UNITED lancia programma per assumere 10000 piloti in 10 anni


East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
United Airlines launches new pilot recruitment and development program

United Airlines today announced the launch of Aviate, its new pilot recruitment program and career website, offering aspiring and established pilots more opportunities and the fastest paths to achieving their dreams and becoming a United First Officer and, ultimately, Captain.

The program’s signature, structured career pathways offer pilots at all stages of their journey – from college training to regional airline flying – the most direct path to flying for United, as well as the quickest progression from college to the rank of first officer of any major airline program in the industry. Due to retirements, attrition and projected growth, the company anticipates hiring more than 10,000 pilots by 2029.

“With nearly half of our 12,500 pilots retiring in the next decade, combined with a period of strong growth at our airline, United is uniquely positioned to offer pilots the opportunity to get where they want to go in their careers faster than ever,” said Bryan Quigley, United’s senior vice president of flight operations and chief pilot. “With the most comprehensive global route network in the industry, and the most widebodies of any North American airline, United offers unparalleled opportunity for an exceptional and exciting career as we begin to welcome hundreds of new pilots every year.”

Aviate: Love to fly, born to lead

Those who apply to Aviate and are successful in the selection process will receive a conditional job offer with United. Aviate will also provide coaching and development for pilots to develop into leaders whom exemplify the professionalism, level of excellence and commitment to providing safe, caring, dependable and efficient service that United expects from its pilots. Additionally, Aviate provides those who aspire to a career as a United Captain with the fastest, most direct route to achieving that goal. United’s Aviate career path program offers pilots competitive benefits, including:

- The fastest path within the industry to a major airline, with an Aviate regional partner minimum requirement of 24 months and 2,000 hours
- More options in program entry points throughout a pilot’s career and choice of select United Express carrier
- Increased transparency and clarity along the path from program entry to flying for United
- Improved career development, coaching and access to United pilots and learning tools
- Deeper connections with our United family throughout the Aviate journey, with access to senior leadership, site visits and tours, and certain travel privileges

United is partnering with several of its regional United Express carriers, leading universities with established aviation programs, and training centers – including Lufthansa Aviation Training – to ensure pilots have the best opportunities to enroll in the innovative program. Current Aviate United Express partners are Air Wisconsin, ExpressJet, Mesa Airlines and CommutAir.

worldairlinenews
 

Fewwy

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Nun c'hai a grin car...
Non ho mai capito se venga prima l’uovo o la gallina...

Se United decidesse di assumermi, la Green Card dovrebbe essere un non-problema, giusto?

Però United ti assume solo se hai già quel permesso...

Un po’ incasinata la faccenda :-X
 

Farfallina

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Non ho mai capito se venga prima l’uovo o la gallina...

Se United decidesse di assumermi, la Green Card dovrebbe essere un non-problema, giusto?

Però United ti assume solo se hai già quel permesso...

Un po’ incasinata la faccenda :-X
American first...
 

kenadams

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Non ho mai capito se venga prima l’uovo o la gallina...

Se United decidesse di assumermi, la Green Card dovrebbe essere un non-problema, giusto?

Però United ti assume solo se hai già quel permesso...

Un po’ incasinata la faccenda :-X
La green card per il mestiere di pilota te la scordi.

Per evitare fraintendimenti: per sponsorizzare la green card di un dipendente, il datore di lavoro deve dimostrare di non poter reclutare un americano per ricoprire la figura professionale richiesta. Forse per certi street captain (ovvero direct entry e già in possesso di type rating) su un Saab 2000 in Alaska ciò è possibile, ma per un ruolo di first officer con United (peraltro con persorso di formazione professionale attraverso una regional) non è proprio pensabile.
Sposorizzare la green card di un dipendente è difficile e costoso: ogni anno, su circa 1.100.000 green card emesse negli USA, solo 150.000 sono dovute alla sponsorizzazione da parte di un datore di lavoro. (50.000 tramite lotteria, 100.000 per rifugiati politici, e il resto a familiari di cittadini).
Anche quando un datore di lavoro decide (e United non ha alcun motivo di farlo) di sponsorizzare qualcuno, il processo richiede molto tempo: vi sono requisiti di diversità di provenienza geografica per coloro ai quali viene concessa la green card. Il numero di nuove green card viene ripartito ogni anno fra cittadini di tutte le nazionalità: ogni paese ha accesso alla medesima quota a prescindere dalla sua popolosità (mi pare che il Canada sia l'unica eccezione): ciò è fortemente penalizzante per i paesi più grandi. Fra gli indiani in attesa, per fare l'esempio più eclatante, stanno ricevendo la green card oggi coloro la candidatura della quale è stata approvata oltre dieci anni fa!

Si può lavorare negli USA anche senza la green card (che è un permesso di soggiorno permanente irrevocabile a meno che il titolare non lasci il paese di propria sponte, e con accesso alla cittadinanza dopo cinque anni). I permessi temporanei sono un po' più facili, ma comunque limitati in numero e improbabili per la figura professionale di pilota: UAL non ha motivo di spendere soldi in avvocati - ci sarà la fila di americani.

Immagino che United lanci questo programma per due motivi:
1) Perché c'è penuria di piloti negli USA. Questa non è causata dalla mancanza di americani interessati già in possesso di brevetto (ce ne sono vagonate), bensì da una legge promulgata dopo l'incidente di Colgan 3407 nel 2009, che impone 1.500 ore di esperienza come requisito minimo per pilotare un volo di linea. Questo sta rendendo molto difficile l'avanzamento di carriera dei piloti: laddove, prima, le regional assumevano migliaia di cadetti e li avviavano alla carriera, oggi quei cadetti devono prima trovare il modo di accumulare 1.500 ore di volo, cosa molto costosa. E' un collo di bottiglia spaventoso che non consente ai vettori americani di fare ciò che fanno linee aeree in tutto il mondo coi loro cadet scheme.
Portare i giovani piloti sotto l'ombrello di United ancor prima che essi siano effettivamente impiegati dal vettore, consente agli aspiranti in questione di investire con maggiore consapevolezza (e forse con qualche aiuto di United) nell'accumulo delle 1.500 ore necessarie per entrare in una regional.
2) Per seguire tutta la progressione professionale dei piloti e influenzarla (anche con interventi formativi) sin dalle prime fasi.
 

nicolap

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Grazie Ken. Alla luce di ciò che dici non sarà quindi complesso trovarne così tanti con le caratteristiche idonee?
 

kenadams

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Grazie Ken. Alla luce di ciò che dici non sarà quindi complesso trovarne così tanti con le caratteristiche idonee?
Anche oggi United (come Delta, American, Alaska e Southwest) trova tutti i piloti che vuole - sono le regional che stanno avendo difficoltà e che sono costrette a pagare molto più di dieci anni fa. Quel che United sta facendo è prevenire una crisi più grave, e probabilmente aiutare i propri partner regionali a mantenere i costi sotto controllo: l'utilizzo di aerei regional conviene solo perché il costo degli equipaggi è relativamente basso. Disporre un percorso professionale omogeneo e trasparente sin dall'inizio della carriera aiuta a semplificare l'intero processo di reclutamento e verosimilmente contribuisce a mantenere competitivi i partner Aviate senza che siano costretti a ulteriori aumenti di stipendio per i propri piloti.

Non so quanto questa scelta possa poi essere influenzata da altre circostanze: United, per esempio, aveva dichiarato di non voler più assumere piloti provenienti dalla marina (dubito che ciò sia un fattore condizionante, ma non si sa mai), e può darsi che nel mondo civile vedano i primi segnali di un livellamento verso il basso della qualità dei candidati: negli Stati Uniti il modello pay-to-fly non ha sfondato, ma il sistema attuale impone sforzi economici e sacrifici notevoli agli aspiranti piloti, senza garanzie di successo. Forse United ritiene più logico (anche per l'economia delle proprie selezioni future) selezionare i candidati prima che abbiano i requisiti necessari per l'accesso a un cockpit UAL, e seguire - agevolandola - la loro carriera. Mi pare intelligente.

Chi spera di accattare una green card o un permesso di soggiorno così, per come stanno le cose oggi, non ha autentiche chance di successo.
 

kenadams

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Sottolineo una cosa scritta in precedenza: non escludo che qualche linea regional possa assumere Direct Entry Captain stranieri con visto temporaneo H-1B purché:
(1) Già in possesso del type rating necessario.
(2) Già comandante.
(3) In possesso di titolo di laurea.

Sicuramente non si tratta di un percorso disponibile per aspiranti piloti.
 

Fewwy

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Sottolineo una cosa scritta in precedenza: non escludo che qualche linea regional possa assumere Direct Entry Captain stranieri con visto temporaneo H-1B purché:
(1) Già in possesso del type rating necessario.
(2) Già comandante.
(3) In possesso di titolo di laurea.

Sicuramente non si tratta di un percorso disponibile per aspiranti piloti.
Aggiungerei: serve comunque licenza FAA.

E ho sentito dire da Cpt che lavorano in EU con passaporto americano che - anche volessero tornare al di là del pond - non verrebbe loro riconosciuta alcuna ora di volo jet volata sotto EASA e dovrebbero ricominciare tutto.

Certo che ci si vuole globalizzare, ma poi si creano barriere anche in settori che sarebbero già fluidi di loro.
 

kenadams

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13 Agosto 2007
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Aggiungerei: serve comunque licenza FAA.

E ho sentito dire da Cpt che lavorano in EU con passaporto americano che - anche volessero tornare al di là del pond - non verrebbe loro riconosciuta alcuna ora di volo jet volata sotto EASA e dovrebbero ricominciare tutto.

Certo che ci si vuole globalizzare, ma poi si creano barriere anche in settori che sarebbero già fluidi di loro.
Il riconoscimento delle ore di volo dovrebbe essere molto facile da risolvere: credo che la decisione di prendere in considerazione o meno (e con quale eventuale coefficiente) ore militari e ore EASA spetti interamente al vettore - già molte regional non discriminano ore accumulate all'estero. Anche la licenza FAA ATP è relativamente semplice da prendere.

Gli ostacoli per chi non è cittadino americano sono interamente legali e attribuibili alla giurisprudenza americana in materia di immigrazione: la normativa fa pena. L'attuale sistema è patetico: le carte verdi finiscono in mano perlopiù a persone anagraficamente vecchie, professionalmente e fiscalmente poco produttive. Il paese è disperatamente a corto di medici, infermieri e ingegneri informatici ma farli immigrare è molto difficile e costoso. I repubblicani vogliono cambiare il sistema per ridurre ulteriormente il numero di immigrati legali (cosa senza senso economico alcuno); e i democratici non vogliono cambiare il sistema perché una riforma seria penalizzerebbe gli ispanici (i familiari di cittadini ispanici assorbono oggi la maggor parte delle carte verdi), un bacino elettorale troppo importante per il partito.
In realtà anche una riforma fatta a dovere non aiuterebbe a importare piloti: il cuore dell'America pulsa di aviazione - ci sono aspiranti piloti ovunque e molte scuole di formazione di buona qualità a prezzo relativamente basso. L'America non ha bisogno di importare piloti. Si autoinfligge una potenziale penuria di piloti semplicemente per la stupida legge del 2009 che richiede 1.500 ore di volo come requisito minimo per operare come pilota su un volo di linea. Così rende i cadet pilot scheme inattuabili nel paese.