007 by davide skaccomatto, on Flickr
Cugino in livrea 2.0

008 by davide skaccomatto, on Flickr
e 3.0

009 by davide skaccomatto, on Flickr
Qui ci rinchiudono i CTA e li costringono a guardare video di decolli e atterraggi su YouTube, ma solo se sono gobbi e quando promettono che il 318 "ha una performance di salita eccezionale, anche perché è lungo tre metri e ha gli stessi motori del 320".

010 by davide skaccomatto, on Flickr
Rulliamo felici verso la 36, in attesa di decollare verso le nuvole basse che galleggiano su Milano. Di seguito un orribile video del decollo.
L'alba attraversando le Alpi è sempre spettacolare!

011 by davide skaccomatto, on Flickr

012 by davide skaccomatto, on Flickr
Anche la cabina si colora di rosa e arancione. Intanto le aa/vv si animano e arriva fino al mio naso un invitante odore di brioche calda (si, a Milano diciamo brioche per quel che voi eretici chiamate cornetto, che qui è solo quello Algida).

013 by davide skaccomatto, on Flickr

014 by davide skaccomatto, on Flickr
Apro il tavolinetto per uno scatto "per gli amanti del genere", che mauro. tanto apprezza (safety card e rivista di bordo), e si presenta una scena un po' vomitevole, che ben avrebbe meritato la ricostruzione con plastico cara a Bruno Vespa: avanzi di una precedente colazione (mi auguro almeno fosse solo una) schizzati su tavolino e retro del sedile di fronte. Considerando che il volo è pure un night stop, direi che avevano tutto il tempo di fare le pulizie in modo adeguato. Segnalato anche questo nel questionario.

015 by davide skaccomatto, on Flickr
Torniamo a guardare fuori dal finestrino.

016 by davide skaccomatto, on Flickr
Incrociamo un altro velivolo. Tra l'avvistamento e lo scatto credo siano passati ben meno di cinque secondi: rende bene l'idea di quanto basti un attimo a far succedere i disastri in questo ambito.

017 by davide skaccomatto, on Flickr
Intanto la mia assistente di volo preferita passa porgendo un cestino con dentro pain au chocolat caldo e fazzolettini brandizzati Air France. Ognuno si serve da solo. Poco dopo le due colleghe la seguono con il carrello delle bevande: hanno tutto il range Nescafé e decido di prendere il loro cappuccino - anche qui incontrerò poco favore, ma a me le bevande del marchio svizzero piacciono.

018 by davide skaccomatto, on Flickr
Una volta finita la seconda colazione, decido anche di fare un favore ad AF e le ripulisco il tavolinetto con il fazzolettino.

019 by davide skaccomatto, on Flickr
Come detto, la cabina è mezza vuota.

020 by davide skaccomatto, on Flickr
E il nobile gesto di poc'anzi viene ricompensato con un secondo giro di quello che la Mulino Bianco ha volgarmente ribattezzato "saccottino", riempiendolo di una schifezza marrone su cui è meglio non indagare ulteriormente.

021 by davide skaccomatto, on Flickr
Sciikimisti in grande forma oggi. I tanker ma$$oni Bildenberge hanno seedato un po' troppe nuvole e ne è venuto fuori un pentacolo giambico!1!!111Uno!Undici!

022 by davide skaccomatto, on Flickr
Questi invece stavano giocando a tris con le nostre vite!11!1 Gombloddo!!Centoundici!1! Invito l'eurodeputato Marco Zullo a farci un'(altra) interrogazione parlamentare e tankerenemy a NON usare la mia foto, grazie.

023 by davide skaccomatto, on Flickr
Su CDG il tempo non è dei più clementi; ci immergiamo in un banco nuvolo per uscirne solo poco prima della toccata.
Rulliamo davanti al gate guardian di CDG, il Concorde AF, e al quartier generale di quest'ultima.

24 by davide skaccomatto, on Flickr
(chiedo perdono per questa foto indegna, ma mi sono emozionato, e abbiamo preso una buca mentre scattavo)

025 by davide skaccomatto, on Flickr

026 by davide skaccomatto, on Flickr
Il rullaggio è tra code sorelle o amiche, e sbarchiamo in un mare biancorossobleu. Cobus e poco dopo siamo nel terminal, non prima di dare un ultimo sguardo alla cabina.

27 by davide skaccomatto, on Flickr

028 by davide skaccomatto, on Flickr

029 by davide skaccomatto, on Flickr
Gli arrivi del 2E sono proprio brutti, danno l'idea di vecchio e sporco; per fortuna ci devo passare poco tempo - giusto quello per ritirare il bagaglio (l'area ritiri bagaglio è molto più bella e luminosa, tra l'altro: chi capisce certe scelte architettoniche è bravo). Seguo le indicazioni per la RER e, una volta fatto il biglietto, mi imbuco sulla prima B che trovo in direzione Gare du Nord, dove lascerò il bagaglio per il resto della giornata (tra l'altro che fatica trovare gli armadietti, le indicazioni le hanno posizionate col deretano). La stazione di CDG2 è qualcosa di agghiacciante, tra umanume posticcio e avanzi di galera; il rischio del borseggio è sempre dietro l'angolo e sembra che tutto sia lasciato andare a se stesso.
DaV

Il volo viene confermato con etix meno di 24 ore dopo, aspetto comunque una settimana e mezza prima di completare l'itinerario con un LIN-CDG di AF e ritorno WAW-ATH-MXP con A3, saltando l'ultima tratta del biglietto originale. L'avrei anche fatta, ma non c'era verso di tornare a Milano senza fare una notte a Istanbul, cosa che volevo assolutamente evitare.
Fast forward a febbraio 2016. Una settimana prima del volo mi arriva una email di LOT con l'offerta di scommettere su un upgrade della cabina di viaggio: si può scegliere tra la Y+ (range delle offerte da 115 a 530€) o J (dai 450€ a oltre 1000€). Per gioco provo a scommettere due cifre molto basse per la Y+, 150 in andata e il minimo in ritorno. Tre giorni prima del volo mi confermano che hanno accettato l'offerta per il volo di andata. Yuuuuh

C'è da dire che cadevo in piedi, in quanto in automatico il sistema mi aveva pre-assegnato i posti 20A e 20J rispettivamente in andata e ritorno, ovvero i "finestrini" sulle uscite di emergenza: legroom in abbondanza. La cosa che mi ha stupito è che LOT permette la scelta del posto solo a pagamento prima del volo (è gratuita solo durante il c-in online sui voli europei, e assegnato d'ufficio per gli intercont), quindi la perdita di revenue nel pre-assegnare i posti "comfort" è particolarmente difficile da capire.
Ma andiamo con ordine.

Tratta: LIN-CDG
Volo: AF 1513
Aereo: Airbus 318-111
MSN: 2317
Reg: F-GUGG
Primo volo: 07/10/2004
Consegnato: 29/10/2004
Età: 11.4 anni
Posto: 14A
Gate: A12
Sched/Actual: 7.40-9.10 / 7.34-8.39
Durata volo: 1h 05'
La sveglia suona intorno alle 5.30; il tempo di fare una doccia veloce e una mini colazione e scendere ad aspettare il taxi prenotato per le 6:15, che arriva con qualche minuto di ritardo. 30 € per fare i 9,8km che separano casa mia dal terminal partenze, tutti tangenziale in pratica, con tanto di errore iniziale e retromarcia su strada a senso unico, e dopo aver sbagliato a mollarmi nell'area banchi ex Airone invece che quella AZ, cioè tutto il terminal più in là (dopo avermi chiesto con quale compagnia volassi, peraltro) mi paiono francamente un po' troppi. Comunque sono in vacanza e non è il caso di innervosirsi di prima mattina, tanto più che un rutilante e rarissimo 318 Air France è già lì pronto ad aspettarmi (cioè, credo: Linate è l'aeroporto più ermetico d'Europa).
Entro nel bellissimo terminal del sitieirport, come fai a non adorarlo: gente sospetta che si aggira tra i banchi del c-in, terminal buio e con arredi che erano fuori moda già nel 1985, qualche piccione infreddolito e facce da uè-feeega con in mano cornetto e cappuccino A-Cafè per un'esperienza da first class business solution della Milano da bere. Non manca la coppietta lei-lui di cinquantanni che inesorabilmente litiga prima ancora dei controlli di sicurezza, con il terminal raccogliticcio e domestico che amplifica le sensazioni (e le urla incazzate di lei perché lui si è dimenticato qualcosa nel bagaglio imbarcato). Questo aeroporto ha la tristezza nel cuore, nelle fondamenta, nei (cinque) jetbridge. Tritolo subito.

001 by davide skaccomatto, on Flickr
Mi faccio il terminal a ritroso, vado verso la zona banchi AZ, dove c'è anche AF, con i suoi due banchi aperti (uno di J/Skypriority, uno di Y), più un terzo di supporto. Supporto per i dipendenti, credo: sono lì in quattro donzelle, tutte dedite a farfugliare e inveire contro qualche entità soprannaturale che credo sia il loro caposcalo, o comunque qualcuno che odiano con notevole ferocia. Fatto sta che inizia a formarsi, dietro di me, un po' di coda, e allora le solerti decidono che è il caso di aprire la postazione e magari accettare qualche pax, rimandando di qualche minuto il meeting sindacale. Squilla il telefono, due si guardano, quella che mi accetta dice ad alta voce: "Ecco, vedi che è lui, col cavolo che adesso rispondo, sennò qua non lavoriamo più ehhh - Mi scusi (rivolto a me) - Lascialo suonare (rivolto a una delle altre)". Una customer experience quasi libidinosa, che manco sui pali di Olbia è così. La cosa sarà prontamente segnalata nel questionario che AF mi ha mandato dopo il volo.
Accettato (peraltro dovevo solo lasciare il bagaglio, dato che il c-in è avvenuto in automatico 30 ore prima del volo, e la carta l'avevo già sul telefonino), devo però portare lo zaino ai banchi fuori misura (anche qui, due addetti mi accolgono con un tedio degno del purgatorio), a fianco al controllo di sicurezza, dove mi reco poco dopo. Nel solito spazio miserrimo in cui hanno ricavato quattro/cinque varchi, le scene di umanità si sprecano, tra cardigan due bottoni e risvoltini quasi al ginocchio (Londra, sicuro con BA), tamarri con scarpe in PVC bianco e suola alta ventisei centimetri (BCN al massimo, in anticipo sul volo di sole quattro ore), una doppia dozzina di ragazzi in viaggio scolastico verso Madrid (auguri agli insegnanti) e bizniz man in giacca e cravatta verde il sabato mattina (Fiumicino, 100% parlamentare della Lega in evidente ribrezzo e rimborso spesa gonfiato con due notti in albergo).
Passo senza suonare, non che sembra fregare qualcosa a qualcuno dei tre addetti ad archetto, più operatore x-ray, e mi reco nell'unico posto che vale la pena di vedere a Linate. Il Victoria's Secret, ovviamente! Ed è subito hub.

002 by davide skaccomatto, on Flickr
Vado in quello scantinato più triste e più buio di tutto il resto del terminal che sono i gate A per i remoti, che Meridiana ha ben pensato di tappezzare nel suo color rosso sangue tanto per donare un'atmosfera ancora più chic e per nascondere gli eventuali suicidi di chi ha predicato e millantato per anni la chiusura di 'sto aborto di aviostazione.

003 by davide skaccomatto, on Flickr
L'attesa per l'apertura del gate non è lunga, deo gratias, anche perché in tale beltà c'è da rischiare di diventare ciechi; saliamo in pochi sparuti sul bus che ci porterà, dopo un breve tragitto, sull'apron nord dove il babybus ha dormito tutta notte. Il volo sarà mezzo vuoto, ma ovviamente il posto al mio fianco sarà occupato.

004 by davide skaccomatto, on Flickr
Alla porta, due cortesi e avvenenti hostess francesi offrono un caloroso benvenuto. Sono così ammaliato che decido pure di rispondere al saluto nel mio miglior francese, contravvenendo alla regola numero uno da tenere nei confronti dei cugini: mai dargli la soddisfazione di parlare la loro lingua (o di farlo così male, da fargli preferire non sentirla affatto, cosa che peraltro posso dire di riuscire a fare alla perfezione

Prendo posto al mio finestrino al 14A, circa sull'ala e quindi praticamente in coda, mi accomodo e allaccio la cintura. L'imbarco viene completato in un unico giro di cobus e quindi, in clamoroso anticipo, siamo pronti a sbloccare e mettere in moto.
Prima il dovere: legroom shot. Il sedile è una variazione sul tema superslim; comodo fino a un paio d'ore di volo, esteticamente più bello delle Recaro di Lufthansa ma non così bello come quelli custom di British Airways. Legroom comunque generoso per la mia statura (bassa).

005 by davide skaccomatto, on Flickr
Poi il piacere, ovvero guardare fuori dal finestrino. Deve ancora albeggiare, fuori c'è quasi il 120% di umidità, quindi si vede quel che si vede. Proviamo uno scatto artistico:

006 by davide skaccomatto, on Flickr
Il famoso hangar Armani. Nel frattempo si leva un rossore dall'orizzonte

007 by davide skaccomatto, on Flickr
Cugino in livrea 2.0

008 by davide skaccomatto, on Flickr
e 3.0

009 by davide skaccomatto, on Flickr
Qui ci rinchiudono i CTA e li costringono a guardare video di decolli e atterraggi su YouTube, ma solo se sono gobbi e quando promettono che il 318 "ha una performance di salita eccezionale, anche perché è lungo tre metri e ha gli stessi motori del 320".

010 by davide skaccomatto, on Flickr
Rulliamo felici verso la 36, in attesa di decollare verso le nuvole basse che galleggiano su Milano. Di seguito un orribile video del decollo.
L'alba attraversando le Alpi è sempre spettacolare!

011 by davide skaccomatto, on Flickr

012 by davide skaccomatto, on Flickr
Anche la cabina si colora di rosa e arancione. Intanto le aa/vv si animano e arriva fino al mio naso un invitante odore di brioche calda (si, a Milano diciamo brioche per quel che voi eretici chiamate cornetto, che qui è solo quello Algida).

013 by davide skaccomatto, on Flickr

014 by davide skaccomatto, on Flickr
Apro il tavolinetto per uno scatto "per gli amanti del genere", che mauro. tanto apprezza (safety card e rivista di bordo), e si presenta una scena un po' vomitevole, che ben avrebbe meritato la ricostruzione con plastico cara a Bruno Vespa: avanzi di una precedente colazione (mi auguro almeno fosse solo una) schizzati su tavolino e retro del sedile di fronte. Considerando che il volo è pure un night stop, direi che avevano tutto il tempo di fare le pulizie in modo adeguato. Segnalato anche questo nel questionario.

015 by davide skaccomatto, on Flickr
Torniamo a guardare fuori dal finestrino.

016 by davide skaccomatto, on Flickr
Incrociamo un altro velivolo. Tra l'avvistamento e lo scatto credo siano passati ben meno di cinque secondi: rende bene l'idea di quanto basti un attimo a far succedere i disastri in questo ambito.

017 by davide skaccomatto, on Flickr
Intanto la mia assistente di volo preferita passa porgendo un cestino con dentro pain au chocolat caldo e fazzolettini brandizzati Air France. Ognuno si serve da solo. Poco dopo le due colleghe la seguono con il carrello delle bevande: hanno tutto il range Nescafé e decido di prendere il loro cappuccino - anche qui incontrerò poco favore, ma a me le bevande del marchio svizzero piacciono.

018 by davide skaccomatto, on Flickr
Una volta finita la seconda colazione, decido anche di fare un favore ad AF e le ripulisco il tavolinetto con il fazzolettino.

019 by davide skaccomatto, on Flickr
Come detto, la cabina è mezza vuota.

020 by davide skaccomatto, on Flickr
E il nobile gesto di poc'anzi viene ricompensato con un secondo giro di quello che la Mulino Bianco ha volgarmente ribattezzato "saccottino", riempiendolo di una schifezza marrone su cui è meglio non indagare ulteriormente.

021 by davide skaccomatto, on Flickr
Sciikimisti in grande forma oggi. I tanker ma$$oni Bildenberge hanno seedato un po' troppe nuvole e ne è venuto fuori un pentacolo giambico!1!!111Uno!Undici!

022 by davide skaccomatto, on Flickr
Questi invece stavano giocando a tris con le nostre vite!11!1 Gombloddo!!Centoundici!1! Invito l'eurodeputato Marco Zullo a farci un'(altra) interrogazione parlamentare e tankerenemy a NON usare la mia foto, grazie.

023 by davide skaccomatto, on Flickr
Su CDG il tempo non è dei più clementi; ci immergiamo in un banco nuvolo per uscirne solo poco prima della toccata.
Rulliamo davanti al gate guardian di CDG, il Concorde AF, e al quartier generale di quest'ultima.

24 by davide skaccomatto, on Flickr
(chiedo perdono per questa foto indegna, ma mi sono emozionato, e abbiamo preso una buca mentre scattavo)

025 by davide skaccomatto, on Flickr

026 by davide skaccomatto, on Flickr
Il rullaggio è tra code sorelle o amiche, e sbarchiamo in un mare biancorossobleu. Cobus e poco dopo siamo nel terminal, non prima di dare un ultimo sguardo alla cabina.

27 by davide skaccomatto, on Flickr

028 by davide skaccomatto, on Flickr

029 by davide skaccomatto, on Flickr
Gli arrivi del 2E sono proprio brutti, danno l'idea di vecchio e sporco; per fortuna ci devo passare poco tempo - giusto quello per ritirare il bagaglio (l'area ritiri bagaglio è molto più bella e luminosa, tra l'altro: chi capisce certe scelte architettoniche è bravo). Seguo le indicazioni per la RER e, una volta fatto il biglietto, mi imbuco sulla prima B che trovo in direzione Gare du Nord, dove lascerò il bagaglio per il resto della giornata (tra l'altro che fatica trovare gli armadietti, le indicazioni le hanno posizionate col deretano). La stazione di CDG2 è qualcosa di agghiacciante, tra umanume posticcio e avanzi di galera; il rischio del borseggio è sempre dietro l'angolo e sembra che tutto sia lasciato andare a se stesso.
DaV
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