Scadenza Lock up AZ : scenari dopo il 12 gennaio


Poi i pax che spendono tanto voleranno con altri, ma in fondo chissenefrega.
Fregati no perchè le condizioni le sapevamo bene tutti, incavolati si perchè era stato fatto precedentemente delle promo per salvaguardare le miglia in scadenza ed era logico che fosse così anche quest'anno.
Ora è il tempo del "mai più" che si esterna per incavolatura e che spesso poi non ha seguito tolta una piccola parte che guarda al principio e non ha vincoli, le valutazioni saranno molto più sullo specifico delle nuove condizioni al netto dei contratti aziendali e valutazioni aziendali di scegliere sul prezzo per esempio.

Sul volare con altri secondo me incide di più comodità e servizio per le destinazioni frequentate, più facile il cambio di programma di fidelizzazione passando a Flying Blue.
Questo porta però alcune valutazioni, per esempio se si vola sul nazionale cambia la possibilità di utilizzo delle lounge cambiando programma di fidelizzazione, mentre chi vola in business sul lungo raggio Millemiglia è molto più generoso di FB.
Un altro elemento che crea dubbi è la durata del programma, pareva ridotta prima ad un anno, poi pare a 2+1, infine pare che sarà come le precedenti edizioni con durata 3+2.

Te pensa che un ex collega con conto molto pesante si è lamentato per mesi dicendone di tutti i colori, poi parlando con sua moglie mi diceva che è rimasto con Millemiglia perchè si guadagna più miglia in J sulle destinazioni Usa che utilizza di frequente ed anzi ora si lamenta che non ci sono più gli e-coupon perchè ha visto che gli sono più comodi per monetizzare le miglia.
 
qualsiasi strategia che punti a sviluppare e a far crescere importando nuovi fondi la compagnia va bene.

Lo scorporo dei programma Millemiglia è un artifizio contabile per dare un valore virtuale a un asset che già si possiede e abbassare fittiziamente la soglia di capitale erosa dal passivo che sta arrivando al limite di ricapitalizzazione obbligatoria per legge, credo che questo trucco riuscirà al massimo a rinviare di qualche mese il raggiungimento di tale soglia.

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Alitalia, Colaninno convoca gli azionisti
Due ipotesi per l'ingresso di Etihad

di Umberto Mancini

ROMA - Presentare un’offerta scritta nero su bianco già sabato o aspettare più saggiamente il dopo elezioni. E’ il dilemma in cui si dibatte Air France.
Manca poco, meno di tre giorni al «liberi tutti», la scadenza del vincolo che ha fino ad oggi impedito alla cordata italiana di cedere le proprie quote. In queste ore Parigi è preoccupata delle reazioni politiche in Italia, le cui avvisaglie si sono già manifestate, e da una campagna elettorale in cui il tema dell’italianità può tornare prepotentemente sotto i riflettori. Da qui l’idea di prendersi una pausa di riflessione.

La compagnia francese è infatti convinta che gli azionisti, specialmente i più piccoli, non abbiano alternative è che quindi un allungamento dei tempi non possa pregiudicare in alcun modo l’operazione. Semmai - fa notare un azionista di peso che vuole però restare anonimo - andare per le lunghe non può che favorire Air France, soprattutto in considerazione dei mesi complicati che Alitalia ha di fronte. Insomma, si ragiona, tirare troppo la corda comporterebbe dei rischi concreti, come il deprezzamento della compagnia, un bel peso sulla valutazione finale.

IL NODO AUMENTO
Del resto è noto che sia Intesa Sanpaolo come il gruppo Riva o i Benetton non sono affatto disposti a mettere ancora mano al portafoglio. Preferirebbero monetizzare, evitando di incappare negli strali della campagna elettorale. E’ considerato poco sensato arrivare a una trattativa con l’urgente necessità di ricapitalizzare o con la compagnia che perde colpi sul mercato. Certamente nessuno vuole fare un regalo ai francesi. Tant’è che sabato, salvo sorprese, verrà annunciata ufficialmente la discesa in campo dell’advisor Rothschild. Oggi invece il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, farà il punto con alcuni soci a Milano. C’è da stabilire una linea comune, evitando fughe in avanti, e fissare gli eventuali paletti. Alla blasonata banca d’affari verrà affidato il compito, come anticipato dal Messaggero, di fare scouting, di cercare cioè una o più vettori pronti a fare concorrenza ad Air France. Con un’offerta solida e un programma di sviluppo concreto. L’obiettivo di Intesa e soci è di esplorare tutte le soluzioni, non lasciando nulla di intentato. Di fatto già da una settimana la banca si muove a fari spenti. Il lavoro svolto avrebbe già portato risultati, con due compagnie interessate a studiare il dossier. Una sarebbe Etihad, come più volte anticipato dal Messaggero, l’altra resta misteriosa. Emirates e Lufthansa si sono invece tirate fuori dal gioco.
Per la ricca compagnia di Abu Dhabi sono due le ipotesi che circolano: da un lato un ingresso soft, come socio di minoranza, rispettando così i vincoli imposti dall’Europa. Dall’altra un’entrata sulla scena più spettacolare: per puntare dritto alla cloche del controllo. L’ipotesi allo studio sarebbe di utilizzare una società del Vecchio Continente come grimaldello. Capace di comprare la maggioranza delle azioni e di assumere la leadership, soffiando la promessa sposa ad Air France sul filo di lana.

QUOTA DI MINORANZA
Difficile comunque, ma non impossibile, che Etihad sfidi in campo aperto Air France, con cui ha pure stabilito una serie di accordi commerciali. Più probabile quindi un’intesa, anche se Parigi non crede in questa soluzione. Chi tifa apertamente per i transalpini sono i piloti dell’Alitalia. «Siamo spaventati nel sentire ancora il refrain dell'italianità», taglia corto il presidente dell’Anpac, Giovanni Gagliotto. «Se l'italianità è una coccarda - aggiunge - e poi con un padrone italiano si fanno operare collegamenti Alitalia da aerei e personale rumeno di Carpatair, non siamo d'accordo». E una testimonianza diretta su come le operazioni di fusione possano essere un'opportunità arriva dal presidente dei piloti di Klm, Evert Van Zwol. «Dieci anni fa, Klm era una compagnia indipendente ma oggi non ci sarebbe più se non si fosse decisa per tempo la fusione con Air France».
L'articolo riprende molti punti già snocciolati nel thread
 


Riporto qui l'articolo de Il Messaggero

di Umberto Mancini
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ROMA - Presentare un’offerta scritta nero su bianco già sabato o aspettare più saggiamente il dopo elezioni. E’ il dilemma in cui si dibatte Air France.
Manca poco, meno di tre giorni al «liberi tutti», la scadenza del vincolo che ha fino ad oggi impedito alla cordata italiana di cedere le proprie quote. In queste ore Parigi è preoccupata delle reazioni politiche in Italia, le cui avvisaglie si sono già manifestate, e da una campagna elettorale in cui il tema dell’italianità può tornare prepotentemente sotto i riflettori. Da qui l’idea di prendersi una pausa di riflessione.

La compagnia francese è infatti convinta che gli azionisti, specialmente i più piccoli, non abbiano alternative è che quindi un allungamento dei tempi non possa pregiudicare in alcun modo l’operazione. Semmai - fa notare un azionista di peso che vuole però restare anonimo - andare per le lunghe non può che favorire Air France, soprattutto in considerazione dei mesi complicati che Alitalia ha di fronte. Insomma, si ragiona, tirare troppo la corda comporterebbe dei rischi concreti, come il deprezzamento della compagnia, un bel peso sulla valutazione finale.

IL NODO AUMENTO
Del resto è noto che sia Intesa Sanpaolo come il gruppo Riva o i Benetton non sono affatto disposti a mettere ancora mano al portafoglio. Preferirebbero monetizzare, evitando di incappare negli strali della campagna elettorale. E’ considerato poco sensato arrivare a una trattativa con l’urgente necessità di ricapitalizzare o con la compagnia che perde colpi sul mercato. Certamente nessuno vuole fare un regalo ai francesi. Tant’è che sabato, salvo sorprese, verrà annunciata ufficialmente la discesa in campo dell’advisor Rothschild. Oggi invece il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, farà il punto con alcuni soci a Milano. C’è da stabilire una linea comune, evitando fughe in avanti, e fissare gli eventuali paletti. Alla blasonata banca d’affari verrà affidato il compito, come anticipato dal Messaggero, di fare scouting, di cercare cioè una o più vettori pronti a fare concorrenza ad Air France. Con un’offerta solida e un programma di sviluppo concreto. L’obiettivo di Intesa e soci è di esplorare tutte le soluzioni, non lasciando nulla di intentato. Di fatto già da una settimana la banca si muove a fari spenti. Il lavoro svolto avrebbe già portato risultati, con due compagnie interessate a studiare il dossier. Una sarebbe Etihad, come più volte anticipato dal Messaggero, l’altra resta misteriosa. Emirates e Lufthansa si sono invece tirate fuori dal gioco.
Per la ricca compagnia di Abu Dhabi sono due le ipotesi che circolano: da un lato un ingresso soft, come socio di minoranza, rispettando così i vincoli imposti dall’Europa. Dall’altra un’entrata sulla scena più spettacolare: per puntare dritto alla cloche del controllo. L’ipotesi allo studio sarebbe di utilizzare una società del Vecchio Continente come grimaldello. Capace di comprare la maggioranza delle azioni e di assumere la leadership, soffiando la promessa sposa ad Air France sul filo di lana.

QUOTA DI MINORANZA
Difficile comunque, ma non impossibile, che Etihad sfidi in campo aperto Air France, con cui ha pure stabilito una serie di accordi commerciali. Più probabile quindi un’intesa, anche se Parigi non crede in questa soluzione. Chi tifa apertamente per i transalpini sono i piloti dell’Alitalia. «Siamo spaventati nel sentire ancora il refrain dell'italianità», taglia corto il presidente dell’Anpac, Giovanni Gagliotto. «Se l'italianità è una coccarda - aggiunge - e poi con un padrone italiano si fanno operare collegamenti Alitalia da aerei e personale rumeno di Carpatair, non siamo d'accordo». E una testimonianza diretta su come le operazioni di fusione possano essere un'opportunità arriva dal presidente dei piloti di Klm, Evert Van Zwol. «Dieci anni fa, Klm era una compagnia indipendente ma oggi non ci sarebbe più se non si fosse decisa per tempo la fusione con Air France».
 
[h=1]litalia: Anpac, merger Air France-KLM e' un'opportunita' per crescere[/h] [h=3]09 Gennaio 2013 - 16:00[/h] (ASCA) - Roma, 9 gen - ''L'italianita' e' un valore se produce posti di lavoro in Italia, cosi' va bene. Se e' solo una bandierina o una coccarda e poi i passeggeri vengono trasportati con la rumena Carpatair allora non siamo d'accordo''. Per Giovanni Galiotto, presidente dell'Anpac, l'organizzazione sindacale riunificata dei piloti italiani, un'Alitalia sempre piu' targata Air France-KLM non sarebbe un problema nazionale, anzi un'opportunita'. Lo ha detto oggi a Roma nel corso della cerimonia per la firma, con le rappresentanze dei piloti di Air France, KLM e Delta, del protocollo di collaborazione derivante dalla Transatlantic Joint Venture, accordo sulle rotte atlantiche gia' siglato dai rispettivi vettori a partire dal primo agreement tra KLM e Northwest Airlines del 1997.

Oggi quell'accordo vale il 26% della capacita' totale transatlantica europea, 17 milioni di passeggeri nel 2011, un fatturato di 11 miliardi di dollari l'anno. Essere tra i firmatari per la componente pilori rappresenta dunque una tappa determinante per l'Anpac, che ancora ''vive l'ostracismo da parte di Alitalia'' nonostante una recente sentenza del tribunale di Civitavecchia che di fatto l'ha riconosciuta soggetto rappresentativo delle istanze sindacali dei piloti della compagnia italiana (e di un totale di 1800 piloti italiani in servizio attivo, piu' gli oltre 550 finiti in mobilita' ex Alitalia Linee Aeree Italiane). L'accordo infatti, proprio guardando agli scenari connessi all'ormai prossima (12 gennaio) scadenza del lock up per gli attuali azionisti della cordata tricolore che fece nascere CAI nel 2008, vede i forti sindacati piloti di KLM ed Air France riconoscere proprio l'Anpac come unico alter ego in campo italiano. Se Air France-KLM alla fine sara', insomma, l'Anpac si vede garantito il sostegno alle proprie rivendicazioni da parte delle ''unions'' dei comandanti degli altri vettori partner del merger. Su queste basi ai piloti Anpac l'ipotesi Air France non fa paura, anzi rappresenterebbe un nuovo percorso di crescita ''dopo quattro anni senza aver raggiunto i risultati promessi''. ''Se le prospettive sono il rafforzamento della compagnia - aggiunge Galiotto - con sinergie importanti a tutto tondo ed accettando anche meccanismi di asciugatura connessi con la difficolta' generale del momento mi sento ottimista''. Il leit motiv dei rappresentanti dei sindacati dei piloti riuniti a Roma e' lo stesso per tutti, ''il management passa, i lavoratori restano'', ma sul tema specifico del possibile merger Air France-KLM con Alitalia interviene anche il presidente della rappresentanza dei piloti del vettore olandese, Evert Van Zwol: ''Dieci anni fa eravamo in condizioni simili - ammette - e senza Air France KLM non ci sarebbe piu' stata. Queste sono opportunita' per crescere, il mercato italiano ha un forte potenziale per il gruppo. Certo Alitalia si deve adattare all'attuale situazione economica, anche attraverso processi di dimagrimento pero' sempre volti a garantire una prospettiva di crescita. Passando dal confronto con le rappresentanze dei propri dipendenti. In questo il nostro sostegno all'Anpac e' assicurato. Adesso e domani''.
 
ragazzi inutile girarci attorno. la posizione di anpac e la condivisione da parte dei piloti af klm la dice tutta. la strada di alitalia e' tracciata sara' sicuramente di af , non so se siete d'accordo etihad secondo me puo' entrare solo in attesa di af l'anno prossimo o mantendendo comunque una quota minore di af. il risultato finale sara lo stesso. ci sara un unico gruppo af klm az.
 
ragazzi inutile girarci attorno. la posizione di anpac e la condivisione da parte dei piloti af klm la dice tutta. la strada di alitalia e' tracciata sara' sicuramente di af , non so se siete d'accordo etihad secondo me puo' entrare solo in attesa di af l'anno prossimo o mantendendo comunque una quota minore di af. il risultato finale sara lo stesso. ci sara un unico gruppo af klm az.

Io sono abituato a non dare nulla per scontato. Sicuramente le ipotesi in campo sono molteplici e nessuno ad oggi se non i diretti interessati (e forse nemmeno loro) sa come andrà a finire.
 
e se i giochi sono già belli che fatti? se air france e etihad hanno un accordo e stanno facendo solo finta di essere nelle mani di 4 sprovveduti italiani che giocano al rialzo?
 
io onestamente non so se i giochi sono aftti, onestamente penso che comunque la strada e' gia bella e' tracciata , d'altronde chi ha il 25% e' air france .e 'lei a comandare il gioco. o la prende subito o aspetta un ulteriore peggioramento dei conti e la prende dopo. comunque sara sempre di af .
 
Se, come sembra, gli altri soci italiani (che rappresentano il 75%) si aggregano dando mandato a Rothshild di trovare un acquirente, direi che il gioco lo comandano loro.

No! e ti spiego perche':

1) in finanza i voti si pesano e non si contano , e' una legge non scritta ma di fatto e' cosi' , nessuno dei "coraggiosi" pesa come AF nemmeno tutti insieme,senza contare i problemini personali dei singoli da Riva a caltagirone etc.

2) Alcuni soci, es. benetton, hanno gia svalutato la partecipazione nelle loro hldg quindi l'intento e' chiaro

3) il vero garante, nonche' beneficiario, dell'operazione era il prsidente del consiglio di prima che adesso a fatica becchera' il 15% e di sicuro sara' all'opposizione se non deinitivamente fuori d.....

4) opinione personale , stai sicuro che tutti i coraggiosi qualche offset da qualche parte se lo sono beccato, uscito il beneficiario, usciranno anche loro a meno che qualcuno non gli inventi qualche "Ottimo" motivo per restarci
P.s. si scrive Rotschild e dubito che al momento si mettano dall'altra parte di Lazard (gli advisor di AF)

Ipotesi

Ethiad o Altri potrebbero fare da "cavaliere bianco" entrando con un po di capitale, magari con sovrapprezzo ed annacquando il capitale dei "coraggiosi" cosi' da tirare a campare per qualche annetto, tanto se c'e' un offset da qualche altra parte non lo saprai mai
 
Interessante articolo sul Corriere della Sera di oggi dove sono riportate le cifre astronomiche costate a NOI cittadini italiani per la splendida idea dell' allora presidente del consiglio (edit amministrazione) ******** di salvare (anzi di allungare l'agonia) di Alitalia. Bisognerebbe vietare gli aiuti di stato alle imprese...oppure estenderli a tutti...anche al panettiere che fatica con la sua attività. L'ennesima vergogna italiana, Alitalia andava lasciata al suo destino che meritava (130 piloti per 5 aerei cargo)!!!!


vi ricordo che il forum è pubblico e al di la delle opinioni personali si pretende che vengano usati termini consoni a persone civili
 
...

4) opinione personale , stai sicuro che tutti i coraggiosi qualche offset da qualche parte se lo sono beccato, uscito il beneficiario, usciranno anche loro a meno che qualcuno non gli inventi qualche "Ottimo" motivo per restarci
P.s. si scrive Rotschild e dubito che al momento si mettano dall'altra parte di Lazard (gli advisor di AF)...

Scuate, chi mi sa elencare i favori che avrebbero ricevuto gli attuali soci dal Governo (passato e presente)?

Perché è facile fare allusioni ma poi bisogna elencare qualche straccio, non dico di prova, ma quanto meno qualche indizio.

I Riva rischiano di dover liquidare l'ILVA, e sono coi ferri ai polsi; l'AIA concessa dal Governo Berlusconi per Taranto è stata ampiamente contestata, e fatta oggetto di ricorsi al TAR, dalla stessa ILVA, quella concessa dal Governo Monti è frutto dell'emergenza attuale, per salvare 50.000 posti di lavoro.
I Benetton hanno ottenuto il Contratto di Programma per Fiumicino dal Governo Monti, l'ultimo dell'anno, in extremis; da gennaio la procedura sarebbe dovuta ripartire da zero.
IMMSI/Piaggio, tolta la commessa di Poste Italiane per qualche scooter non mi sembra ci sia altro; Piaggio è abbondantemente il primo gruppo europeo del settore, e il quarto a livello mondiale, e non aveva certo bisogno della commessa delle Poste per far tornare i conti; quanto ai cantieri navali di Intermarine/Cantieri Rodiriquez non mi sembra che abbiano avuto fiumi di commesse.

E gli altri?
Caltagirone è anche lui alle prese con guai giudiziari per il Porto di Imperia, i Gavio hanno perso Impregilo e grosse concessioni autostradali non ne hanno avuto.

Insomma, dove sono questi favori?!?
 
ultima da ansa . ragnetti non mi sembra tipo da dire fesserie anzi.

(ANSA) - ROMA, 10 GEN - ''Mi sembra evidente che si voglia utilizzare il piu' possibile la nostra azienda a scopi propagandistici e di parte, anche alla luce del momento pre-elettorale. Sono profondamente dispiaciuto''. Lo afferma l'ad di Alitalia, Andrea Ragnetti, in un messaggio intranet ai colleghi, invitandoli ad ignorare questo ''rumore di fondo''. L'amministratore delegato assicura poi che i risultati del gruppo sono ''in continuo miglioramento''.