*** ALITALIA : Poste Italiane al 15% ***


Stato
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Si dimentica di dire che se non c'era lo stato italiano, la sua idea di imprenditoria privata ed il suo piano fenice, avrebbero fatto si che i comandanti alitalia dovevano fare il succhio agli aerei vicini per decollare.
appunto
la questione e' che questi, senza mettere le mani nelle tasse degli italiani sarebbero in mutande
 
Oggi è in forma smagliante...
ASCA) - Roma, 11 ott - L'intervento di Poste Italiane per contribuire al risanamento di Alitalia ''e' potenzialmente positivo''. Lo afferma l'ex ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, intervenendo ad una manifestazione della Uil-Tec. drc/sam/
 
Anche in AF lo stato francese ha una quota di partecipazione
Mi risulta che ce l'abbia avuta da sempre, in maniera lungimirante, e non sia entrato solo per mettere una pezza al culo a qualcuno. In ogni caso, ricordiamocelo, Alitalia era del tesoro cinque anni fa e, da momento che lo stato non voleva piu' averci nulla a che fare, ha rinunciato ad entrare nell'azionariato anche a caro costo della collettivitá.
Con l'enorme gaudio dei talebani della neweconomy estimatori dl privato più spinto. Ma come dicevano i latini pecunia non olet eh?
 
Il Governo è intervenuto affinché i privati facessero la loro parte nel risanamento e rifinanziamento e per un «fortissimo piano industriale all’insegna della discontinuità», perché Alitalia era in condizioni «disastrose». È quanto ha detto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi a Radio anch’io Rai, precisando che «Poste Italiane certamente può essere non un aiuto da parte del pubblico, ma l’individuazione di un’azienda sana come partner industriale in un settore che è sempre di più complementare».

«Sono sempre molto perplesso di fronte agli interventi di una mano pubblica in una società privata, ma passi, se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza». Lo ha affermato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, a margine della manifestazione nazionale organizzata dalla Uiltec a Roma. Squinzi ha quindi sottolineato che «una volta per tutte bisogna fare una riflessione seria per avere un piano di medio-lungo termine». «Forse l’Italia è diventato un paese troppo piccolo - ha ribadito il presidente di Confindustria - per permettersi una grande compagnia di bandiera. Bisognerà fare qualche riflessione forte da questo punto di vista».

«Su Alitalia era venuto a crearsi, da quel che ho capito, un problema finanziario. Questo aumento di capitale potrebbe risolverlo e quindi mettere in condizione l’azienda di arrivare in fondo al piano di risanamento e rilancio e quindi porsi in maniera più forte» ha detto l’ex ministro del Sviluppo economico, Corrado Passera parlando con i giornalisti a margine della manifestazione nazionale di Uiltec.

A chi gli fa notare che ci sarà un ritorno dello Stato nella compagnia di bandiera, privatizzata anche col suo contributo come amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Passera risponde: «Non erano prevedibili cinque anni di recessione così forte che hanno troncato fortemente i ricavi dell’azienda». In merito a Cai, l’ex ministro sottolinea che «l’impegno dei soci privati, che comunque in questi anni hanno messo 1,2-1,3 miliardi e adesso aggiungono altri 200 milioni, è servito per superare quella situazione difficilissima di fallimento della vecchia Alitalia».
 
Mi risulta che ce l'abbia avuta da sempre, in maniera lungimirante, e non sia entrato solo per mettere una pezza al culo a qualcuno. In ogni caso, ricordiamocelo, Alitalia era del tesoro cinque anni fa e, da momento che lo stato non voleva piu' averci nulla a che fare, ha rinunciato ad entrare nell'azionariato anche a caro costo della collettivitá.
Con l'enorme gaudio dei talebani della neweconomy estimatori dl privato più spinto. Ma come dicevano i latini pecunia non olet eh?
In realtà lo stato francese ha pagato (bene) la ristrutturazione di AF prima di metterla sul mercato. Poi ha fatto la classica privatizzazione farlocca (i cui veri maestri siamo noi), tenendosi sostanzialmente il controllo, anche se con una quota di minoranza. Per finire ha bruciato ricchezza degli investitori (contribuente francese incluso) a un ritmo invidiabile (nel 2007 un'azione AF valeva oltre 35 euro, oggi poco più di 7,5)
 
In realtà lo stato francese ha pagato (bene) la ristrutturazione di AF prima di metterla sul mercato. Poi ha fatto la classica privatizzazione farlocca (i cui veri maestri siamo noi), tenendosi sostanzialmente il controllo, anche se con una quota di minoranza. Per finire ha bruciato ricchezza degli investitori (contribuente francese incluso) a un ritmo invidiabile (nel 2007 un'azione AF valeva oltre 35 euro, oggi poco più di 7,5)

Tu sei quello che qualche mese fa affermava che Alitalia andava meglio di molte più blasonate compagnie in europa, vero?
 
Il Governo è intervenuto affinché i privati facessero la loro parte nel risanamento e rifinanziamento e per un «fortissimo piano industriale all’insegna della discontinuità», perché Alitalia era in condizioni «disastrose». È quanto ha detto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi a Radio anch’io Rai, precisando che «Poste Italiane certamente può essere non un aiuto da parte del pubblico, ma l’individuazione di un’azienda sana come partner industriale in un settore che è sempre di più complementare».

«Sono sempre molto perplesso di fronte agli interventi di una mano pubblica in una società privata, ma passi, se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza». Lo ha affermato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, a margine della manifestazione nazionale organizzata dalla Uiltec a Roma. Squinzi ha quindi sottolineato che «una volta per tutte bisogna fare una riflessione seria per avere un piano di medio-lungo termine». «Forse l’Italia è diventato un paese troppo piccolo - ha ribadito il presidente di Confindustria - per permettersi una grande compagnia di bandiera. Bisognerà fare qualche riflessione forte da questo punto di vista».

«Su Alitalia era venuto a crearsi, da quel che ho capito, un problema finanziario. Questo aumento di capitale potrebbe risolverlo e quindi mettere in condizione l’azienda di arrivare in fondo al piano di risanamento e rilancio e quindi porsi in maniera più forte» ha detto l’ex ministro del Sviluppo economico, Corrado Passera parlando con i giornalisti a margine della manifestazione nazionale di Uiltec.

A chi gli fa notare che ci sarà un ritorno dello Stato nella compagnia di bandiera, privatizzata anche col suo contributo come amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Passera risponde: «Non erano prevedibili cinque anni di recessione così forte che hanno troncato fortemente i ricavi dell’azienda». In merito a Cai, l’ex ministro sottolinea che «l’impegno dei soci privati, che comunque in questi anni hanno messo 1,2-1,3 miliardi e adesso aggiungono altri 200 milioni, è servito per superare quella situazione difficilissima di fallimento della vecchia Alitalia».

francesi e tedeschi, antipatici o meno, hanno ben presente l'esigenza di uno sviluppo industriale di lungo termne che dia peso allo sviluppo del paese ed i risultati si vedono
in italia la politica ha un'orizzonte temporale di qualche giorno

Infatti Caiaz e' SOLO un'operazione elettorale per le elezioni del 2008, finita quella finito l'interesse
 
Finiti i 300 milioni saremo al punto di partenza, ancora meno appetibili perché da qui a sei mesi (o anche meno) Alitalia continuerà a perdere, e a perdere, e a perdere. E a quel punto non so come verrà giustificato l'ennesimo aiuto statale (o forse sì?) o parimenti la svendita ancora più svendita ad AF. O magari si metterà di mezzo Etihad per trasformare FCO nell'hub per le Americhe, di cui ancora mi sfugge la strategia e l'organizzazione, però, considerando che FCO è una pietà rara.
 
Per finire ha bruciato ricchezza degli investitori (contribuente francese incluso) a un ritmo invidiabile (nel 2007 un'azione AF valeva oltre 35 euro, oggi poco più di 7,5)

Allora perchè per molto meno invadevano gli Champs Elysees coi trattori? Si sono ammosciati pure lì, oppure lo Stato è sacro e ha sempre ragione?
 
A chi gli fa notare che ci sarà un ritorno dello Stato nella compagnia di bandiera, privatizzata anche col suo contributo come amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Passera risponde: «Non erano prevedibili cinque anni di recessione così forte che hanno troncato fortemente i ricavi dell’azienda». In merito a Cai, l’ex ministro sottolinea che «l’impegno dei soci privati, che comunque in questi anni hanno messo 1,2-1,3 miliardi e adesso aggiungono altri 200 milioni, è servito per superare quella situazione difficilissima di fallimento della vecchia Alitalia».

Val la pena continuare a discutere? Dove sono finiti i benpensanti che ripetevano a gran voce "CAI è privata, CAI non è compagnia di bandiera, CAI non c'entra niente con lo stato"?
 
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