Inchiesta Enac Su Tre Soste Carburante Effettuate Da Due Boeing 767 Air 1taly: Con Tanto Di Passeggeri A Bordo
Io sanno anche i bambini, quando si fa benzina al distributore bisogna spegnere il motore e se è il caso anche le sigarette, perché altrimenti si rischia di saltare per aria. Con un aereo il pericolo è moltiplicato per cento. Eppure nel giro di poco più di un mese per tre volte grandi aerei italiani di lungo raggi o Boeing767 di Air Italy, una compagnia specializzata in voli charter che la parte del gruppo Meridiana dell’Aga Kahn, si sono riforniti di carburante con i motori accesi. È un fatto gravissimo, su cui ha avviato un’inchiesta formale l’Enac, l’ente nazionale che si occupa dei voli commerciali diretto da Vito Riggio.
Per una violazione del genere, nell’ambiente aeronautico c’è chi ritiene probabile che alla compagnia possa essere comminata una sanzione estrema come il ritiro o la sospensione del COA, il Certificato di Operatore Aereo. Sarebbe una pena grave, con conseguenze durissime sul futuro della società. Meridiana non sta andando affatto bene. Nonostante in un anno il numero degli aerei a disposizione del gruppo sia aumentato da 35 a 38 (grazie anche all’incorporazione di Air Italy), nel primo trimestre 2012 è diminuito sia il numero di ore di volo(1040 in meno) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia il numero dei passeggeri(100 mila in meno). L’indebitamente finanziario, invece, è cresciuto parecchio: da circa 94 milioni di euro alla fine dell’anno passato a 130 milioni a marzo. Molti i dipendenti in cassa integrazione, 700 circa, in prevalenza tra il personale navigante (573).
SECONDO i rappresentanti dell’Unione sindacale di base (Usb), i quali hanno raccolto le denunce sui gravi episodi avvenuti e si sono quindi rivolti all’Enac e in seconda battuta all’Easa (European Aviation Safety Agency), le ripetute accertate violazioni delle elementari regole di sicurezza sarebbero da collegare proprio alle incerte condizioni della compagnia. Secondo queste fonti i dipendenti, a cominciare dai piloti, sarebbero sottoposti a piccole e grandi pressioni psicologiche e non solo psicologiche per indurli a volare il più possibile, con orari lunghissimi e logoranti e in condizioni sempre meno tranquillizzanti anche dal punto di vista della sicurezza. I sindacalisti ritengono che l’inversione di tendenza sia avvenuta un anno fa circa, quando Meridiana ha assorbito Air Italy e l’amministratore di quest’ultima e più piccola azienda, Giuseppe Gentile, un ex pilota, è diventato il numero uno dell’intera compagnia. I tre episodi segnalali sono avvenuti in rapida successione dal 16 febbraio al 24 marzo di quest’anno e hanno riguardato due aerei, due Boeing: un 767-300 che è in esercizio da 17 anni e un 767-200 che vola da 24 anni. I rifornimenti con i motori accesi si sono verificati in tre diversi aeroporti piccoli e periferici in parti remote del mondo: a Roatan in Honduras, Cayo Largo di Cuba, e Nosybe in Madagascar. La circostanza che i fatti siano avvenuti in scali così marginali non è ininfluente, anzi è da collegare direttamente a ciò che è successo.
QUAN DO i velivoli partiti da Malpensa e quindi presumibilmente carichi di passeggeri in prevalenza italiani, sono atterrati in quegli scali, hanno avuto bisogno di fare rifornimento di carburante per poter proseguire o per tornare indietro. E qui sono cominciati i guai, perché entrambi gli aerei avevano l’APU rotto e avrebbero avuto bisogno di un macchinario di appoggio per ripartire. APU è acronimo di Auxiliarv Power Unit, e per capirci e senza entrare in dettagli tecnici, è una specie di motorino dì avviamento dell’aereo che serve per mettere in funzione i motori di spinta che, una volta partiti, proseguono autonomamente. Negli aeroporti normali, se su un aereo l’APU non dovesse funzionare, vengono usati ausili esterni elettrici e pneumatici, macchine d’appoggio che consentono all’aereo energizzare l’aereo durante la sosta e quindi di riavviare i motori principali assieme all’ASU (gruppo esterno pneumatico) una volta eseguito il rifornimento di carburante. Nei tre scali toccati da Air Italy, però, quelle macchine ausiliarie non c’erano e quindi se i Boeing avessero spento i motori principali per rifornirsi, avrebbero rischiato di rimanere per chissà quanto tempo fermi sul piazzale, un’eventualità che per i dirigenti della compagnia sarebbe stata come un colpo al cuore. I comandanti hanno deciso di correre il rischio e di fare rifornimento con i motori accesi violando i dettami del manuale di volo della stessa Air Italy che al punto 8 esclude tassativamente una possibilità del genere. I fatti sono stati riportati in forma anonima, così come è consentito dalle norme, in tre Voluntary Safety Report, tre rapporti sulla sicurezza che il Fatto Quotidiano ha potuto consultare.
In uno dei tre casi, in Honduras, il rifornimento sarebbe stato effettuato non solo con i motori accesi, ma anche con a bordo i passeggeri in transito seduti al loro posto ed ignari di quanto stesse accadendo. Secondo il rapporto, tra i passeggeri c’era un pilota Ryanair che “ha dichiarato che questa procedura era da matti e andava segnalata all’Enac”.
di Daniele Martini
(Fonte: Il Fatto Quotidiano)
Io sanno anche i bambini, quando si fa benzina al distributore bisogna spegnere il motore e se è il caso anche le sigarette, perché altrimenti si rischia di saltare per aria. Con un aereo il pericolo è moltiplicato per cento. Eppure nel giro di poco più di un mese per tre volte grandi aerei italiani di lungo raggi o Boeing767 di Air Italy, una compagnia specializzata in voli charter che la parte del gruppo Meridiana dell’Aga Kahn, si sono riforniti di carburante con i motori accesi. È un fatto gravissimo, su cui ha avviato un’inchiesta formale l’Enac, l’ente nazionale che si occupa dei voli commerciali diretto da Vito Riggio.
Per una violazione del genere, nell’ambiente aeronautico c’è chi ritiene probabile che alla compagnia possa essere comminata una sanzione estrema come il ritiro o la sospensione del COA, il Certificato di Operatore Aereo. Sarebbe una pena grave, con conseguenze durissime sul futuro della società. Meridiana non sta andando affatto bene. Nonostante in un anno il numero degli aerei a disposizione del gruppo sia aumentato da 35 a 38 (grazie anche all’incorporazione di Air Italy), nel primo trimestre 2012 è diminuito sia il numero di ore di volo(1040 in meno) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia il numero dei passeggeri(100 mila in meno). L’indebitamente finanziario, invece, è cresciuto parecchio: da circa 94 milioni di euro alla fine dell’anno passato a 130 milioni a marzo. Molti i dipendenti in cassa integrazione, 700 circa, in prevalenza tra il personale navigante (573).
SECONDO i rappresentanti dell’Unione sindacale di base (Usb), i quali hanno raccolto le denunce sui gravi episodi avvenuti e si sono quindi rivolti all’Enac e in seconda battuta all’Easa (European Aviation Safety Agency), le ripetute accertate violazioni delle elementari regole di sicurezza sarebbero da collegare proprio alle incerte condizioni della compagnia. Secondo queste fonti i dipendenti, a cominciare dai piloti, sarebbero sottoposti a piccole e grandi pressioni psicologiche e non solo psicologiche per indurli a volare il più possibile, con orari lunghissimi e logoranti e in condizioni sempre meno tranquillizzanti anche dal punto di vista della sicurezza. I sindacalisti ritengono che l’inversione di tendenza sia avvenuta un anno fa circa, quando Meridiana ha assorbito Air Italy e l’amministratore di quest’ultima e più piccola azienda, Giuseppe Gentile, un ex pilota, è diventato il numero uno dell’intera compagnia. I tre episodi segnalali sono avvenuti in rapida successione dal 16 febbraio al 24 marzo di quest’anno e hanno riguardato due aerei, due Boeing: un 767-300 che è in esercizio da 17 anni e un 767-200 che vola da 24 anni. I rifornimenti con i motori accesi si sono verificati in tre diversi aeroporti piccoli e periferici in parti remote del mondo: a Roatan in Honduras, Cayo Largo di Cuba, e Nosybe in Madagascar. La circostanza che i fatti siano avvenuti in scali così marginali non è ininfluente, anzi è da collegare direttamente a ciò che è successo.
QUAN DO i velivoli partiti da Malpensa e quindi presumibilmente carichi di passeggeri in prevalenza italiani, sono atterrati in quegli scali, hanno avuto bisogno di fare rifornimento di carburante per poter proseguire o per tornare indietro. E qui sono cominciati i guai, perché entrambi gli aerei avevano l’APU rotto e avrebbero avuto bisogno di un macchinario di appoggio per ripartire. APU è acronimo di Auxiliarv Power Unit, e per capirci e senza entrare in dettagli tecnici, è una specie di motorino dì avviamento dell’aereo che serve per mettere in funzione i motori di spinta che, una volta partiti, proseguono autonomamente. Negli aeroporti normali, se su un aereo l’APU non dovesse funzionare, vengono usati ausili esterni elettrici e pneumatici, macchine d’appoggio che consentono all’aereo energizzare l’aereo durante la sosta e quindi di riavviare i motori principali assieme all’ASU (gruppo esterno pneumatico) una volta eseguito il rifornimento di carburante. Nei tre scali toccati da Air Italy, però, quelle macchine ausiliarie non c’erano e quindi se i Boeing avessero spento i motori principali per rifornirsi, avrebbero rischiato di rimanere per chissà quanto tempo fermi sul piazzale, un’eventualità che per i dirigenti della compagnia sarebbe stata come un colpo al cuore. I comandanti hanno deciso di correre il rischio e di fare rifornimento con i motori accesi violando i dettami del manuale di volo della stessa Air Italy che al punto 8 esclude tassativamente una possibilità del genere. I fatti sono stati riportati in forma anonima, così come è consentito dalle norme, in tre Voluntary Safety Report, tre rapporti sulla sicurezza che il Fatto Quotidiano ha potuto consultare.
In uno dei tre casi, in Honduras, il rifornimento sarebbe stato effettuato non solo con i motori accesi, ma anche con a bordo i passeggeri in transito seduti al loro posto ed ignari di quanto stesse accadendo. Secondo il rapporto, tra i passeggeri c’era un pilota Ryanair che “ha dichiarato che questa procedura era da matti e andava segnalata all’Enac”.
di Daniele Martini
(Fonte: Il Fatto Quotidiano)