Thread MXP-LIN: SEA ritira il masterplan attuale di Malpensa


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Il ritiro del Masterplan è stata una scelta realistica
La nota di UNI.CO.MAL. Lombardia a firma Beppe Balzarini in merito alle ultime vicende legate allo scalo lombardo


malpensaCon protocollo N° 58130 del 9/05/2011 ENAC presentò istanza di avvio del procedimento di VIA sul nuovo Masterplan di Malpensa.
La Direzione generale per le Valutazioni Ambientali, con protocollo DVA-2014-0023868 del 18/07/2014, comunica che non darà ulteriore corso all'istanza in oggetto e che pertanto la stessa è da ritenersi archiviata.
Prendiamo atto del ritiro del Masterplan ad opera di SEA e intendiamo esprimere alcune considerazioni.
Ringraziamo tutti quei Comitati, Associazioni, Istituzioni (tra cui Parco del Ticino, Regione Piemonte e vari Comuni), e cittadini con cui UNI.CO.MAL. ha lavorato e con cui ha partecipato ai momenti salienti di questi ultimi tre anni. E tra i questi ricordiamo in particolare il “contradditorio”, faccia a faccia con SEA ed ENAC, proponenti del Masterplan.
Capiamo l'imbarazzo di chi ha finto di non vedere e di non sentire ed ora non sa come inventarsi un ruoloqualsiasi per non figurare come sconfitto. E quindi con costoro non abbiamo, ancora oggi, nulla da dividere.
Avremmo anche apprezzato il realismo del Presidente di SEA, Modiano, per il ritiro del Programma di ampliamento di Malpensa, ritiro comunque avvenuto non per conversione all'ambientalismo ma, appunto, per realismo. In vista dell'ormai certo parere negativo, l'atto finale del ritiro evita la bocciatura del programma di am-
pliamento.
Ma ecco che Modiano, probabilmente bacchettato dagli azionisti, rilancia con velocità sospetta: “Non rinunciamo alla terza pista, tra un anno nuovo MasterPlan”. Merita che gli si chieda ironicamente se voglia subito recuperare la bocciatura appena schivata. E lo sanno anche i sassi dell'aeroporto che, con questo scarso traffico, sulla terza pista di Malpensa si potrebbero piantare le patate, altro che volare aerei.
Che dire poi del doppio colpo ritiro Masterplan e sentenza di Cassazione sulla causa Quintavalle con la definitiva conferma del danno ambientale? La Cassazione spalanca la porta ad infinite possibili cause di rimborso. E questo lo vedremo.
Ma non è tutto.
C'è il capitolo costi dell'operazione Masterplan, a partire dallo studio Mitre per la realizzazione della terza pista, studio che, letto con occhio critico, avrebbe dovuto essere cestinato a causa del layout assurdo con tre piste parallele, quasi unico al mondo.
Inutile ma costoso studio volto a favorire una improbabile crescita del traffico aereo a Malpensa.
Nel capitolo costi complessivo c'è appunto quello delle migliaia di pagine costituenti il Masterplan, le “integrazioni” e poi i “chiarimenti”.
Migliaia di pagine di argomentazioni di sviluppo su un aeroporto già da tempo bocciato dal mercato ma che certe lobbies vorrebbero a tutti i costi ampliare.
Migliaia di pagine tutte sconfessate dalle osservazioni.
Vogliamo anche additare i cattivi profeti dello sviluppo di Malpensa, in particolare certi docenti universitari e la prosopopea dei loro interventi...
Si conferma ora unico strumento valido su Malpensa il PRGA dell'85.
Vorremmo anche che uscissero allo scoperto il Sindaco di Milano ed i Sindaci del CUV: vorremmo che si esprimessero. Cosa pensano dei dirigenti di SEA, dello studio commissionato al Mitre, dell'avventura del Masterplan?
Chi fallisce e fa danno merita un premio?
Ora non ci rilasseremo per questo successo, sappiamo che qualcuno non si rassegnerà, ma questo scoglio della già scritta bocciatura del Masterplan con un parere negativo della Commissione VIA/VAS del Ministero dell'Ambiente sarà uno scoglio difficile da superare.
La guerra di Malpensa probabilmente continuerà ma questa battaglia, tutti insieme, l'abbiamo vinta e, per la prossima, siamo già pronti.

UNI.CO.MAL. Lombardia
Beppe Balzarini

http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/articolo.php?id=293628
 
C'è il capitolo costi dell'operazione Masterplan, a partire dallo studio Mitre per la realizzazione della terza pista, studio che, letto con occhio critico, avrebbe dovuto essere cestinato a causa del layout assurdo con tre piste parallele, quasi unico al mondo.

Ignoranti quasi unici al mondo.
 
Massì piano dopo piano, così si buttano un po' di soldi

guarda da sto punto di vista SEA e' abbastanza autonoma, gli ingegneri li ha in casa e se non gli da carta da scarabocchiare finisce per utilizzarli sono come fonte alternativa di produzione di calore per sedie. ... tradotto: trattandosi di cose fatte in casa non hanno costi stratosferici visto che l'alternativa e' pagare gli stipendi senza fare lavorare.
 
guarda da sto punto di vista SEA e' abbastanza autonoma, gli ingegneri li ha in casa e se non gli da carta da scarabocchiare finisce per utilizzarli sono come fonte alternativa di produzione di calore per sedie. ... tradotto: trattandosi di cose fatte in casa non hanno costi stratosferici visto che l'alternativa e' pagare gli stipendi senza fare lavorare.

quindi gli ingegneri di SEA fanno solo questo?
 
guarda da sto punto di vista SEA e' abbastanza autonoma, gli ingegneri li ha in casa e se non gli da carta da scarabocchiare finisce per utilizzarli sono come fonte alternativa di produzione di calore per sedie. ... tradotto: trattandosi di cose fatte in casa non hanno costi stratosferici visto che l'alternativa e' pagare gli stipendi senza fare lavorare.

Detta così, pare roba da magistratura.
 
ma gli studi e i progetti della terza pista non sono stati dati "in esterna" al MITRE di Washington (se non ricordo male lavoro compiuto per 1,2 mln €)?
 
Ultima modifica:
Il ritiro del Masterplan è stata una scelta realistica
La nota di UNI.CO.MAL. Lombardia a firma Beppe Balzarini in merito alle ultime vicende legate allo scalo lombardo


malpensaCon protocollo N° 58130 del 9/05/2011 ENAC presentò istanza di avvio del procedimento di VIA sul nuovo Masterplan di Malpensa.
La Direzione generale per le Valutazioni Ambientali, con protocollo DVA-2014-0023868 del 18/07/2014, comunica che non darà ulteriore corso all'istanza in oggetto e che pertanto la stessa è da ritenersi archiviata.
Prendiamo atto del ritiro del Masterplan ad opera di SEA e intendiamo esprimere alcune considerazioni.
Ringraziamo tutti quei Comitati, Associazioni, Istituzioni (tra cui Parco del Ticino, Regione Piemonte e vari Comuni), e cittadini con cui UNI.CO.MAL. ha lavorato e con cui ha partecipato ai momenti salienti di questi ultimi tre anni. E tra i questi ricordiamo in particolare il “contradditorio”, faccia a faccia con SEA ed ENAC, proponenti del Masterplan.
Capiamo l'imbarazzo di chi ha finto di non vedere e di non sentire ed ora non sa come inventarsi un ruoloqualsiasi per non figurare come sconfitto. E quindi con costoro non abbiamo, ancora oggi, nulla da dividere.
Avremmo anche apprezzato il realismo del Presidente di SEA, Modiano, per il ritiro del Programma di ampliamento di Malpensa, ritiro comunque avvenuto non per conversione all'ambientalismo ma, appunto, per realismo. In vista dell'ormai certo parere negativo, l'atto finale del ritiro evita la bocciatura del programma di am-
pliamento.
Ma ecco che Modiano, probabilmente bacchettato dagli azionisti, rilancia con velocità sospetta: “Non rinunciamo alla terza pista, tra un anno nuovo MasterPlan”. Merita che gli si chieda ironicamente se voglia subito recuperare la bocciatura appena schivata. E lo sanno anche i sassi dell'aeroporto che, con questo scarso traffico, sulla terza pista di Malpensa si potrebbero piantare le patate, altro che volare aerei.
Che dire poi del doppio colpo ritiro Masterplan e sentenza di Cassazione sulla causa Quintavalle con la definitiva conferma del danno ambientale? La Cassazione spalanca la porta ad infinite possibili cause di rimborso. E questo lo vedremo.
Ma non è tutto.
C'è il capitolo costi dell'operazione Masterplan, a partire dallo studio Mitre per la realizzazione della terza pista, studio che, letto con occhio critico, avrebbe dovuto essere cestinato a causa del layout assurdo con tre piste parallele, quasi unico al mondo.
Inutile ma costoso studio volto a favorire una improbabile crescita del traffico aereo a Malpensa.
Nel capitolo costi complessivo c'è appunto quello delle migliaia di pagine costituenti il Masterplan, le “integrazioni” e poi i “chiarimenti”.
Migliaia di pagine di argomentazioni di sviluppo su un aeroporto già da tempo bocciato dal mercato ma che certe lobbies vorrebbero a tutti i costi ampliare.
Migliaia di pagine tutte sconfessate dalle osservazioni.
Vogliamo anche additare i cattivi profeti dello sviluppo di Malpensa, in particolare certi docenti universitari e la prosopopea dei loro interventi...
Si conferma ora unico strumento valido su Malpensa il PRGA dell'85.
Vorremmo anche che uscissero allo scoperto il Sindaco di Milano ed i Sindaci del CUV: vorremmo che si esprimessero. Cosa pensano dei dirigenti di SEA, dello studio commissionato al Mitre, dell'avventura del Masterplan?
Chi fallisce e fa danno merita un premio?
Ora non ci rilasseremo per questo successo, sappiamo che qualcuno non si rassegnerà, ma questo scoglio della già scritta bocciatura del Masterplan con un parere negativo della Commissione VIA/VAS del Ministero dell'Ambiente sarà uno scoglio difficile da superare.
La guerra di Malpensa probabilmente continuerà ma questa battaglia, tutti insieme, l'abbiamo vinta e, per la prossima, siamo già pronti.

UNI.CO.MAL. Lombardia
Beppe Balzarini

http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/articolo.php?id=293628


Illeggibile.....
 
ma gli studi e i progetti della terza pista non sono stati dati "in esterna" al MITRE di Washington (se non ricordo male lavoro compiuto per 1,2 mln €)?
no, il MITRE ha eseguito esclusivamente uno studio su dove sarebbe stato meglio posizionare la pista e tutti i relativi impatti (ambientale, sulla circolazione aerea, sul rumore a terra etc...) tale studio resta valido.
il progetto puramente detto e' di SEA mentre ENAV si sta occupando si tutte le quisquilie relative alla revisione delle sid e star e delle interferenze.
 
Aeroporti più ecologici, la sperimentazione europea parte dall'Italia

Lo scalo milanese, insieme a Fiumicino, è al centro del nuovo progetto Cascade, sul risparmio energetico: consentirà di "tagliare" 42mila tonnellate di co2 e di risparmiare 840mila euro

Malpensa sperimenterà nuove forme di risparmio energetico, per ridurre i consumi di quella particolare "città" che è un aeroporto, con i suoi servizi e "abitanti". Il progetto si chiama Cascade e deriva dai finanziamenti della Commissione Europea: i ricercatori hanno sviluppato un nuovo software e un sistema di sensori che consentirà di abbattere del 20% le emissioni di carbonio e i costi energetici degli aeroporti. Primo banco di prova del nuovo sistema, proprio i principali aeroporti italiani: a Roma Fiumicino e a Milano Malpensa è in corso la fase pilota di sperimentazione. Il nuovo sistema, denominato Cascade, permetterà agli aeroporti italiani di risparmiare ogni anno almeno 6000 MWh, equivalenti a 42 000 tonnellate di CO2 e 840 000 euro. Al nuovo sistema lavorano partner di Germania, Italia, Irlanda e Serbia, che possono contare su finanziamenti dell'UE pari a 2,6 milioni di euro. ACI Europe, che rappresenta oltre 450 aeroporti in Europa, si è impegnata a fornire il proprio sostegno al progetto, il che significa che dal 2015 assisteremo a una maggiore diffusione del nuovo sistema. «Le infrastrutture saranno dotate di sensori e contatori che trasmetteranno le informazioni a una banca dati centrale», spiega Nicolas Réhault, coordinatore del progetto Cascade (qui l'account twitter) presso l’Istituto Fraunhofer per i sistemi a energia solare di Friburgo, in Germania. «Un software innovativo è in grado di rilevare i guasti (ad esempio ventilatori in funzione quando non dovrebbero, riscaldamento e raffreddamento simultanei, errori di controllo e così via) e quindi di suggerire azioni correttive alle squadre incaricate della gestione e della manutenzione dei sistemi energetici, come ad esempio la reimpostazione dei controlli o la sostituzione dei rilevatori difettosi».

http://www3.varesenews.it/gallarate...tazione-europea-parte-dall-italia-293678.html
 
in parte OT

Lupi, non mi candido a sindaco Milano
Alitalia, senza sblocco Governo riconvocherà i sindacati


(ANSA) - MILANO, 28 LUG - La candidatura a sindaco di Milano alle elezioni comunali del 2016 "non è nella mia agenda": lo ha detto il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi rispondendo, a margine di un incontro a Milano, a chi gli ha chiesto se intenda candidarsi. su Alitalia invece il ministro ha detto che ''se non dovesse esserci uno sblocco, come invece mi auguro ci sia, il Governo non potrà fare altro che riconvocare al tavolo i sindacati e spiegare la situazione''.
 
Enac-Sea-Sacbo: campagna sensibilizzazione per affiancare passeggeri nei controlli di sicurezza durante i giorni di maggior traffico aereo

Roma, Italia - Negli aeroporti di Milano-Linate e di Bergamo-Orio al Serio

(WAPA) - "Nelle giornate di domani, 31 luglio, e dell’8 agosto, in concomitanza con i fine-settimana di maggior concentrazione di passeggeri sugli scali di Milano-Linate e Bergamo-Orio al Serio, l’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, la Sea, società di gestione degli aeroporti di Milano, e la Sacbo, società di gestione di Bergamo, metteranno in campo una task-force di personale volontario che fornirà ai passeggeri informazioni utili per la preparazione all’imbarco, al fine di velocizzare i controlli di sicurezza (security).

Si tratta di una campagna di sensibilizzazione voluta dall’Enac, e che potrebbe essere ripetuta in altri scali, con l’obiettivo di verificare se il supporto informativo dei volontari contribuisca a diminuire il numero degli oggetti che non possono essere inseriti nel bagaglio a mano e a ridurre i tempi dei controlli di security, in un’ottica di agevolare la preparazione dei passeggeri e di migliorare ulteriormente le performance dei servizi.

Il personale volontario sarà presente nelle aree di partenza dei due aeroporti coinvolti proprio per dare un supporto informativo sugli oggetti consentiti nel bagaglio a mano e nel bagaglio da stiva, prima che i passeggeri arrivino ai controlli.

Per l’occasione l’Enac, la Sea e la Sacbo hanno predisposto un pieghevole che verrà distribuito nei due scali e che sarà pubblicato sui rispettivi siti internet: www.enac.gov.it, www.milanolinate-aeroporto.com, www.sacbo.it".
 
«Mancano i soldi». Il metrò 4 rischia lo stop
«Non c’è l’accordo tra la società costruttrice e le banche»: lunedì vertice a Roma. L’allarme del responsabile unico di procedimento in una nota a sindaco e assessore

di Elisabetta Sogli

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Mancano i soldi: a rischio la linea 4 della metropolitana milanese. Il nuovo capitolo della tormentata vicenda è una lettera datata 17 luglio che il «responsabile unico di procedimento», l’ingegnere Francesco Tarricone, ha scritto al sindaco Pisapia, all’assessore Maran e al delegato del commissario di Expo, Gianni Confalonieri, oltre ad alcuni dirigenti comunali, per lanciare l’allarme: il closing finanziario, l’accordo fra la società che deve costruire la tratta e le banche che devono finanziarla, non è stato concluso entro il termine massimo dato del 20 luglio. A questo punto deve essere il sindaco a decidere «in merito all’eventuale prosecuzione del rapporto contrattuale in essere». Due le alternative: o si rescinde il contatto, o si dà un nuovo termine al 30 settembre, approfittando dell’occasione per rivedere le clausole dell’intesa con il costruttore privato. Il momento è delicatissimo: e per il 4 agosto al ministero delle Infrastrutture è stato convocato un incontro per valutare la situazione e prendere una decisione definitiva.

La lettera è un atto dovuto da parte del Rup, che da solo non può evidentemente assumersi la responsabilità di una decisione tanto delicata la cui conseguenza, in uno o nell’altro caso, potrebbe essere non solo, come si era ampiamente anticipato, che la linea 4 non sarà pronta per l’inaugurazione di Expo, nel maggio 2015. Ma addirittura potrebbe avvenire che per quella data non saranno pronte neppure le due prima stazioni, da Linate a Forlanini, dove per altro i lavori stanno proseguendo. I problemi non finiscono qui: la scorsa primavera, dopo un lungo tira e molla, il governo aveva approvato al Cipe il via libera ad altri 171 milioni per i lavori su questa infrastruttura: clausola insindacabile del Decreto del Fare, che aveva ufficializzato il finanziamento, è che i soldi vengano utilizzati entro la fine dell’anno. Se dunque si fermeranno i lavori, anche perché qualcuno fa osservare che sarebbe inutile creare intoppi alla viabilità nel periodo di Expo, sapendo già che non si arriverà a completare l’opera, Milano rischia di perdere i 172 milioni stanziati. Per non dire, infine dei costi provocati dai ritardi, in termini di multe e oneri finanziari che potrebbero venire rivendicati dal raggruppamento di imprese guidato da Impregilo vincitore dell’appalto. Come scrive Tarricone, anche se il Comune avrebbe tutti i diritti di «attivare la clausola risolutiva», “non si esclude, secondo i principi generali in tema di obbligazioni e contratti, che SPM4 (la società di progetto costituita da Impregilo per questo incarico, ndr) possa attivare un contenzioso nei confronti del Comune, ritenendosi danneggiata dalla risoluzione e/o ritenendo che i ritardi non possano essere ad essa impugnati». Nella relazione si precisa infatti che il mancato accordo per il closing dipende tra l’altro dalla «mancata condivisione di alcune delle clausole contenute nella convenzione di concessione».

Infine. Il mancato rispetto della scadenza del 20 luglio è stato formalizzato da SPM4 «che ha trasmesso formalmente al Comune un cronoprogramma delle attività ancora in essere, ipotizzando come data per il closing finanziario il 30 settembre p.v.». Il Rup sollecita l’amministrazione a pronunciarsi, per evitare che il silenzio «possa essere inteso come un’accettazione tacita del nuovo termine del 30 settembre». Questa potrebbe essere per il Comune l’occasione per rivedere i termini dell’accordo sul project financing: che prevede costi annuali molto ingenti per il Comune (fra gli 80 e i 100 milioni) a fronte di entrate che potrebbero non essere equivalenti.

31 luglio 2014 | 09:13
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ma bisogna costruirla per forza questa benedetta metropolitana?
 
Quando dicevo di evitare di considerare la M4 come già opera integrata e operante... Spero solo che non assuma la ridicolaggine della MC qui a Roma.
 
Comunque la parte che si sta già scavando in un modo o nell'altro verrà fatta

Un po' come la sopracitata metro C che almeno fino a Piazza Venezia arriverà
 
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