appuntoSi dimentica di dire che se non c'era lo stato italiano, la sua idea di imprenditoria privata ed il suo piano fenice, avrebbero fatto si che i comandanti alitalia dovevano fare il succhio agli aerei vicini per decollare.
Mi risulta che Poste italiane sia partecipata al 100% dal Ministero del Tesoro (http://www.tesoro.it/ministero/poste_italiane.html)
Quindi possiamo nuovamente brindare e gridare insieme "welcome back Pantalone!!"
Aggiungo (cit. di un amico):
Anche in AF lo stato francese ha una quota di partecipazione
Non mi e' chiaro cosa ci sia di inerente con l'articolo.
Mi risulta che ce l'abbia avuta da sempre, in maniera lungimirante, e non sia entrato solo per mettere una pezza al culo a qualcuno. In ogni caso, ricordiamocelo, Alitalia era del tesoro cinque anni fa e, da momento che lo stato non voleva piu' averci nulla a che fare, ha rinunciato ad entrare nell'azionariato anche a caro costo della collettivitá.Anche in AF lo stato francese ha una quota di partecipazione
In realtà lo stato francese ha pagato (bene) la ristrutturazione di AF prima di metterla sul mercato. Poi ha fatto la classica privatizzazione farlocca (i cui veri maestri siamo noi), tenendosi sostanzialmente il controllo, anche se con una quota di minoranza. Per finire ha bruciato ricchezza degli investitori (contribuente francese incluso) a un ritmo invidiabile (nel 2007 un'azione AF valeva oltre 35 euro, oggi poco più di 7,5)Mi risulta che ce l'abbia avuta da sempre, in maniera lungimirante, e non sia entrato solo per mettere una pezza al culo a qualcuno. In ogni caso, ricordiamocelo, Alitalia era del tesoro cinque anni fa e, da momento che lo stato non voleva piu' averci nulla a che fare, ha rinunciato ad entrare nell'azionariato anche a caro costo della collettivitá.
Con l'enorme gaudio dei talebani della neweconomy estimatori dl privato più spinto. Ma come dicevano i latini pecunia non olet eh?
In realtà lo stato francese ha pagato (bene) la ristrutturazione di AF prima di metterla sul mercato. Poi ha fatto la classica privatizzazione farlocca (i cui veri maestri siamo noi), tenendosi sostanzialmente il controllo, anche se con una quota di minoranza. Per finire ha bruciato ricchezza degli investitori (contribuente francese incluso) a un ritmo invidiabile (nel 2007 un'azione AF valeva oltre 35 euro, oggi poco più di 7,5)
Il Governo è intervenuto affinché i privati facessero la loro parte nel risanamento e rifinanziamento e per un «fortissimo piano industriale all’insegna della discontinuità», perché Alitalia era in condizioni «disastrose». È quanto ha detto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi a Radio anch’io Rai, precisando che «Poste Italiane certamente può essere non un aiuto da parte del pubblico, ma l’individuazione di un’azienda sana come partner industriale in un settore che è sempre di più complementare».
«Sono sempre molto perplesso di fronte agli interventi di una mano pubblica in una società privata, ma passi, se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza». Lo ha affermato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, a margine della manifestazione nazionale organizzata dalla Uiltec a Roma. Squinzi ha quindi sottolineato che «una volta per tutte bisogna fare una riflessione seria per avere un piano di medio-lungo termine». «Forse l’Italia è diventato un paese troppo piccolo - ha ribadito il presidente di Confindustria - per permettersi una grande compagnia di bandiera. Bisognerà fare qualche riflessione forte da questo punto di vista».
«Su Alitalia era venuto a crearsi, da quel che ho capito, un problema finanziario. Questo aumento di capitale potrebbe risolverlo e quindi mettere in condizione l’azienda di arrivare in fondo al piano di risanamento e rilancio e quindi porsi in maniera più forte» ha detto l’ex ministro del Sviluppo economico, Corrado Passera parlando con i giornalisti a margine della manifestazione nazionale di Uiltec.
A chi gli fa notare che ci sarà un ritorno dello Stato nella compagnia di bandiera, privatizzata anche col suo contributo come amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Passera risponde: «Non erano prevedibili cinque anni di recessione così forte che hanno troncato fortemente i ricavi dell’azienda». In merito a Cai, l’ex ministro sottolinea che «l’impegno dei soci privati, che comunque in questi anni hanno messo 1,2-1,3 miliardi e adesso aggiungono altri 200 milioni, è servito per superare quella situazione difficilissima di fallimento della vecchia Alitalia».
AF capitalizza in borsa la metà di U2 e 1/4 di FR. Vogliamo chiamarla una storia di successo?Tu sei quello che qualche mese fa affermava che Alitalia andava meglio di molte più blasonate compagnie in europa, vero?
Per finire ha bruciato ricchezza degli investitori (contribuente francese incluso) a un ritmo invidiabile (nel 2007 un'azione AF valeva oltre 35 euro, oggi poco più di 7,5)
A chi gli fa notare che ci sarà un ritorno dello Stato nella compagnia di bandiera, privatizzata anche col suo contributo come amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Passera risponde: «Non erano prevedibili cinque anni di recessione così forte che hanno troncato fortemente i ricavi dell’azienda». In merito a Cai, l’ex ministro sottolinea che «l’impegno dei soci privati, che comunque in questi anni hanno messo 1,2-1,3 miliardi e adesso aggiungono altri 200 milioni, è servito per superare quella situazione difficilissima di fallimento della vecchia Alitalia».
AF capitalizza in borsa la metà di U2 e 1/4 di FR. Vogliamo chiamarla una storia di successo?