Si potrà mai volare da Catania a Tripoli? Franco Pecci, patron di Blue Panorama, si dice pronto a fare due voli settimanali con un sostegno da parte degli enti locali. E per andare al concreto quanto potrebbe essere questo sostegno? «10 mila euro a volo fino a quandonon si arriva allo start up e il volo non diventa autosufficiente. Potremmo dare anche dei biglietti per incentivare le presenze».
E chi potrebbe dare questo sostegno? Ma le associazioni industriali, le Camere di commercio, le Province. Insorge Massimo Polimeni, direttore commerciale di Wind Jet: «Sarebbe meglio dare questi soldi a una compagnia siciliana. Blue Panorama è da anni che, pur avendo la concessione a volare in Libia, non lo fa e a questo punto sarebbe giusto che l'Enac gli togliesse la concessione di volo. E poi che significa questo contributo? Noi quando voliamo in Russia, o a Praga, o in qualunque altro posto non abbiamo nessun contributo. O una compagnia è autosufficiente e in grado di gestire una tratta, oppure perde l'autorizzazione. Pecci si è svegliato appena ha saputo che Wind Jet è interessata alla Libia».
Comunque vada a finire questa «querelle» tra compagnie aeree - e l'Enac dovrebbe essere l'ente regolatore - bisogna capire se il gioco vale la candela. Dice Enrico Maltauro che nei giorni scorsi ci aveva detto che avrebbe portato volentieri le maestranze siciliane in Libia: «Confermo la mia stima anche ai professionisti siciliani, ingegneri, architetti, gente che sa programmare e gestire un cantiere, e quindi voli diretti da Catania sarebbero certamente utili, più utili ai professionisti che vanno in Libia per un paio di giorni e poi rientrano nei loro studi che agli operai che stanno in cantiere per 3-4 mesi e se debbono fare tappa a Roma non è poi un gran danno. L'unico problema è che attendiamo di definire i contratti per gli appalti e fin quando non saranno firmati il lavoro non può cominciare».
Sulla stessa lunghezza d'onda Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia: «L'ipotesi è interessante, ma probabilmente prematura. Ci sono imprese siciliane che lavorano in Libia, ma ancora i grandi cantieri si debbono aprire e converrebbe attendere almeno sei mesi per vedere quante maestranze siciliane possono andare a lavorare in quel Paese. E comunque resta il problema di chiedere al governo nazionale una quota di appalti per le imprese siciliane che rischiano di essere tagliate del tutto fuori nonostante la vicinanza con la Libia».
Secondo Mario Bevacqua, vicepresidente dell'organizzazione internazionale dei tour operators, «è un'opportunità da cogliere, almeno come esperimento, ed è anche giusto dare un sostegno ai voli per Tripoli. Ricordo che per Taormina l'allora presidente dell'Azienda di turismo Luigi Ragno autorizzò incentivi a una compagnia di charter tedesca, per portare turisti in Sicilia. I flussi verso la Libia potrebbero essere quelli degli imprenditori siciliani che intendono andare lì per trovare occasioni di lavoro. Ci saranno anche i turisti, ma non molti perché c'è scarsa disponibilità alberghiera e poca libertà di movimento, tanto vero che Carmelo Patti da anni vuole costruire un villaggio Valtur presso Leptis Magna, ma ancora non lo ha fatto. Comunque Sabratha e Leptis Magna da sole meritano il biglietto di viaggio. Non è un problema di visti, che si possono avere al consolato libico di Palermo di viale Libertà in 4-5 giorni, è problema di ospitalità adeguata che al momento non c'è».
Ovviamente, se l'appello di Blue Panorama fosse accolto, almeno per incominciare a rompere l'isolamento, bisognerà anche pubblicizzare l'iniziativa perché la gente deve sapere quando partono e quando tornano i voli per Tripoli. Sono personalmente convinto che molti turisti siciliani, almeno per i primi tempi, vorranno andare a vedere questo Paese sostanzialmente «vergine» che esce da un embargo ventennale. Poi da cosa nasce cosa. A questo punto chi prende l'iniziativa di dare un contributo per i voli, di qualunque compagnia siano?
lasicilia