Cronaca di un giro di lavoro in Cina con attaccata una breve settimana di ferie in est Asia. Il viaggio risale a ottobre dello scorso anno, ma sono riuscito solo ora a più o meno completare scrittura e foto...
Si parte l’ultima settimana di ottobre alla volta di Canton/Guangzhou (广州) e Fuzhou (福州). La soluzione più comoda ed economica, anche se abbastanza demenziale, è Cathay Pacific/Cathay Dragon via Hong Kong, con la seconda tratta dell’andata che dura poco più di mezzora su un 333.
Dopo aver ottenuto una settimana di ferie per quella successiva al viaggio di lavoro, sposterò il volo di rientro da Fuzhou, ovviamente a mie spese, di sette giorni e con ripartenza da Tokyo, direttamente col call centre CX, non essendo possibile modificare i multitratta dal loro sito web.
Arrivo in tutta calma a Malpensa tramite il solito MXP Express e, per l’ennesima volta, la scala mobile dal piano binari all’aerostazione non è funzionante. Ci vuole tanto a mandare una squadra a fare la manutenzione? Saranno mesi che è in quello stato.
Lascio la valigia al check-in e ricevo entrambe le carte d’imbarco. Nonostante sembra ci sia sempre una super coda, riesco ogni volta a passare i controlli di sicurezza in pochi minuti.
Questa volta vinco in omaggio il controllo esplosivi con il tampone. Passo da Venchi a prendere un pensiero per i colleghi e vado diretto al gate B10, ovvero: si va fino in fondo al Sat C, si passa il controllo passaporti, e si cammina indietro lungo un corridoio lato vetrate fino al Sat B.
A proposito di controllo documenti, uso gli e-gates per la prima volta a MXP: a differenza di altri, il mio passaporto viene letto immediatamente (a LHR e MAN una volta su due devo andare alla fila manuale) e anche il riconoscimento del volto/foto è istantaneo. Solita foto al tabellone partenze:
B-KPL è velivolo assegnato alla tratta odierna, un 77W di nove anni circa, consegnato nuovo a ottobre 2009.
Come vicini di stand abbiamo il 330 Alitalia per Tokyo Narita, giusto per rafforzare il mio spirito est-asiatico.
Cathay Pacific non prevede l’imbarco prioritario per i OneWorld pezzent+ (ovvero i Ruby), ma poco male visto che la Y+ ha comunque una fila dedicata. Priorità rigorosamente rispettate e file gestite in modo efficace con i separa-code. Ammetto di sentirmi quasi sparkling.
Volo: CX 234
Tratta: MXP-HKG
Aereo: Boeing 777-367ER
Marche: B-KPL
Posto: 33K
Sched/Actual: 1255-0625+1 // 1312-0615+1
Durata volo: 11h 03’
Gate: B10
Dall’accento, direi che il mio vicino è australiano; non ho modo di approfondire visto che quasi non parla - non che io abbia voglia di fare conversazione, sia chiaro.
Il sedile rasenta quasi la perfezione per una premium economy; il pitch è ottimo.
Molto del merito però lo hanno l’eccellente leg-rest coadiuvato dal foot-rest, incorporato nel sedile, che ha una altezza per me ottimale, oltre ad essere molto stabile. Per chi è tappo come me, siamo davvero vicini al nirvana.
L’aereo è dotato di Wi-Fi; la copertura è quasi globale, ad eccezione delle regioni artiche di Canada, Scandinavia e Russia, della maggior parte dell’Oceano Indiano sotto l’equatore e, curiosamente, dell’intero Madagascar e India. Prezzi non popolarissimi: 1 ora 9.95USD, 6 ore 12.95 e 19.95 oltre le sei ore.
Sul sedile sono già presenti coperta (di ottima fattura), cuscino (quasi inutile) e piccolo amenity kit con calze/tappi/dental kit/mascherina.
Lasciamo il nostro stand, passiamo a fianco alla concorrenza di Singapore e propelliamo con mezzi nostri verso la pista 35R, la più lontana dal terminal.
Decolliamo dopo un 330 Air China e un 737 Ryanair, che si sarà sentito in uno scomodo sandwich al sapore di widebody.
Venti minuti dopo il decollo viene servito l’aperitivo accompagnato da mandorle tostate e salate. Anche oggi, niente club delle noccioline. Mi consolo prendendo un ginger ale, sempre più una rarità a bordo. Danno pure la lattina intera da 33cl!
Poco dopo passa il rancio – la scelta del main è tra pollo in salsa al limone (mia scelta), merluzzo fritto e panzerotti (credo fosse un typo e intendessero pansoti...) pomodoro & mozzarella.
Accompagno il pasto con una birra per agevolare il sonno. Viene distribuita a parte una piccola coppetta di gelato al cioccolato Mövenpick come dessert. A parte la quantità tendente al misero, la qualità non era male ma peggio del mio ultimo volo CX l’anno precedente. L’a/v che serviva lungo la mia fila era invece eccezionale anche e soprattutto per l'interazione coi passeggeri, al contrario di quello che mi era capitato in passato (servizio di solito robotico e senz’anima).
Lavoro un paio d’ore, scomodamente – lo spazio per un laptop standard da 15” è davvero al limite se occorre scrivere estensivamente – dopodiché metto su le cuffie (noise cancelling, di buona fattura) e faccio partire l’IFE in loop su una selezione di brani rilassanti proposti dal sistema. Dormo quasi sette ore, con solo un’interruzione, cosa a me mai successa prima d’ora su un aereo.
Circa due ore e mezza prima dell’atterraggio vengono riaccese le luci e servita la colazione – a scelta tra congee e omelette al cheddar. Prendo l’omelette, davvero ottima, nonostante non sia particolarmente fotogenica.
Andiamo incontro all’alba, rovinata dal vetro graffiato.
Atterriamo in una HK piovosa e grigia. Non avendo bagaglio da ritirare, che verrà inviato fino alla destinazione finale, e sbrigato il controllo passaporto relativamente velocemente, sono fuori in meno di venti minuti dallo sbarco.
Sono però le 6 del mattino: la città dorme ancora e soprattutto quei negozi in cui voglio fare un salto sono ancora chiusi; inoltre, prevedo di fare un salto all'ufficio di Hong Kong solo nel tardo pomeriggio per un breve meeting con la collega con cui lavorerò nei giorni seguenti e un po' di remote working, prima di tornare in aeroporto per il brevissimo volo su Canton.
Prendo qualcosa da sgranocchiare da 7-Eleven per una seconda colazione e, in attesa di un orario più umano per sgranchirmi le gambe in città, mi metto a guardare gli aerei decollare.
DaV
Si parte l’ultima settimana di ottobre alla volta di Canton/Guangzhou (广州) e Fuzhou (福州). La soluzione più comoda ed economica, anche se abbastanza demenziale, è Cathay Pacific/Cathay Dragon via Hong Kong, con la seconda tratta dell’andata che dura poco più di mezzora su un 333.
Dopo aver ottenuto una settimana di ferie per quella successiva al viaggio di lavoro, sposterò il volo di rientro da Fuzhou, ovviamente a mie spese, di sette giorni e con ripartenza da Tokyo, direttamente col call centre CX, non essendo possibile modificare i multitratta dal loro sito web.
Arrivo in tutta calma a Malpensa tramite il solito MXP Express e, per l’ennesima volta, la scala mobile dal piano binari all’aerostazione non è funzionante. Ci vuole tanto a mandare una squadra a fare la manutenzione? Saranno mesi che è in quello stato.
Lascio la valigia al check-in e ricevo entrambe le carte d’imbarco. Nonostante sembra ci sia sempre una super coda, riesco ogni volta a passare i controlli di sicurezza in pochi minuti.
Questa volta vinco in omaggio il controllo esplosivi con il tampone. Passo da Venchi a prendere un pensiero per i colleghi e vado diretto al gate B10, ovvero: si va fino in fondo al Sat C, si passa il controllo passaporti, e si cammina indietro lungo un corridoio lato vetrate fino al Sat B.
A proposito di controllo documenti, uso gli e-gates per la prima volta a MXP: a differenza di altri, il mio passaporto viene letto immediatamente (a LHR e MAN una volta su due devo andare alla fila manuale) e anche il riconoscimento del volto/foto è istantaneo. Solita foto al tabellone partenze:

B-KPL è velivolo assegnato alla tratta odierna, un 77W di nove anni circa, consegnato nuovo a ottobre 2009.

Come vicini di stand abbiamo il 330 Alitalia per Tokyo Narita, giusto per rafforzare il mio spirito est-asiatico.

Cathay Pacific non prevede l’imbarco prioritario per i OneWorld pezzent+ (ovvero i Ruby), ma poco male visto che la Y+ ha comunque una fila dedicata. Priorità rigorosamente rispettate e file gestite in modo efficace con i separa-code. Ammetto di sentirmi quasi sparkling.


Volo: CX 234
Tratta: MXP-HKG
Aereo: Boeing 777-367ER
Marche: B-KPL
Posto: 33K
Sched/Actual: 1255-0625+1 // 1312-0615+1
Durata volo: 11h 03’
Gate: B10
Dall’accento, direi che il mio vicino è australiano; non ho modo di approfondire visto che quasi non parla - non che io abbia voglia di fare conversazione, sia chiaro.
Il sedile rasenta quasi la perfezione per una premium economy; il pitch è ottimo.

Molto del merito però lo hanno l’eccellente leg-rest coadiuvato dal foot-rest, incorporato nel sedile, che ha una altezza per me ottimale, oltre ad essere molto stabile. Per chi è tappo come me, siamo davvero vicini al nirvana.

L’aereo è dotato di Wi-Fi; la copertura è quasi globale, ad eccezione delle regioni artiche di Canada, Scandinavia e Russia, della maggior parte dell’Oceano Indiano sotto l’equatore e, curiosamente, dell’intero Madagascar e India. Prezzi non popolarissimi: 1 ora 9.95USD, 6 ore 12.95 e 19.95 oltre le sei ore.

Sul sedile sono già presenti coperta (di ottima fattura), cuscino (quasi inutile) e piccolo amenity kit con calze/tappi/dental kit/mascherina.
Lasciamo il nostro stand, passiamo a fianco alla concorrenza di Singapore e propelliamo con mezzi nostri verso la pista 35R, la più lontana dal terminal.

Decolliamo dopo un 330 Air China e un 737 Ryanair, che si sarà sentito in uno scomodo sandwich al sapore di widebody.
Venti minuti dopo il decollo viene servito l’aperitivo accompagnato da mandorle tostate e salate. Anche oggi, niente club delle noccioline. Mi consolo prendendo un ginger ale, sempre più una rarità a bordo. Danno pure la lattina intera da 33cl!

Poco dopo passa il rancio – la scelta del main è tra pollo in salsa al limone (mia scelta), merluzzo fritto e panzerotti (credo fosse un typo e intendessero pansoti...) pomodoro & mozzarella.

Accompagno il pasto con una birra per agevolare il sonno. Viene distribuita a parte una piccola coppetta di gelato al cioccolato Mövenpick come dessert. A parte la quantità tendente al misero, la qualità non era male ma peggio del mio ultimo volo CX l’anno precedente. L’a/v che serviva lungo la mia fila era invece eccezionale anche e soprattutto per l'interazione coi passeggeri, al contrario di quello che mi era capitato in passato (servizio di solito robotico e senz’anima).

Lavoro un paio d’ore, scomodamente – lo spazio per un laptop standard da 15” è davvero al limite se occorre scrivere estensivamente – dopodiché metto su le cuffie (noise cancelling, di buona fattura) e faccio partire l’IFE in loop su una selezione di brani rilassanti proposti dal sistema. Dormo quasi sette ore, con solo un’interruzione, cosa a me mai successa prima d’ora su un aereo.
Circa due ore e mezza prima dell’atterraggio vengono riaccese le luci e servita la colazione – a scelta tra congee e omelette al cheddar. Prendo l’omelette, davvero ottima, nonostante non sia particolarmente fotogenica.

Andiamo incontro all’alba, rovinata dal vetro graffiato.

Atterriamo in una HK piovosa e grigia. Non avendo bagaglio da ritirare, che verrà inviato fino alla destinazione finale, e sbrigato il controllo passaporto relativamente velocemente, sono fuori in meno di venti minuti dallo sbarco.
Sono però le 6 del mattino: la città dorme ancora e soprattutto quei negozi in cui voglio fare un salto sono ancora chiusi; inoltre, prevedo di fare un salto all'ufficio di Hong Kong solo nel tardo pomeriggio per un breve meeting con la collega con cui lavorerò nei giorni seguenti e un po' di remote working, prima di tornare in aeroporto per il brevissimo volo su Canton.
Prendo qualcosa da sgranocchiare da 7-Eleven per una seconda colazione e, in attesa di un orario più umano per sgranchirmi le gambe in città, mi metto a guardare gli aerei decollare.


DaV