Ho meditato a lungo su se postare o meno questo reportage: da un lato, c'era il vantaggio di poter provare, per Aviazione civile, un aereo in anteprima; dall'altro la consapevolezza di non poter mettere insieme un TR meno che mediocre, con foto fatte ad minchiam e una location, il parcheggio retrostante il Technical Block A di Base, abbastanza fetida. Alla fine, complice una bottiglia e mezza di vino sudafricano, ho deciso di postare qualcosa.
Perciò eccovi qui il mio primo TR in cui la parte "Trip" è completamente mancante, dato che tutto si è svolto a meno di 250 metri dal mio ufficio.
Come forse saprete i primi due 787 per BA, G-ZBJA e JB, sono arrivati da Seattle a Hewthrow. Ad attenderli c'erano, prima dell'inizio delle operazioni a lungo raggio, partite ieri col BA93 per Toronto, c'erano una serie fittissima di test: loaders, ingegneri, cabin crew e piloti erano pronti a testare fino all' inverosimile questa nuova macchina. E io, pedina tra le pedine, avrei partecipato a questo grande gioco.
É il 15 agosto: in questa parte d'Europa che non crede all'Assunzione di Maria Vergine si lavora, ma il vostro ha preso un giorno di ferie per partecipare a uno di questi eventi: un volo simulato da Londra a Toronto, della durata - accorciata - di quattro ore e mezza.
Lo scopo del test è quello di mettere a punto il servizio di bordo con un volo quanto più possibile pieno, senza avere potenziali clienti e senza essere in volo. Bastano un po' di colleghi e il gioco é fatto.
Mi presento alle 8 in punto al luogo convenuto, raccatto una bottiglietta di acqua lasciata in giro in omaggio al duty of care (sia mai che qualcuno svenga sotto l'impeto dei quindici gradi londinesi di oggi) e mi mescolo alla folla in attesa. Due cose sono immediatamente chiare: primo, l'assegnazione dei posti, proclamata come "rigorously out of the hat", ha la stessa rispettabilità delle elezioni in Zimbabwe: tutti gli 'amici di' sono seduti in Club, mentre io ho un posto finestrino, 24K, all'inizio della cabina di Y (tra Y e Y+ c'è un salto di una decina di file nella numerazione).
Secondo, sono uno degli unici che, con rigore degno di De Gasperi, ha preso un giorno di ferie per essere qui: i commenti "sempre meglio che essere a lavorare" e "tanto il mio manager é in vacanza" si sprecano. Tutto il mondo é paese.
Sia come sia, arriviamo al nostro aereo, -JB, che effettivamente effettuerà la prima traversata atlantica dei nostri Dreamliner, e iniziamo ad aspettare pazientemente in coda. Il test deve essere il più realistico possibile, e infatti attendiamo l'arrivo degli assistenti di volo, rimasti in coda alla security. Nel frattempo - "realismo!"- inizia a piovere.
A Dio piacendo dopo un po' arrivano i nostri, che sbrigano i loro controlli di sicurezza e, poco dopo, ci fanno segno di salire a bordo.
L'atmosfera è da gita scolastica, tutti sono contenti e, in barba all'assurdo divieto di fare foto, iPhone e iPad scattano come se non ci fosse un domani. Mi unisco anch'io alla sarabanda, immortalando l'imbarco:
La splendida ala a daga:
I famosi Trent 1000:
La fusoliera:
L'interno ha ancora un po' di quell'odore che siamo soliti associare alle auto nuove, ed é immacolato. Non c'é molta gente in coda, sono tra i primi, e non posso fare chissà quante foto alla cabina di Club, per cui mi limito a riportare un paio di foto ufficiali e qualche impressione.
Il design ying-yang di BA in Club lo conosciamo tutti e, piaccia o non piaccia, rimarrà in secula saeculorum. La canina, nella sua configurazione attuale, è del 2007: tempo per un rinfrescata, almeno per quanto riguarda materiali e colori. Il risultato ė nettamente migliore di quanto mi aspettassi, almeno se comparato col simulacro che avevo visto in Engineering due anni fa. Particolarmente buono è il posto in mezzo nella configurazione 2-3-2, che gode di spazio in più e di molta privacy.
La Y+ è configurata in 2-3-2, come sul 767, ma su un aereo a fusoliera nettamente più larga: indubbio che il risultato sia gradevole, con corridoi fatti a misura di Fiorito.
Veniamo, infine, alla Barbon. La foto dei fighetti di Brands di BA, con sapiente uso di lenti fisheye, alimenta il mio timore: quello di trovarmi un sedile più simile a quello di Air France che a quello di Cathay Pacific. Il 3-3-3 sul 787 è stato scelto da (quasi) tutti tranne che dalla migliore compagnia al mondo, JAL, e la cosa mi preoccupa non poco. Un conto è se lo fa Norwegian, un altro se lo fa una compagnia full fare. Capirete la mia trepidazione.
Pronti via, ci sediamo. Io sono, come già detto, al finestrino; di fianco a me due colleghi, non troppo grossi. Il sedile è intorno ai 17" di larghezza, di poco superiore a quello in 3-4-3 e inferiore di qualcosina al 3-3-3. Il modello è lo stesso che si trova sui 777, Recaro, e l'ingombro minore si vede sui "montanti" dell'IFE, più sottili su questo aereo. Pitch invariato.
La realtà è che, alla fin fine, non è male. Chiaro, se di fianco c'é Galeazzi si soffre comunque, ma non è la tragedia che mi aspettavo e temevo. La vera tragedia si consuma più in basso, con l'enorme scatola dell'IFE che ruba un bel po' di spazio per i piedi. Paradossalmente chi si trova a sedere in mezzo ha più spazio.
Comunque, "partiamo". Chiuse le porte, si pressurizza l'aereo e simuliamo il decollo. Atmosfera divertita. Io faccio partire il mio IFE, che mi regala l'opera omnia di Die Hard. Amo questo aereo.
La "crociera", se cosí si può dire, sul 787 è molto simile a quella su un altro Boeing. Il rumore è più forte che sugli Airbus, per via della ventilazione con bocchette che gettano aria sulle paratie della fusoliera, generando una specie di cacofonia. Non mi sembra di sentire chissà quale differenza in termini di umidità, ma non mi stupisco.
Ciò che cambia, e parecchio, sono i finestrini. Enormi, consentono una vista ottima anche per chi sta in mezzo o al corridoio, come testimoniato dai miei vicini. La rotella per scegliere la gradazione del colore é in realtà una coppia di tasti, e sa di sboronata più che altro, ma è di sicuro divertente. Un buon metodo per socializzare in aero, forse? ("Quale colore preferisce? Azzurrino, blu puffo, indaco, blu tenebra?")
Capitolo cibo. Sono le 10, passa il primo giro di drink, seguito dalle cibagioni. I frutti del programma Eatwell si fanno vedere, con un pollo con polenta saporito e mangiabile. In più ci sono le bottigliettine di Cava, mie amiche dalla lounge di Iberia al T4S. A seguire focaccia dubbia, dolce al triplo caramello e insulina, caffé.
Approfitto della fine di Die Hard 1 e, raccattato il dentifricio, vado in bagno. Ci sono, a metá cabina di Y, quattro toilettes: due piccole e due enormi, a misura di disabile. Le porte sono basculanti, non più a soffietto, e tutto è illuminato a LED e servito da sensori di prossimità, compresa l'asse motorizzata e autoripulente che, come sui Minuetto, si romperà in 3, 2, 1... Bello, almeno, il nuovo design.
Ritorno al mio posto, usando le mie cuffie (BA ha il jack standard da 35mm che permette di usare le proprie cuffie, mentre quelle "della casa" fan pena) sull'IFE. Non è un iPad, ma ha comunque un'ottima scelta, ivi compresi certi filmacci di Bollywood in cui i cattivi mostrano baffoni che nemmeno Francesco Giuseppe.
In men che non si dica la cabina viene preparata per l'atterraggio e segue l'arrivo a Toronto "più facile che abbia mai fatto" a detta del nostro Primo Ufficiale. Per la prima volta un aeroplano pieno di inglesi si mette ad applaudire.
É tutto!
Perciò eccovi qui il mio primo TR in cui la parte "Trip" è completamente mancante, dato che tutto si è svolto a meno di 250 metri dal mio ufficio.
Come forse saprete i primi due 787 per BA, G-ZBJA e JB, sono arrivati da Seattle a Hewthrow. Ad attenderli c'erano, prima dell'inizio delle operazioni a lungo raggio, partite ieri col BA93 per Toronto, c'erano una serie fittissima di test: loaders, ingegneri, cabin crew e piloti erano pronti a testare fino all' inverosimile questa nuova macchina. E io, pedina tra le pedine, avrei partecipato a questo grande gioco.
É il 15 agosto: in questa parte d'Europa che non crede all'Assunzione di Maria Vergine si lavora, ma il vostro ha preso un giorno di ferie per partecipare a uno di questi eventi: un volo simulato da Londra a Toronto, della durata - accorciata - di quattro ore e mezza.
Lo scopo del test è quello di mettere a punto il servizio di bordo con un volo quanto più possibile pieno, senza avere potenziali clienti e senza essere in volo. Bastano un po' di colleghi e il gioco é fatto.
Mi presento alle 8 in punto al luogo convenuto, raccatto una bottiglietta di acqua lasciata in giro in omaggio al duty of care (sia mai che qualcuno svenga sotto l'impeto dei quindici gradi londinesi di oggi) e mi mescolo alla folla in attesa. Due cose sono immediatamente chiare: primo, l'assegnazione dei posti, proclamata come "rigorously out of the hat", ha la stessa rispettabilità delle elezioni in Zimbabwe: tutti gli 'amici di' sono seduti in Club, mentre io ho un posto finestrino, 24K, all'inizio della cabina di Y (tra Y e Y+ c'è un salto di una decina di file nella numerazione).
Secondo, sono uno degli unici che, con rigore degno di De Gasperi, ha preso un giorno di ferie per essere qui: i commenti "sempre meglio che essere a lavorare" e "tanto il mio manager é in vacanza" si sprecano. Tutto il mondo é paese.
Sia come sia, arriviamo al nostro aereo, -JB, che effettivamente effettuerà la prima traversata atlantica dei nostri Dreamliner, e iniziamo ad aspettare pazientemente in coda. Il test deve essere il più realistico possibile, e infatti attendiamo l'arrivo degli assistenti di volo, rimasti in coda alla security. Nel frattempo - "realismo!"- inizia a piovere.
A Dio piacendo dopo un po' arrivano i nostri, che sbrigano i loro controlli di sicurezza e, poco dopo, ci fanno segno di salire a bordo.
L'atmosfera è da gita scolastica, tutti sono contenti e, in barba all'assurdo divieto di fare foto, iPhone e iPad scattano come se non ci fosse un domani. Mi unisco anch'io alla sarabanda, immortalando l'imbarco:
La splendida ala a daga:
I famosi Trent 1000:
La fusoliera:
L'interno ha ancora un po' di quell'odore che siamo soliti associare alle auto nuove, ed é immacolato. Non c'é molta gente in coda, sono tra i primi, e non posso fare chissà quante foto alla cabina di Club, per cui mi limito a riportare un paio di foto ufficiali e qualche impressione.
Il design ying-yang di BA in Club lo conosciamo tutti e, piaccia o non piaccia, rimarrà in secula saeculorum. La canina, nella sua configurazione attuale, è del 2007: tempo per un rinfrescata, almeno per quanto riguarda materiali e colori. Il risultato ė nettamente migliore di quanto mi aspettassi, almeno se comparato col simulacro che avevo visto in Engineering due anni fa. Particolarmente buono è il posto in mezzo nella configurazione 2-3-2, che gode di spazio in più e di molta privacy.
La Y+ è configurata in 2-3-2, come sul 767, ma su un aereo a fusoliera nettamente più larga: indubbio che il risultato sia gradevole, con corridoi fatti a misura di Fiorito.
Veniamo, infine, alla Barbon. La foto dei fighetti di Brands di BA, con sapiente uso di lenti fisheye, alimenta il mio timore: quello di trovarmi un sedile più simile a quello di Air France che a quello di Cathay Pacific. Il 3-3-3 sul 787 è stato scelto da (quasi) tutti tranne che dalla migliore compagnia al mondo, JAL, e la cosa mi preoccupa non poco. Un conto è se lo fa Norwegian, un altro se lo fa una compagnia full fare. Capirete la mia trepidazione.
Pronti via, ci sediamo. Io sono, come già detto, al finestrino; di fianco a me due colleghi, non troppo grossi. Il sedile è intorno ai 17" di larghezza, di poco superiore a quello in 3-4-3 e inferiore di qualcosina al 3-3-3. Il modello è lo stesso che si trova sui 777, Recaro, e l'ingombro minore si vede sui "montanti" dell'IFE, più sottili su questo aereo. Pitch invariato.
La realtà è che, alla fin fine, non è male. Chiaro, se di fianco c'é Galeazzi si soffre comunque, ma non è la tragedia che mi aspettavo e temevo. La vera tragedia si consuma più in basso, con l'enorme scatola dell'IFE che ruba un bel po' di spazio per i piedi. Paradossalmente chi si trova a sedere in mezzo ha più spazio.
Comunque, "partiamo". Chiuse le porte, si pressurizza l'aereo e simuliamo il decollo. Atmosfera divertita. Io faccio partire il mio IFE, che mi regala l'opera omnia di Die Hard. Amo questo aereo.
La "crociera", se cosí si può dire, sul 787 è molto simile a quella su un altro Boeing. Il rumore è più forte che sugli Airbus, per via della ventilazione con bocchette che gettano aria sulle paratie della fusoliera, generando una specie di cacofonia. Non mi sembra di sentire chissà quale differenza in termini di umidità, ma non mi stupisco.
Ciò che cambia, e parecchio, sono i finestrini. Enormi, consentono una vista ottima anche per chi sta in mezzo o al corridoio, come testimoniato dai miei vicini. La rotella per scegliere la gradazione del colore é in realtà una coppia di tasti, e sa di sboronata più che altro, ma è di sicuro divertente. Un buon metodo per socializzare in aero, forse? ("Quale colore preferisce? Azzurrino, blu puffo, indaco, blu tenebra?")
Capitolo cibo. Sono le 10, passa il primo giro di drink, seguito dalle cibagioni. I frutti del programma Eatwell si fanno vedere, con un pollo con polenta saporito e mangiabile. In più ci sono le bottigliettine di Cava, mie amiche dalla lounge di Iberia al T4S. A seguire focaccia dubbia, dolce al triplo caramello e insulina, caffé.
Approfitto della fine di Die Hard 1 e, raccattato il dentifricio, vado in bagno. Ci sono, a metá cabina di Y, quattro toilettes: due piccole e due enormi, a misura di disabile. Le porte sono basculanti, non più a soffietto, e tutto è illuminato a LED e servito da sensori di prossimità, compresa l'asse motorizzata e autoripulente che, come sui Minuetto, si romperà in 3, 2, 1... Bello, almeno, il nuovo design.
Ritorno al mio posto, usando le mie cuffie (BA ha il jack standard da 35mm che permette di usare le proprie cuffie, mentre quelle "della casa" fan pena) sull'IFE. Non è un iPad, ma ha comunque un'ottima scelta, ivi compresi certi filmacci di Bollywood in cui i cattivi mostrano baffoni che nemmeno Francesco Giuseppe.
In men che non si dica la cabina viene preparata per l'atterraggio e segue l'arrivo a Toronto "più facile che abbia mai fatto" a detta del nostro Primo Ufficiale. Per la prima volta un aeroplano pieno di inglesi si mette ad applaudire.
É tutto!
